Capitolo 26

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Capitolo ventisei

Josh's Pov

"Non dovevi farlo...",mi dice piano Meredith tra le lacrime.
"Mi dispiace",rispondo altrettanto piano.

L'unica cosa che ero riuscito a dire da quando siamo in ospedale è: " Mi dispiace".
È ormai un'ora che siamo seduti sulle sedie bianche dell'ospedale,anche il corridoio e bianco assieme alle pareti. Tutto è freddo e asettico.

"Non mi importa se ti dispiace Josh,l'hai fatto comunque! Cosa ti è saltato in mente?",mi chiede mia sorella arrabbiata.
"Lei sapeva di Caroline,quindi io...",dico incapace di concludere la frase.

Non so come giustificarmi perché non c'è giustificazione a quello che ho fatto.
Tutto il mio ragionamento che ho fatto prima di farle quello scherzo ora non ha più senso. Volevo solo accertarmi di essere ancora al sicuro dal mio passato ma non avrei mai creduto che succedesse una cosa simile.

"Quindi cosa?",chiede di nuovo Meredith in tono arrabbiato,"Credevi che siccome lei sapesse ,sarebbe andata a spiattellarlo per tutta la scuola? Jennifer? La stessa Jennifer che per farle dire cosa ha fatto durante la sua giornata devi legarla a una sedia? Sei davvero cosi dannatamente stupido?".

Non avevo mai visto Meredith assumere un comportamento simile nei miei confronti,anzi,non l'avevo mai vista comportarsi cosi con nessuno.
La mia piccola dolce Meredith sempre calma con un sorriso in volto ora mi sta gridando contro in preda alle lacrime con le guancie arrossato dalla rabbia. La cosa che mi fa più rabbia è che è colpa mia se ora è cosi arrabbiata e il mio senso di colpa aumenta a vista d'occhio.

"Io-io non credevo avrebbe reagito cosi",rispondo intimidito per la prima volta da mia sorella.
"Cosi come?Come credevi avrebbe reagito a quei botti? Pensavi li avrebbe accolti con uno sorriso e alla fine ti avrebbe dato una pacca sulla spalla congratulandosi per lo scherzo? Hai detto di aver letto sulla sua cartella clinica che è la sua fobia e tu cosa fai? Le tendi uno scherzo del genere?",sbraita ancora contro di me Meredith.

Deve tenerci davvero molto a Jennifer perché sta andando fuori di sé e per come mi sto sentendo in questo momento forse un minimo ci tengo anche io.
Non è solo senso di colpa quello che sto provando,è vero proprio dolore,come se il dolore che Jennifer avesse sentito in quel momento ora lo stessi provando anche io.
Forse un minimo ci tengo anche io,forse quella chioma rossa che è entrata da poco nelle nostre vite,è molto di più. Non lo so,non capisco più niente. Ma dopo aver visto tutti i colori prosciugarsi dal suo volto,le lacrime contornarle gli occhi verdi e il suo corpo minuto tremare per terra tutto il divertimento che stavo provando prima sparì,sostiuito da un buco nel petto.

"Ora smettetela!",interrompe Drake che è seduto vicino a me,"Non ha senso litigare ora,sopratutto non in un ospedale senza sapere ancora se Jennifer sta bene!".

Meredith sbuffa e si rigira dall'altra parte. Non ho ferito solo Jennifer,ma anche Meredith e da come Drake mi sta guardando riesco a cogliere solo delusione. Lui mi aveva avvertito più volte,dicendo che era una cosa stupida,insensata e pericolosa ma non ho voluto dargli ascolto e ora eccomi qui. Seduto davanti a una porta di ospedale con Jennifer dentro,nella straziante attesa di sapere se sta bene,assieme alle due persone più importanti della mia vita che ora non riescono nemmeno a guardarmi in faccia.
Dopo che l'ambulanza arrivò,Meredith si catapultò dentro assieme a Jennifer,mentre migliaia di studenti cominciarono a riunirsi fuori dalla palestra ansiosi di avere qualcosa su cui spettagolare. Tutti camminavano e parlavano freneticamente,persino Melissa cominciò ad agitarsi. Melissa,l'ho rimproverata cosi tante volte sui suoi giochi infantili e vendicativi e io ho fatto la stessa identica cosa. Mi vergogno,mi vergogno di me stesso,mi vergogno per essere all'ultimo anno scolastico e aver fatto una cosa simile.
Tutti continuavano a chiedersi cosa fosse successo,mentre io ero impalato vicino alle scalinate della palestra,tutto ruotava intorno a me ma io continuavo a non muovermi da li.
Non mi ero mai mosso,pietrificato dalla scena a cui avevo assistito,finché Drake mi risvegliò dicendo che lui andava in ospedale e che dovevo andare con lui.
Il minimo che posso fare è assicurarmi che stia bene.
Davvero non credevo che sarebbe andata cosi,credevo che si sarebbe presa un semplice spavento per poi urlarmi addosso ma è successo tutto il contrario e ora non riesco a levarmi dalla testa i suoi occhi verdi che non si aprivano più

"Voi siete parenti?",chiede un'infermiera avvicinandosi a noi.
"No,siamo suoi amici,cos ha? Sta bene?",chiede di scatto Meredith alzandosi.
"Mi dispiace ma non posso dare queste informazioni se non siete suoi parenti".

Cosa? Siamo seduti qui da un'ora con l'ansia alle stelle e lei non vuole nemmeno dirci se sta fottutamente bene? Questo è uno scherzo!

"Come? No,la prego!",la supplica Meredith.

Questo è troppo. Vedere mia sorella supplicare in lacrime è davvero troppo per me.

"Mi dispiace ma...",ma non faccio nemmeno finire di parlare l'infermiera che mi alzo.
"Senta",dico con tono minaccioso ma vedendola arretrare capisco che non è questo l'approccio che devo usare,"Siamo seduti qui da non so quanto in attesa di sapere se la nostra amica sta bene,ho il cuore in gola e sono dannattamente stanco,mia sorella non fa altro che piangere e io voglio solo sapere se sta bene,solo questo. Non gli e lo sto ordinando la sto pregando,la prego",dico l'ultima parola con voce quasi strozzata.

Meredith e Drake mi guardano con occhi spalancati probabilmente perché non mi hanno mai sentito pregare nessuno o probabilmente perché hanno capito che ero sull'orlo del piangere.
Sicuramente non piangerò davanti a loro,non l'ho mai fatto davanti a nessuno e non succederà ora,ma anche io sono sorpreso dal mio comportamento.
Sto letteralmente dando di matto e sapere che Jennifer è qui in questo orribile posto mi fa stare ancora più male.
Non so perché mi importa tanto ma sono quasi sicuro che non sia solo senso di colpa.
E perché ti importa di lei cretino.

"Eh va bene",sospira l'infermiera.

Si guarda attorno come per accertarsi che nessuno veda che sta disubbediendo al regolamento ospedaliero e poi riguarda me con occhi dolci,probabilmente pieni di pena. In qualsiasi altro caso le avrei detto di non provare pena per me e di non guardarmi cosi,ma oggi no.

"Sta bene,niente di grave,ora sta dormendo",posso sentire il mio respiro,quello di Meredith e Drake,uscire fuori contemporaneamente dal sollievo,"A quanto pare ha avuto uno shock,ancora non si sa dovuto a cosa, ed è svenuta. Se fosse solo svenuta la dimetteremmo oggi stesso ma ha sbattuto la testa quindi la terremo qualche giorno in osservazione per assicurarci che non abbia nessuna commozione o commozione grave".

Posso sentire di nuovo il sangue circolare in me normalmente e i colori nel viso di Meredith riprendere vivacità.

"Infermiera",dice Drake prima che se ne possa andare
"Si?".
"Quando si sveglierà vi accerterete com'è stato provocato lo shock?".
"Si,sicuramente è nella prassi. Appena arriverà suo padre e lei sarà in grado di tenere una conversazione le chiederemo cosa è accaduto".

L'infermiera se ne va sulle sue disgustose scarpe grigie e Drake annuisce sconfitto.
So a cosa sta pensando,purtroppo ne sono consapevole anche io.

"Sai cosa succederà quando Jennifer parlerà vero?",mi chiede Drake sapendo già la risposta.
"Si che lo so,me lo merito".
"Cosa? Di cosa state parlando?",chiede ingenuamente Meredith.
"Appena Jennifer dirà dell'accaduto Josh verrà immediatamente espulso",risponde Drake.
"Cosa? No! Non possono, Josh non possono io non voglio!",dice Meredith in presa di nuovo al nervosismo.
"Si possono anzi devono".

Questa volta non è arrabbiata solo triste. Questa è mia sorella,nonostante la merdata che abbia fatto è ancora preoccupata per me e il mio futuro,tutta la rabbia si è dissolta sovrastata dalla preoccupazione nei miei confronti. I suoi occhi alleggeriscono i miei sensi di colpa facendomi capire che è ancora li per me,che ci sarà sempre. Ci sarà sempre,tanto quanto Drake,che ora ha la mano sulla mia spalla.

"Mia figlia dov'è?",sento tuonare dalla fine del corridoio,"Allora? Qualcuno può aiutarmi?".
"Signore si calmi,come posso aiutarla?",chiede la stessa infermiera di prima da dietro il lungo bancone.
"Mi hanno chiamato dicendo che mia figlia è qui,voglio vedere come sta!",tuona di nuovo l'uomo.
"Va bene signore ma si calmi,siamo in un'ospedale,mi dica il nome di sua figlia",risponde sempre con tono calmo l'infermiera. Deve essere abituata a queste scene.
"Jennifer. Si chiama, Jennifer Milton".

Vedo Drake alzare lo sguardo e Meredith sussultare. Ora mi ricordo di quell'uomo,l'uomo della cena,il padre di Jennifer. John Milton.

"Sua figlia è esattamente nella seconda stanza di questo corridoio, ma ora non può entrare".
"Come non posso entrare? Devo vedere se sta bene io dev..",comincia a blaterare John.
"Sua figlia sta bene,ma ora sta dormendo,deve assolutamente riposare. Se entra e lei si sveglia le rovinerà il riposo,la prego di sedersi li accanto agli amici di sua figlia finché non si alza".

Il padre di Jennifer cammina verso di noi sconfitto. Ha un completo scuro,scarpe di pelle e una cravatta rossa,deve essere scappato da lavoro. Nonostante la sua tenuta elegante il suo viso indica tutt'altro,ma come biasimarlo.

"Josh,caro,come stai?",chiede il padre di Jennifer guardandomi.

Caro? Chiede a me come sto? Se sapesse che è tutta colpa mia non starebbe qui a cercare di avere una conversazione civile con me,anzi,sicuramente ora mi starebbe strangolando con la sua stessa cravatta e io non lo fermerei.

"Io-io ecco sto bene e lei?",non so davvero come comportarmi con questo uomo.
"Bene più o meno".

Che domanda stupida,ovvio che non sta bene,sua figlia è all'ospedale!

"Voi vi conoscete?",chiede timida mia sorella.
"Si,Meredith,lui è uno dei clienti di papà".
"Ah quindi tu sei Meredith? L'amica di Jennifer! Davvero una grandissimo piacere conoscerti,le dice John con sincerità,"E tu sei?",chiede guardando Drake.

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