Under the same night sky

Από WiseGirl_03

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«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... Περισσότερα

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
6. È complicato
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
28. Pensare è estenuante
29. Malfunzionamento
30. Nulla di sentimentale
31. Annie
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
35. A cuore aperto
36. Il Cavaliere della notte
37. Colpo basso
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Epilogo
Extra

15. Sei importante

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Από WiseGirl_03

Forse sono stata un po' troppo avventata e, come al solito, ho agito senza pensare bene prima.

Sono arrivata davanti alla porta della cabina di Cole e ho iniziato a bussare incessantemente.
In un primo momento, ho anche valutato l'idea di andare via: dall'altra parte della parete nessuno sembrava intenzionato a venire ad aprire. Il silenzio era tutto ciò che si poteva sentire accostando l'orecchio sulla superficie di legno. Poi, però, non so quanti colpi dopo, percepisco uno sbuffo bello pesante aleggiare nell'aria, seguito immediatamente da un gridolino esasperato, soffocato, molto probabilmente, sul cuscino.
Ecco, adesso mi ammazza.

<<Catherine!>> Urla acido <<Vattene via e torna dopo a rompere!>>
Immediatamente avverto i muscoli del mio viso contrarsi per concorrere a corrucciarsi in un broncio offeso.
Io...Rompere?
Quindi io non sono di compagnia: io rompo.
<<Aprimi idiota!>> Rispondo offesa, dando una gomitata alla porta ma mal dosando la forza, dal momento che il rumore che echeggia nell'intero corridoio, fa sì che ringrazi che tutti i cardini della porta siano ancora sani e salvi, o forse dovrei dire saldi.
Oddio, adesso mi autointrattengo con delle battute da quattro soldi anche! La mia sanità mentale mi sta gradualmente salutando.

Se chiudo gli occhi posso vederla mentre mi saluta: "Adieu Catherine" recita con la voce di Lumiere il candelabro "Fai buon viaggio senza di me".
Ecco appunto, non c'è limite al peggio...
Come se non bastasse la fitta che avverto adesso al braccio!
<<Ti ha dato di volta il cervello, per caso?>> Lo sento strillare e mi rincuora sentire la sua voce farsi sempre più vicina. Spalanca la porta in pochi secondi e finalmente riesco a porre gli occhi su colui che pian piano si sta guadagnando il ruolo di migliore amico all'interno del mio povero cuoricino ancora scosso dai recenti avvenimenti.

<<Buongiorno raggio di sole!>> Esclamo non appena entra nel mio campo visivo. Analizzo per bene ogni centimetro del suo corpo e tutte le parole di rimprovero che lui sta pronunciando passano in secondo piano quando oltre i pantaloncini del suo pigiama, più sopra del suo addome scolpito, leggermente più in basso del viso ancora assonnato, vedo violacea e scura una macchina sul suo collo.
Un succhiotto.

<<Ero nel pieno di uno dei migliori riposini del periodo...Ti conviene avere un'ottima scusa per questa irruzione>>
<<Hai un succhiotto sul collo>> gli dico, anche se penso, spero, che ne sia già a conoscenza.
<<Già>> gongola lui con sguardo sognante perso nel vuoto, come se avessi pronunciato una parola magica e all'improvviso tutto il malumore fosse scomparso <<Ho un succhiotto sul collo>> ripete sorridendo e non oso immaginare a cosa stia pensando in questo momento.
Non lo voglio proprio sapere! No,no e no!

<<Quindi deduco che sia andato bene>> a piccoli passi, entro nella sua cabina e lascio che chiuda la porta dietro di sé.
<<Cosa?>>
<<Il tuo appuntamento>> alzo le spalle ovvia, mentre prendo posto sul bordo del suo letto, in un angolo dove la coperta è ancora ben intatta.
<<Oh no, una catastrofe>> risponde raggiungendomi e lasciandosi cadere nello stesso punto in cui, tenendo conto delle lenzuola del tutto disordinate,
deduco che stesse dormendo prima.

<<Come sarebbe a dire "una catastrofe"?>>
<<Terribile: non siamo riusciti a trovare mezza cosa su cui fossimo d'accordo...>> Mi risponde ma un piccolo sorriso lo tradisce.

<<Eppure sembri così tranquillo>> sì, i suoi lineamenti sono del tutto distesi e i suoi occhi sembrano brillare di luce propria. <<Così rilassato...>> Continuo ad esaminarlo, sperando che vuoti il sacco. <<Hai un succhiotto sul collo...>>
<<Chiedimi cosa è successo nel post-appuntamento>> mi suggerisce muovendo su e giù, in maniera allusiva, le sue sopracciglia.
Lo sapevo!

<<Cosa è successo nel post-appuntamento?>>
<<Abbiamo trovato molti punti d'interesse comune...>> Risponde vago senza darmi alcuna spiegazione.
Scoppio a ridere davanti allo sguardo malizioso che mi rivolge e la sua risata fa da eco alla mia.
Poi, all'improvviso mi immobilizzo.

Mi pietrifico davanti a ciò che il mio cervello è stato in grado di realizzare e mi alzo di scatto.
Ew, che schifo.
Ero seduta sul letto dove Cole e la sua fiamma si sono...divertiti, fino alle quattro del mattino.

<<Che ti prende?>> Lui nota il mio brusco movimento e io ruoto la sedia della sua scrivania per sedermi lì sopra.
<<Dimmi che non è successo niente sul punto dove ero seduta...>> Lo imploro, sperando mentalmente che sia così.
<<Non è successo nulla su quel mezzo metro quadro>> bene, non dovrò dare fuoco ai miei vestiti <<Non posso dire lo stesso di quella sedia, però>> aggiunge poi, sollevando lo sguardo nella mia direzione e per la seconda volta torno in piedi alla velocità della luce.
In effetti, forse darò fuoco ai miei vestiti.

<<Sto scherzando, Catherine>> ride divertito dal mio comportamento <<Puoi stare tranquilla, questa stanza è ancora immacolata...Siamo andati nella sua>> rivela finalmente e non ci penso troppo prima di scegliere effettivamente tra la sedia e il letto: mi getto sul materasso con la grazia degna di un rinoceronte.
<<Hai avuto una serata migliore della mia, allora...>>
<<Già, immagino ti sia annoiata senza di me...>>
<<Ti sbagli>>
<<Impossibile>>

<<Non sei così fondamentale, sai?>> Lo prendo in giro e subito lui si ritrae, indignato.
Riflette pochi secondi <<Sono così poco fondamentale, che per poco non distruggevi la porta della mia cabina, cinque minuti fa>> mi rinfaccia e non posso fare a meno di complimentarmi con lui.

<<Un punto per Cole>> mi limito ad ammettere la mia sconfitta per mantenere la mia già frantumata dignità, negare sarebbe fin troppo stupido.
<<Non volevo essere cattivo>> subito, lui si scusa per quanto detto, io sorrido.
<<Non preoccuparti...sei davvero importante, sei il lato positivo del tradimento di Noah>> gli rivelo, anche se in fondo penso che lui già lo sappia.

<<Anche tu sei importante, Catherine>> mi dice a sua volta <<Ma ora basta con i sentimentalismi!>> Esclama, ponendo fine a quella tranquilla atmosfera che le nostre parole stavano creando. Come non detto.
<<Sentiamo un po'...Raccontami come hai trascorso la serata>>
<<Volevo sprofondare>> piagnucolo e risulta ovattato a causa del fatto che ho nascosto il mio viso tra le coperte.

<<È stato così terribile?>>
<<È stato imbarazzante: prima un cameriere ha assistito alla scena patetica di me che aspetto ore l'anima del nulla, dopo due ragazzi hanno iniziato a litigare per chi dovesse andare via, poi io ho dimenticato il mio portafogli e allora->>
<<Catherine!>> Mi rimprovera <<Non sto capendo niente!>>mi informa e mi blocco. <<Fa' un bel respiro, ricomincia dall'inizio e sii chiara>>
Questa volta sono io quella che sbuffa.
Adesso mi toccherà rivivere il momento!

***

Ho raccontato tutto a Cole, lui si è preparato e adesso siamo due turisti che passeggiano per le strade di Ibiza.
Abbiamo visitato la parte più antica della città e scoperto che il nome esatto per indicarla è quella di Dalt Vila.
A mio parere eravamo alquanto buffi: continuavamo a parlottare mentre camminavamo immersi dalle case quasi totalmente bianche.

Adesso, dopo non so quanti passi, ci siamo entrambi arresi: già, non siamo esattamente arzilli e scattanti come converrebbe a due ragazzi della nostra età.

I quasi 30°C di temperatura non aiutano affatto, motivo per cui abbiamo deciso di premiarci con un gelato che al momento stiamo gustando aggirandoci tra alcune bancarelle piene di bracciali, calamite e souvenir di ogni tipo.

In realtà stiamo semplicemente continuando la nostra chiacchierata, nessuno dei due presta reale attenzione a tutto ciò che abbiamo attorno.
<<Non mi hai ancora detto quando me la presenti?>>
<<Chi?>> Mi domanda ma so che ha già capito di chi sto parlando.
<<La tua nuova conquista!>> rispondo ovvia.
<<Non penso che ce ne sia davvero bisogno...>>
<<Perché?>>
<<Perché dubito che ci rivedremo, penso sia finita lì>>

<<E a te va bene?>>
Lui si prende qualche secondo per riflettere, poi alza le spalle e, continuando a camminare, calcia un sassolino che si interpone sul suo cammino.
<<Perché no? Forse è anche meglio così>> chiude il discorso ma mi sembra di notare del dispiacere trasparire dalla sua voce.

<<Tu invece?>>
<<Io cosa?>>
<<Hai una cotta per il supereroe?>> Mi domanda e strabuzzo gli occhi pensando a Nicholas.
<<No!>> Esclamo e sto praticamente urlando. <<Ma come ti viene in mente?>>
<<Allora ti interessa il musicista...>> Continua e per poco non mi strozzo con un pezzo di nocciola presente nel mio gelato. Non lo conosco neanche Edgar, a momenti!
Mi ricompongo e schiarisco la mia voce <<Sto bene>> rispondo <<È troppo presto perché possa interessarmi qualcuno, non in quel senso>>

Lui mi circonda le spalle con un braccio e mi attrae a sé. <<Perfetto! Siamo due amici single e liberi che si godono senza impegni una fantastica vacanza!>>
<<Già>> mormoro sorridendo <<Chi lo sa?>> Gli domando voltandomi per guardarlo negli occhi e osservare una sua reazione <<Magari alla fine ci mettiamo insieme noi due!>> Scherzo e lui mi guarda per capire se io sia seria o meno.

Si apre in una risata quando capisce che non lo sono.
<<Mamma, che paura, Catherine! Per un attimo ho temuto fossi seria>>
Io mi imbroncio <<Perché? Quale sarebbe il problema?>> Gli domando, terminando il mio gelato e incrociando le braccia al petto.
<<Sai, Catherine...Non sei esattamente il mio tipo>> mi dice e inarco un sopracciglio.
<<Non sono il tuo tipo...?>> Ripeto lentamente, anche se la mia sembra quasi una domanda.
<<Per niente>>
Per niente?

<<E cosa ho che mi manca per esserlo?>> Domando, fingendo di essermela presa.
Lui risponde velocemente, come se si aspettasse una mia domanda.
<<Non sono un grande amante dei capelli rossi>> spiega e mentre lui fatica a contenere il divertimento, io posso affermare con certezza che questa volta sì, mi sono offesa.
<<Questi>> li indico <<Sono un privilegio che hanno in pochi!>> Affermo stizzita <<E comunque neanche tu sei il mio tipo...per la cronaca>>
<<Ah no?>>
<<No>>
<<E come lo vuoi il principe azzurro?>>
<<Fammi pensare...Ah sì, tanto per cominciare intelligente!>> gli rispondo piccata ma lui continua a ridere, sembrando davvero divertito dalla mia risposta degna di una bambina di sei anni.

