2. Omega

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La campanella dell'ultima ora suonò, e dei sospiri di sollievo echeggiarono nella classe. <<Accidenti, che stanchezza...>> mi stiracchiai la schiena, alzandomi da quella sedia scomoda. Elio era rimasto seduto di fianco a me per tutta la giornata, ma dopo il mio discorso sull'essere un'omega, non aveva più spiccicato parola. <<Uhm... Elio...>> il moro si voltò verso di me. <<Forse è meglio se ti fai degli amici qui, almeno potrai uscire e divertirti, una volta finita la giornata.>> sorrisi leggermente, mentre quegli occhi ghiacciati mi stavano fissando. <<Ma... io ce l'ho già un amico.>> la sua espressione cambiò, diventando quasi sinistra. <<C-che vuoi dire..?>> arrossii leggermente. Elio si alzò dalla sua sedia, iniziando a mettere via i libri nel suo zaino. <<Un certo Ronald, che si fa chiamare Red, lo conosci anche tu?>> scherzò. <<Ah! Credi davvero che essere mio amico sia così semplice..?>> mi accigliai, sogghignando maliziosamente. Presi il mio zaino, mettendomelo sulle spalle, superando il ragazzo. <<Ah- Aspettami!>> sentii i suoi passi raggiungermi velocemente. Sorrisi, continuando a camminare. <<Non basta parlare due minuti per diventare mio amico. Prima devi superare diverse prove che sceglierà il sottoscritto.>> chiusi gli occhi, sorridendo malvagiamente. <<Che vuoi dire con questo..?>> Elio rimase di fianco a me, continuando a camminare. <<Seguimi e lo scoprirai...>> sussurrai, poi iniziai a correre lungo il marciapiede che costeggiava la nostra scuola. Elio mi seguì, anch'esso correndo. Poi, arrivammo in un parco, il posto in cui mi rifugio sempre quando ho voglia di restare da solo. <<Siamo arrivati.>> sospirai, cercando di riprendere fiato. Elio si appoggiò sulle sue ginocchia, respirando affannosamente. <<Ehy, tutto bene? Non mi dire che sei già stanco, dopo una corsetta così semplice...>> ridacchiai, appoggiandogli una mano sulla spalla. Ma quel semplice contatto, fece sussultare il mio corpo. Sentii una specie di scossa elettrica, percorrermi tutto il braccio, fino ad arrivare alla nuca. Allontanai immediatamente, la mia mano da lui. Che mi sta succedendo?

<<... come stavo dicendo, questo è il luogo che amo. E per prima cosa, tu gli devi portare rispetto. Quindi ora, inginocchiati e chiedi il suo permesso per entrare qui dentro.>> incrociai le braccia al petto, guardandolo dall'alto verso il basso. Elio iniziò a calmare il suo respiro. <<Davvero? Devo farlo... davvero?>> chiese, ritornando dritto, sulla sua schiena. Annuii sogghignando. <<Su... avanti, sta aspettando...>>

<<Ma chi sta aspettando..?>> chiese Elio, alquanto confuso dalla situazione. <<La terra sacra di Red. Avanti, chiedigli il permesso per calpestare la sua pelle ed entrare->> non riuscii a finire la frase che Elio si buttò sulla terra arida di quel posto, con le sue ginocchia, abbassando il capo. <<Oh, ti prego... Terra sacra di Red, accoglimi come un tuo discepolo. Prometto che avrò cura di te e di Red.>> le sue parole mi fecero rimanere in silenzio per parecchi secondi, ma vedere un'alfa in quello stato, mi fece ridere parecchio. <<Perchè ridi? Me l'hai chiesto tu di farlo e- aspetta un attimo. L'hai fatto apposta per mettermi in ridicolo, non è vero?>> il ragazzo si alzò da terra, guardandomi con aria quasi inferocita. Aprii leggermente gli occhi, cercando di smettere di ridere ma vederlo così minaccioso, mi fece rabbrividire, zittendo subito la mia risata. <<Che c'è? Sei arrabbiato adesso..?>> chiesi titubante, allontanandomi leggermente da lui. Elio rimase in silenzio, continuandomi a guardare dall'alto. <<Avanti! Dì qualcosa!>> gridai, leggermente arrabbiato. Odio quando si zittisce!

Poi, ad un certo punto, Elio scoppiò a ridere. Rimasi sorpreso da quella sua risata improvvisa. <<E adesso che hai da ridere?>> chiesi, irritato.

<<Dovevi vedere la tua faccia! Davvero credevi che mi fossi arrabbiato per una sciocchezza del genere? Ahahahah!>> Elio continuò a ridere rumorosamente. Incrociai le braccia al petto nuovamente, accigliandomi. <<E che ne so! Voi alfa siete delle bestie feroci certe volte...>> mugolai tra me e me, girandomi dall'altra parte. Poi, il ragazzo mi toccò una spalla, appoggiando le sue cinque dita su di essa. Sussultai ancora, per quel contatto improvviso. <<Quindi... è qui che ti nascondi dalla realtà?>> poi, fece scivolare la sua mano verso il basso, liberando così il mio corpo dalla sua presa. Lo guardai in silenzio, mentre osservava quel posto così desolato e abbandonato che amavo tanto. <<Non mi nascondo... cerco soltanto un po' di tranquillità quando ne ho bisogno... tutto qui...>> sorpassai il moro, andandomi a sedere sotto ad un albero di quel giardino, alzando lo sguardo verso Elio. Lui mi sorrise, chinandosi di fianco a me, togliendosi il suo zaino dalle spalle. <<Beh, niente male comunque. Mi piace come è arredato, anche questa è opera tua?>> sogghignò, sedendosi proprio di fianco a me. Ridacchiai, guardando davanti a me, un punto indefinito di quel parco abbandonato. <<Una volta ci venivo con mia nonna, quando ero più piccolo i miei genitori erano sempre impegnati col lavoro e così mi portavano a casa sua. Lei lo sapeva che io ero un'omega, ma non me l'ha mai detto. L'ho scoperto soltanto facendo il test medico. Pensava che io fossi speciale, pur essendo un misero omega, lei pensava che io avessi qualcosa di unico, ma si sbagliava. Vivo una vita abbastanza monotona, i miei genitori sono separati e per la maggior parte delle ore diurne, sono sempre solo. Da quando è morta mia nonna, mi sono abituato alla solitudine ormai.>> sospirai, guardando il cielo. Elio rimase in silenzio ad ascoltarmi, sembrava interessato alle mie parole. <<Secondo me ti sbagli...>> ad un tratto, il moro borbottò qualcosa. <<Che vorresti dire?>> chiesi confuso. <<Tua nonna aveva ragione, tu hai qualcosa di speciale, non sei un'omega uguale a tutti gli altri... lo sento e lo percepisco.>> ad un tratto, con quelle semplici parole, il mio cuore sussultò di nuovo. <<C-come fai a dirlo? Mi conosci a mala pena...>> strinsi le ginocchia al mio petto, distogliendo lo sguardo dal volto di Elio. <<Il mio sesto senso mi dice così... Ronald.>> arrossii sentendo le sue parole nuovamente. Mi voltai guardandolo negli occhi. Mi stava sorridendo, e quel semplice sorriso mi catturò, quasi come se mi avesse imprigionato in un vortice di sensazioni strane e confusionali. <<T-ti prego, chiamami Red... odio essere chiamato Ronald.>> mugolai, cambiando espressione, ritornando serio. <<Mio padre ha scelto il mio nome di battesimo ma da quando se n'è andato, preferisco non ricordarlo nemmeno tramite il mio nome...>> guardai delle rondini passare sulle nostre teste, mentre cinguettavano libere. <<D'accordo, Red... Uhm, senti ti va se... ci scambiassimo i numeri di telefono?>> mi chiese Elio, tirando fuori il suo smartphone di ultima generazione, dalla tasca dei pantaloni. Rimasi in silenzio per qualche istante, poi sorrisi maliziosamente. <<Ok, ma ti avviso che non rispondo quasi mai alle chiamate, se non sono urgenti...>> presi in mano il suo telefono, digitando il mio numero. <<D'accordo, allora ti scriverò soltanto...>> sembrava triste questa sua affermazione. Ad un certo punto, si alzò di scatto, riprendendo in mano il suo cellulare. <<Ora devo tornare a casa, mia madre mi starà aspettando. Beh, allora... ci vediamo a scuola!>> detto ciò, Elio si allontanò da me, uscendo dal parco, lasciandomi da solo, sotto quell'albero. La luce del giorno stava pian piano indebolendosi, mentre la sera cominciava a scendere sulla città. Sorrisi fra me e me, ripensando a ciò che era appena accaduto. <<Devo dire che, pur essendo un'alfa, mi è sembrato abbastanza tranquillo.>> mi alzai da terra, rimettendomi in spalla lo zaino. Camminai fino a casa, non era molto distante dal parco, ma lungo il tragitto la mia mente non faceva altro che ripensare ad Elio.

<<Mamma! Sono tornato!>> urlai, aprendo la porta principale di casa.

Silenzio.

Non era ancora tornata, molto probabilmente.

Salii le scale, entrando in camera mia. Presi lo zaino, il mio libro di matematica e il mio astuccio. Ad un tratto, il mio telefono vibrò. Lo presi fuori dalla tasca dei miei pantaloni e guardai chi potesse essere.

"Ehy Red, sono Elio.

Ricordati di salvare il mio numero. Ti volevo solamente scrivere questo. Non ti voglio disturbare, buona notte."

Sorrisi, leggendo mentalmente quel messaggio. <<Per essere un'alfa, sei davvero troppo tranquillo...>> mormorai, iniziando a scrivere qualcosa in risposta.

"Sei sicuro che non mi devi dire nient'altro? Hai ancora qualche minuto prima che io mi metta a fare i compiti e spegnere il cellulare. Ti sto avvisando."

Non appena inviai il messaggio, Elio visualizzò quasi subito.

"In realtà, volevo assicurarmi anche che tu fossi tornato a casa, sano e salvo."

"Perchè ti preoccupi tanto? Guarda che ce l'ho già una madre, mi basta e avanza."

"Magari posso essere il tuo fratello maggiore, allora?"

Risi leggermente, leggendo quel messaggio.

"Mi basta che tu faccia l'amico. Buona notte, Elio."

"D'accordo... buona notte, Red. A domani."

Riguardai la nostra chat per qualche secondo, poi misi in silenzioso il cellulare, appoggiandolo sulla mia scrivania.

LA LEGGENDA DELLA VOLPE BIANCA // OMEGAVERSE - BL STORYUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum