Ambrosia | minsung |

Da Ymawari

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Vivere nell'ombra è essenziale per un vampiro; non solo perché questo fattore permette di agire seguendo la p... Altro

Premessa
Sete
Crisalide
Assuefazione
Incontro
Confronto
Presenza
Luna Calante
Luna Crescente
Limpido
Nido
Riflesso
Kintsugi
Agape
Ambrosia
Camelia
Audience
Justice
Avviso dell'Autrice

Corte

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Da Ymawari

Corea del Sud. Isola di Jeju. 1987

Se quel pomeriggio la sala centrale gli era risultata bella sotto le luci della giornata, adesso, sotto la brillante lucentezza dei lampadari di cristallo, sfociava nella più pura meraviglia.
Pulita ed ampia, si presentava al loro cospetto mostrando come le ultime preparazioni avessero portato luogo ai costosi mobili bianchi, appositamente aggiunti per abbinarli ai mazzi di rose che germivano il salone, più dei vampiri presenti in sala. Sopra ognuno dei tavoli spiccava una grande brocca di sangue, differente per ogni postazione, ed al loro fianco uno dei vampiri di Namjoon era pronto a servire gli invitati.
Riuscivi a distinguere la servitù dagli ospiti perché oltre che al Pilastro, che sedeva su una sedia dai ricambi dorati, annoiato, erano gli unici a portare l'Hanbok; Jisung credeva che, dato il costante apprezzamento per la loro epoca medievale da parte del padrone di casa, tutti avrebbero dovuto indossarlo, ma quando era rientrato nella sua stanza quella sera, uno smoking nero era stato adagiato con cura sul suo letto, ed ora che era sceso alla cerimonia, poteva vedere che solo gli ospiti portavano un tale vestito moderno.
Era compiaciuto però di come tutti gli abiti fossero differenti ma simili in ugual misura; il suo per esempio, era semplice come aveva sperato, con la giacca di pregiata stoffa, che gli fasciava le braccia muscolose e sovrastava la camicia sotto di essa, lasciata leggermente sbottonata senza alcuna cravatta, mentre i pantaloni del completo gli terminavano con un risvolto poco sopra la caviglia; era comodo, anche se non poteva dire lo stesso delle scure scarpe di pelle che gli avevano rifilato. Minho, d'altro canto, indossava una semplice camicia di seta color panna, che gli fasciava con così tanta eleganza il busto vigoroso che gli cadeva larga sulle spalle, per poi stringersi lì dove il tessuto della camicia incontrava la stoffa di un paio di pantaloni a sigaretta, che finivano dritti dove le scarpe nere toccavano il pavimento. Era luminoso: con i capelli morbidi, e folti, tirati leggermente all'indietro, ed il sorriso disegnato sul volto, Minho brillava di luce propria, e per quanto volte Jisung lo avesse guardato non lo ricordava più bello di quella sera.
Era esattamente dall'altro lato della sala a parlare con Seonghwa, mentre sorseggiava un bicchiere di sangue.

-Se lo fissi troppo potrebbe sciogliersi.-

Changbin comparve improvvisamente al suo fianco facendolo sussultare.
I sensi da vampiro non erano affatto d'aiuto quando era circondato da altri suoi simili.

-Che aspetti vai a parlarci.-

-Ma dove posso iniziare?-

Non era certo che Changbin sapesse il vero motivo dietro il loro distacco, ma lo sguardo complice che gli diede fu sufficiente a convincerlo che non gli era necessario.

-Inizia con un semplice "Ciao, come stai?" Ed il resto verrà da sé.-

Lo spinse leggermente nella direzione dell'altro e con quest'ultimo gesto di incoraggiamento, iniziò ad attraversare la sala.
Dire che aveva paura era un eufemismo, era grazie alla rabbia che riusciva a muoversi senza tremare, però sussultò ugualmente quando una schiera di violini iniziò ad intonare una melodia a lui sconosciuta nell'istante esatto in cui Minho aveva incrociato il suo sguardo; rimase fermo come pietrificato per un istante, per poi notare che tutti si erano voltati, ma non nella sua direzione.
Guardò verso l'entrata dove lo sguardo dei presenti si era posato, e vide come sei bellissimi uomini presenziavano al loro cospetto.
Ognuno aveva una caratteristica diversa dall'altro ma in egual misura erano bellissimi, mentre portavano anch'essi lo stesso Hanbok di Namjoon, differenziandone unicamente il colore, indossandolo con un portamento imperiale.
Erano i pilastri.
Solo uno di loro sarebbe bastato per occupare l'intera sala con la sola presenza, troppo grande per essere contenuta, e Jisung si sentiva schiacciato da cotanto potere, che per lui, misero vampiro giovane, percepiva come se avessero cambiato la forza di gravità nella stanza.
Si era fermato a fissarli, incantato quasi sconvolto, da quel qualcosa che non gli era mai capitato di vedere.

