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By ElisaLiburdi

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[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] ⛔18+ Jimin si è trasferito in Giappone dopo la profonda ferita amorosa inferta da Min Yoon... More

❣PRESENTAZIONE❣
TRAILER
DISCLAIMER
❣ PROLOGO
1- «Il suo profumo»
2- «Niente ma, pulcino»
3- «Devo riempirti di bacini»
4- «Pel di carota»
5- «Facciamo la doccia insieme»
6- «Per scappare da te»
7- «Dovresti guardarti, sei favoloso»
9- «Hai detto, avvocato Min?»
10- «Stai mentendo»
11- «Sono uno sciocco, vero?»
12- «Una famiglia con lei e con te»
13- «Sono di pizzo»
14- «I vostri mondi sono così lontani»
15- «Non mi schiodi dal letto»
16- «Fantastico ai limiti dell'assurdo»
17- «Ti ha rifiutato?»
18- «Solo un secondo di più»
19- «È così ingiusto»
20- «L'ultima chance»
21- «A tutti i costi?»
22- «Che essere insulso»
23- «Ma è la realtà delle cose»
24- «È bello vederti»
25- «Papà! Jimin!»
26-EPILOGO

8- «Ciao, principessa»

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By ElisaLiburdi

Elizabeth, con la sua bambola preferita stretta tra le braccia, si affacciò dalla porta della camera da letto di suo padre. Con i suoi grandi occhioni dallo stampo occidentale presi da sua madre, lo guardò curiosa. Lei sarebbe dovuta partire tra non molto con la sua mamma e le sue sorellastre, ma non capiva perché anche suo papà stesse preparando il necessario per partire «Papà, perché fai le valigie?»

Yoongi si voltò a guardarla e appurato che fosse lei, le riservò un dolce sorriso «Hey, piccola. Vado in Giappone per lavoro» le disse fomentato dal voler finire il prima possibile quel bagaglio e poter volare via.

«Per tanto tempo?» gli chiese Elizabeth ma Yoongi scosse la testa rassicurandola «Certo che no, giusto qualche settimana, prima che tu possa tornare, io sarò di nuovo qui»

«Beh, lo spero» la voce della sua ex moglie si mise in mezzo nel discorso. Ovviamente. Sempre con quella sottile acidità di base e con quello spillo nel tono pronto per aprire una nuova discussione.

«Sei arrivata» notò Yoongi che già stava aspettando il suo arrivo per prendere la bambina da più di due ore.

«Partiremo presto» le rispose lei, scrutando con finto disinteresse cosa l'altro stesse facendo. Yoongi era sicuro che la sua ex moglie avrebbe ben volentieri aperto bocca per criticarlo sul modo di piegare i vestiti e sistemarli. Ma si dà il caso che Yoongi fosse diventato un maestro in ciò.

«La valigia di Elizabeth è pronta. È di là» l'avvertì e lei che per forza aveva bisogno di un capo espiatorio per far finta di essere stata accusata di qualsiasi cosa, gli rispose «Sì, ho visto, non sono stupida»

Yoongi si fermò nei suoi movimenti, le lanciò un'occhiata stranita «Non intendevo quello, dai Victoria, lo sai»

«Non girare gli occhi al cielo mentre stiamo parlando, sai bene quanto mi dia fastidio» gli puntò un dito contro lei ed okay, Yoongi aveva affrontato tante sessioni televisive di yoga per affrontare certi momenti. Respirare. Era quella la soluzione e lasciar stare qualsiasi voglia di tirar su una qualsiasi battaglia per difendere il proprio orgoglio «Scusa, okay? Per favore, lasciami preparare il necessario, ho un volo tra poche ore.»

«Beh, anche noi, ci stai solo facendo perdere tempo» non risponderle male, si impose Yoongi. Non farlo, non ne vale la pena, continuò a ripetersi mentalmente.

«Mandami un messaggio quando sarete atterrati» guardò più che altro sua figlia, affidandosi a lei, molto più attendibile.

«Mhh» ed infatti ecco la risposta molto distratta della sua ex moglie.
Yoongi la fissò immediatamente «Ti prego, Victoria, ricordati o resterò in ansia tutto il tempo»

«Sì, va bene» lo liquidò velocemente con un gesto, prendendo sua figlia per mano «Dai, Elizabeth, andiamo...siamo già in ritardo» incominciando a tirarla verso la porta. Ma la bambina si ribellò, scappando alla presa e correndo verso Yoongi.

