𝙁𝙊𝙇𝙇𝙊𝙒 𝙔𝙊𝙐𝙍 𝙃𝙀𝘼�...

By ElisaLiburdi

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[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] ⛔18+ Jimin si è trasferito in Giappone dopo la profonda ferita amorosa inferta da Min Yoon... More

❣PRESENTAZIONE❣
TRAILER
DISCLAIMER
❣ PROLOGO
1- «Il suo profumo»
2- «Niente ma, pulcino»
3- «Devo riempirti di bacini»
4- «Pel di carota»
5- «Facciamo la doccia insieme»
6- «Per scappare da te»
7- «Dovresti guardarti, sei favoloso»
8- «Ciao, principessa»
9- «Hai detto, avvocato Min?»
10- «Stai mentendo»
11- «Sono uno sciocco, vero?»
12- «Una famiglia con lei e con te»
14- «I vostri mondi sono così lontani»
15- «Non mi schiodi dal letto»
16- «Fantastico ai limiti dell'assurdo»
17- «Ti ha rifiutato?»
18- «Solo un secondo di più»
19- «È così ingiusto»
20- «L'ultima chance»
21- «A tutti i costi?»
22- «Che essere insulso»
23- «Ma è la realtà delle cose»
24- «È bello vederti»
25- «Papà! Jimin!»
26-EPILOGO

13- «Sono di pizzo»

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By ElisaLiburdi

Era bello restare al caldo sotto le coperte. Il profumo delle lenzuola fresche di bucano. La morbidezza del materasso, del cuscino. L'odore di Hoseok, così familiare e piacevole che gli inondava le narici e lo faceva sentire protetto. La prima cosa che Jimin vide quella mattina al suo risveglio, fu un Hoseok raggiante che entrava con sicurezza dalla porta di camera sua. Poi abbassò lo sguardo verso quel che trasportava e si chiese se ci fosse in qualche modo la possibilità che la giornata potesse incominciare in modo ancor migliore: Hoseok manteneva stretto tra le mani un vassoio in legno con sopra una tazza di cappuccino, un cornetto ed un fiore: una margherita con precisione.
Cavolo, nessuno avrebbe potuto battere Hoseok, no mai più. Jimin ne era convinto.

«Buongiorno, pulcino» il ragazzo si sedette lì, sul bordo del letto, aspettando che Jimin pian piano si tirasse su e così fece ma con occhi e bocca sgranati dalla sorpresa. Non poteva crederci, nessuno lo aveva mai fatto per lui e wow, il cornetto era appena stato sfornato «Giorno anche a te. Ma questo-»

«Colazione a letto!» esclamò Hoseok, fiero di quel che era riuscito a preparare. Appoggiò quel vassoio -che si rivelò essere un piccolo tavolino con le gambe piegabili- sul letto, poi prese il tovagliolo di stoffa e lo aprì porgendolo a Jimin. 

Intanto lui pensava ancora di star sognando ed un «Wow» scappò dalla sua bocca.

Hoseok ridacchiò divertito «Sembri sorpreso»

E subito l'altro annuì frenetico, poggiandosi una mano sul cuore per dimostrare la sua sincerità «Sono sorpreso, sono estasiato»

«Se ti piace così tanto potrei farlo ogni mattina» gli disse Hoseok accompagnando la frase con un giocoso occhiolino ma Jimin si sbrigò a scuotere le mani davanti a sé «Oh mio Dio, no, Hobi non ti obbligherei a- non sei il mio schiavo» ma  l'espressione che mise su, fece così tanto tenerezza a Hoseok che il ragazzo non si trattenne dallo scompigliargli i capelli, già di per sé scapigliati «Scherzi? Io lo faccio con piacere»

Il sorriso che Jimin gli regalò fu impagabile. L'osservò prendere la brioche, portarla sotto il naso, deliziarsi con l'odore e la sua pancia brontolò teneramente «Mangi insieme a me?» gli chiese Jimin che prima di addentare il cornetto, volle sapere se all'altro andasse di condividerlo con lui.

Ma Hoseok gli lasciò il via libera «Ho già fatto. Adesso tu pensa a caricarti perché oggi hai un bel lavoro da portare a termine» 

Jimin annuì, diede un grande morso e sentì poco a poco la sua fame acquietarsi «Ovvero?»