-Psss... Hey tu, inchinati.-

Stordito com'era si accorse a malapena del vociare alla sua destra, e quando si riprese notò come tutti i vampiri della sala, compresi i suoi compagni e Mr Sakurada, si erano prostrati sul pavimento di marmo lucido, toccandolo con la fronte; lui era l'unico che spiccava tra la massa preso alla sprovvista e disorientato.
Si ricompose, e cercò di imitare gli altri ma una mano dalla chiara carnagione gli afferó con grazia il collo, e due occhi neri e sottili furono a pochi centimetri dai suoi, il tempo di un battito di ciglia.

-Chi sei tu che mostri tale maleducazione ai padroni di casa?-

La voce era vellutata e impastata, quasi come quella di Hyunjin se non più profonda.

-Ti ho fatto una domanda, o il gatto ti ha mangiato la lingua.-

Adesso che era solo a pochi passi da lui, Jisung percepiva come quel vampiro si trascinasse dietro un velo di antichità che faceva sentire perfettamente gli anni che aveva vissuto sulla terra.

-Lascialo Yoongi, è giovane e probabilmente non era sua intenzione mancarti di rispetto, vero Jisung?-

Il suddetto annuì leggermente,incredulo di come Namjoon avesse preso le sue difese, con ancora la mano di Yoongi a ombreggiare il collo.

-Oh, lui è Han Jisung. Hai sentito Jungkook?-

Yoongi smosse i capelli color palatino lasciando la presa su di lui, ed anche se non aveva neanche sfiorato la sua pelle Jisung sentì ugualmente la necessità di riprendere fiato.

- Mi aspettavo di più devo dire.-

Quello che doveva chiamarsi Jungkook, lo aveva squadrato, sbranandolo con lo sguardo, in un modo che poteva definirsi quasi famelico, il vampiro più giovane aveva silenziosamente chinato la testa in segno di sottomissione.
Si guardava la punta delle scarpe, ascoltando i vampiri più grandi parlarne tra loro, incapace anche solo di muoversi con Yoongi che gli era ancora così vicino; tutto quello mentre il resto degli ospiti rimanevano a capo chino sul pavimento.

-Che eleganza che ci hai riservato fratello, non mi sembra vero che tutto questo venga da te.-

-Jimin smettila, sappiamo entrambi che ti sei portato appresso una delle tue tante sorprese.-

Aveva smesso di guardare, sentiva solo dei movimenti provenire dalle uniche sette persone oltre a lui rimaste in piedi, poi uno schioccare di mani.

-Su portateli qui.-

Più persone adesso si stavano destreggiando, e nel silenzio di tutta la sala partí un singhiozzo.
Fu allora che avvertì un sentore particolare. Un umano. Due. Tre...
In totale dovevano essere almeno dodici, e Jisung aveva alzato gli occhi nel sentirli piangere e dimenarsi sotto le catene che gli stringevano i polsi e le caviglie. Alcuni vampiri tenevano l'estremità di una catena, controllando che la fila che continuasse a camminare.
Erano tutti nudi, e puliti, come se gli avessero appena lavati, c'erano uomini e donne che parevano non superare i quarant'anni, e nessuno di loro osava alzare lo sguardo da terra.
Un ringhiò risuonò dalla cassa toracica di Namjoon.

-Ti avevo detto di no. Sai bene che sto ospitando dei vampiri pericolosi.-

Quello che doveva essere Jimin, si avvicinò al Pilastro di Jeju e gli prese la mano con affetto, sembrava un bambino, infagottato come era nel suo abito rosa come i sakura in primavera.

-Suvvia, non perderanno la testa per una bella portata principale e poi, se infrangeranno il limite basterà ucciderli. Sai bene che ne siamo in grado.-

Namjoon squadrò gli umani incatenati tra loro, e afferó un uomo per il viso guardandogli il volto.

-Chi hai preso?-

-Mi sono accertato che prendesse unicamente persone condannate a morte, e credimi è stata una faticaccia tenerlo d'occhio.-

Il più alto dei sette si avvicinò con garbo, trascinando sul marmo il lungo tessuto arancione delle sue vesti, toccando il braccio del padrone della villa, che lasciò il viso dell'uomo in lacrime per poggiare la mano sulla sua.
Ci fu un momento in cui Jisung potè scorgere lo sguardo di puro amore che i due si scambiano, ma durò solo una frazione di secondo.

-Potremmo fare una prova.-

Jungkook aveva allungato un braccio nella direzione di uno dei suoi sottoposti, che gli aveva consegnato uno dei lati della catena, e come carta velina, aveva rotto gli anelli che legavano l'umana alla sua fila, tenendola però salda dalle manette ai polsi; si fece spazio tra la folla, avvicinandosi a lui senza distogliere lo sguardo, facendogli sentire, man mano che si avvicinava, il cuore della ragazza che batteva impazzito dal terrore.
Nonostante tutti quegli anni, era capitato di rado di trovarsi vicino, come lo era adesso, ad un essere umano, e mai gli era capitato di bere direttamente dalla fonte.

-Nutriti!-

Era pietrificato.

-C-cosa?-

-Nutriti. Se la ucciderai allora morirai, se riuscirai a controllarti, potremmo finire questa pagliacciata e ritornare alla festa.-

Ci mise troppo a metabolizzare ciò che gli era stato detto, temporeggiando con le maniche in cerca di una via d'uscita da quella problematica situazione, ma fú qualcun'altro parlò al suo posto.

-Lo farò io.-

Qualcuno si era alzato dalla sua posizione, sguardo deciso e fermo dritto verso il Pilastro.
Jisung non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi fosse, l'essenza di Minho l' aveva avvolto, ancora prima che aprisse bocca.

-Siediti, è a lui che ho chiesto.-

Sentì un fruscio dietro dietro di sé e con la coda dell'occhio poteva vedere la figura dell'amico affiancarlo.

-Sono molto più pericoloso di quanto può esserlo lui, se ci tenete così tanto a metterci alla prova tanto vale rischiare il tutto per tutto.-

Jungkook lo squadrò per alcuni minuti, prima che conducesse la giovane vittima dritta tra le braccia di Minho. Ella tremava ed il vampiro le accarezzava i capelli con premura nel mentre che glieli scostava dal collo.

-Non avere paura.-

La prese con delicatezza, quasi come fosse fatta di vetro, e tutta quella dolcezza sembrava ironica se si pensava a cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
Jisung si fece interdetto, trovando difficoltoso già di per sé guardare Minho, eppure qualcosa dentro di lui gli impediva di distogliere lo sguardo dai i denti affiliati del compagno che affondavano nella morbida carne della fanciulla.
La ragazza aveva provato ad urlare, però la mano che gli copriva la bocca glielo impediva; era completamente sopraffatta dal suo aggressore che se la rigirava tra le mani a suo piacimento come una bambola, non lasciandogli la possibilità di muoversi in alcun modo.
Non aveva mai sperimentato sulla sua pelle il brivido della caccia, ma vederlo per la prima volta gli dava l'idea che fosse come catturare una farfalla, una deliziosa falena.
L'odore del suo sangue si sparse nel salone, forte, e dolce; non l'aveva mai sentito in modo così intenso;
abituato alla bottiglia, non gli era dato sapere cosa in realtà fosse nutrirsi in tale maniera, adesso però aveva ben chiaro cosa si fosse, e stesse, perdendo.
Il rumore dei gorgoglii provenienti da Minho, che deglutiva a grandi sorsi il sangue che ingeriva, era l'unico suono nelle orecchie di Jisung.
Voleva bere quel sangue; ma doveva tenere duro, finché Minho non avesse posto termine a quella scena.

-Yeri, stai giù.-

-Unnie, non ce la faccio.-

Due vampire in abito di merletto rosa, discutevano alla sua destra: quella più giovane esponeva i canini in direzione della ragazza, e sbavava affamata, senza potersi controllare, se non fosse stata per la vampira più grande che le spingeva la testa sul pavimento, probabilmente si sarebbe avventata sulla preda come la bestia qual'era; e sentiva anche Felix mormorare qualcosa a Hyunjin dietro di loro per farlo calmare. Poteva essere un caso isolato, invece no, molti vampiri che li circondavano guardavano l'umana con la stessa espressione famelica e vogliosa; si domandò se pure lui stava subendo lo stesso effetto, ma non percepiva i canini premere sul labbro, e la sua gola non bramava nulla di troppo necessario.
Minho in quel momento si era finalmente staccato dalla giovine con un ultima leccata alla ferita; era riuscito a sporcarsi leggermente le labbra, ed il naso, senza macchiare il pavimento o i suoi vestiti, non molti altri avrebbero avuto tale eleganza nel finire di mangiare.

-Molto bene.-

Jungkook aveva espresso il suo giudizio con una nota di sarcasmo; la ragazza, ormai svenuta, aveva smesso di opporre resistenza, la ferita le sporcava il seno destro e parte del corpo, ed uno dei servitori di Namjoon si affrettò a riprenderla e pulirla, senza sbattere ciglio, allontanandola da quel posto in fretta come era arrivato.

-Questa era la prova di cui avevi bisogno, adesso possiamo procedere?-

Il padrone di casa, assunse un espressione corrucciata, ed in rapida successione, schioccò le dita due volte.

-La cerimonia può iniziare.-

Come se avesse attivato un pulsante, tutti i presenti si alzarono da terra, oscurando a Jisung la visuale; sopraffatto da una rinnovata folla che si muoveva intorno a lui, era a malapena riuscito a scorgere Minho, che qualcun altro gli aveva toccato gentilmente la spalla. Credette fosse Felix, venuto per constatare il suo stato attuale, ma quando si volto si rese conto di quanto era in errore.
Yoongi lo guardavano felino in volto, con i tratti delle labbra tirare in un sorriso di circostanza.

-Posso avere l'onore di questo ballo?-

Una musica risuonò nel salone, note dolci e fresche avevano dato luogo all'inizio di una danza spettrale.

-Sei sempre così silenzioso? Non importa, basta che ascolti.-

Era ancora troppo frastornato per poter dire qualcosa, ma si fece forza, essendo costretto, in un certo senso, ad accettare l'invito.
Afferrò la mano che gli veniva porsa e nell'immediato si sentì venir stretto sul busto dall'altro braccio del Pilastro, e trascinato in mezzo alla danza.
Intorno a lui si erano formate già delle coppie, ed il centro della sala era già mutato in una pista da ballo. Non credeva che l'Hambok fosse adatto a quei balli tradizionalmente moderni, ma a Yoongi non sembrava  importasse del vestito, e danzava con esso con grazia; al contrario, nonostante il suo abito fosse più comodo, Jisung non riusciva a destreggiarsi come avrebbe dovuto, ma infondo, non era colpa sua se aveva ballato solo una volta; e per quanto la ricordasse bene, non erano i passi di danza che gli venivano in mente a tale pensiero. Era successo dieci anni addietro, in un pomeriggio di luglio dove faceva troppo caldo perché gli uccelli potessero anche solo cantare mentre lui e Minho erano distesi sulla spiaggia a guardare le onde. Stavano parlando del più e del meno quando una musica aveva iniziato a provenire dalle abitazioni vicine; non era forte, ma grazie al loro udito erano riusciti a percepirla ancor prima che partisse. Improvvisamente, preso dall'euforia del momento, aveva afferrato la mano del più grande, e lo aveva trascinato in un ballo confuso, pieno di movimenti indistinti ma felici, e quando la canzone aveva assunto un tono più dolce era stata la volta di Minho di trascinarlo in un lento impacciato, sopportando Jisung che cercava di non prestargli i piedi nudi sulla sabbia. Ricordi felici che con la situazione di adesso non facevano altro che provocargli dolore.

-Ametto di essere colpito.-

Yoongi lo fece riscuotere dai suoi pensieri.

-Come dite?-

Il Pilastro ridacchiò all'udire Jisung prendere timidamente parola.

-Il tuo autocontrollo è davvero straordinario come dicono, non mi stupisce che siano stati piuttosto clementi con te.-

Non era la prima volta che glielo dicevano, ed aveva finito di cercare di trovare senso a quei complimenti totalmente indifferenti per lui.

-Grazie.-

-Mi interessi.-

E nel dirlo gli strinse un braccio intorno alla vita, attirandolo a se lascivamente.
Gli sembrava di avere a che fare con un serpente.

-Cosa intendete dire?-

Gli sorrise prima di allontanarsi.

-Sarai curioso di sapere fino a che punto può arrivare la tua autonomia, e resistenza?-

Jisung ancora confuso corrucciò le sopracciglia.

-Intendo chiederti, se potrei sottometterti a delle prove, così per studiarti.-

Un brivido scese lungo la schiena del più giovane, finalmente comprendendo dove volesse mirare l'altro.

-Mi vuole usare come cavia?-

Yoongi anní chiudendo gli occhi sottili.

-Posso rifiutarmi?-

La fragranza pungente del vampiro le anziano, a pochi passi da lui, gli pesava addosso come un macigno; non credeva che avrebbe più sentito tale senso di pesantezza nella sua vita.

-Mettiamola così, anche questa è una prova.-

-Allora mi rifiuto.-

Jisung stava digrignando i denti per non sottomettersi, ma l'altro non sembrò infastidito da tale gesto, anzi, curiosità zampillava nelle sue iridi come fuoco.

-E se ti proponessi un patto?-

Il suono di quella parola gli fece ricordare cosa avrebbe dovuto chiedere a Minho appena lo avesse avuto davanti; con la coda dell'occhio squadrò la sala per cercarlo, e quando trovò il suo cuore si chiuse in una morsa.
Minho ballava graziosamente con Jungkook, volteggiando tra i vasi di rose bianche con maestria e precisione; un immagine eterea agli occhi di chi guardava.
Senza neanche accorgersene si era fermato ad ammirarlo, interrompendo così anche la danza di Yoongi che lo aveva seguito a sua volta,  notando silenziosamente dove il suo sguardo era andato a posarsi.

-E se ti dicessi che puoi chiedermi un desiderio?-

Jisung lo fissò incredulo.

-Uno qualunque?-

-Quello che preferisci, ma credo che come lui abbia chiesto la tua libertà, tu mi chiederai la sua.-

"Lui" era indubbiamente Minho, e quello che Yoongi gli aveva appena detto aveva finito col fargli crollare ogni suo pensiero all'istante.

-C-cosa?-

Per un secondo il Pilastro sembrò interdetto. Non si aspettava che Jisung ne fosse all'oscuro, e probabilmente in seguito si sarebbe beccato i capricci di Jungkook per aver rivelato il patto stipulato con Minho; tuttavia vedere come il cervello di Jisung si stesse muovendo disperatamente all'interno della sua testa, lo soddisfacevano abbastanza da non farlo sentire in colpa per ciò che aveva rivelato, al contrario, trovò ortodosso continuare.

-Pensavo lo sapessi; dopotutto Jungkook ha sempre avuto un debole per Minho, e quando questi si è presentato da lui sperava di riapropiarsene come il precedente patto che avevano stipulato.-

Brividi, era la sola cosa che il suo corpo stava registrando.

-Cosa consisteva il precedente patto?-

Per quanto Jisung sentiva il proprio cuore battere nelle orecchie come un tamburo, la sua voce usciva ferma e solida.

-Non mi ricordo esattamente cosa  abbia chiesto il tuo amico, ma so per certo cosa gli ha dato in cambio.-

E Yoongi si era leccato le labbra, lasciando trapelare da quel gesto tutte le risposte che l'altro aveva bisogno per trarre le sue conclusioni.
Si girò di scatto ad osservare dove Minho fosse finito, ed una rabbia cieca si impossessò di lui, nell''istante in cui riuscì a scorgere il Pilastro Jungkook, apprestarsi a lasciare un bacio sulle labbra porpora di Minho, e di come questi non provasse minimamente a respingerlo.
Fuori di sé, si levò bruscamente Yoongi di torno, non ascoltando minimamente cos'altro gli stava dicendo, ed incurante di cosa avesse appena fatto, rimase tale anche quando corse verso Minho e si frappose tra lui e Jungkook, ruggendo.

-Non ti azzardare a toccarlo.-

Il silenzio più totale era ritornato in sala; tutti gli occhi erano su di lui, ma questa volta Jisung era preparato, e avrebbe combattuto per ciò che per lui era giusto, stando diritto in piedi a fissare, con orgoglio gli occhi del suo nemico.
E se fosse sopravissuto a tutto questo, il prossimo che avrebbe affrontato sarebbe stato quell'idiota di Minho.

-Come osi?!-

Jungkook aveva a malapena sibilato quelle parole, ma era basato per far abbassare la testa ai vampiri che li circondavano, tranne che a Jisung.
Questa cosa destabilizzò non poco il vampiro più anziano, che lo afferrò per il colletto e lo schiantò sulla colonna adiacente.

-Ti ho chiesto "Come Osi?!" RISPONDI!-

-Non...devi toccarlo.-

La sua giacca si era strappata appena l'altro l'aveva stretta, lacerandosi lì, dove il colletto avvolgeva il suo collo.
Jungkook emise una risata tutt'altro che felice, e tenne stretta la giugulare di Jisung con una mano, premendogli nel frattempo l'altra, dove il suo cuore scalpitava forte come un cavallo in corsa.

-Perché? Non siete compagni, e fino a prova contraria, tu non puoi impedirmi di fare nulla.-

Jisung provò a girare la testa verso Minho, seguendo il suo profumo che  lo attirava a se come una calamita; lui non teneva la testa bassa come tutti gli altri, osservava la scena con genuina paura, cosa che non aveva mai visto sul suo volto dopo tutti gli anni che si conoscevano. Voleva, rassicurarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma in realtà non gli importava di morire, in quel momento la rabbia aveva soppresso perfino il suo istinto di sopravvivenza, facendo tacere la sua amygdala in un angolo buio del suo cervello.
Jisung era stanco. Stanco di essere protetto e messo all'oscuro, trattato come se non fosse ancora maturo per capire, per agire, per avere una sua volontà; ed ora aveva deciso di prendere il toro per le corna ed affrontare imperterrito qualunque cosa gli avrebbe impedito di lottare.
Così sorrise amaramente all'amico, e volse i suoi occhi a Jungkook sfoggiando tutta la sua sfacciataggine.

-Io.. non posso impedirti di fare molte cose, ma finché vivrò Minho non lo toccherai più.-

Sentì la pressione sul suo petto diventare sempre più pesante, e fissò gli occhi glaciali di Jungkook in silenzio, provando a non perdere lucidità, ma in un battito di ciglia il Pilastro venne scaraventato a ridosso di un tavolo di marmo, atterrando di testa su di esso, rompendolo; e ad averlo colpito, e a fare scudo a Jisung col proprio corpo, c'era nientemeno che Minho in persona, che in tutta la sua figura si ergeva forte, pronto a combattere.
Quando parlò tutti quanti sentirono la profondità della sua ira.

-Non provare a toccarlo.-

Jisung, caduto a terra, si sentiva frastornato; si stava alzando a fatica cercando di riappropriarsi del peso del proprio corpo.
La schiena di Minho era di fronte a lui, e si trascinò verso di essa appoggiandosi con la fronte, e sorridendo al suo contatto. Minho sussultò.

-Che fai ancora qua, va via!-

-Sono stufo di nascondermi dietro di te. Va via tú, e scappa dai problemi come sai meglio fare.-

Cercò di afferrarlo, però Jisung si scostò velocemente, e solo in quel momento, Minho recepì la collera che gli bolliva nelle vene. Quei tre mesi lontani da lui gli avevano fatto perdere il ricordo di quanto travolgente fosse il profumo di Limone e Fior di Pesco che si trascinava sempre dietro, ed ora che lo aveva al suo fianco rischiava di impazzire nell'avvertire quella valanga di emozioni contrastanti che gli venivano indirizzate.
Ci pensò Jungkook ad interrompere quel frangente, muovendosi in direzione del più giovane, ad una velocità che lo rendeva quasi invisibile ad occhio, e Minho non ebbe il tempo necessario per parare il colpo, decidendo infine di sovrapporsi tra lui ed il Pilastro.
Una frazione di secondo era bastata affinché la parte del fianco sinistro di Minho si disintegrasse, e sarebbe di certo toccato al cuore, se Jisung all'ultimo non lo avesse spostato cambiando la traiettoria.
Gli occhi dei due si inchiodarono tra loro, rossi e spaventati; stavano uno davanti all'altro, con Jisung che non sembrava affatto così fragile, mentre sosteneva tra le sue braccia Minho, che non ricordava essere così forti, o forse era lui che si era fatto più leggero.
Jungkook si ritrasse come scottato quando si accorse di chi avesse colpito, e Mr Sakurada si premurò di coprire i due suoi sottoposti spingendo il Pilastro fuori dalla loro portata.

-Non c'è motivo per cui entrambi muoiano. Se c'è bisogno di punirli me ne occuperò personalmente, ma non fate gesti sconsiderati mio signore, sono più utili vivi che morti.-

Minho tossi sangue, che gli colò giù per la mascella, coprendo parte del volto di Jisung, che nel mentre si era tolto la giacca per bloccargli il sangue che fuoriusciva dal suo fianco, tamponando lì, dove un attimo prima c'era stata la sua milza.
Nel frattempo il Pilastro di Seul sembrava sconvolto, lanciava delle occhiate ai due e qualche volta ritornava su Mr Sakurada, leccandosi la mano sporca del liquido del vampiro ferito; adesso sì poteva vedere chiaramente che quella nei suoi occhi non era più rabbia cieca ma genuina preoccupazione, ed allora Jisung comprese del perché c'era tutto quell'astio nei suoi confronti, fin da quando l'aveva visto.

- È innamorato di te.-

Sussurrò non abbastanza piano, perché Jungkook lo udí, e gli ringhiò contro da dietro la figura di Mr Sakurada.

-Dacci un taglio Jungkook, è stata colpa mia, non avrei dovuto provocare il moccioso più del necessario.-

A sorpresa di tutti, Yoongi ammise le sue responsabilità, il che Namjoon trovò davvero troppo raro per lasciarlo inosservato; forse lo spettacolo da lui creato non era così divertente come pensava, o magari aveva altri piani.

-Quindi il gesto sconsiderato del ragazzo e opera tua?-

Il volto serafico del più basso, si limitò a fare una smorfia di consenso, alzando le spalle con fare annoiato.

-Si, mi spiace Jungkook, non credevo che sarebbe finita così.-

-Bugiardo!-

A dar man forte a quella teoria, Yoongi allungò i tratti della faccia in un sorriso.

-Ok adesso basta.-

Namjoon si era stancato di quella scenata; desiderava che i suoi fratelli crescessero una buona volta invece di rimanere congelati all'età in cui erano stati trasformati, ma non poteva pretendere molta collaborazione da loro.
Fissò il gruppetto che si era formato dietro Mr Sakurada: Bang Chan lo aveva affiancato, ai lati invece, Hyunjin e Changbin avevano l'aria che avrebbero staccato il collo a chiunque si fosse avvicinato troppo, mentre I.N e Felix chiudevano il cerchio, dove al centro Seungmin aiutava Jisung a fare pressione sulla ferita di Minho.
Loro si erano dimostrati più collaborativi ed efficienti di quanto le sue aspettative avevano presupposto, e Dori Sakurada aveva perfettamente ragione " erano molto più utili da vivi che da morti " anche solo per prendere quel comportamento come esempio.

-Come è messo?-

Pretese, rivolto a Seungmin, che sussultò nel sentire da chi provenisse tale richiesta.

-Sopravviverá.-

Jungkook sospirò, ma il sollievo lasciò nuovamente luogo all'irritazione.

-Lasciami uccidere l'altro. Oltre all'incredibile controllo dimostrato non penso possa essere utile più di tanto.-

-Non...lo tocc..-

Jisung aveva sentito chiaramente che Jungkook avesse richiesto la sua testa, però vedere Minho cercare di parlare, tra il sangue, che non sembrava fermarsi, e la saliva, aveva ammutolito qualunque minaccia potesse nuocere alla sua persona. Non lo avrebbe lasciato lì, a costo di farsi trafiggere.

-Hai sentito?Non lo devi toccare?-

Namjoon aveva terminato ciò che il ferito cercava di emettere dalla sua posizione di svantaggio, e Jungkook aveva digrignato i denti, sopraffatto dalle emozioni che lo facevano sentire: sconfitto, amateggiato e ferito; Jisung aveva ragione, Minho non sarebbe mai stato suo.
Quando era venuto da lui tre mesi fa a barattare una scarcerazione di pena, non poteva credere che fosse di nuovo davanti ai suoi occhi, bello come l'ultimo giorno in cui l'aveva lasciato; differentemente da allora però, c'era una nuova luce nel suo sguardo, che fu messa ancora più in risalto quando aveva specificato che il patto non avrebbe compreso sesso, o altre forme di concessione, che gli avrebbero permesso di stringerlo nuovamente tra le braccia. Offeso da ciò, aveva accettato le sue clausule, affinché completasse da solo le missioni più pericolose che poteva trovargli, accertandosi che nessuna di esse potesse essergli fatale. Non avrebbe mai permesso la sua morte.
In ogni caso, chiedere un patto di scarcerazione, era una richiesta davvero pretenziosa, e bisognava fare qualcosa di altrettanto valore per permettere ad un Pilastro come lui, di annullare la sentenza della Corte dei Vampiri su una persona del rango di Minho. Eppure era partito fiducioso, accetando ogni incarico senza mai fiatare, e quando tornava con la taglia riscossa, Jungkook si sentiva compiaciuto di come si stesse riappropiando della sua libertà, anche se ciò poteva durare due secoli.
Ciò che aveva appreso in seguito però gli aveva fatto crollare tutti i castelli che si era costruito nella sua mente, perché i servigi che Minho gli stava offrendo, non servivano a comprare la propria libertà, ma quella di un giovane vampiro che aveva appena imparato a conoscere il mondo. Quello che lo faceva più irritare, era il sapere che il cosiddetto Jisung, possedeva un controllo invidiabile anche a un vampiro adulto, e questo rendeva la sua cauzione molto più leggera di quella di Minho, per non parlare del fatto che in tutta la sua vita non avesse mai ucciso un essere umano; dire che Jungkook era incredulo era un eufemismo, e questo stava a significare anche, che il tempo di lavoro di Minho, per risolvere la sentenza dell'altro, era stato ridotta a venti anni.
Solo il sacrificio che stava facendo la diceva lunga su quanto tenesse a Jisung, e questo ingelosiva non poco Jungkook che sperava un giorno di poter tenere Minho tutto per sé. Questa situazione era solo servita a sbattergli in faccia, che no, il suo desiderio non si sarebbe mai avverato.

-Toglieteli dalla mia vista.-

Aveva infine pronunciato tra i canini.

-SUBITO.-

Mr. Sakurada fece un cenno a Seungmin.

-Spostali nell'infermeria.-

Il suddetto aveva abbassato lo sguardo in segno di assenso prima di rivolgersi a Jisung. Il vampiro più giovane aveva un espressione tutt'altro che leggibile: poteva essere arrabbiato, triste o esausto per quel che ne sapeva, ma di sicuro non erano emozioni felici ad annebbiargli la mente. Minho d'altro canto, era evidentemente scocciato, e fissava Jungkook oltre le spalle di Bangchan e Mr. Sakurada; stava mezzo seduto sul pavimento reggendosi a Jisung quasi a strappargli la pelle, e probabilmente qualche livido aveva oltrepassato la stoffa dell'abito, Seungmin voleva accertarsene togliendogli la mano, ma dubitava che i due avrebbero acconsentito a separarsi.

-Portiamolo di la Jisung.-

Il più piccolo prese in braccio l'altro appena sentito l'ordine, lasciando che il vampiro più grande gli avvolgesse le braccia intorno al collo. Seungmin non era certo che gli avrebbe dato il permesso di toccarlo.Tuttavia gli rivolse un occhiata incerta lasciandogli intendere di fargli strada.
Non fecero in tempo a lasciare la sala che Jungkook proruppe in un ultima frase.

-Il nostro patto è rotto Minho, è bene che tu lo sappia.-

Nel allontanarsi sempre di più Jisung sentì le braccia intorno al suo collo stringerlo più forte, e nell'abbassare lo sguardo fú colpito nel trovare l'altro mordersi a sangue il labbro inferiore, mentre tra i respiri sconnessi mormorava un:

-Lo so-

Buon fine mese a tutte voi lettrici e scrittrici.
Instagram:_martora / foxeear


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