Under the same night sky

By WiseGirl_03

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«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... More

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
15. Sei importante
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
28. Pensare è estenuante
29. Malfunzionamento
30. Nulla di sentimentale
31. Annie
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
35. A cuore aperto
36. Il Cavaliere della notte
37. Colpo basso
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Epilogo
Extra

6. È complicato

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By WiseGirl_03

Cole ha detto che sarebbe passato a prendermi dalla mia camera prima di andare. Io sono riuscita a prepararmi abbastanza in fretta: ho messo un semplice tubino nero, fatto un trucco molto leggero, anche perché quando tornerò non mi andrà di struccarmi e dovrò farlo praticamente dormendo, e piastrato i capelli. Poi ho incominciato a sentire troppo caldo, quindi li ho legati in una coda alta lasciando libere un paio di ciocche sul viso.

Il tasto dolente sono le scarpe. Ero indecisa su quali mettere, poi ho optato per la comodità e ho indossato un paio di zeppe intrecciate in fili bianchi sul davanti.

Non so se questa sia stata una scelta giusta o troppo azzardata, generalmente la persona che mi aiuta a scegliere cosa mettere, con cosa abbinarlo e gli accessori per completare il tutto è Violet. Violet.

Un sospiro involontario esce dalle mie labbra e mi schiaffeggerei perché il mio pensiero va sempre a finire a loro due, ma ho paura che il poco fard che ho messo rimanga intrappolato sulla mia mano.

Basta Catherine, non ci pensare di più. È una parentesi chiusa della tua vita, devi andare avanti e goderti questa dannata vacanza.

Ricordo a me stessa e riacquisisco un minimo di lucidità. Sono bella, ricca e intelligente. Posso avere chiunque io voglia. Loro due valgono meno di zero.

Quando bussano alla porta, mi affretto ad aprire a Cole che si prende qualche secondo per studiarmi. Sembra abbastanza soddisfatto, almeno fino a quando i suoi occhi si posano sui miei piedi.

<<Come rovinare tutto>> sospira <<Che cazzo sono quelle, Catherine?>>

<<Delle scarpe?>>

<<Non stiamo andando alla sagra della crocchetta di paese, né a ballare il tango con i sessantenni pensionati, mi è bastata l'esperienza di stamattina... Spostati>> si fa spazio ed entra in camera mia cominciando a guardarsi attorno. Prego, fa come se fossi a casa tua.

Si fionda subito nel mio armadio e comincia a spostare vestiti a destra e a manca. E indovina chi dovrà rimettere in ordine? Chiaramente io. So che ci sono le cameriere, ma non mi va che mettano mani tra i miei vestiti, anche perché chissà quante camere hanno da preparare quotidianamente. Non voglio passare per la disordinata di turno.

<<Perché hai tre paia di décolleté praticamente identiche ma di colori diversi?>> domanda afferrando il paio nero e passandomelo. Chiedilo a quella masochista di mia madre... <<Metti queste e togli quella robaccia dai piedi>>.

<<Ma io voglio stare comoda!>> protesto.

<<Io non voglio fare figure di merda, muoviti>> sbuffo pesantemente, mi siedo sul letto e comincio a cambiarmi le scarpe. Qualcuno mi dia la forza per non mandare male pure lui.

Mi metto in piedi e vacillo un po': sono passati mesi dall'ultima volta che ho indossato tacchi così alti. Forse l'ultima volta è stato alla mia laurea, poi ho passato le mie giornate in ciabatte e sandali bassi. Cole mi afferra dal braccio e sfrutto la sua spalla come appoggio. <<È molto comodo. Trovi un paio che ti sta bene, che non ti ammazza i piedi più di tanto e lo compri di tutti i colori disponibili. In questo modo non devi impazzire ogni volta che ti compri un vestito nuovo>>

<<Roba da ricchi. Capisco, ma non comprendo>> dice facendomi ridere. Finisco di indossare le scarpe e lui fa un fischio di approvazione. Lo fulmino con lo sguardo.

<<Non pensi che mi guarderanno male?>>

<<Perché dovrebbero, stai benissimo>> se lo dice lui.

***

Finalmente, dopo quelli che sono sembrati mesi, metto piede nella sala pranzo, e questa volta spero di uscirci senza cattive sorprese e con la pancia piena. La sala è molto grande e piena di tavoli rotondi coperti da tovaglie bianche. Finestre abbastanza ampie si intervallano ai muri, anch'essi bianchi, e permettono di avere la visuale del mare e del sole che gradualmente si avvicina alla sua superficie fino a nascondersi totalmente fra le sue onde.

Ci sono varie persone che camminano tra i tavoli, le mani colme di piatti e i piatti pieni di cibo.

Con Cole decidiamo di dirigerci al buffet prima che termini tutto.

<<Voglio mangiare fino a quando il mio stomaco non chiederà pieta e io lo ignorerò ingozzandomi fino a farmi male>> lo vedo afferrare velocemente delle pinze e riempire il suo piatto in pochi secondi. Io, intanto, mi limito a porvi sopra qualche foglia di insalata e delle tartine che sembrano davvero deliziose.

<<Catherine, sono gli ultimi due hamburger. Tieni, te ne metto uno nel piatto>> dice e non perde tempo. Il panino troneggia sulla mia insalata e copre quasi totalmente le mie tartine. <<Aspetta un secondo, così è perfetto>> completa la sua opera poggiando una porzione di patatine sul lato del piatto. No, ma figurati. Fai come se fosse il tuo piatto. Chi se ne frega di cosa vuole Catherine.

<<Non fare quella faccia, ti voglio in forze per dopo>> dice e comincia a camminare verso i tavoli. Sorrido davanti al suo essere così estroverso e amichevole con me, anche se non mi conosce. Io probabilmente non ce la farei, infatti non sono il genere di persona che fa amicizia molto velocemente. Forse l'alcol in corpo l'altro giorno mi ha reso più simpatica. E va bene così, non mi lamento.

<<Ci sediamo lì?>> indica un tavolo mezzo pieno. Mi guardo attorno ma non vedo nessun posto più isolato o tavoli ancora completamente vuoti. Annuisco e andiamo insieme verso la nostra meta.

Arrivata lì, approfitto del fatto che sono tutti concentrati a bere o a mangiare per fare una rapida panoramica dei commensali. I miei occhi si soffermano su una persona in particolare. Anche lui sembra avermi riconosciuto. Appoggia il calice di vino che poco fa era poggiato sulle sue labbra, pulisce velocemente la bocca e sorride cordiale.

<<Catherine, che bella sorpresa!>> esclama e si rivolge a tutti gli altri <<Signori, vi presento Catherine Richardson. Ce ne sono poche di ragazze come lei: non mi conosceva eppure mi ha fatto la cortesia di farmi passare avanti quando stavamo salendo su questa crociera. È davvero un piacere rivederti>> sposta lo sguardo su Cole <<E finalmente conosco anche il tuo ragazzo! Devi essere molto fortunato con una ragazza così bella e brava però, mio caro, permettimi di farti un appunto. Non si fa mai attendere una donna, ricordatelo. L'ho vista davvero preoccupata, probabilmente temeva che non ce l'avresti fatta>>

Abbasso la testa sentendo gli occhi farsi lucidi ancora una volta. <<Sei fidanzata?>> domanda Cole estremamente sorpreso <<Perché non me lo hai presentato?>>

<<Mi sono forse sbagliato? Sono saltato troppo in fretta alle conclusioni presumo...Scusatemi ragazzi, non volevo assolutamente mettervi a disagio>> si scusa Francois.

<<Non...non si preoccupi, sono cose che capitano>> lo conforta Cole al mio fianco <<Non è vero Catherine?...Catherine?>> mi scuote leggermente e mi costringo a riprendere il controllo. Per l'ennesima volta in questi giorni scaccio via le lacrime e alzo lo sguardo nella sua direzione.

<<Diciamo che è complicato perché...>> schiarisco un attimo la voce. Cosa gli posso dire? Non te l'ho presentato perché lui non è qui. Se n'è andato ancora prima che partissimo. Adesso probabilmente è nel suo appartamento, quello in cui mi aveva proposto di trasferirmi mentre eravamo in taxi diretti verso l'aeroporto, a fare cose vietate ai minori assieme alla mia migliore, o forse sarebbe più adeguato definirla ex, migliore amica. È per questo che stavo bevendo al bar due giorni fa e piangendo stamattina.

Brutta giornata...Ricordi?
Vuoi ancora conoscerlo?

<<Perché...>>Cerco di pensare velocemente ad un modo per spostare l'argomento senza fornire troppi dettagli spiacevoli. Dopotutto non conosco bene ancora nessuno, non mi sembra il caso di raccontare a tutti la mia vita privata. <<Perché il mio ragazzo...Beh, ecco lui... lui...>> aspettano tutti una risposta ma qualcuno prima di me prende la parola.

<<Buonasera signori, sono il capitano di questa nave>> un uomo interamente sulla cinquantina, vestito di bianco e con un microfono in mano attira l'attenzione di tutta la sala <<Spero facciate un buon soggiorno sulla nostra nave e vi ricordo che per qualsiasi problema potete rivolgervi al personale. Non voglio dilungarmi troppo, del resto immagino abbiate abbastanza fame>> scherza scatenando qualche risatina. <<Buona cena e buona serata a tutti>>

Fortunatamente questa sua interruzione fa cadere tutte le domande di prima, tutti al tavolo consumano le loro pietanze senza più chiedermi dove sia il mio ragazzo. Meglio così, spero che la prossima volta che esca fuori l'argomento, io sia capace di parlarne senza piangere.

Quando finiamo, Cole mi trascina fuori dalla sala, senza neanche darmi il tempo di salutare gli altri o bere un ultimo bicchiere d'acqua. <<È per lui che stavi male stamattina... il tuo ragazzo?>> mi domanda e abbasso lo sguardo.

Non capisco perché lui sia così interessato a me, eppure sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno. <<Hai del tempo da perdere?>> domando senza neanche rialzarlo.

***

<<Io e Noah ci siamo conosciuti quando ancora lui frequentava il college. Io non sono tipa da feste e serate fuori casa, preferisco il calore delle coperte e un buon libro. Eppure una sera la mia compagna di stanza mi obbligò a seguirla in una delle sue scorribande notturne. Così ho incontrato lui.

Era davvero bello: capelli biondi, occhi color cioccolato e un bel fisico che traspariva da sotto la camicia celeste che indossava. Loro due erano dello stesso gruppo di amici e di lì è nato tutto: Noah mi invitava ad uscire, mi faceva un sacco di regali, molte volte erano orribili e non combaciavano per niente con i miei gusti, ma come gesto era carino e l'ho sempre apprezzato. Si impegnava molto per conoscermi e, dopo diversi mesi, ci siamo messi insieme.

È andato tutto bene per tre anni. Anche se, a posteriori, sinceramente non so più cosa pensare. Noah sarebbe dovuto essere qui con me ma, mentre stavamo andando in aeroporto l'hanno chiamato da lavoro e lui è tornato indietro. Mi aveva promesso che ce l'avrebbe messa tutta per raggiungermi. Cazzate>> mi esce fuori in tono sprezzante. <<Ieri sera mio fratello mi ha chiamato, mi ha detto che il giorno della mia laurea ha scoperto che mi tradiva con la mia migliore amica>> spiego a Cole mentre osservo il mare per evitare di scoppiare per l'ennesima volta. <<E ieri sera è andato da lui per fargli una ramanzina ma l'ha trovato con lei... lui mi aveva chiesto di andarci a vivere in quella casa!>> spiego mentre i miei tentativi si dimostrano invano, altre lacrime tornano su. Possibile che non finiscano mai?

Cole si avvicina per abbracciarmi e non oppongo resistenza. <<Perché mentirmi in questa maniera? Bastava che mi dicesse che non mi voleva più! Che non provava più niente! Perché la gente deve essere così meschina?>> i miei lamenti escono ovattati perché ho la testa proprio sulla sua spalla. <<Io non ne posso già più>> piango cominciando a tremare. <<Voglio andare a casa>>

Voglio chiudermi nella mia stanza e lasciare che le pareti mi proteggano da tutto il mondo all'esterno.

<<Non posso fermare la nave, Catherine, per quanto in questo momento mi piacerebbe poterlo fare>> mi sussurra. <<Ma posso cercare di non farti pensare a loro>>

<<Come?>> domando curiosa, staccandomi da lui. Ci sto provando da un giorno intero e ancora non ci riesco. <<Ti avviso l'alcol non è accettato come soluzione>> gli ricordo e lui ride.

<<Mi hai proprio preso per un alcolizzato! Ti ricordo che anche tu eri lì, anzi, eri lì da prima di me>> mi rinfaccia facendomi sorridere colpevole. <<Hai ragione>> mi esce a stento mentre con le dita mi asciugo le lacrime sul viso. <<Allora... come evito di pensarci?>>

<<Facciamo che tu mi segui e troverai la risposta>>

<<E dove andiamo?>>

<<Andiamo a divertirci>> sorride sornione e comincio ad avere paura. Finirà male, finirà malissimo.

Camminiamo per i corridoi della nave, poi scendiamo una scaletta e comincio a sentire qualcosa in lontananza. Cole afferra la mia mano e mi tiene sott'occhio quando ci addentriamo in una mischia di ragazzi che ballano.

La stanza è tutta buia, qualche luce accecante ogni tanto ti finisce negli occhi togliendoti la possibilità di vedere per qualche minuto e della musica house rimbomba ad alto volume.

<<È questo il tuo concetto di divertimento?>> urlo e lui fa una smorfia.

Si gira e avvicina la sua testa alla mia, portando l'orecchio ad una minima distanza dalla mia bocca.

<<Non ho sentito, ripeti>> urla restando fermo e io gli ripongo la stessa domanda.

Lui si allontana quando capisce, poi mi guarda un attimo e annuisce. Mi fa un occhiolino e sorride.

<<E la serata è appena iniziata>> decreta e io non vedo l'ora di tornare in cabina. Nel mio letto. Da sola. A dormire.

L'ho già detto che sono vecchia dentro?

***

Ho ceduto, ovviamente. E indovinate un po'? Ho bevuto. Di nuovo. Non tanto, però.

Sono abbastanza certa del fatto che una volta tornata a casa dovranno chiudermi in qualche centro. Sto diventando un'alcolizzata.

A mia discolpa, è colpa di Cole. Arriva ogni cinque minuti e mi porge un bicchiere dicendomi di provarlo. Diciamo che incontrarlo durante un post rottura non è il massimo. Come si suol dire, se un bel ragazzo viene da te e ti offre un cocktail dopo l'altro tu che fai? Te ne privi?

Ecco, io no.

<<Oddio Catherine, averti incontrato è stata la svolta di questa vacanza>> mi dice e non posso negare che queste sue parole mi abbiano fatto un po' bene al cuore.

<<Anche per me Cole, anche tu hai dato una svolta alla mia vita quando ne avevo bisogno>> mi allungo per abbracciarlo e lui ricambia la stretta. <<Vado a prendere qualcosa da bere>> si stacca da me che, ancora abbastanza lucida, gli urlo contro per sovrastare il rumore della musica. <<Acqua Cole!>> lui scoppia a ridere <<L'acqua fa la ruggine>> mi risponde ad alta voce, poi si allontana. Mi sa che non prenderà dell'acqua.

Resto da sola a ballare e, per la prima volta nella mia vita, non mi dispiace trovarmi in un posto del genere. No, non sono bipolare, non anche quello. Mi sono semplicemente ricreduta.

Ballo lasciandomi trasportare dalla musica e dimenticandomi di tutto il resto. Muovo i fianchi e le braccia fino a quando non avverto una strana sensazione. All'improvviso una scarica di brividi si propaga sulla mia schiena. Non è il freddo, la temperatura in questa stanza è altissima, si tratta di altro. Mi volto per guardarmi attorno e incontro immediatamente un paio di occhi fissi su di me. Ecco cos'era.

Non riesco a mettere bene a fuoco la figura, è molto lontana e ci sono tante persone, troppe, in mezzo a noi, per riuscire a capire chi sia. Muovo un passo per avvicinarmi e all'improvviso un lampo di luce verde si schianta sul mio viso. Di riflesso, porto una mano sugli occhi ma, quando la tolgo, mi giro più volte nelle varie direzioni senza più vedere quegli occhi. Cosa cazzo è appena successo?
Forse me lo sono sognata. Sì, deve essere così, non sono riuscita a capire neanche di che colore fossero.

Eppure quella sensazione di brivido è reale e persiste dentro di me. Capisco di essere rimasta ferma proprio al centro di una massa di ragazzi che ballano solo quando Cole torna. <<Che è successo Catherine?>> mi domanda riscuotendomi da miei pensieri.

Noto che ha un bicchiere in mano, lo afferro e lo butto a terra. <<Ehi! Ma cos-?>>

<<Cole secondo me c'era della droga nei cocktail>> spiego e mi guarda strabuzzando gli occhi. <<Ti giuro, penso di avere le allucinazioni>> continuo ma la sua espressione rimane la stessa.

<<Okay, Catherine>> annuisce scandendo bene ogni lettera. Sicuro mi ha preso per una pazza. <<Cosa ne pensi se io e te ce ne andassimo a nanna?>> mi domanda continuando a parlarmi in quel modo.

<<Vedi che ti capisco, imbecille, sono seria>> gli rispondo dandogli uno schiaffetto sul retro del collo. <<Però concordo... andiamo a dormire>> decido di passare avanti. Lo giuro, non bevo più.

Camminiamo a vuoto non so per quanto tempo, entrambi troppo brilli per avere un considerabile senso dell'orientamento a disposizione. Passiamo tre volte di fronte alla hall e mi prende un colpo quando vedo che non riesco a leggere ciò che c'è scritto su un cartello.
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<<Oh mio dio!>> mi blocco senza più proseguire quando vedo che non ha senso <<Oh mio dio! Mi sono rotta il cervello!>> esclamo e sento Cole sospirare. <<Mi hanno drogata! Mi hanno drogata!>> comincio ad urlare.
<<Si può sapere che diavolo stai farneticando?>> dice spostandomi.
<<Non riesco a leggere Cole...non riesco più a farlo!>> spiego indicando il cartello davanti a me.
<<No, idiota>> si sbatte la mano in fronte <<Ci sono delle lettere e dei numeri a caso su quel coso... Cammina!>> mi spinge leggermente e mi allontana da quel posto.
Oh menomale, non ho il cervello rotto! Che spavento...

<<Potevi farmi finire almeno quello>> si lamenta una volta arrivati vicino alla porta della mia stanza, riferendosi al drink che ho frantumato.

<<Troppo tardi>> cerco la chiave magnetica nella mia borsetta e la estraggo, quindi apro la porta. <<Grazie di tutto>> gli sorrido, alzandomi poi sulle punte per lasciargli un bacio sulla guancia. <<Sei riuscito a non farmi pensare>>. Gli angoli della sua bocca si alzano verso l'alto in un sorriso sincero.

<<Quando vuoi, Catherine, sono sei porte più in là>> ricorda incamminandosi e lo seguo con lo sguardo.

<<Buonanotte>> gli sussurro quando lui sta per entrare in stanza.

<<Buonanotte>> risponde di rimando con un sorriso gentile, poi sparisce dietro la porta.

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