«Mi ha contattato un'azienda importante» gli spiegò Hoseok, giocarellando con la margherita, faceva scorrere lo stelo fra le sue dita e poi solleticava giocosamente la punta del nasino di Jimin «Vogliono te come modello. Dovrai posare in intimo»

Fu ovvio come quella frase fece scattare la curiosità in Jimin che allora volle saperne di più «È interessante. Hai delle foto?»

«Oh, sì» rispose Hoseok, lanciando il fiore sul vassoio e recuperando il proprio telefono dalla tasca «Dammi due secondi che le cerco» e mentre lui scorreva gli occhi tra le tante foto del rullino, Jimin allungava gli occhi curioso per tentare di sbirciare «Eccole, esattamente ciò che dovrai mettere»

Hoseok girò il cellulare nella direzione dell'altro. Jimin in quell'esatto istante tentò di ingoiare il boccone, ma quando i suoi occhi intercettarono la foto di quell'indumento per poco non si strozzò «M-ma queste sono da donna!?»

Hoseok non capì dal suo tono di voce se quella fosse una domanda o un'affermazione. Semplicemente scrollò le spalle, non sapendo bene che dirgli, così semplicemente gli riferì le parole dell'agenzia «Mi hanno detto che sono unisex»

«Esistono mutande unisex??» domandò ancor più scioccato Jimin.

«A quanto pare» mormorò Hoseok, riosservando per un secondo la foto e poi bloccando il cellulare per rimetterlo apposto. 

Sulla fronte di Jimin si erano appena create tante piccole piegoline, aveva le sopracciglia alzate e gli occhi spalancati, come se stesse pensando a qualcosa che non gli piaceva per niente «Okay, bell'innovazione ma quelle sono palesemente da donna» guardò verso il basso, tra le sue gambe, Hoseok seguì il suo sguardo e poi risalì «i-il mio...amico, non ci entrerà mai lì e poi...»

«E poi?» lo incalzò Hoseok che nel mentre sì, aveva realizzato quale tipo di scena si sarebbe potuto ritrovare di fronte da lì a qualche ora e la sua mente si illuminò con un'immagine pazzesca. Perché diavolo non ci aveva riflettuto prima??

A quel punto osservò meglio Jimin e notò del rossore sulle sue guance «Sono di pizzo, è tipo...vedo, non vedo»

Hoseok si rilassò, afferrò la mano di Jimin che stringeva il cornetto per aria e glielo avvicinò alle labbra per indurlo a mangiare e di conseguenza a calmarsi «Fidati, ci entrerà e ti staranno pure bene»

«Tu credi?» gli chiese a voce più bassa Jimin, dando un nuovo morso e ricevendo un sorriso rassicurante.

«Pulcino, su di te sta bene anche un sacco dell'immondizia»

Ma Jimin storse il naso «Non so se vorrei indossarne uno» rifletté a voce alta ma Hoseok notò che si stesse facendo tardi, così scattò all'in piedi, stirò i propri pantaloni e lo avvisò «In ogni caso, alle nove dobbiamo essere in studio. Io incomincio a prepararmi» si abbassò però in avanti e gli lasciò un bacio sulla fronte «Tu fai con calma»

Dopo essere arrivato in studio, dopo aver visto quelle dannate mutandine piccole, aderenti e mezze trasparenti, dopo aver preso una boccata d'aria bella grande, le indossò. Si era messo in testa che era per lavoro, che avrebbe dovuto farlo, che ci sarebbe stato Hoseok a supportarlo. Così si era fatto coraggio, aveva messo in mostra quella sua solita sfrontatezza ed aveva iniziato ad essere invaso dai flash della macchina fotografica.

Ma accadde esattamente l'ultima cosa che Jimin avrebbe voluto: Yoongi.
Perché diavolo Yoongi era lì?

Ansia. Jimin provava ansia. E come avrebbe potuto non provarla quando Yoongi se ne stava lì, in piedi, appoggiato con una spalla al muro, le braccia incrociate al petto e lo sguardo bruciante su di lui?

Quelle due ore, fermo sul set, furono interminabili.

No, non avrebbe potuto continuare così ancora per molto, era da pazzi, era uno stress su tutti i fronti. Percepiva un fremito nello stomaco, un calore nascente che incrementava ogni volta che i loro sguardi si incrociavano nuovamente ed il cuore accelerare i suoi battiti a dismisura.
Diamine non ce la faceva più, sentiva quasi il respiro mancargli. Attacco di panico? No, non poteva definirlo così. Era più...un attacco di cuore.

«Okay, abbiamo finito! Ottimo lavoro!»

Hoseok non fece nemmeno in tempo a pronunciare quella frase, che Jimin scattò all'in piedi, recuperò la vestaglia per coprirsi un minimo e si avvicinò ad Hoseok per chiedergli se avessero veramente finito e potesse cambiarsi. E la risposta che ottenne lo rese immediatamente felice «Dai pulcino, vai a metterti qualcosa di caldo» e così si fiondò in camerino, non ci mise neanche due secondi ad arrivare, avrebbe voluto mettersi mille vestiti addosso. Però poi successe una cosa. Si bloccò di fronte lo specchio ed osservò il proprio viso. Era rosso. Lì si domandò per quale motivo lo fosse. Imbarazzo? Vergogna? Eccitazione?

La vestaglia scivolò piano dalle sue spalle, lasciandole scoperte e aprendosi per far vedere il suo corpo. Non capiva. Stava scappando. Stava scappando dallo sguardo di Yoongi. Ma perché? Non poteva essere vergogna o dello stupido imbarazzo, non con lui che conosceva il suo corpo nudo perfettamente. E allora cos'era?

Continuò ad osservarsi così attentamente che non si accorse della porta che si spalancò alle sue spalle. Solo quando accanto al suo riflesso si interpose quello dell'avvocato, Jimin sussultò ed i suoi occhi si ancorarono alla sua figura ma non si girò. Non subito «Yoongi»

Lui notò come Jimin avesse sgranato gli occhi, come si fosse coperto un po' di più. Non era andato lì per fare casino, sinceramente non sapeva bene cosa ce lo avesse portato «Non spaventarti, non ho nessuna strana intenzione»

Jimin allora si voltò, lo guardò cercando di decifrare il suo volto, quella sua postura incerta, quel suo contrastare i propri occhi che tendevano a scendere sul corpo di Jimin ma che invece cercava di mantenere fissi sul suo volto. Che non lo volesse far sentire a disagio? «O-okay e allora cosa fai qui?»

Bella domanda, gli avrebbe voluto rispondere Yoongi. Che diavolo ci faceva lì? Sapeva solo che lo aveva seguito d'istinto e che dopo la sera precedente, dopo quel bacio, dopo la sua pazza proposta...non riusciva più a star tranquillo. Voleva come accertarsi che per Jimin fosse tutto okay «Ho- ho avuto una stupida idea, scusami, vado subito via»

«No, Yoon, aspetta» lo fermò Jimin, alzando appena la voce e le gambe di Yoongi si immobilizzarono «Dimmelo»

«Non ne vale la pena»

«Ma io voglio saperlo» insistette Jimin ed il suo petto si alzò colmo d'aria quando in Yoongi vide per un attimo lo stesso sguardo che ricevette durante il servizio fotografico.

«Eri bello sul set» mormorò Yoongi e puntò gli occhi al cielo, scuotendo la testa per essere così stupido «Sei bello così. In realtà sei bello sempre» poi sospirò pesantemente, passandosi una mano sul volto, chiedendosi il perché avesse dovuto rovinate tutto «Sì lo so, te lo avevo detto che era un pensiero stupido» un pensiero stupido che aveva appena mostrato a Jimin una cosa: il desiderio.
E cavolo, in quel momento capì. Jimin non aveva provato vergogna o imbarazzo, piuttosto si era sentito desiderato.

E avrebbe voluto scappare dal set, solo perché esposto fin troppo al pubblico, ma non si sarebbe sottratto agli occhi di Yoongi. Un Yoongi che però nel frattempo era divorato dai sensi di colpa «Dovremmo-» poi si corresse «dovrei mantenere un atteggiamento professionale qui, scusa veramente»

Yoongi si girò, aprì la porta, intenzionato ad uscire da lì e quando fu sul corridoio e Jimin stette per chiamarlo «Yoon-»

La sua voce decadde. Hoseok entrò in scena. Forse nel momento giusto o in quello più sbagliato possibile. Jimin sapeva perfettamente che se Hoseok non fosse apparso, avrebbe tirato lì dentro Yoongi e solo Dio avrebbe saputo cosa sarebbe successo «Tutto okay, qui?»

Hoseok osservò stranito prima Yoongi che annuì silenzioso e poi Jimin che batté le palpebre per staccarsi dai suoi pensieri e ricollegarsi alla realtà «Sì, sto per cambiarmi»

«Perfetto, così andiamo a casa»

Jimin aveva curiosamente letto su internet un articolo sul come scaricare lo stress. Se avesse potuto funzionare non lo sapeva, ma cosa avrebbe perso nel tentare? Così escluse le prime opzioni, o meglio le più adrenaliniche: montagne russe, bungee jumping; cavolo no, non facevano affatto per lui. Valutò molto attentamente la possibilità di recarsi in quel posto con diverse stanze insonorizzate dove puoi spaccare piatti, bicchieri, qualsiasi cosa che ti capiti sotto mano. Però avrebbe speso troppi soldi e...non voleva rifugiarsi nella violenza per scaricarsi. Rimaneva così la pasticceria e sembrava la cosa più logica, sperando solo di non dar fuoco alla loro casa. Prima di tornare, aveva convinto Hoseok a passare dal supermercato e si era munito del necessario.

Doveva ammetterlo, non era facile, guardare quei video spiegazioni non rendeva il giusto grado di difficoltà. Però hey, ecco il suo obiettivo portato a casa. Okay, aveva combinato un disastro in giro, ma aveva anche già sistemato e lavato tutto, il ciambellone era in forno, lui aspettava che si finisse di cucinare. Se si sentisse meno stressato? No.

Forse era ancora più stanco ma non meno stressato. Non aveva funzionato affatto però sperò solo di averci guadagnato un qualcosa da mettere sotto i denti. Il profumo non era affatto male. Sì, si stava viziando un po' in quel periodo, ma non gliene sarebbe potuto fregar di meno. Si vive per mangiare. 

Così si piazzò di fronte il forno, lanciò un'occhiata al timer e constatò che mancasse meno di un minuto. Proprio mentre si munì dei guantoni per sfornare la teglia bollente, si presentò Hoseok, fresco di doccia, lì su da lui. Il profumo del dolce si era sparso per tutta la casa e lui lo seguì come un cane segugio. Eppure lo lasciò abbastanza di stucco trovare Jimin in cucina, lui che non riusciva o meglio, non aveva voglia neanche di prepararsi un po' di pasta «Come mai oggi ti sei dato alla cucina?»

Jimin posò il dolce bollente sui fornelli, aspettando che si raffreddasse un minimo per sformarlo «Perché voglio sperimentare» rispose sorridendo soddisfatto nel vedere che avesse una bella forma, un bel colore, non fosse bruciato ma infinitamente appetitoso.

«Sto notando, è un buon profumino» commentò Hoseok, sporgendosi oltre la spalla del più piccolo per osservare la scena e rubandogli nel mentre un bacio sulla guancia. Jimin sorrise teneramente «Ho trovato la ricetta di questo dolce alle gocce di cioccolato che mi ha fatto venire voglia di farlo»

«Ed allora eccolo qua» affermò Hoseok, sfiorando i fianchi dell'altro, per poi afferrarli e ottenere il contatto desiderato «Sembra delizioso» aggiunse ma ormai i suoi occhi non puntavano più lì, piuttosto su Jimin.

«Sì, eccolo qua» rispose tutto entusiasta l'altro, sfilandosi e guantoni e lasciandoli da parte «Dobbiamo aspettare per assaggiarlo, deve raffreddarsi» lo ammonì, non volendo che Hoseok si ustionasse. Si girò poi, ritrovandosi di fronte quel ragazzo e restando intrappolato tra le sue braccia.

Lo trovò lì, a guardarlo, con un sorriso spiaccicato in volto. E come contagiato successe che la stessa espressione si palesò su Jimin che d'istinto si aggrappò alle spalle dell'altro «Che c'è?» gli chiese divertito, vedendo come l'altro non stesse spiaccicando parola.

