LA LEGGENDA DELLA VOLPE BIANC...

By Noodlesuzuki99

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"Si dice che la volpe bianca non dorma mai. Si dice che i suoi occhi non abbiano le pupille e che una volta i... More

1. Il nuovo alfa
2. Omega
3. Alfa
4. Beta
5. La volpe bianca
6. L'unico alfa
7. Il giardino dell'Eden
8. Perdere il controllo è semplice, mantenerlo è difficile
9. Tutta colpa della maionese
11. Una bestia inferocita

10. Mamma

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By Noodlesuzuki99

Silenzio.

Sentivo quegli occhi puntati addosso: pungevano come aghi.

≪Elio, perdonami ma lui chi sarebbe?≫

Eravamo scesi entrambi al pian terreno della casa. Sua madre ci stava fissando con curiosità e freddezza, allo stesso tempo.

≪Lui è Ronald, mamma. È un mio compagno di scuola, abbiamo stretto subito amicizia così... l'ho invitato a casa per fare i compiti insieme.≫

La situazione era davvero tesa, si poteva percepire dallo sguardo investigativo che la madre di Elio, aveva stampato in faccia.

≪Mi fa piacere che tu abbia fatto già delle nuove amicizie, figliolo.≫ di nuovo, quegli occhi color ambra, si fermarono su di me con fare persistente.

La donna aveva lunghi capelli mori che gli cadevano sulle spalle, fino a toccargli la schiena. Aveva un viso liscio, pallido ma ben definito. Le iridi arancioni erano ipnotiche, rimanevi a fissarle con interesse tanto erano particolari. Forse Elio aveva preso gli occhi di quel colore cristallino, dal padre.

Quel giorno la donna, idnossava un trucco leggero, mentre sulle labbra, aveva un rossetto di colore rosso scuro, lucido. Si vedeva che era una persona piena di sè, con un carattere forte e deciso, come tutti gli alfa di questa civiltà d'altronde.

Portava un vestito elegante, molto aderente, che metteva in risalto le sue forme sinuose e sensuali. Alle mani aveva diversi anelli, ma niente fede nunziale.

≪Mi chiamo Helen, piacere.≫ la donna smise di guardarmi in modo ossessivo, porgendomi poi la sua mano ben curata. Le sue unghie colorate di nero, lunghe e appuntite, mi fecero ancora più intuire che quella donna, aveva grinta da vendere.

Strinsi quella mano con fare incerto, ricambiando la presentazione. Poi, finalmente, l'attenzione si spostò altrove.

≪Come mai sei già tornata da lavoro? Pensavo facessi più tardi, come è tuo solito fare...≫ osservò Elio.
Io rimasi in silenzio, dovevo ancora riprendermi da tutta quella tensione.

≪Ho dovuto sbrigare alcune faccende in ufficio, poi ho deciso di prendermi il pomeriggio libero. È da sta mattina che le mie tempie non mi lasciano in pace.≫ La donna si alzò dalla sedia, per poi avvicinarsi alla cucina. Prese fra le mani un bicchiere di cristallo e una bottiglia di vino, aprendola con fare sicuro senza nemmeno usare il cavatappi. Si vede che era abituata già da tempo a stappare bottiglie.

≪Dimmi Ronald-≫

≪La prego, mi chiami Red.≫ senza accorgermene, interruppi la donna. 

≪D'accordo, Red... i tuoi genitori che lavoro fanno?≫ Helen storse leggermente il naso, portandosi il bicchiere alla bocca. Il suo rossetto lasciò il segno su quella superficie cristallina, poi si appoggiò con la schiena alla sedia.

Mandai giù a fatica, la saliva.

Era peggio di un interrogazione scolastica.

≪M-mia madre lavora in un'azienda tessile, mentre mio padre è avvocato... ma sono divorziati, mio padre non lo vedo spesso. Vivo con mia madre, al momento.≫

≪Ah, vedo che avete qualcosa in comune allora.≫ la donna sorseggiò nuovamente, il suo vino rosso, continuando a guardarmi con occhi investigativi.

