» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵
» Prompt: Aurora (pumpNIGHT)
Importante: nella parte finale ci sono spoiler della frase di compleanno di login di Jack (Blossom Birthday/2022)
Faceva freddo, la mattina dell'undici ottobre, ma nonostante questo (Y/n) era già fuori dal dormitorio sgangherato, camminando tremante sulla via di ciottoli. Era il compleanno di Jack e avrebbe tanto voluto fargli gli auguri a mezzanotte, ma il lupo aveva l'abitudine di andare a letto molto presto, volendo alzarsi riposato il giorno successivo per gli allenamenti e, per farsi perdonare, le aveva dato appuntamento a un'ora troppo presta per poter passare del tempo insieme e con la promessa di farle vedere qualcosa che sicuramente non aveva mai visto, perciò lei si stava ritrovando a gelare mentre cercava di raggiungere Savanaclaw. Fosse stato qualcun altro ad averle detto di incontrarsi alle sei e mezzo del mattino l'avrebbe mandato a quel paese senza pensarci due volte, ma a Jack non riusciva proprio a dire di no. Il modo in cui si era imbarazzato, dicendole che non avrebbe visto il messaggio a mezzanotte, le aveva sciolto il cuore e quando le aveva avanzato la proposta aveva accettato. Ora un po' se ne stava pentendo.
Neanche il riparo della Sala degli Specchi la stava riscaldando, troppo infreddolita dalla passeggiata, e sperò che almeno il clima africano del dormitorio potesse migliorare la situazione, venendo subito delusa da un venticello fresco. (Y/n) sospirò, per fortuna senza che si formasse una nuvoletta di condensa, si strinse nella giacca della divisa e cominciò a cercare il lupo per i campi sabbiosi, illuminati dal cielo appena schiarito.
Mentre guardava a destra e a sinistra, impaurita anche che qualche altro abitante del dormitorio fosse già in piedi e potesse attaccarla, sentì dei passi pesanti per il campo di Magishift, perciò si avvicinò individuando subito il suo amico che ancora faceva dei giri per il perimetro. Era così concentrato che ci mise qualche minuto di troppo ad accorgersi della presenza dell'altra e solo quando lo sguardo la fece entrare, fuori fuoco, nella visuale, si fermò. Le labbra si tirarono in automatico nel momento in cui la riconobbe e si avvicinò a lei, spezzando il campo a metà.
«Sei venuta»;
«Come avrei potuto non farlo», gli rispose, distogliendo, poco dopo, gli occhi da lui quando notò di averlo messo in imbarazzo. «E comunque, prima di tutto, devo dirti buon compleanno. Ti...», biascicò, provando a sua volta un lieve disagio, «ti ho portato un regalo», gli porse una scatolina che lui prese e guardò incerto.
«Se non ti dispiace la aprirò dopo, ora dobbiamo sbrigarci se vogliamo vedere quella cosa di cui ti ho parlato ieri», disse facendo una danza con gli occhi, muovendoli da lei a un punto indefinito di lato e viceversa, mentre si ficcava il pacchettino in una tasca sul retro dei jeans.
(Y/n) annuì, sperando che quella difficile situazione potesse risolversi al più presto, e seguì il lupo per i campi stepposi di Savanaclaw, verso un punto a lei ancora ignoto.
«Non vuoi dirmi cos'è? O anche solo dove stiamo andando», interruppe il silenzio che si era venuto a creare, mossa dalla curiosità, ma Jack scosse la testa.
«Lo vedrai una volta che saremo arrivati», sorrise, guardandola di sbieco, certo che sarebbe stata la sua prima volta e immaginando l'espressione che avrebbe fatto.
Si muoveva a passo veloce e lei stava un po' faticando a stargli dietro, perciò non si fece molte domande quando entrò nella struttura principale del dormitorio e cominciò a salire le scricchiolanti scale o ad attraversare i traballanti ponticelli di assi e corda.
«Neanche un indizio?», provò ancora, ad un certo punto, quando riuscì a mettersi al suo fianco, ma lui negò di nuovo.
«Vedrai», disse solo.
Jack continuava a salire e a salire, persino ad attraversare zone in cui sembrava non ci passasse molta gente, fino ad arrivare davanti a una finestra, dove si fermò quasi inchiodando. Guardò fuori per un attimo, poi, reggendosi al telaio, mise un piede sul davanzale e allungò l'altro all'esterno, in laterale, sul tetto spiovente vicino.
«Jack! Jack, che stai facendo?», bisbigliò lei in tono di rimprovero, imbambolata lì accanto, incerta se tirarlo di nuovo dentro o rimanere a guardarlo come se fosse diventato pazzo all'improvviso. Vedendo che lui stava continuando a fare di testa sua, cercando di stabilizzare il peso sulla struttura, analizzò frenetica i corridoi, sperando che nessun altro potesse vederli.
«Non lo faccio spesso, anzi direi mai, ma l'altro giorno ho trovato un posto carino dove portarti», le rispose dopo che si era assicurato di non cadere di sotto.
Un posto carino dove portarmi?, si chiese, trovando la frase strana. Jack l'aveva invitata a venire a Savanaclaw solo la sera precedente, per permetterle di fargli gli auguri per prima, perché avrebbe dovuto cercare un luogo in cui portarla diversi giorni avanti?
Il lupo le allungò una mano, chiedendole implicito di prenderla, e, seppur titubante, la afferrò, salendo sul davanzale a sua volta e reggendosi allo stipite. Per sbaglio guardò giù, immediatamente sotto la finestra, e impallidì all'istante trovandoci diversi metri di vuoto.