Senza che me ne renda conto mi avvicina a lui e mi stringe forte tra le sue braccia.
<<Ti voglio bene, Catherine>> lo sento sussurrare mentre posa le mie mani dietro la schiena. Ricambio la sua stretta e mi immergo nel suo profumo.
<<Non mi compri con queste smancerie>> gli dico, per non fargli capire che il mio cuore si è appena sciolto.
<<Ahh, tacii>> risponde rinforzando la presa <<Dimmi solo che mi vuoi bene anche tu>>
Io resto in silenzio per fargli un dispetto, lui se ne accorge e mi pizzica leggermente il braccio.
<<Cattiva>> bisbiglia con un tantino di sdegno.
<<Ti voglio bene anche io, Cole>> mi lascio sfuggire proprio mentre lui posa un bacio sulla mia testa.
E sì, sto bene.
Non ho bisogno di nient'altro.

***

Sapevo che Cole tramava qualcosa: l'abbraccio, il "ti voglio bene", ovviamente avrei dovuto aspettarmi dell'altro.
"Cavolo, Catherine, siamo ad Ibiza! Dobbiamo per forza goderci l'atmosfera notturna...A che ora ti passo a prendere per andare a ballare?"

<<Sei un approfittatore>> biascico tra i denti mentre ce ne torniamo entrambi verso la nave.
Lui mi ignora e continua il suo tragitto tutto sorridente <<C'è una mosca? Ho sentito qualcosa...>>
Lo picchio.
Adesso.
Ma perché ultimamente sono circondata da persone che svegliano la parte poco pacifica che è in me?
Inizio a pensare di aver bisogno di un'amica...

<<Sarà una serata da sballo!>> Esclama entusiasta e mi sembra quasi un bambino a cui è stato concesso di mangiare una caramella in più.
Al diavolo, non riesco ad avercela con lui!
<<Mi raccomando, ricordati che stiamo andando a ballare>>
<<E con questo cosa intendi dire?>>
<<Che devi sembrare effettivamente una ragazza che sta andando a ballare!>>

Ed è così che gli permetto di trascinarmi all'ennesima delle sue serate in discoteca.
Indosso un vestito dorato che non so neanche come sia finito nella mia valigia. Mamma, ovviamente!
Più che una ragazza sembro una palla da discoteca, ma penso che sia adatto all'occasione: è abbastanza attillato, decisamente troppo brillantinato ed eccessivamente scollato per i miei gusti.

Ho ondulato i miei capelli, non sono perfetti ma andranno bene anche così, e arrangiato un trucco abbastanza basilare.
Non mi stupisco neanche più di tanto del fatto che, nel momento in cui Cole mi vede, sembra che la sua mascella stia per cadere sul pavimento.
<<Porca miseria!>> Esclama sbattendo velocemente le palpebre, come a convincersi del fatto che non stia sognando. <<Santo cielo, Catherine! Questo era inaspettato...>> Lo vedo leggermente spaesato e mi viene da ridere.

<<Va bene per la tua discoteca?>> Gli domando facendo anche un piccolo giro su me stessa.
<<Va bene? Catherine, scherzi? Sei...sei... scusami, non sono bravo in queste cose, ma sei davvero una bomba!>>
<<Ti ringrazio, Cole>>  rispondo con un lieve rossore che si espande sulle mie guance.
<<Dimmi la verità, per chi ti sei agghindata? Chi vuoi conquistare?>> insinua e, come questa mattina, torna a far muovere le sue sopracciglia su e giù.
<<Per me stessa>>
<<La verità, Catherine, puoi fidarti di me>>

<<Smettila, cretino>> lo spintono leggermente e cerco qualcosa da dire per farlo stare zitto.