Ed Hoseok inumidì le proprie labbra prima di parlare, riportando gli occhi in quelli di Jimin «Oggi eri bellissimo. Sapevo che lo saresti stato»

E magicamente il sorriso di Jimin scemò pian piano, per lasciare libero un fievole imbarazzo ormai tipico con quelle sue guance che divenivano rosse al minimo complimento di Hoseok «Oh guarda» scosse la testa Jimin indicandosi il volto «guarda che combini» non avrebbe potuto nascondersi, non quando era dentro quella situazione fino al collo.

«Ho sempre voluto un super potere» asserì Hoseok, facendo finta di vantarsi per alleggerire la situazione e mettere più a suo agio Jimin, che allora gli puntò un dito sul petto avvertendolo «Rivaluta i tuoi desideri»

«Okay, dammi due secondi» si mise lì a pensare Hoseok.

Jimin sgranò gli occhi divertito e sbuffò una risata «Lo farai adesso?»

Hoseok annuì, chiuse gli occhi, corrucciò la fronte «Sì, aspetta, fammi concentrare. Ce l'ho!» si aprì poi, come se avesse ricevuto l'illuminazione.

«Dimmi» lo incitò Jimin, trattenendosi dallo scoppiare a ridere. Risata che si trasformò in respiro mozzato quando Hoseok afferrò il fiocco del grembiule indossato da Jimin e lo tirò, sciogliendolo e facendo cadere il tutto a terra.

«Voglio te» affermò con sicurezza, con una disinvoltura strana su Hoseok. Non si era mai spinto così tanto apertamente nel confessargli qualcosa del genere. Fino a quel momento era sempre stato Jimin a prendere l'iniziativa con Hoseok, ma vedere lui fare quel passo avanti era inaspettato.

Così tanto inaspettato che Jimin non recepì fin dall'inizio quell'informazione ed anche -forse- stupidamente gli chiese «Me?»

Un angolo della bocca di Hoseok, virò verso l'alto, come se Jimin fosse un peso piuma, lo tirò su, sollevandolo per aria e facendogli capire di legare le gambe attorno a lui per reggersi «Che ne pensi di un po' di coccole?» gli chiese facendo scivolare le mani al di sotto dei suoi glutei.

Jimin percepì il proprio cuore accelerare, intrecciò le mani con le ciocche dei capelli di Hoseok e si abbassò intercettando le sue labbra per un semplice bacio a stampo «Mi piacerebbe. Mi piacerebbe molto»

Jimin non capì neanche come, ma in meno di qualche secondo si ritrovò sopra il proprio letto, buttato come un sacco di patate con Hoseok a sovrastarlo. Bene, lo stava per realizzare, quel che Hoseok intendeva con coccole, erano molto più di piccoli baci e abbracci dati come amorevoli carezze. E lo capì ancor meglio quando il suo petto prese ad alzarsi freneticamente sentendo la saliva di Hoseok intrecciarsi con la sua. Jimin deglutì fortemente appena il contatto venne per un attimo meno, cercò di riprendere fiato ma Hoseok sembrava essere partito in pieno, con un impeto molto strano, non da lui e Jimin poi chiuse improvvisamente gli occhi sentendo subito dopo le labbra dell'altro poggiarsi sulle sue. Le mani di Hoseok scesero verso i pantaloncini di Jimin e nemmeno li intercettò, tentò di tirarli via.

No, okay, Jimin voleva farlo, voleva avere quei momenti più intimi con Hoseok ma non capiva cosa stesse succedendo. Così lo tirò via, guardandolo confuso «Aspetta, Hobi, che ti prende??» lo fissò chiedendo spiegazioni, perché ce ne volevano, sembrava che l'altro volesse andare solo dritto al punto ma non era da Hoseok, non sembrava lui «Che diavolo stai combinando?»

«Non ho niente» rispose frettolosamente Hoseok, tentando di riabbassarsi per baciarlo nuovamente ma Jimin velocemente lo schivò, perché quel discorso non sarebbe dovuto finire lì, assolutamente no.

«Hobi, non sei tu» gli disse «Solitamente sei dolce, sei premuroso, fai le cose con calma...ma questo, è strano» 

Ed il verso di frustrazione che si liberò da Hoseok che fece cadere la testa contro la spalla di Jimin, esplicitò che qualcosa non andasse «Scusa» mormorò, rendendosi conto di quel che stava facendo «Scusa io- perdonami»

«Parlami, ti prego, non allontanarti» sussurrò Jimin facendogli alzare il capo per guardarlo meglio e quel che incontrò furono degli occhi che non sorridevano come sempre.

«Sinceramente? Mi dà fastidio il fatto che Yoongi ti giri attorno» affermò. Non voleva far sentire Jimin in colpa, farlo preoccupare, ma quando quello stesso pomeriggio li aveva visti insieme dentro il camerino, qualcosa nella sua mente era scattato e gli aveva fatto capire che qualcosa non stesse più funzionando. Che Yoongi con il suo arrivo avesse rotto degli equilibri era certo «È come se all'improvviso avessi paura di perderti. Poi, cavolo, adesso che ti stavo conquistando» cercò di sdrammatizzare con un sorriso alla fine, sorriso che non fu poi molto convincente.

Jimin gli strinse il volto tra le mani, come per rassicurarlo «Hey» lo richiamò. Hoseok lo guardò, mettendo su un tenero broncio «Non devi preoccuparti, Yoongi è nel passato» ma quell'affermazione non suonò per niente vera né a Jimin né a Hoseok «Ed io ho bisogno di te. Ho bisogno di te perché mi fai star bene, mi liberi la mente dai pensieri, dalle angosce. Sei la mia medicina»

E quella frase fece inaspettatamente tornare il sorriso di Hoseok «Veramente?» 

«Sì, veramente» rimarcò Jimin, aggiungendo poi un «Voglio che mi baci nuovamente, ma come fai di solito, con la tua dolcezza» e chi era Hoseok per negarglielo?

Così si abbassò, fece sfiorare le loro labbra e gli donò un semplice bacio a stampo. Niente di complesso, tutto lineare, semplice, pulito, così come era Hoseok. Jimin rimase a guardarlo con gli occhi socchiusi, aveva voglia di sorridere ma nel mentre sentì nascere in sé un forte calore «Permetti a me questa volta di farti stare bene» gli disse allora Hoseok, staccandosi appena di un millimetro. Incastonò le loro iridi «Lo vorrei così tanto»

Jimin deglutì pesantemente, con il cuore in gola ed annuì piano. Forse fu un pensiero egoistico in quel momento ma pensò che quello potesse essere il metodo perfetto per eliminare il proprio stress. Non era giusto pensarlo, non lo era quando stava per condividere quella cosa con Hoseok ma mentalmente si appuntò la scusante che lo giustificava: era il periodo che non andava, prima o poi ci sarebbe stato veramente con la testa per dedicarsi completamente ad Hoseok.

«Qualsiasi cosa tu voglia» disse all'improvviso Jimin, perché ne aveva bisogno così disperatamente di staccare quella sua dannata mente «Fammi qualsiasi cosa tu voglia» e le dita di Hoseok ebbero un fremito a quelle parole, si accartocciarono sui fianchi dell'altro e li strinsero. Voleva sentire la sua pelle, voleva sfiorarlo, vedere quanto fosse sensibile. Così arricciò le dita sotto il lembo dell'elastico del pantaloncino di Jimin e sapeva che lui fosse cosciente di cosa gli stesse passando per la testa. Non sembrò opporsi e Hoseok si caricò di coraggio per chiederlo «Posso levarli?» gli chiese.

Jimin non ci pensò neanche su «Sì, ti prego, levali» asserì allora e non si perse assolutamente il sorrisetto di Hoseok nascere su quel dannato e magnifico volto. Jimin alzò il bacino e sentì Hoseok premere verso il basso, facendolo rimanere a bocca aperta, sfilandogli tutto, lasciandolo totalmente nudo e l'aria fresca lo avvolse. 

Le mani di Hoseok scivolarono sulle sue cosce, gliele fece alzare e le tenne su, abbassandosi a lasciare piccoli e lenti baci nella parte più interna e cavolo, Jimin si sentì bruciare, pensò stupidamente che gli sarebbe potuto restare il segno dell'ustione. Hoseok gli disse di puntare il piede sul materasso, così che lui si potesse fare spazio tra le sue gambe. I baci si spostarono verso l'inguine, ostentarono in quella zona, risucchiando appena la pelle sensibile e quando Hoseok virò il volto verso il sesso eretto di Jimin e lasciò su di esso il segno delle proprie labbra, Jimin buttò la testa sul materasso.