«Sei sicuro che non ci faremo male?», chiese stralunata da un leggero senso di vertigine.
«Fidati di me. Ora metti il piede qui, vicino ai miei, e lascia andare l'altro: ti prendo io», le sorrise, nonostante la scintilla seria che attraversava gli occhi.
(Y/n) fece un profondo respiro e, seguendo le istruzioni, si buttò. Le massicce braccia di Jack la afferrarono saldamente, dopo che lei lasciò andare la finestra, stringendola in un caldo abbraccio contro il suo petto.
«Tutto okay?», le chiese con la testa rivolta verso il basso, non accorgendosi che avevano i loro corpi l'uno attaccato all'altro.
La ragazza annuì, sperando che il calore che sentiva in viso, dopo aver per sbaglio affondato la testa nel petto del ragazzo, non fosse visibile a lui tramite un acceso colorito. Però doveva ammettere che era così rassicurante stare fra le sue braccia che non le importava più di vedere ciò per cui Jack l'aveva portata lì, voleva solo rimanere così a lungo. Ma lui la lasciò andare, rendendosi conto solo dopo che erano un po' troppo vicini.
«Vieni. Sta' attenta a dove metti i piedi e seguimi», l'aveva avvertita senza rivolgerle lo sguardo. Le stringeva ancora la mano, per evitare che cadesse, ma i suoi occhi erano concentrati verso il punto più alto di quel tetto, fermandosi solo una volta che ci era arrivato. «Ecco», le disse girandosi dalla parte da cui erano venuti, verso est, «siamo arrivati». Si sedette lì, dando delle veloci occhiate a lei, ancora in piedi, ma per lo più osservandosi l'estremità delle scarpe e un punto causale davanti a sé.
«Cos'era quella cosa che dovevi farmi vedere?», chiese, prendendo posto accanto a lui.
«Sono quasi le sette, dovrebbe uscire fra poco», fu vago;
«Che cosa?»;
«Guarda davanti a te», le rispose, con gli occhi fissi nella stessa direzione in cui aveva detto di fare a lei.
(Y/n), confusa, obbedì e solo allora lo notò: all'orizzonte il Sole stava iniziando a fare capolino, intimidito, mentre i raggi dissipavano l'aurora, facendosi largo nel cielo purpureo. Era uno spettacolo magnifico nella sua immensa semplicità, uno a cui lei non aveva mai assistito. Il mescolarsi dei colori, dall'indaco al lilla, era come una tavolozza meravigliosa davanti la quale non si poteva fare altro che rimanere incantati, mentre il Sole, che lento si levava verso l'alto, si impegnava ad aggiungere nuove tonalità al quadro già stupendo.
Era rimasta così incantata da tale bellezza che non si rendeva conto di essere uno spettacolo ancor più bello per la persona che era seduta al suo fianco. Jack la stava guardando con un sorriso dolce, che ammorbidiva i suoi duri lineamenti, mentre altre tonalità di colore facevano la loro apparizione sulle guance scure.
«Grazie», disse, rompendo la situazione di incanto che il lupo stava vivendo, sorprendendolo.
«Per cosa?»;
La ragazza si rivolse verso di lui, felice, «per aver deciso di condividere questo con me. Potevi scegliere chiunque altro, invece hai preferito me», tornò a rivolgersi all'alba, poi lentamente si inclinò verso il ragazzo, poggiando la testa sulla spalla, «per questo ti ringrazio».
Jack si irrigidì al gesto, ma non si mosse di una virgola. Con degli scatti oculari, cercava di guardarla senza farsi beccare, ormai disinteressato al panorama e distratto dal contatto abbastanza intimo che stavano avendo.
«Non è che...», cercò una scusa, una anche stupida che potesse usare per non farle capire quanto fosse speciale per lui e che non avrebbe voluto condividere quel panorama con nessun altro tranne che lei, ma la mente non voleva collaborare. Alla fine, dopo troppo tempo di pausa, si arrese, borbottando un leggero «prego».
Quando il silenzio tornò sovrano fra i due, parve che entrambi si stessero godendo l'alba, ma Jack si sentiva inquieto, non riuscendo a sorvolare sull'eccessiva vicinanza fra i loro corpi, perciò, per tenere a freno i suoi sentimenti, si stava facendo deconcentrare apposta dal pacchetto che si trovava nella tasca sul retro dei pantaloni, che stava schiacciando col suo peso. Sperò solo che non fosse nulla di fragile, altrimenti l'avrebbe ritrovato in mille pezzi, e lo sviamento d'attenzione perse subito d'efficacia. Cercò, ancora, con gli occhi, qualcosa con cui distrarsi, notando solo allora che il Sole era finalmente sopra l'orizzonte e, per qualche ragione, gli fece venire in mente una notizia che avrebbe voluto darle subito, appena l'avrebbe vista, ma che poi si era dimenticato.
«Sai», interruppe la calma creatasi, «stamattina, quando mi sono svegliato, ho notato che sul mio cactus era sbocciato un fiore», (Y/n) si staccò dalla spalla per ascoltarlo meglio. «So che è una coincidenza, ma il fatto che sia successo il giorno del mio compleanno mi ha reso molto felice. Ti va di vederlo?», chiese continuando a non guardarla per più di qualche secondo.
«Certo», gli sorrise, sapendo quanto Jack ci tenesse alla sua pianta grassa.
«Bene», si alzò e le tese la mano, «allora andiamo nella mia camera?»
(Y/n) la afferrò di nuovo, senza esitazioni, e si mise al suo fianco, «andiamo».
N/A:
Buon Compleanno, Jack-kun!