Baci nell'ombra (Disponibile...

By saradardikh

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Capitolo 13
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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 14
Capitolo 15
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Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
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Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28.
Capitolo 29
Capitolo 31
Capitolo 32
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Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
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Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Momento euforia!
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
La storia continua...?
Sequel si o no?
Capitolo 48
Uscita sequel!
Cartaceo!
Jesh are back
Baci nell'ombra
Meet Sara
Baci scoperti is OUT!
#MeetSara

Capitolo 30

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By saradardikh

Capitolo trenta

Josh's Pov

"Aspetta!",le grido mentre le prendo il polso,"Aspetta,solo lasciami parlare un'attimo va bene? Se dopo non vorrai più parlarmi,ti lascerò stare,posso giurare su mia sorella che dopo che mi avrai ascoltato non vedrai mai più la mia faccia",le dico non pensandolo veramente,credo che non riuscirei mai a starle troppo lontano. Ha una sorta di calamita che mi porta a volerla vicino.


Mi guarda con faccia perplessa ma non vedo più il disprezzo che aveva durante i giorni in ospedale,sento che la sto riavvicinando,me lo sento.

"Hai avuto molteplici occasioni per parlare non so cosa tu possa dirmi di nuovo",dice schietta.

Insomma la stai proprio riavvicinando, è ai tuoi piedi.
Ci sto provando

"Io io ecco io",balbetto mentre mi passo freneticamente la mano tra i capelli,mi rende cosi nervoso anche solo averla davanti,"Ho molto da dirti,ecco vedi...",ma vengo interrotto da un'altra voce.
"Jennifer",le dice un ragazzo mentre si avvicina. E questo adesso chi è?
"Leo?",risponde lei sorridendo.

Perché gli sorride in quel modo? Leo? Che razza di nome è Leo? Non darei questo nome nemmeno a un segugio per strada.

"Ho saputo dell'incidente,ero venuto a trovarti ma ti avevano già dimessa,mi dispiace davvero non essere venuto prima",si scusa con la faccia da cane bastonato.

Non gli e ne frega niente se non sei venuto,non voleva la tua compagnia
Già perché la tua compagnia la emozionava vero? Saltava di gioia nel vederti.
Questo non ha importanza.

"Non preoccuparti,non è stato nulla di grave".

L'ho sentita dire cosi tante volte questa frase che credo se la sia imparata a memoria in modo da rifilarla a tutti. Ma questo tizio ha i capelli blu?

"Vieni con me?",le chiede toccandole la spalla,non la toccare!
"Venire dove?",chiede Jennifer stranita. Si infatti dove?
"Come dove", le dice ridendo,"A lezione di arte".
"Cosa?Cosa hai detto?",quasi urla.
"Ho detto lezione di arte",le risponde il clown.

Il clown sarebbe Leo?
Mi pare ovvio!

"Oh mio dio,mi ero completamente scordata di arte,si è accorto della mia assenza dell'ultima volta?",chiede lei preoccupata
"Ti mentirei se ti dicessi di no, è la prima cosa che ha notato appena è entrato in classe".


Questa situazione mi sta infastidendo a dir poco,parlano tra di loro come se io non esistessi neanche. Stavo cercando di parlare di una cosa importante prima che questo tizio venisse qui a fare il giocoliere da strapazzo e poi perché è cosi preoccupata?

"Qual è il problema? Hai saltato una semplice lezione e poi eri in ospedale sei giustificata!",sbotto io facendo girare entrambi.
"Oh scusa non ti avevo visto,io sono Leo",dice il clown porgendomi la mano. Oh ma certo accorgiamoci di Josh dopo mezz'ora!

"Josh",stringo la sua mano e devo ammettere che ha una stretta molto forte,quasi volesse farmi male,ma chi diamine è questo tizio?
"Sbrigati Leo andiamo in classe",dice Jennifer.
"No aspetta,io devo parlarti".
"No Josh devo andare davvero",e fa per girarsi dall'altra parte.

No! Sono stanco di rimandare,sono stanco di correrle dietro e sono stanco di vederla andarsene in silenzio tutte le volte,io devo parlarle,lei deve ascoltarmi!

"Jennifer",le dico girandola e guardandola negli occhi,"Devo davvero parlare con te".

Il mio tono è serio,perché io sono serio,ora basta giochetti,basta scuse. Devo risolvere questa situazione prima che mi crolli tutto addosso. Vedo i suoi occhi cercare di guardare ovunque tranne che nei miei e le stringo le spalle come per farle capire che deve guardarmi. Riesco a percepire la confusione in quei suoi occhi verdi.

"Se non ti vuole parlare,non ti parla".

Come scusa? Chi ha parlato?Il clown dai capelli blu? Non centra un cazzo in tutto questo!

"Tu stanne fuori",dico lasciando le spalle di Jennifer e ringhiando verso di lui.
"Non sembra che voglia parlare con te quindi non insistere",mi guarda negli occhi e adesso questo cosa vuole? Ci mancava solo lui.
"Non sono affari tuoi clown di strada,stanne fuori!".
"Come mi hai chiamato?",fa un passo verso di me.
"Mi hai sentito benissimo",rispondo facendo un passo verso di lui.
"Ragazzi!",tuona forte Jennifer facendoci girare di colpo,"Non sono una baby-sitter quindi non starò qui a badarvi,io vado a lezione. Leo se vuoi andare a lezione vieni,io sto andando!", sentenzia Jennifer andando verso la classe.
"Arrivo",le risponde il clown prendendo lo zaino da per terra con un ghigno.

Questo tizio non mi piace per niente,lo odio quasi più di Michael!
Assurdo come tutte le volte che io cerchi di fare un discorso con lei venga interrotto da qualcuno! Deve essere un segno divino che devo lasciar perdere tutto! Non vuole ascoltarmi ormai è andata e io...

"Josh",mi dice Jennifer fermandosi in mezzo al corridoio,"Alle sei a casa mia,sai già quale è la strada,a dopo",e gira l'angolo del corridoio sparendo.

Mi tocco un'attimo le orecchie per riuscire a realizzare se me lo sono immaginato o cos'altro.
Devo andare davvero a casa sua? Mi sta dando la possibilità di spiegarle!

"Ehi amico ma dove eri finito?",mi domanda Drake poggiando la mano sulla mia spalla,"Hai visto un fantasma per caso?".
"Jennifer",rispondo continuando a guardare il corridoio.Come se avessi paura che risbucasse e dicesse che si era sbagliata e non dovevo andare da lei.
"Jennifer è il fantasma?".
"No coglione,sono andato a parlare con Jennifer".

"E lei ti ha parlato?".
"Ha fatto molto di più,mi ha detto di andare a casa sua alle sei",rispondo.
"Serio? Finalmente,non riuscivo più a sostenere questa situazione!",dice Drake sedendosi per terra.
"Quale situazione staresti sostenendo?Non sei tu quello a cui non rivolgeva parola!",chiedo leggermente irritato.
"Stai scherzando vero? Quando siamo insieme sembra un campo minato,come se alla minima parola sbagliata potesse scoppiare la guerra tra di voi".
"Non esagerare",rido leggermente.
"Fidati amico non esagero,se serviva schiaffeggiare Melissa per convincerla a parlare anche a te,l'avrei fatto io da un bel pezzo".
"A proposito cosa ha fatto Melissa subito dopo?",chiedo curioso.

Sono sicuro che se non fossi stato abbastanza scioccato dalla scena sarei scoppiato a ridere.

"Oh amico è stato davvero fantastico",dice Drake prestandomi tutta la sua attenzione,"Ha cominciato a urlare come un'isterica poi ha preso le sue cose andandosene. Quasi credevo che le avrebbe perforato la guancia con quello schiaffo,hai sentito che razza di suono che ha fatto? Oh mio dio era davvero davvero...".
"Ehi ehi,ti stai eccitando un po' troppo per due miseri schiaffi",rido dell'entusiasmo del mio amico.
"Non sono gli schiaffi ad eccitarmi,lei è eccitante",dice Drake guardandomi.

La mia risata si blocca subito e offro all'individuo accasciato di fianco a me uno sguardo omicida e Drake comincia a ridere con voce altissima.

"Oh mio dio Josh",dice cercando di parlare tra le risate,"Avrei dovuto fare una foto alla tua faccia",conclude sempre ridendo.
"Sei un coglione" dico dandogli un pugno sulla spalla.
"Tranquillo nessuno ti toccherà la tua Jennifer",dice dopo essersi ripreso dalle risate.
"Non è la mia Jennifer!".
"Beh ti comporti come se lo fosse".
"Perché come mi comporto?".
"Stai scherzando vero? Va bene che ti sentivi in colpa ma se quando era in ospedale ti avesse chiesto di comprarle un'aereo ti saresti prostituito per comprarglielo".

Rido per l'assurdo esempio del mio amico e mi accascio a terra insieme a lui.
La reputo davvero mia? Forse vorrei lo fosse...solo sessualmente ovviamente.
Non ricominciare con questa cazzata.

****

Jennifer's Pov

Siamo riusciti a scampare per un pelo da quell'essere umano che si fa chiamare professore.
Appena ci siamo sistemati sui banchi è entrato subito dopo di noi,con il suo impeccabile abbigliamento e quella orrenda valigia che si porta sempre appresso.

Leo si è messo vicino a me,assieme ai suoi capelli blu e il suo spiccato sorriso. Devo ammettere che quasi mi ha infastidio il modo in cui prima ha parlato a Josh,so che stava solo cercando di difendermi in qualche modo,ma non sa la situazione e non doveva intromettersi.
Per me stai solo difendendo Josh.
Non è cosi!

"Oh ma guarda chi abbiamo qui!",dice il Prof.Lennon facendo cosi cessare il silenzio nella classe. Mi sbaglio o siamo molti di meno rispetto all'altra volta?,"Milton,quale onore averla tra di noi,pensavo che se la fosse data a gambe".
"Sono qui invece",rispondo io cercando di essere il meno provocatoria possibile.
"Lo vedo,ma l'altra volta non era qui".
"Ero in ospedale,sono stata male".
"Si ho saputo di quello che è successo in palestra",mi risponde girando attorno la scrivania di legno.

Lo sa? Allora cosa sta facendo? Se sa cos'è successo perché sta facendo tutta questa sceneggiata? Stia semplicemente zitto e basta!

"Allora se lo sa puo benissimo risparmiarsi questo teatrino",dico io prontalmente.

Leo mi da un calcio sotto il tavolo per intimarmi a stare in silenzio. No,non questa volta!
Cosa sta cercando di fare? Vuole umiliarmi davanti agli altri raccontando cos'è successo?

"Come ha detto scusi? Può ripetere?",mi chiede sbarrando gli occhi.
"Ho detto che se sa cos'è successo puo benissimo risparmiarsi questo teatrino sul fatto che sono stata assente e iniziare la lezione invece di perdere tempo".

Leo mi da un'altro calcio e io glielo ridò indietro. La gente deve smetterla di tirarmi calci quando dico qualcosa di sbagliato!

"Non mi parli in quel modo!" urla il Prof.Lennon
"Quale modo scusi?" chiedo io sfrontata.
"Non giochi con me Milton,non le conviene" dice serrando i denti.
"Nemmeno a lei!" rispondo io.
"Fuori di qui",sbatte la mano sul tavolo.
"Con grande piacere!",rispondo raccogliendo le mie cosa per uscire da quella classe.

A grandi falcate attraverso tutta la classe sotto lo sguardo attento dei miei compagni e esco sbattendo la porta. Ma chi si crede di essere?
Il tuo professore di arte forse?
Può essere anche il presidente d'America non può parlarmi cosi!
Ti sei solo cacciata nei guai.
Prendo l'autobus e mi dirigo verso casa infuriata sperando che mio padre non ci sia, non ho voglia di subirmi anche lui vedendo che sono tornata prima del dovuto.

"Signorina Milton già di ritorno?",mi chiede Greg intento a sistemare il giardino. Oltre a essere il nostro autista è un po' anche il nostro tutto fare.

"Si,mio padre è in casa?".
"Si signorina è nel suo ufficio".
"Perfetto",sbuffo sonoramente andando verso l'entrata.

Passo furtivamente il mio salone e gattono per le scale in modo che Anny non possa vedermi. Quando arrivo davanti alla porta di mio padre continuo a gattonare affinché possa arrivare alla mia camera sana e salva. Gattono fino all'uscio della mia porta e tiro un sospiro di sollievo nel vedere che sono salva. Sembro quasi un ladro in casa mia.

"Jennifer Alexandra Milton!",tuona mio padre da dietro di me. Il nome completo,perfetto,di bene in meglio,"Alzati subito, perché gattoni per casa?".
"Ho trovato questo nuovo modo per rilassare i muscoli allora volevo provarlo! Dovresti farlo anche tu,funziona,potresti gattonare per il salotto",rispondo con tono serio per riuscire a rendere credibile l'assurdità che ho detto.

Se mio padre non mi guardasse con quei suoi due ghiaccioli probabilmente scoppierei a ridere.

"Vieni nel mio ufficio",dice freddo voltandosi.
"Devo venire gattonando?".
"Jennifer!",urla mio padre per intimarmi di smetterla.

Lo seguo nel suo ufficio troppo decoroso per i miei gusti e lo osservo sedersi sulla sua poltrona di pelle.

"Siediti",mi indica l'altra poltrona.
"No sto bene in piedi grazie".
"Ho detto siediti",ripete con tono più forte.
"Va bene boss della mafia",e mi siedo di fronte a lui.
"Non sono in vena di scherzare Jennifer".
"Ma davvero? Non l'avevo capito",rispondo ironica.
"Non sono in vena nemmeno del tuo sarcasmo! Mi ha chiamato la scuola".

Spalanco gli occhi alla sua affermazione e mi siedo meglio sulla sedia.
Melissa era andata dal preside? È davvero cosi viziata e bambina? E ora come mi giustifico? Non posso dire il vero motivo per cui l'ho fatto salterebbe tutta la mia copertura.
Potrei semplicemente dire che mi sta antipatica,il che è vero.

"Ti ha chiamato la scuola?",chiedo io per cercare di rimediare tempo per rifilargli una buona scusa.
"Si ha chiamato,ti sembra il modo di trattare un professore?".
"Guarda papà io volevo solo...no aspetta eh? Un professore?",domando incredula.
"Si il tuo professore di arte si è lamentato del tuo linguaggio poco coretto nei suoi confronti".
"Il mio professore di arte? La scuola ha chiamato per questo?",tiro un sospiro di sollievo nel saperlo ma guadagnandomi uno sguardo strano da mio padre.

"Hai poco da rilassarti Jennifer come hai potuto comportarti in quel modo?".
"Ma quale modo? Non eri nemmeno presente!",rispondo alzando la voce.
"Abbassa i toni,il professore ha detto che hai risposto male insinuando che la sua lezione fosse un teatrino"".
"Cosa? Non ho mai detto una cosa del genere! Quello stronzo ha rigirato la mia frase!".
"Jennifer! Non usare questo linguaggio!".
"Oh si certo scusa,non si sa mai che la figlia di John Milton non usi un vocabolario adeguato in qualsiasi situazione",sbotto io.
"Non è questo il punto,il punto è...",ma non lo lasciai finire perché lui non sapeva quale era il punto.
"Non c'è nessun punto! Non eri li,non sai come ha cercato di provocarmi,ha cominciato a fare riferimenti al mio incidente in palestra,ne parlava come se niente fosse e continuava a parlare dell'argomento come se volesse renderlo di dominio pubblico. Non sarei stata li un secondo di piu".

Mio padre mi guarda attento mentre si appoggia allo schienale della sua poltrona.

"Puoi giurarmi che tu non centri nulla? Che non gli hai mancato di rispetto e non l'hai provocato".
"Posso giurartelo su Elisabeth Tomson",dico seria incrociando il suo sguardo.

Il suo sguardo barcolla per un po nel sentire nominare il nome di mia madre ma poi rilascia un sospiro e si solleva dalla poltrona.

"Vai in camera tua ora".

Mi alzo lentamente e vado in camera mia stendendomi sul letto. Il pomeriggio passa velocemente finché Anny viene a bussare in camera mia.

"Signorina c'è qualcuno che chiede di lei",dice dall'altra parte della porta.
"Anny entra pure".

Anny entra assieme alle sue guancie paffute e l'inconfondibile odore di dolci.

"Chi è?",chiedo dopo aver assorbito tutto il suo delizioso profumo.
"Mi scusi mi sono dimenticata di chiederglielo,ma suo padre sembra sapere chi è,sono in salotto".

Mio padre? Davvero? Forse è Meredith che è venuta a vedere come mai non c'ero all'uscita. Avrei dovuto avvertirla con un messaggio. Non sono ancora abituata a questa cosa dell'amicizia.Mi dirigo verso il salotto saltando un paio di gradini per riuscire ad arrivare più in fretta.

"Jennifer,Josh è qui",dice mio padre dal salotto.

Quasi mi pietrifico davanti all'immagine di mio padre e Josh sullo stesso divano. Cosa ci fa qui?

Scherzi vero? Gli e lo hai detto tu di venire a casa tua alle sei.
Dannazione! Solo ora mi rendo conto di quello che ho detto nel corridoio,ma perché mai l'ho fatto venire qui. Sapere cosa aveva da dirmi divora la mia curiosita e la sua stretta assieme al suo sguardo hanno contribuito alla grande.

"Ohm,ehm si,lo vedo",balbetto io avvicinandomi.
"Vuoi qualcosa da bere Josh? Rimani a cena con noi?",chiede mio padre
"No!",rispondo io al posto di Josh guadagnandomi uno sguardo seccato da mio padre,"Lui,lui ecco,è venuto qui per,per aiutarmi a verniciare".
"Per aiutarti a verniciare?",chiede mio padre non credendo a una sola parola di quello che ho detto.

Certo che non ci crede,nemmeno io ci crederei,aiutarti a verniciare?Seriamente?
È la prima cosa che mi è venuta in mente!

"Certo,verniciare,vero?",domando a Josh sperando mi regga il gioco.
"Si signor Milton,glielo avevo promesso e quindi eccomi qui. Le avevo detto che poteva assumere un'imbianchino ma ha voluto fare di testa sua,sa com'è",ma che grande attore


Sta cercando di rimediare alla tua orribile scusa.
Perché devi sempre difenderlo,sei la mia fottuta coscienza!
È più divertente stare dalla sua parte.

"Si hai ragione,a volte può essere davvero testarda!",dice mio padre con tono calmo "Bene,allora vi lascio verniciare".
"Si,bene,allora vieni su?",chiedo a Josh ancora seduto sul divano.
"Arrivo",mi risponde cercando di non scoppiare a ridere.

Sento il suo sguardo puntato sulla mia schiena mentre saliamo le numerose scale ed è dannatamente fastidioso,ho la sensazione di sudare. Ma perché ci sono cosi tante scale? Dovrò persuadere mio padre per costruire un'ascensore. Cerco di salire le scale il più velocemente possibile ma ovviamente da grande equilibrista che sono prendo una storta e cado all'indietro. Stringo forte gli occhi sapendo che tra un po' finirò con il sedere per terra.
Ma il mio sedere non è per terra,anzi sento due forti braccia tenermi la vita.

"Devi stare attenta Jennifer",mi sussurra Josh all'orecchio mentre mi cinge ancora la vita.

Deglutisco cosi forte che probabilmente mi ha sentita anche Greg in giardino e mi avvio verso camera mia cercando di non cadere nuovamente.

"Sei una pessima bugiarda lo sai?".

Solo sapere che è in camera mia mi mette agitazione ma non potevamo di certo parlare con mio padre spettatore.

"Non sapevo cosa dire e poi guarda",indico i barattoli dall'altra parte della camera.
"Stai davvero verniciando?",domanda Josh.

"Si non vedi?",e indico la parete blu e azzurra.
"Questo sarebbe verniciare? A me sembra schizzare a caso sulla parete".
"A me sembra che tu debba cominciare a parlare prima che ti butta fuori di qui a calci".
"Come? Dopo chi ti prenderebbe sulle scale evitando di farti cadere?",dice Josh sedendo vicino a me nel letto e io di conseguenza mi alzo.
"Parla,ora",chiarisco io cercando di indurlo a parlare. Non l'ho invitato per prendere un the.
"Allora...",comincia massaggiandosi la mascella come fosse alla ricerca delle parola,"Prometti di non raccontarlo a nessuno".
"Ancora con questa storia? È proprio questo il motivo per qui hai fatto quello scherzo idiota e ora mi stai seriamente chiedendo di non dire niente a nessuno?",alzo la voce.
"Solo prometti,cosa ti costa farlo?".
"Ma Josh ti rendi conto con chi stai parlando? Sono da sola! Con chi dovrei parlarne? Con Meredith e Drake che sanno già tutto? Con la mia cameriera? Senti vai via non ho voglia di ascoltarti!",dico indicandogli la porta
"È cominciato tutto quando avevo quindici anni",dice senza muoversi dalla sua posizione,"Lei era cosi bella,ed era più grande di me di un'anno,il che al tempo era una cosa davvero eccitante. La osservavo,anzi la contemplavo da lontano,ogni giorno per mesi finché non ci incontrammo ad una festa e i nostri amici ci presentarono. Io e Drake giravamo sempre con gente più grande quindi non era strano che le nostre compagnie si incrociassero cosi spesso".

Prese di nuovo a toccarsi ritmicamente i capelli e la mascella,sintomo di nervosismo e ultimamente lo faceva spesso. Ma è la prima volta che lo sento parlare di questa situazione senza urlare o senza essere ubriaco.

"Una sera ad una festa mi portò su in camera e scopammo,credevo fosse solo quello ma mi sbagliavo,era molto di più io la amavo ma allo stesso tempo ero anche dannatamente ingenuo e il giorno dopo gli e lo dissi".
"Le dissi che la amavi?",chiedo io con tono calmo per non agitarlo.
"Si andai a casa sua come un bambinetto eccitato all'idea di dichiarare il suo amore,ero cosi sicuro di me stesso ma la mia sicurezza svani quando lei mi rifiutò".
"Ti rifiutò? Ma come? Non stavate insieme?".
"Mi lasci finire?",chiede Josh con tono asettico.
"Si scusa continua",dico io rimproverandomi mentalmente.
"Come stavo dicendo lei mi rifutò e per una settimana non si degnò di guardarmi o di parlarmi nemmeno una volta,anzi credo anche di averla vista con un'altro un giorno,ma una sera al bar mentre prendevamo delle birre un mio amico mi chiamò per cognome e la vidi voltarsi di scatto,come se il mio cognome l'avesse riaccesa. Quella stessa sera ricominciò a parlarmi,si era addiritura seduta sulle mie gambe e il giorno dopo quando le chiesi spiegazioni mi disse che si era sbagliata,che aveva sempre provato forti sentimenti per me ma aveva paura ad ammetterli ma che ora era pronta costruire qualcosa con me.
Io ero cosi dannatamente felice,ingenuo ma felice,felice del fatto che era diventata mia,solo ed esclusivamente mia. Lei mi offuscava cosi tanto che non avevo capito il reale motivo,forse lo avevo capito ma non volevo ammetterlo".
"Dopo che ha sentito che fai parte della famiglia Cliver si è subito interessata a te...",sentenzio io.

Sapevo benissimo cosa si provava,tutte quelle amicizie false mi avevano portato a capirlo in pieno. La gente voleva avere a che fare con Jennifer Milton non solo con Jennifer.

"Esatto,ma non mi importava perché io la amavo e credevo che lei amasse me. A sedici anni presi la macchina e cominciai a portarla in svariati posti,anche viaggi che duravano week-end o cene di famiglia prestigiose. A me bastava anche solo stare sul divano a guardare la televisione ma a lei sembrava piacere cosi tanto essere servita e riverita,vestire quegli abiti succinti alle feste,il fatto che la passassi a prendere tutte le mattine che le davo tutto quello che voleva senza darci peso. Amavo vederla sorridere in quel modo,amavo vederla felice ma sopratutto amavo il fatto di sapere che io provocavo quella felicità in lei".

Rimango quasi impietrita dinnanzi a quella parte di Josh. Davanti al Josh che mi parla del suo amore perduto,non avrei mai potuto credere che avesse davvero amato cosi tanto,nella mia testa continuava a girare la sua figura mentre racchettava ragazze a caso per il campus e non quella di un Josh folle d'amore. Quasi lo invidio per aver provato un sentimento simile,chissà come ci si sente.

"Il tempo passava e le cose tra me e Caroline andavano benissimo,almeno cosi credevo finché un giorno tornando a casa seppi che mio fratello era nei guai",e si fermò a guardarmi,"Non mi sembri sopresa".
"Da cosa?".
"Dal fatto che io abbia un fratello lo sapevi già?".
"Io beh si,so che siete in quattro. Tu,Meredith,una sorella più piccola e tuo fratello".
"Chi te lo ha detto?",domanda brusco
"Meredith",rispondo.
"Cos altro?",chiede cambiando completamente il suo tono calmo.
"Niente! Solo che ha un fratello e una sorella",alzo la voce io.

Ho già vissuto una scena simile e non ho intenzione di riviverla.

"Va bene",risponde Josh ma da come stringe i pugni sul mio letto vedo che sta combattendo contro se stesso per non strippare.
"Josh",lo chiamo dolcemente sorprendendomi anche io del mio tono,"Tutto quello che mi stai dicendo lo sento per la prima volta,davvero",concludo cercando di rassicurarlo anche se non ho ben capito dove vuole arrivare con tutto questo discorso.
"Mio fratello era finito nei guai,per qualcosa di grosso,più che guai finii in prigione".
"In prigione? Per cosa?",quasi sussultai alla sua frase.
"Non è importante,si chiama Kevin e io ero davvero legato a lui. Lui per me era un'icona,il mio eroe,era mio fratello e da piccolo desideravo solo diventare come lui un giorno. Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande io rispondevo dicendo: 'Io voglio essere Kevin' ",mi spiega con un sorriso amaro.

Vorrei davvero sapere per quale motivo suo fratello sia in prigione ma non sono affari miei e lui non vuole parlarne,noto lo sforzo che sta facendo per dirmi questa parte della sua vita e vedo anche come cerca di non guardarmi mai negli occhi.

"Tutti amavamo Kevin ma lui e mio padre non andavano d'accordo per niente. Mio padre voleva costringere Kevin a entrare nell'azienda di famiglia ma Kevin non voleva. Lui era uno spirito libero,desiderava viaggiare per il mondo e non stare rinchiuso in uno degli uffici di mio padre ma mio padre non capiva. Si ostinava a volerlo a lavorare al suo fianco,si crearono discussioni accese forti ogni giorno finché lui decise di andarsene".
"Dove se ne andò?",chiedo io mentre ascoltavo attenta.
"Non lontano sempre qui a Mahnattan solo che andò a vivere da solo,o da qualche lontanto parente, per non provocare continuo scompiglio in casa. Io e Meredith lo vedevamo al di fuori quando lui era libero e quelle poche volte che tornava a casa si creavono altre discussioni. Nonostante se ne fosse andato,nonostante si fosse allontanato dalla famiglia mio padre continuava ad aggredirlo dicendo che doveva portare avanti il nome della famiglia e che non poteva stare in giro senza far nulla. Gli anni passarono e io non vidi piu' Kevin,non averlo attorno mi cambiò l'umore divenni più distaccato e Caroline questo lo notò ma finché le davo quel che voleva lei non faceva domande anche se forse lo avrei voluto sai? Avrei voluto che un giorno venisse da me e mi dicesse : "Josh oggi stiamo semplicemente seduti su questa panchina e tu mi racconti cosa ti prende" ,ma non lo fece,non lo fece nessuno".

Quasi tremo nell'ascoltarlo,nel sentire che il suo dolore e' cosi simile al mio. Quante volte ho fatto questo pensiero,quante volte avrei semplicemente voluto che qualcuno mi chiedesse di sedermi e di parlare,ma non lo faceva mai nessuno,tutti volevano avere ma mai dare,volevano sapere senza sapere per davvero.

"Un giorno rientrando in casa trovai mia madre e Meredith piangere dicendo che Kevin era stato arrestato. Andai in fretta e furia nell'azienda di mio padre e lui lavorava! Mio fratello era in prigione e lui stava lavorando ti rendi conto? Gli chiesi spiegazioni e che doveva subito pagarli la cauzione,ma lui mi disse semplicemente che per un reato simile non si poteva pagare una cauzione e che mio fratello aveva chiesto di non dire a nessuno in quale prigione si trovasse,ovviamente lui poteva avere la sua privacy".
"Quindi tu non sapevi dove era?".
"Non lo so tutt'ora. Ho girato tutte le prigioni di Mahnattan e dintorni nella speranza di potergli fare visita per tantissimo tempo senza mai trovarlo. Ero cosi arrabbiato,anzi infuriato,con tutti,con il mondo intero ma sopratutto con mio padre. Lui lo aveva allontanato da casa se lui non lo avesse portato ad andarsene tutto questo non sarebbe successo",dice quasi urlando l'ultima frase dando un pugno sul materasso.

Mi avvicino piano piano a lui sedendomi accanto per fargli capire che io ci sono,può continuare e io lo ascolterò qualsiasi cosa abbia da dire. Lo ascolterò anche se ora si mettesse a parlare di pomodori e arcobaleni.

"Vai avanti. Dopo cos'è successo?".
"Non riuscivo più a stare in quella casa,tra le urla di mia madre e mio padre,se non fosse stato per Meredith e Chloe me ne sarei andato anche io ma non le potevo lasciare. Fatto sta che cominciai a stare sempre di meno a casa,cominciai a trascurare Drake e tutti i miei amici ma Caroline no. No,lei no,l'amavo troppo per poterla trascurare ma ero comunque cambiato,ero incazzato con tutto e tutti di conseguenza non volevo più andare alle feste,non volevo più girare e farmi vedere in giro e sopratutto non volevo più andare a quelle stupide cene di lavoro e a Caroline questo non stava bene".
"In che senso?".

"Nel senso che lei mi disse che ero cambiato,che ero diventato un rammolito,uno sfigato e che se non mi sbrigavo a tornare come prima lei mi avrebbe mollato. Ma io ero cosi stanco di tutto e cominciai a prendere un brutto giro se cosi vogliamo chiamarlo e incontrai un'altro gruppetto di ragazzi".
"Un'altro brutto giro? Intendi di...",non voglio finire la frase,ho paura a finirla.
"Si Jennifer di droga".

Mi si formò un'enorme groppo in gola nel sentirlo dire. Josh era un drogato? Lo è ancora? Che tipo di droga? Quante domande volevo fargli ma mi sentivo la bocca come impastata di cemento.

"Non guardarmi in quel modo",mi dice e io sposto subito lo sguardo verso il muro,"Non ero un drogato o per lo meno,non ne ero dipendente di questo ne sono sicuro. Ma pian piano trascurai tutti i miei amici e cominciai a girare solo assieme a questo gruppetto di ragazzi che fumava costantemente. Era solo erba,qualche canna e mi faceva stare bene per un'attimo,quando stavo con loro e fumavo mi scordavo di mio padre,di Caroline e di Kevin. Tutti i miei problemi si dissolvevano nella nuvola di fumo che facevo fuoriuscire dalla mia bocca. Ma un giorno...",e vidi tremargli le mani.

Tutto il corpo tremava e d'istinto misi la mia mano sulla sua e mi guardò come per cercare di capire cosa stessi facendo. Strinsi ancora di più la presa,la mia non era compassione. So cosa vuol dire tremare per rabbia o tremare al ricordo di qualcosa,sto solo cercando di fargli capire che può continuare a tremare. Si esatto può continuare a tremare senza cercare di fermarsi. La cosa più brutta è cercare di fermare quel tremolio per non farlo notare a nessuno. Senti tutte le osse vibrare e provi con tutto te stesso a fermarla ma non ci riesci e se ci riesci senti come se il tremolio si fosse spostato nel cervello.

"Un giorno?",domando incoraggiandolo.
"Un giorno uno di noi portò dell'altro,una droga pesante. Dicendo che suo cugino l'aveva portata dalla Romania o una cosa simile. Tutti erano eccitati all'idea di provare qualcosa di nuovo, io ne ero spaventato ma non volevo darlo a vedere. Non volevo far vedere che ero debole o che avessi paura,perciò la presi anzi ne presi più degli altri. Quella droga fece un'effetto orrendo su di me,non capivo più niente ed era come se le mie emozioni anziché sparire quella volta si fossero ampliate e in quel momento le uniche emozioni che provavo erano rabbia e dolore. Tornai a casa barcollando,vedevo rosso dalla rabbia,volevo andare nell'ufficio di mio padre e fargli del male. Non volevo ferirlo gravemente o ucciderlo,solo fargli provare un minimo del dolore anche solo a parole oppure un pugno,non so,volevo solo fargli capire che stavo male e che doveva stare male anche lui.".
"Dopo cos'è successo?".
"Non capivo niente,non so neanche come arrivai a casa,una porta valeva l'altra ma riuscii ad arrivare all'ufficio di mio padre. Vedevo tutto sfocato e scorsi solo una figura,non riuscivo a vedere bene ma riuscivo a vedere i bordi di un corpo,accecato dalla droga e dalla rabbia presi quella figura per il colletto e la attaccai al muro. Cominciai a urlarli che mi aveva portato via Kevin e poi alzai il braccio per tirargli un pugno fu allora che quella figura urlò",continua a parlare trascinando via la sua mano da sotto la mia e portandosela sui capelli stringendoli.
"L'hai colpito?Gli hai fatto del male?",chiedo sperando in una risposta negativa.
"Non era mio padre Jennifer,era Meredith",dice tirando ancora di più i capelli.

"Meredith?",chiedo quasi squittendo.
"Si non c'era nessuno in casa,tutt'ora nessuno sa dell'accaduto tranne Drake. Meredith era nel suo ufficio alla ricerca della pinzatrice".
"Quindi hai tirato un pugno a Meredith?".

Solo l'idea di vedere la dolce Meredith presa a pugni da Josh che la protegge sempre e ovunque mi provoca una sensazione di vomito.

"No!",risponde quasi offeso dalla mia domanda,"Appena la sentii urlare realizzai che non era mio padre ma mia sorella,la lasciai andare e scoppiai in un grande pianto. Ironico vero?", chiede sorridendo amaramente,"Io sto per menarla e quello a piangere sono io. Ho pianto per due ore,due lunghissime ore mentre Meredith mi tenne abbracciato da dietro. Piansi tutto il tempo in cui non avevo pianto prima e li capii che non potevo continuare cosi. Dovevo darmi una svegliata,il solo fatto che avessi potuto farle del male mi uccide ancora ora. Io non farei mai del male a Meredith lo sai vero?",mi chiede come intimorito dalla mia risposta.
"Certo che lo so",gli rivolgo un mezzo sorriso.
"Quello stesso pomeriggio feci una doccia fredda e andai verso casa di Caroline. Mi ero deciso,volevo riprendere in mano la mia vita. Dopo aver visto gli occhi di Meredith inniettati di paura,paura verso di me capii che dovevo farla finita. Chiamai Drake dicendo che doveva venire a cena da me,sai volevo scusarmi per averlo trascurato".
"Si,lo capisco e dopo andasti a casa di Caroline? E li che...",ma non mi fece fiinire perché ricominciò a parlare.
"Mi ha tradito? Si,fu quello il momento in qui l'ho scoperta. Ero cosi deciso a far di nuovo funzionare tutto che quasi sorrisi dopo mesi mentre andavo da lei. Le avrei chiesto scusa e che sarebbe di nuovo stato tutto come prima ,ma quando arrivai da lei trovai la porta socchiusa e entrai correndo pensando che qualcuno fosse entrato di nascosto ma la trovai sul divano con un'altro. Non ti racconto nemmeno cos'è successo dentro quella casa ti dico solo che da stupido ingenuo che sono la perdonai. Tu questo già lo sai ma io volevo cosi dannatamente tanto che tutto ritornasse come prima che ero disposto a far finta di niente ma lei non ne volle sapere e due giorni dopo se ne andò. Il tempo passò e di lei non ebbi più notizie".
"Non è in Florida?",chiedo io ricordandomene.
"Si cosi dicono ma chi lo sa. Drake e Meredith mi aiutarono a uscire da quel brutto giro e a uscire da quel tunnel di dolore che provavo per Caroline. La situazione in casa non migliorò ma questa volta non me ne stetti con le mani in mano,cominciai a stare più tempo con le mie due sorelle e cominciai a prendere le parti di mia madre".

Ora capisco cosa intendeva Meredith quel giorno quando mi disse che Josh per lei non era solo un fratello ma che era stato la sua salvezza.

"Jennifer so che probabilmente non ti importerà nulla e probabilmente continuerai a non parlarmi come hai fatto in queste settimane ma io ero terrorizzato dall'idea che tu sapessi,non sapevo quante informazioni avevi e credevo che tu potessi andare a dire in giro qualcosa. Ora lo so! Ora so che tu non sei cosi e non avrei mai dovuto farlo,non avrei mai dovuto farti quello scherzo idiota. Ma mio fratello era finito in prigione e io non sapevo nemmeno dove era per poterlo andare a trovare e la causa di tutto questo è il mio stesso padre. Avevo abbandonato tutti i miei amici,Drake compreso,per della merda di droga. Stavo per far del male a Meredith e in tutto questo l'unica ragazza che ho mai amato mi aveva tradito per poi sparire completamente. È stato uno schifo,io ero uno schifo. Ero terrorizzato da te Jennifer".
"Terrorizzato da me?",cosa sta dicendo? Cosa centro io?
"Si tu sapevi di Caroline,lei è solo un tassello di tutta la storia ma la più dolorosa e tu ne eri a conoscienza. Quel dolore e quella rabbia si stavano ricreando in me e non provavo sensazioni simili da tanto tempo e ne fui spaventato perciò agii di istinto. So che non potrai mai perdonarmi davvero ma io non volevo farti del male,non te ne farei mai. Ti prego credimi",dice le ultime parole spezzandole come se fosse sull'orlo del pianto.

Scavi in quel vortice di dolore alla ricerca di uno spiraglio di luce ma anche quando riesci a uscirne,hai le cicatrici. Avrai sempre il ricordo del dolore attaccato alla pelle e potrai cercare di mandarlo via in tutti i modi possibili ma non se ne andrà mai puoi solo conviverti. Il dolore è un'emozione buia e subdola e ti porta a compiere azioni di cui nemmeno ti rendi conto.

Le parole di Michael che mi disse in ospedale cominciarono a girarmi per la testa mentre fissavo Josh che era rimasto con le mani nei capelli e lo sguardo basso praticamente tutto il tempo. La metà delle sensazioni che ha provato le ho sentite sul mio stesso corpo e questo mi basta per sapere cosa fare ora.

"Meredith quel giorno ti abbracciò da dietro giusto?",chiedo io.

"Si",risponde finalmente portando lo sguardo su di me ma ancora con la mano tremante e il piede che tintenna sul pavimento,"Perché? Cosa centra?".

Non gli rispondo. Semplicemente mi alzo dal letto e vado nell'altro lato. Mi tolgo le ciabatte e salgo delicatamente sopra il letto mettendomi dietro alle sue spalle e lo abbraccio da dietro.
Sento tutto il suo corpo irrigidirsi e sinceramente anche io mi sento una perfetta idiota ma so anche che quando tremo svegliandomi da un brutto sogno e Anny mi abbraccia io mi calmo di conseguenza. La sua schiena è dura,ma lui ha un buon odore e dopo svariati minuti in cui lo sto abbracciando da dietro,lui rilascia un sospiro e rilassa i suoi muscoli avvicinando la mie braccia al suo torace stringendo le mie mani,come per sentire di più il mio corpo.
So che probabilmente mi pentirò di questa cosa e che se qualcuno entrasse e ci trovasse in questa posizione penserebbe male. Ma ora io sto bene e sta bene anche lui,almeno spero. Sto bene nel sapere la vera motivazione del suo scherzo,sto bene perché so una parte della sua vita che in pochi sanno e mi fa sentire importante. Sto bene perché dopo settimane mi sento libera da un'enorme peso e sto bene perché sono sul mio letto abbracciata a Josh mentre mi accarezza il braccio sinistro e con l'altra mano stringe la mia mano destra. Sto bene perché siamo in silenzio e ascoltiamo i nostri respiri mentre le mie narici si beano del suo profumo e il mio corpo del suo tocco.

"Josh",dico io piano.
"Dimmi",risponde lui con lo stesso tono di voce.
"Se dici a qualcuno che ti ho abbracciato ti decapito il pene".

****

Finalmente tregua tra Jennifer e Josh!

Scusate per il ritardo ma e' stato un capitolo abbastanza lungo e complicato da scrivere,racchiude molto della vita di Josh percio' ci tenevo particolarmente a scriverlo bene.

Allora cosa ne pensate? Vi aspettavate una parte della vita di Josh cosi?


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