Lui non appena la vide si piegò verso il basso ed Elizabeth lo abbracciò con quelle sue piccole braccia «Ciao, papà»

Yoongi le lasciò un bacio tra i capelli, sorridendo felice «Ciao, principessa»

«È gradevolmente fresca l'aria questa sera» Jimin ed Hoseok, dopo cena, decisero di uscire fuori in giardino. Un'altra stancante giornata di lavoro era volata e l'unica voglia che possedevano, era quella di rilassarsi.

«Sì, è così bella» Jimin saltellò tra l'erba fresca e tagliata corta come nei giardini inglesi «E questo dondolo è fenomenale» si buttò su di esso, facendolo scorrere all'indietro per poi riscendere in avanti. Hoseok sorrise divertito, bloccando appena la sua corsa per potersi accomodare anche lui «Ti sono sempre piaciuti» osservò perso nei ricordi di loro bambini.

«Sì, tanto e poi qui è tutto così...magico» Jimin rilasciò quell'ultima parola con un lungo sospiro di piacere, stringendosi appena di più in quel grande giacchetto di filo, largo tre volte lui, ma che lo difendeva dal venticello.

Hoseok lo fissò stupito. Era strano, forse Jimin stava cambiando, crescendo. Un tempo tutto ciò non gli avrebbe fatto nessun effetto, probabilmente neanche sarebbe rimasto lì...andare in giro per locali e discoteche, sì avrebbe certamente fatto quello «Davvero?»

Jimin annuì con sincerità, facendo sì che le ciabatte gli si sfilassero cadendo a terra per poter intrecciare le gambe sul dondolo «Come potrebbe non esserlo? Il giardino zen, il rumore dell'acqua così rilassante, le stelle nel cielo, non pensavo si potessero vedere da qui» puntò il naso all'in su e Hoseok giurò di aver visto quegli astri luminosi incastonati nelle iridi dell'altro «Sto incominciando a pensare che forse non mi dispiacerebbe rimanere per un po' di tempo»

«Sul serio?» Hoseok non aspettò neanche un secondo per porgli quella domanda, sobbalzò dal batticuore nel sapere che Jimin avrebbe voluto restare per molto di più di qualche mese e diamine, lo avrebbe reso così felice «Sarebbe magnifico» ma cercò al tempo stesso di non fasciarsi la testa troppo presto, sapeva che Jimin non avesse preso quella decisione solo grazie al piccolo laghetto artificiale installato in giardino insomma «Però...»

«Cosa?» gli chiese Jimin girandosi verso di lui. Hoseok lo guardò, gli sorrise, non si trattenne dall'allungare una mano verso la spalla dell'altro e tirar su il maglioncino sceso. Non voleva prendesse freddo.

«Non voglio che tu ti senta in obbligo di qualcosa nei miei confronti oppure che tu faccia questo per scappare da quella persona di cui non vuoi parlarmi» sottolineò. Non avrebbe voluto essere brutale o troppo diretto ma era importante parlare di certe cose.

«No, io-» Jimin venne preso alla sprovvista per un attimo. Abbassò il capo, riflettendo «Sto solo cercando il mio equilibrio» poi lo rialzò ed incrociò gli occhi di Hoseok, sembravano vogliosi di sapere e lo erano sul serio. Abitando lontani, anche tra migliori amici, dei particolari delle loro vite venivano tralasciati. Ma adesso, essendo tornati insieme, avrebbero potuto rimettersi in pari e Hoseok non aspettava altro «Non ho mai saputo cosa fare di preciso, vago senza meta.»

«Ma non è vero» scosse la testa Hoseok, tentando di rassicurarlo. Ma Jimin, lui continuò con il suo ragionamento basato semplicemente su dei fatti e si sa, quelli non sbagliano mai «Sì che lo è. Ho avuto sempre una vita allo sbando. Mi sono diplomato per il rotto della cuffia, l'università...cavolo, lasciamola stare, l'ho odiata con tutto me stesso» l'espressione di disgusto con un pizzico di terrore apparve sul suo volto. 

«Il fatto che tu non sia portato per lo studio non vuole assolutamente dire che tu non sia una persona valida» asserì Hoseok, guardandolo quasi a mo' di rimprovero, non gli piaceva per niente quando Jimin tendeva a sottovalutarsi così tanto.

«Posso anche accettare questo ragionamento, ma dopo? Cosa mi rimane?» gli chiese gesticolando freneticamente in aria «Negli ultimi quattro anni ho accettato qualsiasi lavoro mi capitasse tra le mani e quello che ho guadagnato l'ho speso in feste e festicciole, tutto all'insegna del divertimento» fece una pausa, recuperando il respiro perduto, rivolgendosi direttamente all'altro «Poi ti guardo e mi dico: cavolo Jimin, che diavolo stai combinando? Lui si sta costruendo la vita che ha sempre voluto, sta realizzando il suo sogno. Tu invece? Ti ubriachi, vai a letto con il primo che capita e cerchi di rattoppare un cuore già di per sé mal funzionante.»

Hoseok restò ad ascoltarlo in silenzio, tutto il tempo. Capì tante cose con solo poche frasi appena pronunciate. Era tutto imperniato su quella dannata persona che aveva fatto soffrire Jimin più di ogni altra cosa al mondo. Gli aveva cambiato la vita, quello era certo. Ma non seppe bene se in meglio o peggio. Che lo avesse allontanato dalla frivolezza mondana era okay, ma Jimin se ne era distaccato anche fin troppo, ricadendo però nella faccia opposta della medaglia, il bisogno spasmodico di sentire qualcuno accanto a sé che lo apprezzasse per non pensare a colui che gli aveva spezzato il cuore. Dopo aver fatto calare un silenzio struggente, all'insegna della riflessione interiore, Hoseok si allungò, afferrando una mano di Jimin e chiudendola tra le sue «Ascolta, ogni persona ha i suoi tempi» gli disse muovendo amorevolmente i pollici in maniera circolare sul dorso della mano dell'altro «Non puoi biasimarti per non aver sentito il bisogno fino ad oggi di dover dare una sistemata alla tua vita. È okay, è un processo naturale. Si cresce. Magari, certo, c'è chi lo fa prima e chi dopo. Ma l'importante è arrivare a questa consapevolezza. Parti da questo, hai la forza di volontà per farlo, racimola le idee e crea un progetto a breve termine»

«Perché non a lungo?» gli chiese confuso Jimin «Insomma, dovrei fondarci una vita sopra»

«Perché è più facile perseguire l'obiettivo e poi aggiungerai pian piano dei pezzetti, sempre più checkpoint da raggiungere e prima che tu te ne accorga, avrai veramente costruito la tua base di partenza» gli spiegò e poi volle riprendere per un secondo il discorso precedente sulla sua vita perfetta ed immacolata che in realtà non era «E permettimi di correggerti, prima del tuo arrivo, la mia vita non era affatto perfetta»

«Potrei piangere» strozzò un verso di commozione Jimin. Ironizzò certo, ma solamente per difendersi da quel tripudio di emozioni che lo stavano sovrastando. Si appoggiò dolcemente contro la spalliera del dondolo, guardandolo con gli occhi a cuore. Sì, era definitivo, Jimin aveva un debole per Hoseok «Come fai ad essere così?»

«Così come?»

«Perfetto» e se solo si fossero trovati in qualche strano anime o bl, Jimin era sicuro che dietro Hoseok, dopo la sua frase, sarebbero apparse tante stelline luccicose così da metterlo ancor più in risalto.

Hoseok sorrise, si sporse appena in avanti e Jimin si rimise un po' dritto come per andare ad incontrarlo «Beh, se non l'avessi capito» abbassò la voce, come se gli stesse sussurrando un segreto «ho un forte interesse nei tuoi confronti»

Esca buttata. Pesce raccolto.
Le guance di Jimin si tinsero immediatamente di rosso «E con forte interesse, intendi che-»

Hoseok divenne serio perché sapete, bisogna distinguersi da certi individui capaci di spezzare il cuore di persone come Jimin ed Hoseok avrebbe fatto di tutto per far capire a Jimin quando amore avrebbe potuto donargli se solo glielo avesse permesso «Mi piaci, tantissimo, da sempre»

Jimin boccheggiò, non nel panico, ma quasi. Non sapeva che dire, era rimasto solo lì a bocca aperta a pronunciare monosillabi spezzati ed allora fu Hoseok a continuare per tranquillizzarlo «Non mi aspetto una risposta, non subito»

«Non meriti di aspettare» scosse la testa Jimin in dissenso, ma quel movimento venne fermato dalle mani di Hoseok che afferrarono delicatamente il suo volto. Lo guardò serio come non mai, adesso doveva stare ad ascoltare «Ma voglio che tu ci rifletta bene e che lo voglia veramente» nessuno strano ripiego su di lui per dimenticare qualcun altro, solo sentimenti sinceri. Gli puntò un dito sul cuoricino «Devi sentirlo qui dentro e nel frattempo...» si leccò le labbra, abbassando lo sguardo per un attimo su quello dell'altro «potremmo anche continuare a baciarci, giusto per non perdere l'allenamento» asserì divertito.

Jimin annuì, con un nuovo sorriso malizioso stampato in volto. Oh, Hoseok non sapeva nemmeno in che guai si stesse cacciando. Far disinibire Jimin era pericoloso «Per me potremmo anche ampliare un po' più gli allenamenti» il ragazzo posizionò una mano sul petto di Hoseok, spingendolo per bene a sedersi e contemporaneamente si alzò per poter mettersi a cavalcioni su di lui «sai, giusto per abituarci a scavalcare la barriera dell'amicizia»

Per la prima volta fu Hoseok quello ad arrossire violentemente. Quasi non riconosceva più il ragazzo insicuro di qualche minuto prima «Ma siamo all'aperto» gli sussurrò come se già avessero tutti gli occhi puntati contro. 

Jimin scrollò le spalle, fece scendere la sua mano, intercettò il fiocco della tuta dell'altro e lo tirò sciogliendolo lentamente «Sì, ma in un giardino che è anche proprietà privata, la tua proprietà privata» specificò con il fare più innocente del mondo.

Hoseok non poté far altro che sgranare gli occhi e sospirare estasiato, ancorando le mani sui fianchi dell'altro «Non avrei mai pensato di vedere questa tua modalità da così vicino» sempre ammirata dall'esterno, rivolta verso gli altri.

«Hobi» lo richiamò Jimin, piegandosi in avanti, sfiorando il suo volto e poi il suo collo con le labbra e parlando contro di esso «stai spalancando delle porte oltre le quali potresti trovare un Jimin molto pericoloso» 

Si ritrasse appena, Hoseok si voltò verso di lui, i loro sguardi combaciarono «Fattelo dire, hai personalità fortemente contrastanti» e quell'espressione del più grande che tendeva a restar integra, venne pian piano demolita e trasformata da una mano di Jimin che si inoltrò al di sotto della tuta dell'altro, strofinando il palmo sul rigonfiamento trovato.

«Questo è il pacchetto, questo sono io» asserì Jimin, osservando con piacere come Hoseok si stesse mordendo il labbro inferiore nel tentativo di trattenere qualsiasi strano verso. Non andava bene, voleva che Hoseok si perdesse ancora di più ed allora Jimin deviò il percorso e si insinuò all'interno dei boxer dell'altro «Prendere o lasciare, tu cosa scegli?»

«Non puoi chiedermelo mentre la tua mano-» la voce di Hoseok si bloccò percependo la presa di Jimin farsi più intensa, le dita che dannazione non avrebbero potuto muoversi oltre dato il piccolo spazio.

«Tu cosa scegli?» lo incalzò nuovamente aiutandosi con l'altra mano a far uscire fuori solo e soltanto l'erezione di Hoseok, così che potesse donargli maggiori attenzioni ed Hoseok tra l'eccitazione del momento ed il bisogno di vivere quel tipo di Jimin, gli afferrò il volto e se lo tirò contro «Prendo, mai avuti dubbi» gli rispose per poi far combaciare le loro labbra. 

L'Hoseok impulsivo riusciva in ogni caso a mantenere la sua delicatezza, la sua forte attenzione, senza il bisogno di strapazzare Jimin. Hoseok era lento nei suoi movimenti, danzava in un intreccio di labbra esplorando l'altro, ricercando i suoi gusti, le sue abitudini. Per quanto fosse dominante assecondava Jimin, aspettava che fosse proprio lui ad intraprendere il passo successivo. Perché? Probabilmente per non far cadere Jimin in trappola, per non farlo sentire in obbligo di dovergli qualcosa, influenzato dalla dichiarazione precedente. Altra motivazione, il suo cervello non riusciva più a fare due più due da quando Jimin pompava il suo sesso senza sosta. Il sangue gli si era accumulato tutto da una parte e di certo non nel cervello.

«Shhh, fai silenzio o ti sentiranno» sussurrò Jimin ed Hoseok si lasciò cadere con il capo contro la spalliera del dondolo. 

«Ed indovina di chi sarà la colpa?» gli chiese retorico l'altro percependo le braccia tese e doloranti. Cercava di mantenere Jimin stabile, ma ogni tanto il dondolo prendeva a muoversi e pur di non farlo cadere, cercava in tutti i modi di tenerlo su.

«Ovviamente tua» si discolpò Jimin come se non fosse la causa principale di quei gemiti ormai diffusi nell'aria. La sua mano risalì, si strinse sulla punta bagnata e riscese roteando il polso.

«Ah, Dio, farò una figura di merda» esclamò Hoseok, cosa molto strana, non era solito lasciarsi andare ad esclamazioni volgari. Ciò avrebbe voluto dire solo una cosa: Jimin lo stava facendo impazzire.

«Con i vicini?» gli chiese il ragazzo dai capelli arancioni, abbassandosi nuovamente a lasciare un bacio sulle sue labbra e poi sul suo naso, sulla sua guancia e sul suo collo.

«Fanculo i vicini, con te» 

Jimin si rialzò, lo guardò stranito ma divertito «E perché? Sentiamo»

«Perché non ero pronto a ciò, e tu mi fai un effetto troppo forte» sinceramente? Hoseok non si era neanche lontanamente aspettato un risvolto del genere. Ricevere una cosa così da parte di Jimin, sembrava utopistico, irrealizzabile, si era convinto di doversi far bastare qualche bacio per i successivi mesi ed invece, cavolo, sentiva di poter svenire dalla felicità e dall'appagamento.

«Questo per dirmi che l'orgasmo è già vicino?» domandò divertito Jimin, percependo sempre più calore all'interno della propria mano ed un rigonfiamento sempre cosciente. Si rispose da solo «Direi di sì» e fu allora che il seme di Hoseok si riversò tra le sue dita, colando per la mano incriminata e dei versi gutturali si propagarono dalla gola di un Hoseok stremato.
 «Non trovo il problema» osservò Jimin, portando un dito bagnato alle labbra e facendolo scivolare tra di esse «È stato in ogni caso magnifico»

Hoseok sgranò gli occhi ed il suo cuore invece di tranquillizzarsi adesso che fosse tutto giunto al termine, continuò a galoppare più forte di prima, osservando Jimin leccarsi le dita «Morirò giovane di questo passo»

Angolo della parlantina:

BEH, CHE DIRE

Penso che in molti (poi magari sbaglio) si sarebbero aspettati come prima interazione fisica qualcosa tra i Yoonmin. Ed invece io ve ne regalo una con gli Hopemin, perché non fa mai male! 

Smut a parte. Permettetemi di fare un discorso più serio. Tutto ciò che Hoseok ha detto a Jimin a proposito del suo futuro, di non preoccuparsi...Ecco, ci ho pensato tanto, o meglio, sto conoscendo tante persone ultimamente che mi confidano il fatto che si sentano confusi, che non riescano a capire cosa vogliano fare nella propria vita, quali aspirazioni avere. Voglio seriamente che prendiate a cuore le parole di Hoseok. Non preoccupatevi, ognuno ha i suoi tempi. C'è chi trova la propria strada prima e chi dopo. Ma non è un problema, non sentitevi inferiori a qualcuno e non stateci male. È molto probabile che un giorno vi sveglierete e saprete cosa fare, l'idea vi potrà nascere anche da una banale conversazione avuta con qualcuno. Ed anche per la scuola, tenete a mente che studiare è importante, lo è avere una cultura, lo dovete fare per voi stessi. Ma ciò non vuol dire che debba essere per forza la scuola a far crescere il vostro bagaglio culturale. È perfettamente normale non trovarsi bene in un determinato ambiente, con certe persone, alunni o professori che siano. L'importante è che voi abbiate sete di conoscenza, solo questo. Poi certo, se si riesce a trovare anche un contesto stimolante è ancor meglio. 

Non demordete mai, perché non l'ha scritto mai nessuno da nessuna parte che la propria strada vada trovata fin da piccoli.

Detto ciò, nel prossimo capitolo i nostri Yoonmin si incontreranno 🤧 e da lì incomincerà una lenta discesa verso gli inferi. No, scherzo, però ci sarà da disperarsi e divertirsi 🤣

Ci sentiamo sabato prossimo!

ILY_Ely ♥

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