≪Ehm... ok, ora noi dovremmo tornare a studiare. Forse è meglio se ti lasciamo in pace, siccome hai mal di testa...≫ Elio mi tirò un lembo della maglietta, facendomi capire che era giunto il momento di sloggiare da quella stanza.
La donna non disse nulla, rimase in silenzio, mentre continuava a fissarmi con fare inquieto e insospettito. A giudicare dallo sguardo e dal comportamento, essendo anche lei un'alfa, forse aveva capito che io ero diverso da loro.

Non appena arrivammo nella stanza di Elio, il ragazzo si buttò sulla sedia della sua scrivania, svogliatamente. ≪Perdonami, non pensavo sarebbe tornata presto oggi...≫ lo vidi portarsi una mano alla fronte, quasi come se adesso il mal di testa ce l'avesse anche lui.
Lentamente, mi andai a sedere sul materasso della stanza, cercando di capire quello che era appena successo. ≪Tranquillo... d'altronde, questa è sempre casa vostra...≫ sogghignai, anche se la mia mente era tutt'altro che spensierata e divertita.

≪Fa sempre così con le persone nuove, è il suo carattere troppo protettivo nei miei confronti... essendo figlio unico, mi tratta come se fossi un pezzo di cristallo, che nessuno deve azzardarsi a toccare.≫

≪Beh, però è bello avere una madre che ti da tante attenzioni... la mia torna a casa tardi e mi saluta a mala pena la mattina, quando facciamo colazione... mio padre non lo vedo ormai già da parecchio tempo. Mi sembra di essere un orfano quasi...≫ giochicchiai con le dita, nervosamente.

≪Scusami, Red...≫ Elio si avvicinò a me, accarezzandomi le mani. Rimasi in silenzio, poi alzai lo sguardo verso di lui. ≪Non ti devi scusare proprio di niente... speriamo solo che tua mamma non scopra che io sono un omega... diciamo anche un po' diverso dagli altri...≫ risi nervosamente, poi la sua voce interruppe la mia risata.
≪Tu sei l'unico omega per me, Red.≫ le sue labbra si andarono a posare sulla mia fronte, lasciando un piccolo bacio timido, sulla mia pelle. Non appena il ragazzo si staccò da me, istintivamente, le mie braccia si andarono ad accingere al suo busto, intrappolandolo in un abbraccio affettuoso.
Sentii le sue mani stringersi al mio corpo, mi accoccolai sul suo petto, sentendo il calore del ragazzo, sciogliere la tensione che avevo accumulato qualche minuto prima.

(...)

Rimanemmo per quasi tre ore chiusi in camera sua, a studiare biologia. Elio era davvero bravo nello studio, a differenza mia.

≪Cavolo... non ho mai studiato così tanto in vita mia.≫ allungai la schiena sulla sedia, cercando di stiracchiarmi per bene.

Elio sorrise, chiudendo il suo quaderno rosso. ≪Vuoi rimanere a cena?≫ la sua domanda mi colse alla sprovvista, ma ripensandoci, mia madre sarebbe tornata a casa di lì a poco, e non sapeva affatto che fossi a casa di un'alfa. ≪Ti ringrazio tantissimo per l'invito, ma mia madre mi aspetta per cena. Non voglio farla preoccupare. Magari... potremmo fare domani sera, ti va?≫ chiesi timidamente. Il moro mi sorrise compiaciuto, annuendo col capo. ≪Certo, domani sera. D'accordo. Ti faccio portare dal mio autista a casa se vuoi. So che abiti lontano da qua.≫

≪Ah no, tranquillo. Prendo il bus. Non c'è bisogno di scomodare nessuno-≫

≪Insisto Red, voglio che tu arrivi a casa sano e salvo. E poi è il mestiere di Edward, portare la gente avanti e indietro per la città, lo paghiamo proprio per questo.≫ la sua mano si posò sulle mie guance. Arrossii parecchio, continuando a guardarlo negli occhi mentre mi parlava.
Cazzo, quanto era bello in quel momento.
≪Ah... d'accordo.≫ sogghignai, allontanandomi da lui per riporre le mie cose nel mio zaino.

Scendemmo le scale della casa, avvicinandoci alla porta principale.

≪Beh, grazie di tutto Elio. Ci... vediamo domani a scuola.≫ mi misi lo zaino in spalla, avvicinandomi al pomello della porta. Ad un tratto, da dietro le spalle del ragazzo, comparve Helen, venuta a salutarmi anche lei. ≪È stato un piacere conoscerla, signora.≫

≪Ti prego Red, dammi del tu.≫

Annuii senza fiatare, quella donna aveva la capacità di zittire chiunque con solo uno sguardo.

Così, uscii da quella casa enorme, mentre alla fine della scalinata esterna, mi stava aspettando Edward con la sua berlina scura e il suo cappello nero da autista.

Salii in macchina, in silenzio. Poi, partimmo.

In una trentina di minuti, arrivammo davanti a casa mia.

≪Grazie Edward, mi può lasciare qui davanti.≫

≪Le auguro buona serata signorino, spero di incontrarla di nuovo.≫

Le parole dell'autista mi lasciarono pensare che aveva intuito qualcosa anche lui, a riguardo la mia "amicizia" con Elio.
≪Certo, alla prossima Edward.≫

Velocemente, e imbarazzato, uscii dall'auto. A passo veloce e spedito, entrai nel portone del palazzo, senza voltarmi. Avevo il cuore che batteva all'impazzata.

Presi l'ascensore, poi arrivai davanti alla porta del nostro appartamento. Misi le chiavi nella toppa dell'uscio e, non appena la aprii del tutto, mia madre mi saltò al collo.≪Red! Ma dov'eri finito? Mi ha chiamato la scuola sta mattina, chiedendomi dove fossi! Mi sono preoccupata tantissimo! Che ti è successo?≫ non avevo mai visto mia madre così preoccupata per me, in vita mia.≪A-ah, scusa mamma... ho dimenticato di mettere sotto carica il telefono e...≫ mi fermai, ripensando a quello che era successo realmente. ≪H-ho avuto... il mio primo calore, mamma.≫ quelle parole mi scivolarono timidamente, dalle labbra.
Lo sguardo della donna si fermò sulle mie pupille. Aveva la bocca socchiusa, mi stava guardando con stupore e allo stesso tempo, preoccupazione.≪R-Red... è una cosa fantastica questa.≫ sussurrò.
≪Sono stato parecchio male, tanto da non riuscire ad andare a scuola sta mattina. Mi ha aiutato un mio compagno di classe... sono stato a casa sua fino ad ora... mi ha dato dei sopressanti per calmare i miei feromoni, forse dovrei iniziare a prenderli periodicamente... dicono che può durare anche una settimana...≫ appoggiai lo zaino sul divano della sala, buttandomi su di esso con fare svogliato.≪Chi è questo ragazzo che ti ha ospitato?≫ mia madre mi fece questa domanda con voce insicura.≪Hai presente... il nuovo alfa della mia scuola? Si chiama Elio e... mi ha aiutato a passare quell'inferno.≫

Altro silenzio.

≪Mi fa piacere che tu ti sia fatto un nuovo amico ma quando succedono queste cose, chiamami. Se hai bisogno di aiuto, devi chiamare prima tua madre, ti sarei passato a prendere da scuola e-≫

≪Mamma... tu sei sempre a lavoro praticamente, ho passato più tempo con la nonna che con te e papà, durante tutta la mia infanzia. Se ti avessi chiamato in quella situazione, sicuramente non avresti risposto. So già che sei impegnata fino al collo col tuo lavoro. La prima persona che avevo vicino era Elio, ma ti puoi fidare. Lui è diverso, non è come tutti gli altri alfa.≫ lo sguardo di mia madre era interdetto, sapevo che nella sua mente aveva un sacco di domande senza risposta che ronzavano intorno al suo cervello come api infastidite.
≪L'importante è che tu ora stia bene.≫ mi si avvinghò al collo, abbracciandomi forte.
≪Mi ero preoccupata un sacco...≫ sussurrò.

Ricambiai l'abbraccio, appoggiando il capo sulla sua spalla.

≪Tranquilla mamma, ora sono qui.≫

---ANGOLO AUTRICE---

SCUSATE L'ASSENZA MA SONO TIPO INTRAPPOLATA FRA LAVORO E BLOCCO DELLO SCRITTORE (ancora).... T.T MA prometto che dalla prossima settimana cercherò di essere un po' più attiva qui su watt! Parola di Yaoista ;)

Kiss a tutt*!!!

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