Can
La scelta di Sanem di prendere ancora una volta la mia mano e seguirmi è stata l'esplicita accettazione di un destino che a me è sembrato inevitabile sin dall'inizio. Mai avevo messo in dubbio il fatto che dovessimo sposarci, neanche dopo aver scoperto il ruolo di Sanem nelle macchinazioni di Emre ed ora, con le precarie condizioni di salute di mio padre, so che è diventato ormai un destino ineluttabile. Sapevo di non poter venire meno alla parola data a Nihat ed ora sono consapevole di non poter sconvolgere mio padre che sembra trarre forza e vigore dall'idea di questo matrimonio. Dopo essere stato dimesso dall'ospedale si è ripreso molto in fretta.
"Non posso rovinare il tuo giorno più bello Can, devo stare bene in tempo per il vostro matrimonio".
Ha così accettato di buon grado di riposare di più e venire in agenzia solo sporadicamente e per poche ore al giorno.
So già che sarà molto dura per lui affrontare la realtà di quello che sta combinando suo figlio e non voglio mettere alla prova la sua cagionevole salute aggiungendo altri motivi di stress.
Siamo vicini alla verità, molto presto saprò esattamente quali sono le intenzioni di Emre, l'investigatore privato ha trovato nuove tracce di manovre finanziarie fatte con i fondi sottratti alla Fikri Harika mentre ha scoperto dei contatti con imprenditori internazionali che realizzano catene di alberghi di lusso in tutto il mondo. Il signor Kılıç comunque sta continuando ad indagare per capire cosa abbia a che fare mio fratello con loro, ma comincio a temere che la sua intenzione non sia altro che quella di rovinare la nostra agenzia per arrivare a venderla ed investire il denaro che gli spetta in qualche affare immobiliare.
Quando mio padre verrà a conoscenza delle intenzioni di suo figlio sono sicuro che ne potrebbe morire, l'agenzia è la sua vita da quarant'anni. Ha sacrificato tutto per farla fiorire e prosperare, anche la sua stessa famiglia visto che una delle recriminazioni di Huma quando erano ancora insieme era proprio il suo essere poco presente a causa del lavoro, lo ricordo benissimo anche se ero solo un bambino.
Su Sanem invece l'investigatore non riesce ad avere alcuna informazione interessante, dalle sue ricerche sembra essere una ragazza semplice, modesta nelle spese e dallo stile di vita assolutamente umile. Le sue indagini adesso si sposteranno anche in ambito famigliare per capire se lì si nasconde qualcosa di poco chiaro anche se a me pare molto improbabile.
I giorni trascorrono in fretta, sono stato più volta a casa Aydin, così come dovrebbe essere normale che sia per un fidanzato innamorato che vuole vedere la sua amata e sapere dei preparativi per il matrimonio. Mevkibe è eccitata come una bambina mentre si prende cura di ogni dettaglio, con l'aiuto delle figlie e delle vicine, mentre Nihat sopporta rassegnato le richieste della moglie e la frenesia che regna nella sua casa in previsione di questo matrimonio. Sanem è sempre molto riservata durante i nostri incontri, non abbiamo più avuto modo di rimanere da soli e questa sua silenziosa rassegnazione un po' mi inquieta, devo essere sincero. Da una parte vorrei rassicurarla, dirle che tutto andrà bene così come facevo all'inizio, quando veramente credevo che questo matrimonio potesse avere una speranza, ora non so più neanche io come mi sento all'idea di legarmi per sempre ad una donna che ho capito di non conoscere affatto. Ma questo non conta, ciò che ha importanza è l'impegno che abbiamo preso di fronte alla nostre famiglie e la salvaguardia dell'agenzia che in questo momento sta riprendendo quota dopo i disastri provocati da Emre con l'aiuto di Sanem stessa.
Solo una sera, mentre stavo andando via, Sanem mi ha preso la mano e, sorridendo a beneficio dei genitori, mi ha accompagnato verso la porta urlando. "Papà, mamma, vado a fare una passeggiata con Can. Torno fra poco".
Non ho potuto tirarmi indietro, sapevo che ci sarebbe stato questo confronto prima o poi. Siamo usciti di casa mano nella mano e così abbiamo attraversato il suo quartiere per essere sicuri di accontentare la curiosità dei soliti vicini impiccioni. Per prima la famosa dirimpettaia, la Signorina Melahat, la pettegola sempre di vedetta dietro le tendine di pizzo e a causa della quale in buona parte ci troviamo in questa situazione.
Solo una volta arrivati sul lungomare, lontano da occhi indiscreti, ha lasciato andare la mia mano e si è fermata per fronteggiarmi.
"Can, vorrei mettere in chiaro alcune cose. Ero pronta a confessare tutto ai miei genitori, non voglio questo matrimonio come è chiaro che non lo vuoi tu. Ora, a causa delle precarie condizioni di tuo padre, ci troviamo a dover andare avanti con i preparativi delle nozze ma non so immaginare come, e soprattutto per quanto, un legame del genere possa andare avanti. Non mi ami, non hai stima di me, anzi a malapena mi tolleri.
Questa è la situazione e devo accettarla, però non lo farò alle tue condizioni. Mi hai detto chiaramente con non ti fidi di me e questo a me basta per dirti che senza fiducia, senza un sentimento vero, non può esistere un VERO matrimonio. Ti ho già detto che a me non può bastare e lo ribadisco. Faremo tutto ciò che è necessario per apparire come una coppia felicemente sposata agli occhi del mondo, ma in privato stai lontano da me Can Divit. Ti avviso sin da ora".
Rimango in silenzio alla fine della sua tirata sfidandola con lo sguardo per poi ribadire. "Ti ho già detto che saremo marito e moglie in TUTTI i sensi Sanem".
Scuote il capo, gli occhi che vorrebbero incenerirmi, le guance che diventano improvvisamente paonazze. "No Can, non può essere, per me non può esserci intimità senza sentimento. Non posso accettare una cosa del genere, voglio che sia ben chiaro, questa è la mia condizione. Non puoi costringermi contro la mia volontà".
Non replico, non voglio discutere in questo momento.
"Questo era quello che volevo che sapessi Can, per il resto non mi hai voluto ascoltare prima e immagino che non vorrai ascoltarmi ora".
Mi guarda intenta aspettando una mia risposta. Rimango in silenzio, non c'è nulla da dire, quel che ha fatto non può avere alcuna giustificazione ed è inutile che lei cerchi di darne.
Annuisce abbassando per un attimo lo sguardo e poi rialzarlo per lanciarmi uno sguardo furente."Iyi geceler, buonanotte. Non c'è altro da dire".
Ormai sembra essere diventata un'abitudine per lei girarsi e lasciarmi lì, su quel lungomare che ormai è diventato il testimone privilegiato di ogni nostro litigio. La guardo allontanarsi a passo svelto, fuggire via da me come se fossi il peggiore dei suoi nemici dopo aver dettato le regole di un gioco che non conosce e che non può giocare.
"Staremo a vedere Sanem Aydin, ".
Nei giorni successivi sono riuscito a fatica a ritagliare del tempo per tornare a casa sua, ma non abbiamo più avuto modo di rimanere da soli per riprendere il discorso. Il lavoro in agenzia mi impegna dall'alba al tramonto, siamo alle battute finali della campagna di Fabri e abbiamo ricevuto anche una nuova commessa da parte di una grande azienda di abbigliamento sportivo.
La loro responsabile, la signora Ceyda, è molto esigente e mi sta dando del filo da torcere. Vuole discutere ogni aspetto della campagna per il lancio di una linea di prodotti per l'outdoor e continua a fissare un appuntamento dietro l'altro. E' una donna appariscente e volitiva che mi ha lanciato, in più di un'occasione, chiari segnali di interesse e sembra non essersi scoraggiata neanche quando ha saputo che mi assenterò per qualche giorno in quanto sto per sposarmi. Nonostante il periodo frenetico ho cercato di gestire tutto al meglio e quando ormai mancano solo due giorni dal matrimonio tutto è pronto: il mio abito, gli anelli e anche la casa dove andremo a vivere una volta sposati.
Fino ad ora non avevo mai preso in considerazione l'eventualità di prendere per me una casa a Istanbul che ormai consideravo solo un luogo di passaggio tra un incarico all'estero e l'altro. Da quando mi sto occupando della Fikri Harika mi sono stabilito in casa di mio padre, ma certo non posso pensare di portare Sanem lì dopo il matrimonio. Ho cercato di sfruttare tutti i ritagli di tempo libero per andare a vedere delle abitazioni avendo bene in mente cosa volevo e alla fine l'ho trovato non molto distante dal centro di Istanbul. E' esattamente ciò che cercavo, un angolo tranquillo, immerso nella vegetazione, affacciato direttamente sulle acque del Corno d'oro nel quartiere di Balat.
E' una casa piccola ma accogliente, in legno e pietra, che ricorda un po' il mio capanno ma che si trova in un luogo magico e sono sicuro che Sanem se ne innamorerà al primo sguardo come è successo a me. Non gliel'ho ancora mostrata, un po' perché non c'è stato tempo, ma anche perché ho commissionato che vengano realizzati una serie di lavori e voglio che la veda solo quando sarà finita, al ritorno dal nostro viaggio di nozze.
Ho già organizzato anche quello, so che Sanem non è stata mai all'estero e ho scelto per noi Venezia, una città che ho visitato diverse volte e che secondo me ha un'energia tutta particolare che sono sicuro che anche lei saprà apprezzare.
Mi prenderò qualche giorno per stare con mia moglie, tutto deve essere fatto secondo tradizione perché nessuno deve sospettare che ci siano problemi tra noi, non i nostri genitori e men che meno Emre finché tutta la verità non verrà fuori. Non posso rischiare che cerchi di cancellare le sue tracce o peggio fugga da Istanbul.
La sera prima del matrimonio a casa della sposa è stata organizzata la tradizionale festa del Kına gecesi , la notte dell'hennè. Sanem trascorrerà la serata con la sorella e le amiche mentre io sono fuori a cena, in un sorta di addio al celibato, con Metin e Akif.
Non la smettono più di prendermi in giro, in particolare Akif.
"Mio caro Can, goditi la tua ultima serata di libertà, d'ora in poi anche tu entrerai nel novero degli uomini sposati e non avrai più tutto questo tempo per andare a fare baldoria. E' rimasto solo Metin a tenere alto l'onore del nostro trio di playboy".
A parte il fatto che non credo si possa dire che siamo mai stati un trio di playboy, mi fa sorridere la melodrammaticità del mio amico che crede che io stia vivendo la più romantica delle storie d'amore mentre invece un velo di tristezza appanna un momento che dovrebbe essere solo di gioia. Vorrei vivere anche io un matrimonio felice come quello di Akif e Zeynep e dallo sguardo preoccupato che mi lancia Metin, che è al corrente della mia situazione con Sanem, anche lui è consapevole della complessità della situazione che si è venuto a creare tra me e la futura sposa.
Ritorno a casa che è ormai molto tardi, consapevole che sarà una lunga notte e difficilmente riuscirò a chiudere occhio all'idea di quel che mi aspetta l'indomani. Entrando con l'auto nel parcheggio di casa vedo distrattamente che c'è un'auto ferma davanti al cancello principale ma non vi presto molta attenzione fino a che, poco prima che il cancello automatico si sia chiuso, dietro di me vedo entrare nel garage quello che considero nient'altro che un fantasma dal passato.
"Cosa ci fai qui Huma?"
"Devo parlarti Can"