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By ElisaLiburdi

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[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] ⛔18+ Jimin si è trasferito in Giappone dopo la profonda ferita amorosa inferta da Min Yoon... More

❣PRESENTAZIONE❣
TRAILER
DISCLAIMER
❣ PROLOGO
1- «Il suo profumo»
2- «Niente ma, pulcino»
3- «Devo riempirti di bacini»
4- «Pel di carota»
5- «Facciamo la doccia insieme»
6- «Per scappare da te»
7- «Dovresti guardarti, sei favoloso»
8- «Ciao, principessa»
9- «Hai detto, avvocato Min?»
10- «Stai mentendo»
11- «Sono uno sciocco, vero?»
12- «Una famiglia con lei e con te»
13- «Sono di pizzo»
14- «I vostri mondi sono così lontani»
15- «Non mi schiodi dal letto»
16- «Fantastico ai limiti dell'assurdo»
18- «Solo un secondo di più»
19- «È così ingiusto»
20- «L'ultima chance»
21- «A tutti i costi?»
22- «Che essere insulso»
23- «Ma è la realtà delle cose»
24- «È bello vederti»
25- «Papà! Jimin!»
26-EPILOGO

17- «Ti ha rifiutato?»

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By ElisaLiburdi


Vi era un nuovo grande problema nella vita di Yoongi.
Il tempo stringeva. Non ne aveva veramente più. 
La sua ex moglie lo aveva messo alle strette. L'unica possibilità che aveva per assicurarsi di poter rivedere sua figlia, era il tornare in Corea del Sud, il prima possibile.
E la prima occasione, il primo biglietto libero trovato, aveva fatto sì che la sua partenza divenisse imminente.
Solo dopo quattro giorni dalla telefonata di Victoria, Yoongi aveva già il suo lascia passare per salire su un aereo ed una valigia quasi del tutto fatta, adagiata sulla sedia della sua camera d'albergo.

Mancavano le ultime cose, molto probabilmente le più importanti, solo che Yoongi non riusciva ad ottenere la giusta concentrazione per mettere in moto il cervello. Non quando aveva un Taehyung ed un Jungkook, dall'altro capo del telefono a tartassarlo di domande. 
Volevano sapere delle novità. Evoluzioni sulla vicenda. 
Yoongi aveva provato a dissimulare per un po'. Cercando di spostare la chiacchierata su altro ma all'ennesima ripetizione di quelle parole «Cosa ci racconta il nostro avvocato preferito?» ebbe l'impulso -e lo fece- di buttarsi a sedere sul letto, esausto.

Rivolse lo sguardo a quei due, fermi lì, in attesa di risposta e sospirò «Solo notizie tragiche»

Jungkook per un attimo rise, picchiettando la spalla di Taehyung che aveva al contrario già capito che qualcosa non andasse «Spero tu sia ironico» ridacchiò Jungkook, mentre secondo dopo secondo il suo sorriso scemava per lasciar spazio a confusione.

«Ah beh, vorrei esserlo. Ma qui la situazione sembra collassare» asserì Yoongi. E non è che avesse poi così tanto torto in fin dei conti. Sembrava esser finito lì, in Giappone, senza aver concluso niente. Anzi, gli si era attaccata di sopra una bella dose di sofferenza.

Jungkook lo fissò scioccato, con gli occhi leggermente sgranati «Io ero rimasto a te e Jimin con le labbra attaccate» disse senza giri di parole e pensò che, cavolo, si fosse perso una bella parte della trama.

«Ed invece le labbra attaccate sono quelle di Jimin e Hoseok» sbuffò Yoongi. E non era affatto semplice avere quei due costantemente sotto gli occhi, a scambiarsi effusioni ed invece lui lì, come un broccolo, a prendere la polvere sullo scaffale. Insomma...stava aspettando ancora la sua risposta. A questo punto, fanculo l'etica, quel giorno, davanti il ristorante, avrebbe dovuto baciare Jimin. Ed invece aveva fatto un passo indietro per rispetto nei confronti di Hoseok.

«Ti ha rifiutato? Cioè, te l'ha detto espressamente?» gli chiese Taehyung cercando di capire meglio la situazione. Gli sembrava veramente troppo strano che tutto fosse andato in fumo in questo modo. Almeno non dopo che Jimin aveva fatto un passo enorme, ovvero correre dietro Yoongi, fino in albergo sospinto dai sentimenti.

«Mi chiede ancora tempo. Sembra speranzosa come situazione ma nel frattempo è tipo quasi ogni giorno ad un appuntamento con Hoseok» sottolineò Yoongi, storcendo a tratti il naso, quando si accorse, in quel momento ancor più di prima, di star provando un fastidio infinito «So che non è una decisione facile da prendere, ma...» Ma continuava a vivere nell'illusione che Jimin un giorno di quelli potesse correre da lui e questo faceva male. Faceva male maggiormente nel momento in cui sapeva perfettamente di dover tornare a casa da un momento all'altro. Non avrebbe più potuto lottare.

«Ma non ce la fai più ad aspettare» disse Taehyung, più come se fosse stata una costatazione che una domanda. Yoongi scrollò le spalle, non aveva una soluzione. E sicuramente nessuno gliela avrebbe potuta dare «Sono passate più di tre settimane e alla quarta devo tornare a casa. Per forza» rimarcò quell'ultima parola, quell'obbligo.

«È successo qualcosa?» gli chiesero preoccupati e Yoongi annuì, non volendo poi scendere fin troppo nei dettagli «Oltre all'avere finito il mio lavoro qui, ho dei problemi familiari. La mia ex moglie...» e Taehyung, sentendo chi fosse, sbuffò quasi ironico, come se non ne fosse minimamente stupito. 

«Forse dovresti tirare un po' la corda» gli suggerì poi. Come per dire a Jimin che non vi fosse più tempo. Capivano cosa quel ragazzo stesse cercando di fare: analizzare se la relazione con Hoseok potesse in qualche modo dargli felicità, se potesse sul serio andar bene, invece di ributtarsi in un qualcosa di totalmente incerto come lo sarebbe stata una vita con Yoongi.

«Sono davvero nella posizione per farlo?» chiese di fatti il diretto interessato che nel suo pensiero si vedeva un po' come il cattivo. Jimin aveva sofferto a causa sua e per quanto le ragione di Yoongi fossero valide, si trovava ancora nella posizione di colui che era tornato a cercarlo, destabilizzandolo dalla vita che si era quasi ricreato.

«Che tu lo sia o no, qui bisogna sbrigarsi. È l'ora di assestare l'ultimo colpo. Hoseok sta prendendo molto campo ultimamente» almeno a quanto era stato loro raccontato. Quando Taehyung o Jungkook si ritrovavano a parlare con Jimin, non era così facile sapere da lui delle informazioni, non quando quel ragazzo sapeva perfettamente che ogni informazione utile sarebbe stata ripotata -in fin di bene- a Yoongi. 

«Lo so. Non pensiate che io non veda certe cose. Però voglio dare spazio al lato decisionale di Jimin» e sì, forse quello era il giusto modo di agire ma forse vi era bisogno di un'ultima scossa. Provare ad accendere quella fiamma per l'ultima volta.

«Per me devi andare, non perdere altro tempo, questa sera gli vai a parlare e glielo dici chiaro e tondo che stai per andartene. Vediamo cosa ti risponde»

Stanco dai piedi fino all'ultima punta dei capelli, Jimin si era adagiato, dopo una doccia calda, sul bordo della finestra di casa sua. Il troppo vapore, lo aveva fatto impazzire dal caldo e per quanto non fosse esattamente raccomandabile prendere quel fresco notturno, tendente al congelamento, per Jimin sembrò la soluzione più veloce al suo problema.

Quindi sì, aveva spalancato la finestra che dava sul giardinetto di Hoseok, aveva sollevato i suoi bei glutei e si era adagiato lì. Aveva inoltre chiuso gli occhi, probabilmente per rilassarsi ulteriormente. Di contro, vi era la possibilità che se malauguratamente si fosse addormentato, avrebbe impiegato un attimo a sbilanciarsi e cadere da due piani di altezza. 