<<Anche tu sei un figurino questa sera!>> Mi complimento perché il pantalone nero e la t-shirt dello stesso colore, nella loro semplicità, gli rendono perfettamente giustizia.
<<Questa sera?>> Mi trucida con lo sguardo <<Io lo sono sempre!>>

***

La serata è molto più tranquilla di quello che immaginavo. O almeno, io ho fatto in modo di renderla tale.
Me ne sto tranquilla seduta vicino al bancone mentre osservo da lontano Cole che balla e si diverte.
Così siamo entrambi contenti.

Gli ho detto che avevo bisogno di un momento di pausa e lui, dopo essersi assicurato che stessi effettivamente bene, mi ha lasciato andare.
Me ne resto qui, in disparte, e mi va bene così.
La musica è molto alta, Cole sembra conoscere a memoria ogni singola canzone spagnola che il dj ci propina, e sorrido quando, ogni volta che la musica cambia, ci mette qualche secondo a capire di quale si tratti, probabilmente a causa dell'alcol che corre nel suo corpo, riprendendosi e continuando a cantare a squarciagola poco dopo.

Va avanti così per una mezz'oretta, durante la quale mi godo la tranquillità che mi sono guadagnata, poi deve avvertire particolarmente la mia mancanza, dal momento che incrocia il mio sguardo e, ballando, si avvicina allungando le braccia per afferrare le mie mani.
Pausa finita.
Mi conduce al centro della pista, dove prima si trovava lui, e continuiamo a ballare, lui sicuramente più a suo agio di me.

Si avvicina per sussurrarmi qualcosa all'orecchio.
<<Lasciati andare, Catherine: non avrai più ventitré anni ad Ibiza>> mi suggerisce e per una volta, anche se da sobria, decido di dargli ascolto e pensare solo a divertirmi. Lui sembra notare il mio repentino cambiamento e mi dedica un sorriso e un occhiolino.

Sto ballando quando avverto una presenza alle mie spalle e un respiro infrangersi sulla mia spalla.
Mi allarmo e alzo la testa per cercare Cole con gli occhi ma sembra essere stato risucchiato all'improvviso dalla grande quantità di persone che ci circonda.
<<Non pensavo fossi un animale da discoteca, sembravi un tipo più tranquillo>> la voce che pronuncia queste parole mi porta indietro a ieri sera.

Mi volto per trovare Edgar che mi sorride mentre mi lancia un'occhiata senza neanche preoccuparsi di sembrare discreto.
<<Ciao>> rispondo, leggermente tranquillizzata, dal momento che se avesse voluto farmi del male, avrebbe potuto approfittarne ieri quando eravamo soli. Penso sia solo un ragazzo che ci prova, alquanto sfacciatamente, con una ragazza.
Dopo Paul, ammetto che sto facendo molta fatica a fidarmi della gente.

<<Non lo sono>>
<<Non sembra>>
<<Mi ha trascinato un mio amico>>
<<E il fidanzatino dove l'hai lasciato?>> Mi domanda in tono provocante.
<<Lui è...>> Tentenno.
<<Un bastardo fortunato>> mi interrompe prima che io possa dirgli "rimasto a bordo" <<Sei molto bella, Catherine...non potevo non dirtelo>> dice tornando a squadrarmi e mi sfugge un lieve sorriso imbarazzato.
<<Stai davvero insultando il mio ragazzo davanti a me? Non è una mossa controproducente?>>
<<Non è lui quello a cui sono interessato>> continua tranquillo, immobile come se non fossimo al centro di una pista da ballo. E come se io non fossi fidanzata!
Non che lo sia davvero.

<<Troppo tardi, questa rossa è già impegnata>> tento di dissuaderlo perché è l'unica cosa che potrebbe convincerlo ad arrendersi su quel fronte. Potremmo essere amici, magari, ma al momento non voglio sentire neanche parlare di relazioni.
<<Nessun anello al dito>> dice abbassando lo sguardo <<Nessun motivo per arrendermi>> recita come se non fosse la prima volta che dica una cosa del genere. Poggia lo sguardo su di me, probabilmente capisce di avermi mandato un attimo in tilt.
Avrei dovuto comprare un anello da quelle bancarelle!

