il ragazzo con l'orecchino di...

Por -takashi

3.5K 362 54

sii uomo, taehyung. siediti e sorridi, taehyung. non piangere, taehyung, gli uomini non piangono. dove taehyu... Más

mirror mirror on the wall
who's the fairest of them all?
boys gotta man up
men
pearl necklace
call me
dream
doll
home
princess

diamonds

271 33 12
Por -takashi

taehyung si sorprese dalla rapidità con cui memorizzò il numero di jeongguk sul suo telefono, e un po' si maledì per la furia con cui lo fece, come se ciò fosse il suo unico obiettivo.

ma soprattutto si sorprese dalla velocità con cui si sentì in bisogno di chiamare quel dannato numero di telefono.

così, chiuso a chiave nel bagno della sua stanza, dibatteva con se stesso per decidere se chiamare fosse giusto o meno.

diamine, aveva avuto quel numero poche ore fa e ora era nuovamente in lacrime, stringendo il suo cellulare con le mani tremanti, indeciso sul da farsi.

taehyung avrebbe voluto non essere così debole, avrebbe voluto saper gestire i suoi problemi da solo e non dover sempre fare affidamento su altre persone, ma in quel momento si sentiva così perso e in pericolo e aveva un disperato bisogno di aiuto e cazzo, taehyung non aveva nessuno che avrebbe potuto aiutarlo.

ma dopo due chiamate senza risposta, non voleva che anche la convinzione di poter contare su qualcuno andasse in fumo, aveva troppa paura di rimanere da solo, per cui si alzò deciso dal pavimento del suo bagno ed infilò le scarpe.

suo padre era ancora in casa ad aspettare che uscisse dalla sua stanza per fare chissà cosa, ma stavolta taehyung non avrebbe ceduto, ne aveva avuto abbastanza.

————

non era molto raro che jeongguk ricevesse posta, ma quel pomeriggio, tornando dal fare la spesa, sull'uscio della porta non trovò solo un pacco, ma anche, inaspettatamente, taehyung.

e ad essere onesti il moro sarebbe stato sl settimo cielo nel vederlo davanti alla sua porta, se solo non fosse stato per il fatto che il corvino si trovava accovacciato sullo zerbino, con la testa seppellita tra le maniche della felpa che per altro apparteneva a lui, e il corpo scosso dai singhiozzi.

in men che non si dica abbandonò le buste della spesa sul pianerottolo e si accasciò accanto al giovane i cui riccioli erano coperti dal cappuccio grigio.

-hei, tae! fiore, mi senti? che succede?- blaterò preoccupato e poggiandogli una mano sulla spalla in preda ad un tremolio.

l'altro alzò finalmente il capo, mostrandogli gli occhi lucidi, le ciglia che intrappolavano decine di goccioline salate, il naso e le guance rosse.

-mio padre...io-io non ce la faccio più gguk, non voglio- non posso- non--

-hei, hei calmati, fiore, va tutto bene, entriamo dentro, okay? ne parliamo con calma- rispose jeongguk cercando di mettere da parte il panico e quella leggera punta di imbarazzo che l'aveva colpito al sentire il nomignolo con cui taehyung l'aveva chiamato.

allora quest'ultimo annuì ed il moro lo aiutò ad alzarsi, aprì la porta con le chiavi e lo invitò ad entrare.

-puoi sederti sul divano, io porto un secondo queste cose dentro, okay?-

taehyung annuì, apparentemente più calmo, tirando su col naso e sedendosi sul morbido divano cosparso di cuscini e giocherellando con un peluche che aveva già adocchiato il giorno prima.

-hai fatto la spesa?-

jeongguk rispose con un sonoro "sì" mentre tentava di portare sia le buste della spesa sia il pacco in un unico viaggio nel suo appartamento.
-ed è un bene perché sei venuto e non mi sarei potuto permettere di prepararti di nuovo del ramen istantaneo-

taehyung sorrise timidamente, guardandosi un po' intorno e beandosi della sensazione di pace in cui si trovava, una reazione immediata del suo io al sedere in quell'ambiente così sicuro e accogliente.

amava già casa di jeongguk, era un luogo molto caldo, sapeva di casa, taehyung non sapeva spiegarlo, ma le piante sparse in giro, la libreria, i quadri e le foto che si ammiravano sulle pareti, i mobili un po' shabby chic e ancora le luci, le abat-jour, il tappeto persiano, la coperta a motivo azteco, tutto, tutto era il massimo e avrebbe voluto trascorrere fra quelle quattro mura il resto della sua vita.

qualche attimo dopo le buste della spesa erano riposte sul tavolo della cucina; jeongguk si era preoccupato di sistemare solo gli articoli che andavano necessariamente messi in frigo o in freezer ed era immediatamente tornato in salotto, dove taehyung stava scrutando il pacco curioso.

-me l'ha mandato la mia mamma dall'italia. loro abitano lì e spesso mi inviano diverse cose che sanno che mi piacciono. vuoi aprirlo insieme a me?-

taehyung annuì ripetutamente, facendo ridacchiare jeongguk, che spostò il pacco sul tappeto davanti al divano e ci si sedette davanti, osservando il corvino seduto sul divano dal basso.

le lacrime avevano lasciato un segno sulle sue guance quasi impercettibile, le labbra erano rosse e un po' gonfie, gli occhi ancora lucidi e oh, jeongguk poteva affermare che taehyung fosse la persona più bella del mondo.

si concentrò poi sulla felpa che indossava, ovvero quella che lui gli aveva regalato, accompagnata da un paio di pantaloncini di raso color crema con il bordino in merletto e jeongguk pensò che quel capo d'abbigliamento si addicesse così dannatamente bene al corvino, e che, diamine, le sue gambe sembravano così lisce e morbide, ma riuscì a schiaffeggiarsi mentalmente per quei pensieri poco casti che stava maleducatamente avendo in una tale situazione.

scorse poi un solo orecchino di perla che ornava l'orecchio sinistro del giovane, dunque arrivò alla conclusione che il poverino aveva infilato un paio di scarpe ed era corso lì, a casa sua, e moriva dalla voglia di sapere cosa fosse successo, ma in fondo ciò che gli importava sul serio era il semplice fatto che ora fosse lì.

ad ogni modo aprì la scatola sotto lo sguardo di un taehyung estremamente incuriosito e sorrise al contenuto.

-oh, questi sono i miei biscotti preferiti. non tanto per il sapore ma per il nome- rise jeongguk, mostrando un enorme pacco di abbracci.
-si chiamano abbracci, vedi? perché la metà scura abbraccia quella chiara. è bello, no?-

taehyung sorrise e annuì. in corea non c'erano quel tipo di biscotti e avrebbe voluto davvero assaggiarne uno, ma non voleva sembrare poco educato.

-ooh e questa è la marmellata alle albicocche della nonna! e ce n'è anche una alle ciliegie!-

cavolo, jeongguk sembrava così contento nel mostrargli tutti quei dolci, biscotti e merendine italiane che sua mamma gli spediva e taehyung si sentiva in un certo senso geloso dell'amore e dell'apprensione che lei provava per suo figlio, ma allo stesso tempo trovava anche dannatamente carino il moro e la sua espressione eccitata e contenta nello spacchettare ogni cosa.

-e quelli...sono tempere?- domandò poi taehyung, indicando con lo sguardo una scatola di colori apparentemente in carta riciclata che a quanto pare jeongguk non aveva ancora adocchiato.

-oh! sì, la mamma mi ha spedito anche i colori ad olio!- esclamò felice, prendendo la scatola tra le mani ed esaminandola.

taehyung aveva un vago ricordo della notte precedente in cui jeongguk gli confessava che i quadri appesi fossero per la maggioranza suoi, gli aveva spiegato che gli piacesse dipingere ritratti, scattare foto, suonare la chitarra, disegnare, e taehyung aveva scoperto che jeongguk fosse più grande di lui di un paio d'anni, che avesse studiato graphic design e poi che avrebbe tanto voluto un cane o un gatto o entrambi e forse se si ricordava tutte queste cose era perché in fondo il bel moro era davvero, davvero così bello e taehyung avrebbe anche potuto essersi preso una minuscola cotta.