Ed ecco perché Yoongi si preoccupò e non poco quando quella sera -dopo aver ascoltato attentamente il consiglio di Jungkook e Taehyung-  si presentò a casa di Jimin. Forse non avrebbe dovuto farlo, ma avendo trovato il cancelletto del giardino aperto, aveva ben pensato di entrare senza permesso. La prima cosa che vide fu un Jimin in pericolo. O meglio, un Jimin incosciente del pericolo che stava correndo.

«Sai che non è molto sicuro lo stare in quella posizione, vero?»

Alzò un po' la voce per farsi sentire e Jimin fu preso così tanto di sorpresa che aprì gli occhi nel panico, sbilanciandosi appena, ma recuperando l'equilibrio poco dopo. Si voltò repentinamente verso l'esterno della casa, trovando la figura di Yoongi ad osservarlo da lì in basso «Oh mio Dio, Yoon» si portò una mano sul cuore, sentendo i suoi battiti aumentare fin troppo, in maniera spropositata.

«Sono riuscito così tanto a sorprenderti?» gli chiese il più grande, infilando le mani fredde nelle tasche del giacchetto che indossava e facendo qualche altro passo avanti per poter modular meglio il tono di voce anziché gridare.

«Ero solo sovrappensiero...» borbottò Jimin, non sapendo che altro aggiungere. O almeno non capiva cosa chiedergli prima, dato che la sua mente era affollata in una maniera assurda di domande. Perché si era presentato a casa sua? Perché a quell'ora? Perché all'improvviso? Stava male? Era successo qualcosa? E questa era solo una piccola parte di tutto quell'amplesso mentale.

«Ti dispiacerebbe venire un po' qui?» gli chiese con gentilezza Yoongi, sorridendo poi «In caso contrario optiamo per la versione di Romeo e Giulietta senza problemi»

«Tu sei proprio scemo» scosse la testa Jimin, scendendo dal davanzale e rimettendosi in piedi. Un sorriso mal celato. Poi lo avvertì «Adesso scendo, ma tu non restare così in mezzo, esci fuori dal giardino»

Per Yoongi fu facile intuire il perché glielo avesse detto «Hoseok non mi vedrà» lo rassicurò, per quanto in realtà non ne fosse del tutto certo. Ma aveva bisogno che Jimin scendesse ed in fretta, prima che lui perdesse tutto il coraggio trovato.

«Speralo» gli lanciò un'ultima occhiata «Fermo lì» disse prima di sparire dentro casa ed uscire fuori dalla visuale di Yoongi. Quel giorno Jimin batté il suo record personale nell'infilarsi un paio di scarpe da ginnastica del minor tempo possibile. Poi con la sua tuta nera e larga, ed una semplice magliettina si precipitò giù dalle scale. 
Il fatto era che per uscire in giardino, doveva passare obbligatoriamente per l'appartamento di Hoseok e quel che non aveva messo in conto era il fatto che lo avrebbe incontrato sicuramente.

«Dove vai con questa corsa?» si sentì effettivamente chiedere, appena sfiorò la maniglia del portone con le dita. Jimin si girò verso di lui e sorrise «Esco a prendere una boccata d'aria»

«Vuoi che ti accompagno?» propose Hoseok sempre ben disposto verso il suo pulcino.

«No!» esclamò Jimin, poi accorgendosi del modo in cui gli aveva risposto, cercò di modificare la risposta ed addolcirla «Cioè, non preoccuparti, riposati, ci vediamo fra poco» non gli diede neanche il tempo di ribattere che si precipitò fuori, lasciandosi dietro un Hoseok piuttosto confuso.

Ed eccolo lì. Yoongi. Lo aveva ascoltato. Era uscito fuori dal giardino e si era posizionato davanti il cancelletto. Jimin mantenne lo sguardo basso fino a che non lo raggiunse ed una volta che gli si trovò di fronte, provò a dir qualcosa, forse avrebbe anche solo voluto salutarlo ma Yoongi sembrò anticiparlo.

«Avresti dovuto prenderti un giacchetto» lo rimproverò, avendo perfettamente notato come Jimin avesse le braccia incrociate al petto, le spalle chiuse, tutto per il vento freddo.