«Così carino» commentò Hoseok e Jimin non seppe bene se si stesse riferendo a lui o al suo amichetto, ma al diavolo, non gli importava, la cosa più estasiante era il sentire la propria mente annullarsi pian piano, più la lingua di Hoseok scivolava sulla sua lunghezza, più lui sospirava incantato. 

Hoseok portò lì anche una sua mano, roteò il polso, aumentò la presa e la bocca di Jimin si schiude rilasciando suoni poco casti. Hoseok lo osservò, lo guardava; era lì Jimin, ad occhi chiusi, gli piaceva ciò che gli stava facendo, sembrava ammaliato, in balia di un'onda di piacere. Hoseok si sentì potente, così tanto di poterlo far sciogliere tra le sue mani che si abbassò nuovamente, appoggiò le sue labbra su quell'asta e Jimin fremette.
Fece sgattaiolare fuori la sua lingua, la fece scivolare su tutta la lunghezza, prima di inglobare la punta. Jimin gemette ad alta voce e Hoseok si staccò producendo un sonoro boop. Si riabbassò poi, lo riprese in bocca, la lingua roteò attorno alla cappella e poi andò più giù, percependo la gola solleticata.

Jimin alzò istintivamente le mani, portandole tra i capelli di Hoseok, li avvolse, li annodò ma Hoseok afferrò con la mano libera entrambi i suoi polsi con maestria, li strinse insieme e glieli bloccò sopra l'addome.

Jimin piagnucolò, si lamentò, si dimenò. Piccole gocce di sudore di formarono sulla sua fronte ed il suo petto prese ad alzarsi e abbassarsi sempre più velocemente. Le punte dei suoi piedi si arricciarono e le sue gambe entrarono in tensione.

La testa di Hoseok scese nuovamente e risalì, poi riscese e salì. La sua mano lo accompagnò in quei gesti e lanciò velocemente un'occhiata a Jimin, rimasto lì con la testa buttata all'indietro, la bocca spalancata ed il respiro divenuto ormai pesante e unito con lunghi ansimi di piacere. 
Quando percepì che fosse completamente in tensione il suo corpo, lasciò spazio alla sua sola mano, staccandosi portandosi verso l'interno coscia di Jimin e riempendolo nuovamente di baci.

«H-hobi» gemette Jimin, come per avvisarlo che fosse al limite «Hobi, ti prego» ed allora Hoseok aumentò ancor più la velocità, roteò il polso, lo girò sulla punta, premette appena di più e con un lungo sospiro Jimin si lasciò definitivamente andare, sporcando la propria maglietta e la mano di Hoseok che lo accompagnò fino a fine orgasmo.

Jimin aprì finalmente gli occhi e trovò Hoseok lì, sorridente, piuttosto soddisfatto ad ammirarlo dall'alto. Le sue gambe ricaddero esauste sul materasso ed il suo respiro incominciò a regolarsi nuovamente. Si sentiva meglio, oh decisamente sì.

Hoseok si allungò, gli lasciò un bacio sulle labbra e poi gli disse come se niente fosse «Vediamo se il dolce si è raffreddato?»


Angolo della parlantina:

Ultimamente vengono fuori capitoli più lunghi del solito e adesso capisco il perché io sia sempre in ritardo sulla tabella di marcia TT 

Volevo innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno commentato nello scorso capitolo! Non ho risposto ad uno per uno per il semplice motivo che ho provato ma continuavo a fare spoiler nelle risposte ed allora ho preferito lasciar stare, anyway sappiate che è stato bellissimo leggere i vostri pensieri

Vi dirò allora qui ciò che penso io senza fare nomi ma penso che capirete in ogni caso: per me è piuttosto chiara la direzione in cui andrà Jimin. Un nome continua a fluttuargli nella testa e ciò si vedrà soprattutto nel prossimo capitolo, mentre si (quasi) obbliga ad andare dalla parte opposta, a provare dei sentimenti per un'altra persona, usare quella persona per dimenticare quella che ha in testa. Ho detto troppo? Ho detto troppo.

Ah, preparatevi ad una bella conversazione tra Yoongi ed Hoseok, perché sì ignorare la situazione ma fino ad un certo punto.

Ci sentiamo settimana prossima!

ILY_Ely ♥



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