-mi senti, fiore?- le parole del maggiore lo scossero, risvegliandolo dai suoi pensieri.
-ti posso dipingere? poi magari mangiamo qualcosa, ti va?-

e dio, taehyung sperò davvero che il rossore sulle sue guance non fosse visibile ma il sorrisetto di jeongguk faceva intuire tutt'altro.
-i-io...d-d'accordo- balbettò in risposta, mandando il bel moro al settimo cielo.

qualche minuto più tardi infatti, taehyung sedeva su di uno sgabello, aspettando che jeongguk sistemasse per bene la tela sul cavalletto e organizzasse tutto l'occorrente.

istintivamente decise di rimuovere la felpa, poiché pensò che senza sarebbe stato più facile per jeongguk, essendo in parte annullata la preoccupazione di dipingere le ombre del tessuto, ma quando il più grande alzò il capo per guardarlo quasi gli si rizzarono i capelli.

-oh- io- uhm, scusa, non-- blaterò coprendosi gli occhi con le mani, ma esse erano sfortunatamente sporche di un po' di pittura, che andò a macchiargli il sopracciglio, la fronte ed un ciuffo di capelli, facendo ridere dolcemente taehyung.

-non ti preoccupare, jeonggukie. pensavo fosse meglio senza la felpa, ma mi dispiace poiché questo è il mio pigiama e so che non è il massimo- parlò il corvino al maggiore, ignaro del fatto che egli fosse ancora troppo occupato a processare l'immagine di taehyung in quei pantaloncini e la canottiera in raso dello stesso colore e con lo stesso identico bordo in merletto; e a pensare a quanto quel colore impreziosisse il tono di pelle olivastro del più piccolo.

-sei- sei perfetto...cioè intendo è perfetto, v-va bene così- finì con un colpo di tosse, riprendendosi quasi definitivamente.

più tardi, lo schizzo era concluso, taehyung si era rivelato essere un modello impeccabile, come jeongguk aveva già ipotizzato, oltre che essere dannatamente stupendo.

-il ragazzo con l'orecchino di perla...- pronunciò dunque il moro, decidendo di dare esattamente questo nome al suo quadro, nel mentre che rimaneva focalizzato sull'aggiustare gli ultimi tratti della bozza.
-come mai solo un orecchino, fiore?- domandò poi con nonchalance, purtroppo inconsapevole dell'amarezza che il ricordo riportava al più piccolo.

quest'ultimo cercò di trattenere un'espressione dispiaciuta e fece di tutto pur di non incurvare le labbra verso il basso, ma la tristezza era perfettamente visibile nei suoi occhi scuri e taglienti, contornati da folte ciglia, dettaglio che ovviamente non passò inosservato a jeongguk.

-se non vuoi parlarne è okay, fiore; perdonami per aver toccato un tasto dolente-

purtroppo però, il sorriso taehyung non riuscì a trattenerlo a quelle parole, e decise di aprir bocca.
-mi piace quando mi chiami così- ammise, facendo esplodere d'orgoglio il cuore del suo affascinante pittore.

-allora non smetterò-

-avresti smesso se te l'avessi chiesto?- domandò retoricamente il più piccolo, ricevendo la risposta che già aveva previsto.

-no, ma ora sono molto contento-

e il silenzio tornò ad incombere per quelli che sembrarono altri dieci minuti: jeongguk aveva ormai stappato i tubetti d'olio ed era in procinto di dare il via alla fase decisiva, ma anche più lunga, del dipinto.

-mi fido molto di te, jeonggukie-

jeonggukie...