Muove un passo nella mia direzione e resto pietrificata quando mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sembra totalmente concentrato a compiere quel gesto quando avverto le sue dita poggiarsi sul mio fianco. Trasalisco leggermente mentre avverto il mio cuore battere più velocemente del solito.
<<L'ho inquadrato, il tuo ragazzo...Ti consiglio di lasciarlo perdere, io non starei con uno che ti fa aspettare ore seduta al bar o che non si fa scrupoli a lasciare andare a ballare da sola una ragazza così bella, non->>
Sto per interromperlo, per dirgli che non sta al mio ragazzo lasciarmi andare, che sono io a decidere come trascorrere le mie serate, quando lo vedo irrigidirsi all'improvviso.

<<Ma che cazzo?>> Si volta all'improvviso come se si fosse scottato, abbandonando ogni contatto con il mio corpo, come se stesse cercando qualcosa, eppure alle sue spalle non c'è niente. Solo in quel momento mi rendo conto di ciò che è presente sulla sua schiena: una macchia arancione si espande velocemente sulla sua camicia bianca mentre una forte puzza di alcol si diffonde nell'aria.
Qualcuno gli ha rovesciato un drink addosso.
Dall'odore mi rendo conto che si tratta di un misto tra Bourbon e Angostura.
Un Old Fashioned, per la precisione.
<<Hai visto chi è stato?>> Mi domanda ma scuoto la testa: avevo lo sguardo rivolto al pavimento a causa del disagio che stavo provando.

<<Penso mi tocchi andare in bagno>> mi dice, ma continua a guardarsi attorno.
<<Probabilmente qualcuno troppo ubriaco per rendersi conto di quello che stava facendo...Sai com'è? L'equilibrio diventa un'optional in quelle situazioni>> suggerisco per smorzare la tensione.
<<Già, deve essere andata così>> annuisce, poco convinto. <<Ci vediamo dopo>> mi dice quindi, prima di voltarsi e sparire.

Mi domando come sia possibile che ogni volta che decido di andare a ballare, succeda qualcosa di totalmente inspiegabile: l'ultima volta ero convinta di avere le visioni.
E invece avevo uno stalker.
Il solo pensiero di Paul è capace di causare in me una scarica di brividi che si propaga velocemente su tutta la schiena.

Vorrei andare via ma aspetto che Cole decida di averne avuto abbastanza e solo alle quattro del mattino stiamo attraversando il corridoio che porta alle nostre camere.
Non vedo l'ora di andare a dormire, non capisco come faccia questo ragazzo a mantenere ritmi del genere.
Resto con lui per assicurarmi che riesca ad aprire la porta ed entrare.
<<Notte, Catherine>> mi sussurra con un sorriso rilassato.
<<Notte, Cole>> rispondo di rimando, a voce bassa.

Cammino fino alla mia stanza e sospiro al pensiero che tra pochi minuti potrò finalmente stendermi sul mio letto.
Ma qualcosa va storto.

Sobbalzo quando una mano afferra il mio polso e avverto i miei piedi traballare sui tacchi nel momento in cui questa mi tira per spingermi a camminare.

***

Ciao amiciiiii
Scrivere questo capitolo è stato un parto.
Mi scuso enormemente per il ritardo ma ultimamente è un periodo un po' nero.
Mi sembra quasi che stia andando tutto storto e quindi faccio fatica anche ad entrare nel mood per scrivere qualcosa su Cole e Catherine che, diciamocelo, non sono esattamente il massimo della serietà.
Tranquilli, non sono nel blocco dello scrittore, inoltre so già cosa succederà.
Mi serve solo un po' di tempo.
Per questo, magari per un po' non sarò esattamente puntuale, ma sarà così soltanto per il tempo che mi serve a tornare in carreggiata.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che siate comprensivi.
Io vi assicuro che sarete sempre il mio primo pensiero.
Un abbraccio❤️

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