«No, va bene così e poi il freddo riattiva la circolazione» gli disse Jimin, non volendo che l'altro si preoccupasse ma che piuttosto andasse dritto al punto e parlasse. Non poteva vivere un secondo di più con quell'ansia. 

Yoongi sospirò contrariato «Quella è l'acqua fredda. Il vento gelido ti uccide e basta» lo corresse mentre Jimin prontamente girò gli occhi al cielo «Adesso non fare il saputello» asserì mentre lo vide sfilarsi il giacchetto e porgerglielo «E allora tu mettiti questa»

«Ma no, non posso accettarla» Jimin cercò di sviare l'offerta, scosse le mani davanti a sé, intimandogli di rimettersela. Ma Yoongi insistette, più serio che mai «Non è che devi accettarla, devi prenderla e basta. Secondo la legge io ho il dovere di soccorrere chi è in difficoltà» si giocò quella carta e Jimin rimase per un attimo spiazzato, non sapendo che rispondergli.

«Non sono in difficoltà» sbiascicò ma subito dopo Yoongi, con uno scatto fulmineo gli appoggiò il giacchetto sulle spalle, aggiungendo «Per me avere la pelle d'oca lo è» lo aiutò ad infilare le braccia e subito lo vide quasi sciogliersi «Vedi? Molto meglio»

«Perché sei qui?» Jimin sperò che essendo lui ad essere quello diretto, potesse in un qualche modo stemperare l'imbarazzo che lo aveva travolto

«Avevo bisogno di parlarti prima della mia partenza» gli rispose Yoongi. Jimin sgranò appena gli occhi, non capiva «Partenza? Te ne vai?» risultò piuttosto agitato nel porgli quella domanda. Lo aveva colto d'improvviso d'altronde. 

«Il mio lavoro qui è terminato e a casa la situazione non è delle migliori» gli disse alla sbrigativa, conscio che Jimin sapesse già cosa stava accadendo con Victoria «Ho l'aereo tra tre giorni»

«Quindi questo...è un saluto?» gli domandò Jimin con il cuore in gola. Non era possibile, insomma, era passato così poco tempo e lui doveva ancora decidere. Il pensiero che se la fosse presa troppo con comodo, che magari si fosse adagiato sugli allori, che avesse mandato in fumo l'ultima possibilità, tutto ad un tratto lo travolse pesantemente.

«In realtà è una proposta» mormorò Yoongi. Prese un respiro profondo, le sue dita sfiorarono nella tasca dei pantaloni, ciò che si era portato dietro. Il passaggio fondamentale. La pazzia dell'ultimo minuto «So che potrei sembrare disperato con questa mossa e probabilmente lo sono» non mancò dall'ammettere e Jimin seguì le mosse della mano di Yoongi, passo dopo passo, fino a che non gli mise sotto il naso quel pezzo di carta «Ma ho comprato un biglietto anche per te»

«Yoon-» Jimin partì quasi in quarta. Strano, sotto ogni impensabile aspettativa. Lui che solitamente rimaneva senza parole. Ma Yoongi non era pronto, non lo era a sentire subito cosa gli avrebbe detto l'altro. Così lo bloccò.

«No, aspetta, non rispondermi ancora» si avvicinò di qualche passo solo per afferrargli la mano destra e tirarla su, sorridendo interiormente nel vedere come le piccole dita di Jimin stessero stringendo la manica della felpa «Voglio che tu lo tenga, lo metta sul comodino, o dove tu voglia ed ogni tanto, quando i tuoi occhi lo incroceranno, pensa seriamente a ciò» fece sì che Jimin distendesse la mano e prendesse il biglietto «Non preoccuparti, lo so che al momento non hai una risposta» si sbrigò ad aggiungere. E probabilmente aveva ragione e Jimin lo capì quando, trovandosi di fronte l'obbligo di dover dire se sì o no, avrebbe voluto sotterrarsi oppure scappare.

Poi Yoongi prese un altro respiro profondo. Ne aveva presi così tanti che ebbe quasi la paura di poter avere dei giramenti di testa da un momento all'altro. Osservava Jimin stringere fortemente, adesso con entrambe le mani il biglietto, cercando di nascondere degli occhi diventati irrimediabilmente lucidi «Hoseok è formidabile, ti sta donando il mondo; tutto se stesso. Non mi meraviglierei se lo scegliessi» Yoongi con quella frase volle dimostrargli tutta la sua sincerità ed anche coerenza. Non si sarebbe rimangiato in ultimo le parole spese per Hoseok e volle rimarcarle «Forse non potrò mai essere al suo livello, ma voglio impegnarmi per almeno raggiungere un decimo di quel che è lui. Però è vero» rivolse per un attimo lo sguardo verso l'abitazione ed annuì, consapevole che quella figura scura ed in controluce fosse esattamente Hoseok, posto al di là della finestra ad osservarli. Non si stava neanche nascondendo. Yoongi capiva il malessere che stesse provando quel ragazzo «spesso penso a ciò e non potrei mai darti il suo stesso amore» tornò a guardare Jimin, che ricambiò prontamente lo sguardo «Quello giovanile, quello che va maturando col tempo, quello delle scoperte. Il mio sarebbe più un amore familiare. Il creare il nostro nido, il nostro posto sicuro. È tutto tanto incerto, lo so» non era facile neanche per lui.
In fondo, era sempre stato posto, un po' come il cattivo della storia.
In realtà, era un semplice essere umano, con i suoi problemi da risolvere ed una vita da portare avanti «Un salto nel buio. So cosa ti stai chiedendo. Perché fidarmi di lui quando mi ha fatto così tanto male in passato?» 

Fu Yoongi stesso a scrollare le spalle, senza sapere quale motivazione dargli «Non so veramente cosa risponderti. Non ho neanche io la soluzione. So solo che ti amo e che sono stato uno stupido a non accorgermene prima»

Jimin per la prima volta aveva trattenuto le lacrime di fronte certe parole di Yoongi. Non perché non lo avessero toccato, figuriamoci...Ma piuttosto era rimasto immobile e muto capendo che non vi era via d'uscita. Non poteva trovare il finale felice per tutti. Uno di loro avrebbe sofferto. Era inevitabile. 
Ed un pezzo di cuore di Jimin sarebbe per sempre rimasto da un'altra parte, aspettando solo che il tempo potesse ricucire tutto insieme per un'ultima volta.

«Se decidessi di non venire-» provò a chiedere, tirando su col naso e Yoongi gli rispose subito, non volendo farlo attendere. Anche se non gli piacque molto quella domanda. Jimin stava considerando sul serio l'idea di non andare con lui e Yoongi si sentì definitivamente sconfitto «Non ci sarà bisogno di nessun comunicato stampa, capirò»

Gli lasciò velocemente una carezza sul volto, aveva bisogno di allontanarsi per un attimo, restar solo, perché forse Jimin non pianse quel giorno, ma Yoongi si sentì di poter cedere da un momento all'altro «Mi raccomando, tieni a mente che il volo parte alle sei di pomeriggio. Ti aspetterò in aeroporto fino all'ultimo secondo, fino a che ne avrò la possibilità»


Angolo della parlantina:

Siamo agli sgoccioli, ragazzi. Nel prossimo capitolo sapremo la decisione di Jimin. 
E penso proprio che in questo momento sarete parecchio confusi. L'oscillazione di Jimin da un lato all'altro, avviene giornalmente. Un giorno vuole Hoseok ed un altro Yoongi. Anche se bisognerebbe stare attenti nell'analizzare se a portarlo da una sponda all'altra è il suo cuore o la sua mente.

Yoongi ha quindi seguito il consiglio dei Taekook e la migliore idea che potesse usare per attuare il piano era quella di comprare un biglietto aereo per Jimin. Lo utilizzerà? Sì o no?

Intanto povero Hoseok che continua ad osservarli da lontano, impotente anche lui come Yoongi. Jimin ha lo scettro al momento e ripetiamo, non è che lo faccia apposta nel non sbrigarsi a scegliere. Solo...è veramente una decisione difficile.

A sabato prossimo!

ILY_Ely ♥

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