Lightning || Newtmas AU

By Jelsey23march

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Nella Londra odierna, Newt, un giovane padre, si ritrova a dover fare i conti con il destino che gli interpon... More

Prologo
Capitolo 1.
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Epilogo
Ringraziamenti
SPIN-OFF
SOON
NUOVA STORIA.

Capitolo 14

330 19 14
By Jelsey23march




Il lavoro, per Newt, era sempre stata una valvola di sfogo. Quando si sedeva alla sua scrivania, apriva il computer e prendeva la matita e la gomma tra le mani, il mondo smetteva di esistere. Era sempre stata l'unica cosa in cui si riteneva bravo, ed era grato ogni giorno a Minho per aver creduto in lui. Si sentiva fiero di se stesso, quando le idee per nuovi progetti gli balenavano nella mente, costringendolo all'incessante bisogno di disegnare, di creare un ambiente per qualcuno, per farlo felice. Poi, quando vedeva i progetti diventare realtà, si rendeva conto che era bravo e che, effettivamente, aveva reso qualcuno felice. Amava vedere il volto dei bambini, quando finalmente avevano la camera dei loro sogni, oppure amava vedere le mamme, innamorate della loro nuova cucina. Amava vedere negli occhi dei suoi clienti, la felicità di avere un posto dove sentirsi bene, a proprio agio e a casa. Quella fu la sensazione che provò quella mattina, la sensazione di estrema felicità, goduria e orgoglio per se stesso. La sensazione di gratitudine per la fiducia che gli era stata concessa e si sentì ripagato per tutte le ore passate a lavorare. Aveva provato tutto quello, guardando il volto di Thomas, mentre entrava nel proprio ufficio per la prima volta.

«Mio Dio Newt, è pazzesco» disse, portando le mani alla bocca e girando su se stesso, mentre sorrideva con gli occhi. Si guardava intorno con sguardo incredulo, ma le labbra erano ferme in un sorriso che difficilmente sarebbe scomparso. Iniziò a toccare ogni cosa, partendo dalla scrivania, toccando ogni angolo e facendo il giro di essa, ritrovandosi davanti quella sua amata finestra. Osservò il panorama, grigio e buio a causa della tipica pioggia londinese, ma lui non smise comunque di sorridere. Continuò a camminare e toccò la cassettiera, aprendola e notando i raccoglitori, ancora vuoti, che erano stati messi all'interno e il sorriso divenne ancora più grande. Fece un ultimo giro su se stesso, guardandosi ancora intorno per poi fermarsi, con il respiro corto e gli occhi fissi su Newt.

«È meraviglioso» disse in un sussurro, voglioso di correre verso di lui, per baciarlo ripetutamente.

«Sono contento ti piaccia» sorrise Newt, contento di averlo reso felice, sicuro che se fossero stati soli gli si sarebbe avvicinato, baciandogli quel sorriso.

«Newt è magnifico tutto, veramente. Posso tornare di nuovo nel mio ufficio? Due minuti e poi possiamo andare» disse Mark, che era rimasto sulla soglia della porta.

«Ma certo, ormai è vostro ragazzi fate come volete» rispose Newt, vedendo subito dopo Mark sorridere, sparendo dietro l'angolo.

In un secondo, le mani di Thomas gli circondarono i fianchi, e venne spostato dietro la libreria, in modo tale che nessuno li vedesse. Thomas unì le loro labbra, sorridendo nel bacio, troppo felice per contenersi.

«To..Tommy, dai siamo in pubblico»

«E quindi? Tu hai detto che potevamo fare come volevamo perché ormai è tutto nostro»

«Si ma il mio "fate come volete" non comprendeva una sveltina dietro la libreria, con Mark nella stanza accanto, con la ditta di pulizie per tutto l'ufficio e la porta aperta per giunta» disse Newt, sistemandosi la camicia, e subito dopo i capelli che si erano scompigliati nel bacio.

«Quindi se fosse stata chiusa, avrei potuto togliere questa camicia, magari baciarti il collo come ti piace tanto, e poi scendere in ginocch-»

«Ho capito Tommy, ho capito» disse Newt, mettendogli una mano sulla bocca per farlo stare in silenzio, cercando di nascondere che avrebbe voluto che il mondo intorno a loro sparisse per poterlo spogliare lì, in quel momento.

Thomas rise, per poi staccarsi da lui, facendogli segno di passare per uscire finalmente da quell'ufficio. Mark li seguì poco dopo, così come la ditta di pulizie, che aveva finito il suo lavoro.

«Mark io vado con Newt, ci vediamo domani qui, okay?» Disse Thomas, mentre apriva la portiera del passeggero della macchina di Newt, salutando con la mano l'amico.

«Si, a domani. Ciao anche a te Newt, grazie di tutto» disse Mark, entrando in macchina qualche secondo dopo.

Il cielo di quella giornata era grigio, ma nonostante l'imminente pioggia, la luce era comunque molto forte. Faceva freddo, ma il tempo stava cambiando, e così anche Newt, che finalmente accettava di pranzare all'aperto. Quel pomeriggio, infatti, tornarono verso lo studio, per poi parcheggiare e incamminarsi a piedi verso un nuovo locale, aperto da poco, che faceva burrito. Ne presero uno entrambi, e lo mangiarono mentre camminavano, mano nella mano, di ritorno verso l'ufficio di Newt.

«Oggi è venuta una cliente assurda, prima che tu arrivassi. Abbiamo parlato con lei e vuole una casa nera, quasi completamente. Mi ha spaventato a morte» disse Newt, dando un morso al suo burrito.

«Dai devi essere onorato, sarai l'interior designer della famiglia Addams. Penso che questo sarà il progetto più importate Newtie» rise Thomas, slacciando le loro mani per accartocciare la carta del suo pranzo, che aveva già finito.

«Sei un animale, è possibile che mangi così veloce?» Chiese Newt, interrompendosi quando sentì il telefono squillare dalla tasca. Lo afferrò e rispose, mentre Thomas dava un morso al suo pranzo.

«Kate, che succede?»

«Newt, ciao, puoi staccare prima? Non posso andare a prendere Caleb, ho chiamato mamma ma oggi ha la lezione di tre ore in palestra e quindi non può nemmeno lei»

«Kate no, io stacco alle otto oggi, ho due colloqui oggi pomeriggio perché ho bisogno di un segretario e poi ho tre progetti da finire. Non puoi proprio andare?» Chiese, alzando gli occhi al cielo, iniziando a odiare quella situazione.

«No Newt, hanno chiamato Cam e dobbiamo andare a firmare delle carte per la casa nuova»

«Cristo Kate non so-» disse Newt, bloccandosi quando vide Thomas indicarsi, attirando la sua attenzione.

«Va bene Kate mi organizzo io, non preoccuparti. Ciao» disse, concludendo la chiamata.

«Vado io, posso tranquillamente passare a prendere le cose che mi servono per lavorare e lo faccio da casa. Vado io a prenderlo» disse Thomas, sorridendogli.

«Tommy, non voglio disturbarti. Dovresti andare tra mezz'ora, fargli fare i compiti e tenergli compagnia. Non posso chiederti tanto» disse Newt, scuotendo le braccia, arrabbiato con se stesso e con sua sorella perché in due non riuscivano più a organizzarsi, ma soprattutto scocciato dall'aver capito che quella era l'unica soluzione.

«Ma Newt, tranquillo, mi piace stare con Caleb, faremo amicizia e lo conoscerò meglio. Dammi le chiavi, ti aspettiamo a casa» disse infine Thomas, afferrandogli delicatamente le braccia con le mani, facendogli provare tutto l'amore che in quegli anni non aveva mai provato. Arrossì, sicuro di aver trovato finalmente il suo posto nel mondo.

«Grazie, veramente» disse, lasciandogli le chiavi, per poi unire le loro labbra in un bacio semplice, morbido e dolce, un bacio di gratitudine e di amore.

«A dopo. Scrivimi l'indirizzo della scuola» disse poi Thomas, lasciandogli poi un veloce bacio a stampo, pronto per andare via. Newt gli sorrise, scrivendo subito dopo l'indirizzo nei messaggi, aggiungendo anche un cuore, non sapendo come fare a ringraziarlo.

Newt, passò l'intero pomeriggio a ripensare a quella frase: "Ti aspettiamo a casa". Thomas l'aveva pronunciata con semplicità e forse con superficialità, ma Newt l'aveva notata. Essa, aveva generato in lui un'emozione strana, diversa. Thomas sarebbe stato con loro, per sempre? Sarebbe stato quello il loro futuro? In un primo momento, il "noi" che comprendeva Thomas e Caleb insieme lo aveva stranito, forse per una gelosia che si portava dietro da anni, che lo faceva comportare da pazzo ossessivo; ma poi, quel "noi" lo aveva fatto sorridere, perché era sicuro di farne parte, era sicuro che quel "noi" comprendesse loro, come una famiglia. E a Newt andava bene, che Thomas ne facesse parte? A Newt andava bene, immaginare Thomas come un possibile genitore, sempre presente a Natale, ai compleanni? Lo immaginava nel futuro, quando Caleb sarebbe stato adolescente? La risposta la ottenne quando, varcata la soglia di casa verso le otto e mezza di sera, dopo una giornata estenuante a lavoro, li vide sdraiati sul divano. Thomas era poggiato allo schienale, e teneva Caleb tra le braccia, che dormiva a pancia sotto, con il viso tranquillo. Thomas gli accarezzava la schiena, e respirava piano per non svegliarlo. Stavano guardando uno dei cartoni animati preferiti di Caleb, ma lui era crollato e se non fosse arrivato Newt, si sarebbe addormentato anche Thomas di lì a breve.

«Ehy» sussurrò Newt, lasciando le chiavi della macchina nel cestino porta oggetti posto vicino la porta, per poi appendere il giacchetto all'appendiabiti. Si avvicinò a Thomas, abbassandosi per lasciargli un veloce bacio sulle labbra. Si mise poi seduto vicino a loro, accarezzando i capelli di suo figlio.

«Dorme da molto?»

«Ma no, sarà una mezz'ora, era molto stanco»

«Come mai?»

«Abbiamo fatto i compiti e poi l'ho fatto uscire un po', siamo andati al parco e ha corso tanto»

«Lo hai coperto Tommy?»

«Si, non faceva troppo freddo, ma aveva cappello e sciarpa. Ha voluto aspettare te per fare la doccia però»

Newt sorrise, prendendosi qualche minuto per osservare ancora quell'immagine. Gli veniva da piangere, per quanto fosse dolce e profondo quel momento; suo figlio, la cosa più importante che aveva, in braccio alla persona che stava iniziando ad amare. Cosa avrebbe potuto chiedere di più? E si, la risposta ai quesiti che si era posto quel pomeriggio era si. Sarebbe stato assolutamente pronto a vedere Thomas, nella loro vita, per sempre.

«Cal, amore dai svegliati» disse Newt, cercando di svegliarlo nel modo più delicato possibile. Lo sentì mugolare, per poi stringersi ancora di più al petto di Thomas. Aprì gli occhi pochi istanti dopo, cercando di capire dove fosse e, quando vide Newt, un sorriso dolce e assonnato gli comparve sul viso.

«Ciao papà» disse, sbadigliando, per poi alzarsi, strisciando in braccio a Newt, abbracciandolo.

«Ciao amore, ti sei divertito oggi con Thomas?»

«Si, siamo andati al parco e c'era la signora Coleman con i cani, possiamo prendere anche noi un cane?» Chiese, ritrovando tutta la forza e aprendo completamente gli occhi.

«No Caleb lo sai, chi se ne prenderebbe cura? Non possiamo prenderlo. Quando sarai più grande lo prenderemo, va bene? