Choni one shot

By emma_choni

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one shot sulle choni More

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non è una one shot ma una domanda
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By emma_choni

Gelosia...ecco cosa provavo ogni volta che qualcuno si avvicinava estremamente a Toni. Avevo sempre cercato di reprimere questo sentimento ma con il passare del tempo iniziava a diventare impossibile.

La verità era che mi ero innamorata della persona sbagliata, e nonostante sapessi che tra di noi non si sarebbe mai concretizzato nulla, continuavo ancora a sperare che in qualche modo un giorno saremo finite per stare insieme.

«Attenta!» Rinsavii dai pensieri non appena un pallone mi colpì l'estremità del viso procurandomi un rossore non indifferente sulla gota sinistra.
«Cazzo, stai bene?» Domandò Toni, afferrandomi lentamente il volto per poter scrutare attentamente l'irritazione che rivestiva la mia pelle.

Incontrai i suoi occhi per qualche momento, cercando di ingoiare il groppo che mi si era formato in gola, mentre annuivo flebilmente, imbambolata in quelle sfere color nocciola che erano capaci di farmi tremare anche l'anima.

«Si tranquilla.» Mormorai, socchiudendo le palpebre non appena percepì delle dolci carezze che mi portarono a cullarmi nel suo tocco.

«Peaches puoi andare a prendere del ghiaccio?» Chiese con preoccupazione mentre prendeva posto al mio fianco, senza smettere nemmeno per un momento di passare dolcemente il pollice sulla mia guancia contusa.

«Non preoccuparti, sto bene.» Ribadii, mostrandole un piccolo sorriso per cerca di farle abbandonare l'espressione accigliata che si era sviluppata sul suo volto.
«Mi dispiace, non intendevo colpirti.» Affermò tristemente, abbassando lo sguardo per qualche istante.
«So che non mi faresti mai del male intenzionalmente. Siamo migliori amiche per un motivo, no?» Ridacchiai, dandole una debole spallata procurandole un tenero sorriso in risposta, nonostante la definizione del nostro rapporto mi distrusse interamente.

«Lo so, ma mi dispiace comunque.» Disse con rammarico, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
«È tutto okay» Contestai, sporgendomi leggermente contro di lei per lasciarle un casto bacio sulla guancia.

«Ecco il ghiaccio.» Intervenne Peaches, costringendomi a ritirarmi, mentre la fulminai con lo sguardo. Era incredibile come riuscisse ad aver e la capacità di arrivare nei momenti meno opportuni.

Toni la ringraziò silenziosamente, dedicandole un dolce sorriso prima di afferrare l'oggetto dalle sue mani per premerlo con dolcezza contro il punto del mio volto che era stato colpito.

«Ragazze continuate a giocare, io mi fermo per un po'.» Ammise con una scrollata di spalla, facendo incontrare nuovamente i nostri occhi.
«Non c'è bisogno che mi fai da badante, è solo una piccola botta, posso farcela.» La rassicurai, spronandola a tornare a giocare sapendo quanto amasse il calcio.
«Preferisco prendermi cura di te.» Sussurrò, ricoprendomi il corpo di una miriade di brividi.
«Non voglio farti distogliere le attenzioni dallo sport.» Ammisi, afferrandole la mano che aveva a disposizione, giocando con gli anelli che portava alle dita.
«Cher posso giocare quando voglio. Ora preferisco stare qui... con te.» Rispose sinceramente, rivolgendomi un caloroso sorriso che fu capace di sciogliermi il cuore.

«Cosa stavi studiando?» Aggiunse cambiando discorso, indicando i libri posti davanti a noi.
«Chimica, solo che dopo qualche minuto ho perso la concentrazione e ho iniziato a riempire il margine di piccoli disegni.» Ridacchiai, mostrandole i vari segni che caratterizzavano le pagine aperte, facendole scuotere il capo con divertimento.

«Sei sempre la solita.» Affermò.
«Cosa intendi dire con questo?» Domandai con un piccolo broncio, fingendo di essermi offesa.
«Oh assolutamente nulla.» Rispose con sarcasmo, facendomi assottigliare gli occhi.
«Ti tengo d'occhio Topaz.» Dissi minacciosamente, nonostante la situazione mi divertisse al quanto.
«Non ho paura, Blossom.» Contestò con indifferenza, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio per evitare che si potesse bagnare a causa del ghiaccio.

«Tuo fratello mi ucciderà.» Mormorò, riferendosi al livido che si stava sviluppando lentamente sulla mia gota.
«Non lo farà.» Ridacchiai davanti a tutta la sua preoccupazione.
«Scusami ancora.» Disse con un sospiro, cominciando a grattarmi lentamente la nuca, facendomi sorridere lievemente grazie alle sue azioni confortanti.
«Non hai nulla per cui scusarti. So che non è stato fatto intenzionalmente.» La rassicurai nuovamente, non capendo il motivo di tutta quella irrequietudine.

«Mi dispiace comunque.» Sospirò rassegnata.
«Ma io come devi fare con te?» Ammisi, alzando gli occhi al cielo.
«Ehi! Sei stata tu a volermi come migliore amica, ora accetti le conseguenze.» Disse con un piccolo broncio che mi fece intenerire all'istante, privandomi della capacità di formulare una frase di senso compiuto.
«Sei ancora tra noi?» Mi chiese qualche istante più tardi, schioccandomi le dita davanti al volto, facendomi tornare in me.

«Oh si, scusa. Stavi dicendo qualcosa.» Domandai, sentendomi abbastanza in imbarazzo.
«Ti eri incantata. A cosa stavi pensando.» Disse, dandomi una debole spinta, facendomi sbilanciare leggermente.
«Nulla di importante.» Ribattei all'istante, volendo deviare quella conversazione ad ogni costo.
«Beh è un pensiero che ti ha catturato per qualche minuto, quindi non deve essere nulla di così superfluo.» Insistette. Era sempre così con lei, ogni volta che qualche risposta non la soddisfaceva cercava di scovare cosa si celava veramente dietro alla bugia che era appena stata pronunciata.

«Davvero non è nulla.» Risposi, sperando che non portasse ancora avanti quell'argomento.
«Se non vuoi dirmelo va bene, ma almeno impara a mentire meglio» La sua affermazione mi spiazzò completamente. Ero sempre stata capace di nascondere e riservare le mie emozioni ma sembrava come se lei riuscisse a captare ciò che mi succedeva ogni singola volta, e questo mi spaventava abbastanza.

«Ti sei incantata di nuovo. È la botta che hai preso che ti ha stordito oppure hai dimenticato la testa sul cuscino questa mattina?» Mi provocò facendomi sorridere amaramente.
«Ma stai zitta, idiota.» Contestai.
«Mi sento profondamente ferita dalle tue parole.» Ammise, portandosi una mano sul petto.
«Vivrò.» Dissi con una scrollata di spalle,  non riuscendo a trattenere le risate davanti all'espressione che assunse.

«Oggi ti diverti a fare la stronza?» Chiese fingendosi offesa.
«Sai perfettamente che lo sono sempre.» Confessai, contraendo la mascella.
«Non provare a tirare su la maschera, non con me.» Esclamò, afferrandomi strettamente il viso, costringendomi a guardarla negli occhi.
«Capito?» Aggiunse.
«Si capo.»
«Bene.»

«Mi sono appena ricordata che oggi devi venire a pranzo da me, così potrai spiegare perfettamente a Jason cosa è successo alla mia faccia.» Scherzai, ricevendo un debole schiaffo sulla coscia che mi fece comunque sussultare.
«Smettila di comportarti così.» Borbottò
«Sai dannatamente bene che mi diverto.» Ribattei.
«Si perché sei una stronza.»
«Proprio come te.» Ammisi facendole la linguaccia, pentendomene immediatamente dal momento che iniziò a farmi il solletico.

«No Toni smettila!» Esclamai, cercando di fermare i suoi movimenti.
«Così almeno la prossima volta impari a fare attenzione a ciò che dici.» Esalò, continuando a muovere le sue dita contro il mio stomaco, facendomi dimenare freneticamente.
«Ti prego basta.» Urlai tra le risate, tentando di liberarmi dalla sua presa.
«Chiedimi scusa.» Disse divertita.
«Scusa ti prego, scusa.» Affermai disperatamente, ritrovandomi ad avere il fiato corto non appena si fermò.

«Certe volte sai essere davvero una bambina.» Confessai, dandole le spalle per poter riporre i libri sparsi nella ma cartella.
«Vuoi che ricomincio?» Domandò con una espressione accigliata, avvicinando nuovamente le sue mani ai miei fianchi.
«No!» Esclamai, spostandole ferocemente gli arti, non volendo ricevere nuovamente quella tortura.

«Parlando di cose serie, che lezione hai ora?» Chiese con interesse.
«Nessuna, ho il permesso per andare a parlare con la psicologa dell'istituto.» Ammisi con una scrollata di spalle.
«Non sapevo che andassi in terapia.» Disse con sconsolazione, guardandomi con un pizzico di delusione.
«Non volevo che lo sapessi, e poi questa sarà la prima seduta» Affermai cercando di non incrociare il suo sguardo.
«Fammi sapere come va, ci vediamo dopo.» Esclamò, abbozzando un piccolo sorriso prima di depositarmi un casto bacio sulla guancia e sparire oltre la porta degli spogliatoi.

Sospirai pesantemente mentre radunavo i miei oggetti personali, abbandonando la palestra per raggiungere l'aula predestinata.

Sentì il cuore battermi fortemente nel petto non appena mi fermai davanti alla porta dell'ufficio, bussando un paio di volte prima di essere accolta calorosamente.

«Salve.» Affermai non appena un paio di occhi azzurri si posarono sulla mia figura, mettendomi leggermente in soggezione.
«Accomodati pure.» Ribatté la donna, indicando il divano, invitandomi a prendere posto.
«Tu devi essere Cheryl, giusto?» Domandò con dolcezza dopo aver visionato alcune carte.
«Si, esatto.»
«Perfetto, io sono la dottoressa Markex ma puoi chiamarmi più semplicemente Maia.» Ammise, rivolgendomi un caloroso sorriso che fu stranamente capace di rilassare i miei nervi tesi.

«Allora, come mai hai deciso di intraprendere un percorso di terapia, o comunque di chiedere un aiuto?» Proseguì, cercando di farmi sentire a mio agio.
«Non riesco mai a sfogarmi completamente con le persone che mi circondano, quindi credevo che chiedere una mano ad un professionista fosse la scelta più adeguata.» Ribattei, scrollando le spalle.
«Venendo qui hai ammesso a te stessa che c'è qualcosa che non sta andando come dovrebbe, e credimi è già un buon punto da cui partire.» Sorrise.