-quindi voglio dirti cosa è successo, così come voglio dirti ogni cosa, ogni piccolo particolare, mostrarti ogni ferita ed ogni cicatrice perché sono quasi certo che tu non mi giudicheresti-

jeongguk sorrise dietro il cavalletto a quelle parole; riusciva quasi a sentire sulla sua pelle l'importanza che possedeva quella confessione per il più piccolo, e ne avrebbe senza dubbio fatto tesoro.
-puoi mostrarmi le tue ferite e io ti aiuterò a curarle, fiore. puoi mostrarmi le tue cicatrici ed io ti aiuterò ad amarle. sono qui ad ascoltarti e non mi permetterei per nessuna ragione al mondo di prendermi gioco di te- il suo tono era sincero, certo e deciso, ma dolce perché taehyung potesse sentirlo, eppure quelle parole continuavano a non sembrare abbastanza, a non essere adeguate per esprimere tutto ciò che teneva nel cuore.

ma dall'altra parte della tela, le stesse parole arrivarono chiare e tonde, colpendo il cuore di taehyung come le frecce di cupido, e sarebbero rimaste impresse lì per l'eternità.

-l'orecchino me l'ha strappato mio padre. mi odia per quello che sono, per ogni cosa. e la parte più divertente è che quello che vede è solo uno stupido strato superficiale...dio, non immagino cosa farebbe se mi vedesse per ciò che sono sul serio...-

-e cosa sei sul serio, fiore?-

la domanda lo colse alla sprovvista, evidentemente, perché la risposta non arrivò immediatamente, e quando finalmente taehyung riuscì ad aprir bocca un misero "non lo so" usci dalle sue labbra.

-vuoi provare a spiegarmelo?- chiese quindi con cautela il più grande, con la costante paura di dire qualcosa di sbagliato.

-io...io non ne sono certo, gguk. mi sento...mi sento fuori posto...nel corpo sbagliato, probabilmente- confessò.

passò ancora qualche secondo, e jeongguk non fece altro che ascoltare il silenzio assordante dei pensieri che tormentavano il giovane corvino.

-vorrei...vorrei non sentirmi così sbagliato quando mi guardo allo specchio- incominciò.
-vorrei...vorrei avere l'altro orecchino, non vorrei dovermi depilare ogni santo giorno, vorrei entrare in un negozio per donne senza dover essere bombardato di occhiatacce, vorrei poter profumare dello shampoo al cocco e alle mandorle, vorrei che un ragazzo guardasse il mio corpo in questo pigiama come guarderebbe quello di una ragazza, vorrei non essere sempre un bel giovanotto ma- ma magari anche una bella signorina ogni tanto-

e jeongguk il quadro l'aveva abbandonato solo per un secondo, per placare il suo battito accelerato e per permettere alle sue mani di smettere di tremare per tenere il pennello a dovere; sbirciò dietro la tela per guardare il suo soggetto e lì per lì si rese conto ancora di più di essere testimone di una delle più rare bellezze dell'universo.

e lì per lì decise che le lacrime che gli stavano colando lungo le guance, jeongguk le avrebbe rappresentate, e le avrebbe dipinte come dei diamanti, perché le lacrime di un tesoro come kim taehyung potevano solo essere, così come la pioggia su nettuno, diamanti.

Seguir leyendo

También te gustarán

93.4K 2.8K 70
perché ho gli occhi molto più cechi del cuore e non sono mai riuscita a vederci amore... rebecca chiesa, sorella di federico chiesa, affronta la sua...
27.2K 847 59
Emily da Silva è la tipica ragazza bella da togliere il fiato, testarda e che dalla vita ottiene tutto ciò che desidera. Suo fratello, Danilo, è il c...
9.2K 414 15
«Si dice che Euterpe, la dea della musica, fosse portatrice di felicità» Holden e Eva sono due cantanti, allievi di Rudy Zerbi, che si trovano per c...
83.4K 3.5K 36
Due cuori spezzati si incontrano e familiarizzano tra di loro. È possibile unire le parti rotte per formare un nuovo amore, pronto a risanare tutto i...