«Come stai?» Aggiunse.
«Sinceramente non lo so nemmeno io, ho la testa piena di confusione e mi sembra come se tutto quello che mi circonda possa crollare da un momento all'altro.» Ammisi, giocando nervosamente con le maniche della maglietta che avevo addosso.
«Riesci a comprendere il motivo principale di questa confusione? O è basata su tante piccole cose che si sono unite tra di loro e che ti hanno portata a stare in questo stato?» Domandò con cautela, cercando di comprendere completamente quello che stava accadendo nella mia testa.
«Non saprei spiegare da cosa sia dovuto tutto ciò, probabilmente ho accumulato tanto per troppi anni ed ora mi sento estremamente fragile.» Dissi pizzicandomi la pelle che rivestiva le mie nocche, cercando di calmarmi.

«Sai cercare di reprimere il proprio stato d'animo non è mai una cosa positiva, parlarne è sempre la scelta migliore. Se trattieni troppo arrivi ad un punto in cui ti senti sul punto di esplodere e finisci per abbandonarti a qualsiasi istinto. Cerca di sfogarti anche quando ti sembra impossibile, prova a trovare il coraggio per raccontare alle persone che ti stanno accanto cosa sta accadendo nella tua mente. Avere il supporto dalle persone care è fondamentale in questo processo.» Esclamò con cautela, tenendo un tono di voce estremamente rassicurante che mi portò a tremare con fervore.
«Ho sempre il terrore di poter essere un peso per le persone che mi circondano. Non voglio staccarle con i miei problemi. Non voglio farli scappare a causa della mia mente incasinata.» Mormorai, asciugandomi velocemente una lacrima che aveva trovato spazio sulla mia guancia.
«Cheryl chi tiene davvero a te desidera solo che tu possa ricevere il meglio in qualsiasi circostanza. I rapporti non si basano solo sui momenti di gioia...è fin troppo facile stare accanto a qualcuno quando tutto va per il verso giusto. I rapporti veri si verificano nel momento del bisogno, chi merita davvero di stare nella tua vita sarà sempre disposto a venire in tuo soccorso, non ti abbandonerà alla prima difficoltà e cercherà di usare tutte le sue forze per darti un sostegno, per non farti crollare.» Mi rassicurò, porgendomi un fazzoletto che afferrai con un piccolo sorriso, asciugandomi successivamente gli occhi.

«Mi sembra sempre di non andare bene, di non essere abbastanza per nessuno. Credo sempre che le persone che mi circondano possano trovare qualcosa di meglio con uno schiocco di dita, finendo per eliminarmi dalla loro vita.» Confessai, iniziando a singhiozzare rumorosamente.
«Devi cercare di abbandonare queste paure, se vivi nella costante angoscia non riuscirai mai a goderti i bei momenti che si presenteranno durante il corso della tua strada. Impara a vivere giorno dopo giorno, senza pensare a cosa potrebbe accadere in futuro, prova a concentrarti sul presente, e vedrai che parte di queste paure inizieranno a dissolversi poco alla volta.» Ribatté, appuntando qualcosa sul suo taccuino.

«E se non dovesse essere così? Cosa succederà se i pensieri negativi continueranno ad attanagliare la mia mente?» Piansi, iniziando a tremare a causa del dolore che aveva cominciato a diramarsi nel mio petto.
«Se dovesse presentarsi una cosa del genere troveremo un modo per farti andare avanti. Devi capire che non sei sola Cheryl, ti aiuterò a superare qualsiasi cosa dovrai affrontare.» Non riuscii a credere veramente a quelle parole, ero troppo spaventata dalle persone e dalle loro false promesse, così alzai lo sguardo per incontrare il suo, avendo la necessità di leggere le risposte al suo interno, e trovai solo un anima incredibilmente pura pronta a salvarmi da me stessa.

«C'è una cosa che mi spaventa più delle altre, che alcune volte non mi lascia nemmeno dormire.» Raccontai, tirando fortemente la manica della mia felpa a causa dell'ansia.
«Di cosa si tratta?» mi domandò con un notevole interesse.
«Mi sono innamorata della persona sbagliata.» Ammisi, abbassando il volto. «Si tratta della mia migliore amica.» Aggiunsi, sentendomi abbastanza scossa dall'immensità delle emozioni che stavano salendo in superficie.
«Parlami di lei, analizziamo insieme la situazione.» Sorrisi davanti a quelle parole, mentre la figura minuta di Toni mi apparve nella mente.

«Lei è un uragano di energia, riesce a stravolgere ogni singola cosa anche semplicemente con un sorriso o una stupida battutina. Non avrei mai creduto che sarei finita per perdere la testa proprio per lei, ma purtroppo è successo e non posso attuare un controllo sul mio cuore. Sono completamente sicura che sia la persona giusta per me, perché è capace di farmi tremare l'anima con un singolo sguardo, di rassicurarmi con un semplice tocco, e di farmi sentire al sicuro con uno dei suoi abbracci confortanti. Non mi sono innamorata di lei per come si presenta all'esterno, è indubbiamente la ragazza più bella che abbia mai visto, ma mi ha fatto perdere la testa per il modo che ha sempre avuto di porsi nei miei confronti, per il modo in cui è sempre stata pronta a rassicurarmi quando le cose non andavano come desideravo. È sempre stata in prima fila a tifare per me, e ha continuato a farlo anche durante le sconfitte. Non mi ha mai abbandonata...» Esclamai, sentendo una miriade di farfalle iniziare a svolazzare nel mio stomaco.

«Hai mai provato a dirle come ti senti? Ciò che provi?» Chiese con dolcezza.
«No. Sono davvero spaventata da come potrebbe prenderla, non voglio che i miei sentimenti la facciano allontanare da me. Ho davvero bisogno di averla al mio fianco.» Altre lacrime bagnarono il mio volto inducendomi ad asciugarle velocemente, odiando il modo in cui risultai bisognosa in quel momento.
«Però se solo trovassi il coraggio per ammetterle ciò che senti ti libereresti da un grande peso che porti dentro da tanto tempo. Non ti sto dicendo di dichiararti in questo istante, ma pensaci okay? Potrebbe davvero essere la scelta migliore.»

Continuammo a parlare, fin quando il tempo prestabilito per la seduta non giunse al termine costringendomi ad abbandonare la stanza in cui finalmente ero potuta essere completamente me stessa dopo tanto tempo.

Mi guardai intorno, cercando Toni tra la folla, sorridendo lievemente tra le lacrime non appena la scorsi accanto ai Serpents, sussultando quando i suoi occhi si posarono sui miei.

Mi osservò con preoccupazione ed in un attimo salutò i suoi amici per dirigersi da me.

«Ehi,  che è successo?» Mormorò intrecciando le nostre dita, accarezzandomi dolcemente la guancia con la mano che aveva a disposizione.

Non risposi, non ne ebbi la forza, mi limitai semplicemente a buttarmi tra le sue braccia, lasciandomi cingere fortemente dai fianchi, assaporando il contatto dell'unica persona che era capace di farmi sentire completamente viva.

«Quella stronza ti ha fatto qualcosa? Ti giuro che la uccido.» Affermò duramente, strofinando delicatamente le mani contro la mia schiena.
«No, lei non c'entra nulla non preoccuparti.» Sussurrai priva di energie, continuando a stringerla, senza volerla lasciare.

Passammo qualche minuto in quella posizione, e mi allontanai solo una volta dopo essere stata sicura di essermi calmata completamente.

«Stai bene?» Chiese dolcemente, tenendo le sue mani sulla mia vita come se non volesse lasciarmi andare.
«Si tranquilla, sono solo un po' di emozioni che hanno preso il sopravvento.» Dissi cercando di rassicurarla, bramando eccessivamente la possibilità di avere altro contatto con il suo corpo.

«Com'è stata la seduta? Ti sei sentita a tuo agio?» Domandò con riguardo, asciugandomi le lacrime che ancora preesistevano sul mio viso.
«È andato tutto perfettamente, è una buona psicologa.» Ammisi.
«Menomale.» Mormorò. «Abbiamo quest'ultima lezione separate..starai bene ? Vuoi che resto con te?» Chiese abbastanza preoccupata, facendomi stringere il cuore per l'interesse che poneva costantemente nei miei confronti.
«Starò bene non preoccuparti, ci vediamo dopo.» Dissi, lasciandole un bacio sulla guancia, per poi osservarla mentre si dirigeva verso la sua aula.

Più tardi

«Vi giuro sono entrato in classe e c'era Ethel che continuava ad urlare affermando di essere la regina del regno di uno stupido videogioco.» Esclamò Jason estremamente divertito, facendomi quasi strozzare con l'acqua mentre scoppiavo in una fragorosa risata.
«Non riesco a crederci.» Commentò Toni abbastanza scossa di fronte a quell'informazione.
«Sai ti ci vedo a fare una cosa del genere.» La sfottei, ricevendo un debole schiaffo dietro al capo.
«Cretina.» Ribatté senza staccarmi gli occhi di dosso.

«È la seconda volta che mi fai male oggi, non ti sembra di star esagerando?» Affermai con un sorriso furbo.
«Smettila di farmi sentire in colpa per stamattina, mi dispiace veramente per quello che è successo.» Mormorò tenendo lo sguardo basso, torcendosi nervosamente le dita facendomi intenerire eccessivamente, a tal punto che mi sporsi nella sua direzione per poterla abbracciare strettamente.
«Stavo solo scherzando, piagnona.» Risposi, lasciandole un piccolo bacio sulla cima del capo, sentendo il cuore uscirmi dal petto non appena la vidi sorridere flebilmente.

«Non voglio interrompere il vostro momento, ma di cosa state parlando?» Intervenne Jason, osservandoci attentamente mentre si portava un pezzo di pane alle labbra.
«Toni mi ha accidentalmente colpito con un pallone durante l'ora di ginnastica, ma non preoccuparti ho già messo del ghiaccio sul punto contuso, e fortunatamente i capelli coprono quasi interamente l'eritema.» Spiegai senza dare troppa importanza all'accaduto, accarezzando lievemente il capo di Toni, sentendola particolarmente tesa.

«Topaz dovrei ucciderti per questo lo sai?» Domandò duramente, assottigliando lo sguardo.
«L-lo so, mi dispiace veramente tanto. Ti giuro che non volevo, i-io-» Iniziò ad agitarsi notevolmente ed io e Jason finimmo per scoppiare, non riuscendo più a trattenere le risate, lasciandola abbastanza spiazzata.

«Stavo solo scherzando, stupida.» Le disse, mentre lei sfoggiava un broncio troppo tenero.
«Vi odio.» Esclamò incrociando le braccia contro il petto.
«Oh non è vero, tu ci adori.»
«Fottetevi.»

Non appena finimmo di mangiare aiutai Jason a sparecchiare la tavola, mentre Toni si accomodava goffamente sul divano, estraendo il telefono dalla tasca.

«Ti fa male il volto?» Mi domandò mio fratello, afferrandomi delicatamente il mento per osservare il punto contuso.
«Leggermente, ma non preoccuparti» Ammisi con un piccolo sorriso, lasciandogli un casto bacio sulla guancia, per poi riporre alcuni piatti nella lavastoviglie prima di avviare il programma di circa una mezz'ora.

«Perché sorridi così tanto?» Domandai divertita prendendo posto accanto a Toni, dandole una debole spallata.
«Nulla di che.» Rispose  con una scrollata di spalle, lasciando andare completamente la testa contro lo schienale del sofà.
«Adesso non mi racconti più nemmeno quello che ti succede?» Chiesi vagamente infastidita, socchiudendo gli occhi per osservarla minacciosamente.
«Ma quanto siamo permalose.» Mormorò con provocazione, mentre un leggero sorriso si fece spazio sul suo volto.

Non le risposi, mi limitai semplicemente ad allungare una mano per afferrare il telecomando che era presente sul tavolino, per poi accendere la tv, dedicandole la mia completa attenzione, non badando alla presenza di Toni.

«La smetti di ignorarmi?» Domandò dopo un quarto d'ora abbondante, cercando di accoccolarsi contro di me, ma la rifiutai.
«Stavo sorridendo perché Brittany mi ha chiesto di uscire, sei contenta adesso?» Il mio cuore ebbe un sussulto davanti a quella confessione, non riuscivo a credere alle sue parole...quella conferma mi fece crollare ogni singola speranza di un futuro insieme a lei.

«Mh sono felice per te.» Mormorai senza degnarla nemmeno di uno sguardo, iniziando a pizzicarmi la pelle che rivestiva le mie nocche.
«Non sembri così contenta.» Puntualizzò, corrugando nervosamente la fronte.
«Beh invece lo sono. Spero che possa trattarti bene.» Affermai, sorridendole amaramente prima di far schioccare la lingua contro i denti ed alzarmi dal divano per raggiungere il frigorifero prendendo una bottiglia di birra.

«Non credi che sia troppo presto per bere?» Chiese con raccomandazione, sfilandomi la bibita dalle mani.
«Non c'è un orario specifico per farlo. Se voglio berla adesso lo faccio.» Esclamai con un'accenno di rabbia, alzando gli occhi al cielo non riuscendo a sopportare il suo comportamento.
«Mi spieghi perché ora fai così?» Domandò sedendosi sul piano cottura, afferrandomi i fianchi per farmi posizionare tra le sue gambe, tenendomi vicina a lei.
«Non è niente.» Affermai, sentendo un insieme di emozioni contrastanti farsi spazio dentro di me, mentre provavo con tutte le mie forze a non lasciar cadere nemmeno una lacrima dai miei occhi.

«Cheryl è evidente che c'è qualcosa che non va, perché non vuoi parlarmene? Ci conosciamo da sempre cazzo! Perché hai iniziato a comportarti così ? Sei completamente distaccata, non mi dici mai come stai, ti sei rinchiusa in te stessa e non mi dai la possibilità di starti accanto. Dimmi cosa sta succedendo, per favore.» Mormorò tristemente, posando la sua fronte contro la mia mentre mi accarezzava lievemente la vita.
«Te l'ho detto, non è successo nulla.» Dissi duramente, provando ad allontanarmi dal suo corpo ma lei non me lo permise, stringendomi fortemente i fianchi mentre provava ad incontrare il mio sguardo.
«Riguarda Brittany? Hai paura che la sua presenza possa rovinare il nostro rapporto?» Domandò con cautela, cercando di scovare i miei pensieri attraverso i miei occhi.

Non le risposi, non ne ebbi la forza... mi sentivo completamente distrutta come se qualcuno mi avesse strappato il cuore dal petto per poi calpestarlo ripetutamente.

«Cher io non ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te. Non ti starò lontano solo perché delle nuove persone entreranno nella mia vita. Nessuno sarà mai importante come te.» Sussurrò, lasciandomi un casto bacio sulla gota, da dove ne partirono tanti altri.
«Non capisci...non potrai mai farlo.» Affermai con tono lacerato, abbassando lentamente il viso, non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
«Dammene la possibilità allora, parlami. Per favore.» Disse con sconforto, iniziando a tremare leggermente.

«Forse è meglio chiudere qui, per il bene di entrambe.» Mormorai, separandomi dalla sua presa, cercando di uscire dalla stanza, ma la sua mano mi avvolse il polso, facendomi girare nuovamente nella sua direzione.
«Cosa stai dicendo? Perché queste decisioni così da un momento all'altro? Cosa ho fatto di sbagliato?» Affermò alzando leggermente la voce, mentre una lacrima trovò strada lungo il suo viso, dissolvendosi contro il tessuto della maglia che aveva indosso.
«Non rendere le cose più difficili di quanto già non siano.» Dissi in maniera quasi impercettibile, percependo una grande sofferenza iniziare a diramarsi nel petto, diffondendosi in ogni meandro del corpo per poi catturarmi interamente nel giro di qualche secondo...non c'era più speranza per noi.
«Io non ti lascio andare così! Non mi interessa se nella tua testa stanno passando queste merdate, io non ti lascio da sola. Capito?» Cominciò ad agitarsi mentre lentamente iniziava a piangere, lasciando che i suoi occhi si coprissero di un evidente rossore.

«Toni, lasciami in pace. Ti prego.» Mormorai, mentre alcune lacrime mi bagnarono le gote, provocandomi una sofferenza che non avevo mai provato prima d'ora.
«Fino a stamattina andava tutto bene, cosa è successo ora?! Ho bisogno che tu mi dia delle spiegazioni. Non puoi abbandonarmi senza farmi sapere le motivazioni.» Sbottò, sbattendo il palmo della mano contro il tavolo, provocando un gran frastuono.

«Non hai bisogno di saperle. Ho fatto la mia scelta e devi semplicemente rispettarla. Con il tempo capirai che è stata la cosa migliore per entrambe.» Ammisi.
«Vuoi che esca dalla tua vita? Okay, ma non pretendere che io condivida questa scelta, o che la prenda con leggerezza. Perché non mi riprenderò mai dalla tua perdita, e soffrirò e sarà solo colpa tua.» Affermò alzando il tono della voce, prendendo ferocemente il suo zaino per poi abbandonare l'abitazione sbattendo fortemente la porta.

Non riuscii più a resistere, mi accasciai al suolo, posando la schiena contro uno dei cassettoni, iniziando a tremare freneticamente, nel frattempo che il mio pianto diveniva più evidente e i singhiozzi risultavano strazianti.

Mi sentii soffocare, mentre la testa mi girava vorticosamente. Avevo appena rinunciato alla persona che avevo amato maggiormente nella mia vita solo perché averla affianco mi uccideva completamente dal momento che il sentimento non sembrava essere reciproco.

***

Era passato ormai un mese dal giorno in cui avevo deciso di chiudere i rapporti con Toni, e non c'era momento in cui non la pensassi.

Aveva cercato di parlarmi in più occasioni, ma cercavo sempre di tenermi a debita distanza, non volendo spiegarle il motivo della mia scelta.

«Chi me l'ha fatto fare?» Mormorai appoggiando la testa contro la parete dell'auto, respirando profondamente.
«Dai, vedrai che ti divertirai.» Ribatté Veronica, accarezzandomi leggermente la coscia mentre continuava a guidare, prestando una grande attenzione alla strada posta davanti a noi.
«Con lei lì? Non credo proprio.» Sbuffai.

«Prima o poi dovrete tornare a parlare, non credi?» Intervenne Betty, posizionando il volto accanto al mio sedile, cercando di guardarmi negli occhi.
«No. Sono stata incredibilmente bene senza di lei.» Mentii, ma non volevo mostrarmi debole.
«Il tuo volto scavato dalle notti che hai passato insonne dice il contrario.» Contestò mentre la fulminai con lo sguardo. Odiavo essere esposta in quel modo.

«Perché non le dici quello che provi?» Mi domandò Jason, facendomi spalancare gli occhi.
«Sei pazzo?!» Sbottai, guardandolo abbastanza confusa. Cosa diavolo gli passava per la mente?
«Tanto cos'hai da perdere? Ormai vi siete distanziate. Dille quello che provi per una buona volta, almeno ti liberi di un peso.» Affermò, cercando di farla ragionare.
«Per poi essere rifiutata? Grazie ma no.» Mi impuntai, girando il volto verso il finestrino, osservando attentamente il paesaggio all'esterno.

«E poi si sta frequentando con Brittany, quindi non ho nessuna speranza.» Aggiunsi estremamente affranta, torcendosi le dita delle mani.
«Non più.» Esclamò Veronica.
«Che intendi?» Domandai, corrugando la fronte.
«L'ha lasciata perdere non appena avete litigato. Credeva che il motivo del vostro distacco fosse lei, e non voleva che qualcuno si intromettesse tra di voi.» Confessò mentre i muscoli del mio corpo si irrigidirono all'istante. Cosa diamine avevo combinato?!

Passai gran parte del viaggio nel più assoluto silenzio, senza partecipare alle loro conversazioni, mentre mi estraniavo maggiormente ogni minuto che passava.

Non sapevo che dire, o come reagire davanti a ciò che mi era stato riferito. Cos'avrei dovuto fare ora? Cercare di parlarle? Ignorarla come al solito?

Ero estremamente confusa....

Raggiungemmo la baita in montagna dopo qualche ora, parcheggiando attentamente sullo sterrato, lasciando che Archie e Sweetpea si parcheggiassero accanto a noi.

Scesi attentamente dalla vettura, facendo attenzione a non cadere a causa dei tacchi, sentendo il cuore battermi fortemente nel petto non appena percepii uno sguardo bruciarmi addosso, sapendo con certezza a chi apparteneva.

Mi guardai intorno con stupore, la villa era veramente bella, immersa nella natura in un piacevole silenzio che rendeva l'atmosfera indubbiamente rilassante.

«Allora, ogni coppia avrà una stanza. Cheryl, Toni anche se non state insieme vi ho dovuto mettere nella stessa camera.» Affermò Veronica, facendomi sussultare visibilmente mentre mi sorrideva divertita.
«Ti odio.» Mormorai, dandole una debole spallata mentre la superavo per imboccare la rampa di scale, raggiungendo la stanza che mi era stata indicata.

Posai la valigia al suolo, e sorrisi nell'accorgermi che almeno i letti erano separati...in quel modo non avrei dovuto dormire accanto a Toni.

«È bello qui.» La sua voce mi distrasse, sentendo la suola delle sue scarpe scattare contro il pavimento mentre si faceva spazio nella stanza, buttando il bagaglio al suolo per poi stendersi immediatamente sul letto.
«Già.» Mormorai, senza incrociare il suo sguardo, cercando di tenermi il più distante possibile.

Un silenzio assordante invase lo spazio che ci circondava, inondando l'atmosfera di un esorbitante disagio. Cercai di non dare troppa importanza alla situazione in cui eravamo finite e lentamente aprì la valigia, cominciando a sistemare gli abiti all'interno dell'armadio, volendo impiegare il mio tempo in qualcosa di utile.

«So che continui ad andare dalla psicologa una volta alla settimana. Come sta andando il processo di terapia?» Domandò con dolcezza, spiazzandomi completamente.
«Perfettamente.» Contestai dopo essermi schiarita la vice, imponendomi di non aggiungere nessun'altra informazione alla mia riposta.

«Cher possiamo parlare?» Chiese dopo qualche minuto, facendomi spalancare gli occhi mentre un esorbitante agitazione si diffuse dentro di me.
«Toni ho accettato di venire qui perché avevo bisogno di una vacanza per rilassarmi. Non ho intenzione di aprire nessun argomento. Quella storia ormai è un capitolo chiuso, la nostra amicizia è un capitolo chiuso ed è giusto così.» Sospirai, sistemando l'ultimo cassetto, per poi abbandonare la stanza chiudendo la porta alle mie spalle.

Feci il mio ingresso nel salone, sotto gli occhi attenti di tutti, cercando di evitare alcuni guardi indagatori, prendendo successivamente posto su uno dei puff che costeggiavano il divano.

«Questa vacanza è cominciata malissimo.» Mormorai sbuffando rumorosamente, lasciando andare la testa all'indietro per qualche momento.
«Sai bene cosa potrebbe migliorarla.» Affermò Jason, guardandomi duramente, facendomi innervosire.
«Vedi di non rompere le palle.» Sbottai, lanciandogli un cuscino in piena faccia.
«Ti arrabbi solo perché sai che ho ragione.»
«Chiudi quella bocca Dio santo.»

Il rumore di un paio di passi fece calare il silenzio più assoluto nella stanza, mentre Toni avanzava nella nostra direzione, sedendosi sul divano senza fiatare.

«Che hai fatto?» Domandò Sweet Pea, guardandola con un velo di preoccupazione.
«Nulla, perché?» Esclamò, stringendosi nelle spalle.
«Hai gli occhi rossi.» Puntalizzò.
«Mh sarà semplice allergia.» Ribatté giocherellando con le dita delle mani, mentre il cuore mi cadde a picco dal petto non appena compresi che aveva pianto a causa mia.

«Bene ragazzi, che ne dite di giocare ad "non ho mai" per alleggerire l'atmosfera?» Ogni volta che avete fatto qualcosa che viene chiesto dovete bere.» Affermò Veronica sotto l'approvazione di tutti i presenti.
«Okay iniziò io...non ho mai rigato la macchina di un professore.» Affermò Betty, ridacchiando quando Sweet Pea, Fangs e Toni bevvero un sorso del loro drink.
«Mhh...non ho mai perso una persona importante.» Mormorò Toni, bevendo una maggior quantità del liquido presente nel suo bicchiere, seguita a ruota da me, da Betty e da Veronica.
«Non ho mai baciato qualcuno del mio stesso sesso.» Esclamò mia cugina, portandosi il drink alle labbra, facendo fare la medesima azione a me, Veronica, Toni, Fangs e Kevin.
«Non mi sono mai innamorato di qualcuno dei presenti.» Affermò Jason, facendomi spalancare gli occhi, mentre i nervi diventavano tesi. Lo guardai con disprezzo mentre lentamente afferravo il calice di vetro, portandolo alle labbra, rimanendo perplessa quando vidi Toni fare la stessa cosa...

I nostri sguardi si incontrarono per qualche istante, incatenandosi, mentre la mia anima fremeva incredibilmente, mandandomi in un completo stato di confusione.

Continuammo a giocare per diverse ore, fin quando non iniziai ad estraniarmi completamente, percependo l'immenso bisogno di stare da sola.

«Ragazzi io sono stanca, credo che andrò a dormire.» Mormorai mentre mi alzavo lentamente da terra, salendo al piano superiore, mettendomi velocemente il pigiama per poi infilarmi nel letto.

Mi stesi su un fianco, osservando la parete posta davanti a me mentre alcune lacrime cominciarono a scendere voracemente dai miei occhi. Averla vicino per tutto quel tempo e non poter avere nessun contatto con lei mi distruggeva.

La desideravo troppo per riuscire a starle distante, perché ogni fottuto giorno che passavo senza di lei diventava un giorno perso, ogni singolo film che guardavo senza averla affianco diveniva insignificante, ogni abbraccio che davo che non era destinato a lei non si colmava di nessun valore.

Mi ero sempre domandata cosa si provasse ad innamorarsi, e l'avevo capito solo quando i miei occhi si erano posati su di lei.

Avevo compreso che l'amore era ricco di sofferenza, anche se spesso mi ostinavo a non crederci...avevo capito che amare qualcuno volesse dire bramare sempre la sua felicità anche se io non ero inclusa in essa.

Ogni singola parte del mio cuore era stata creata per appartenere a Toni, e per quanto provassi a lasciarla andare, finivo sempre per tornare da lei anche inconsapevolmente.

Cercai di reprimere i miei singhiozzi non appena sentì dei passi vicini alla camera, che poco alla volta divenivano sempre più forti.

Provai a rimanere in silenzio per qualche secondo, soprattutto quando i rumori cessarono, ma iniziai a piangere più forte non appena percepì il peso di un corpo stendersi accanto a me, e due braccia circondarmi strettamente la vita.

«Shhh è tutto okay, sono qui.» Mormorò con la sua voce angelica, accarezzandomi lievemente l'addome, mentre cercava di tenermi il più vicina possibile a lei, riempiendomi di attenzioni.

Singhiozzai rumorosamente non appena il senso di colpa mi invase...l'avevo tenuta a debita distanza per un mese, e lei era ancora lì per me, nonostante alcune volte fosse impossibile anche semplicemente parlarmi.

«Cher così ti sentirai male, respira.» Mi sussurrò contro il timpano, cominciando a lasciarmi dei baci tra i capelli per farmi calmare.
«Ti prego vattene, non merito tutte queste attenzioni da parte tua, soprattutto dopo il modo in cui ti ho trattato.» Affermai con tono lacerato, gemendo per il dolore.
«Non ho nessuna intenzione di lasciarti da sola, non un'altra volta. Sono qui, e puoi insultarmi, prendermi a pugni, cacciarmi, ma restò qui, rimarrò sempre.» Non importava il modo in cui la trattavo, nonostante tutto lei era sempre rimasta al mio fianco.

Mi calmai dopo qualche momento, nonostante il mio corpo fosse ancora scosso a causa dei singhiozzi, mentre cercavo di godermi a pieno le sue coccole che erano capaci di mandarmi in visibilio.

«Puoi girarti?» Domandò dopo qualche attimo, allungando una mano verso il comodino per accendere la lampada, lasciando che la fioca illuminazione irrompesse nella stanza mentre seguivo ciò che mi era stato richiesto.

Tenni lo sguardo basso, non riuscendo a trovare il coraggio per guardarla egli occhi, ma il mio corpo venne scosso da una scarica di brividi non appena la sua mano si posò delicatamente sul mio mento, facendomi alzare il viso.

«Stai tranquilla, sono qui okay?» Mormorò accarezzandomi lentamente le guance, facendomi cullare nel suo tocco, lasciandomi successivamente un bacio sulla fronte.
«Perché sei qui? Sono stata a dir poco orribile con te in quest ultimo periodo.» Sussurrai, sentendo altre lacrime cominciare a formarsi.
«Perché starti accanto è tutto ciò che ho sempre desiderato.» Ribatté, sfiorandomi il labbro con il pollice, tenendo i nostri sguardi ancorati, mentre lentamente lasciava scivolare gli occhi sulle mie labbra, lasciando che il cuore mi battesse fortemente contro il petto.

La guardai attentamente, studiai ogni singola sfumatura che caratterizzava il suo volto...era così fottutamente bella.

Il suo sguardo ammaliato mi spogliava di ogni singola insicurezza, facendomi capire che per tanto tempo non ero riuscita a scovare la verità pur avendola davanti agli occhi.

I nostri visi si avvicinarono lentamente, fin quando le punte del naso non si sfiorarono lentamente. Assaporai con ansia ogni singolo momento che precedeva ciò che avevo desiderato per anni, e che finalmente ero sul punto di ricevere.

«Sei così bella.» Mormorò, muovendo delicatamente il pollice contro la mia gota, mentre il suo caldo respiro mi sfiorava la pelle stregandomi completamente.

Serrai le palpebre non appena le sue morbide labbra catturarono le mie in una dolce carezza, lasciandole indugiare lentamente, mandandomi lo stomaco in subbuglio.

Le afferra di delicatamente il volto, sorridendo lievemente non appena percepì le sue mani ancorarsi ai miei fianchi, lasciando scivolare la lingua contro la sua, accogliendola in un bacio pieno d'amore e desiderio.

Desiderai di non separarmi mai da quelle soffici labbra, ma soprattutto sperai di non allontanarmi mai dal suo cuore, così puro e genuino.

Dicono che tutti prima o poi trovano l'amore, ed io l'avevo scovato in un paio di occhi color nocciola che non sarei mai riuscita a dimenticare perché ero, sono e sarò sempre innamorata di te mia dolce Toni Topaz...

Spazio autrice

Alloraaa di questa one shot mi convinceva l'inizio, la fine non mi è piaciuta poi così tanto, ma prefrisco lasciare i pareri a voi, quindi se avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate.

Buona serata <3

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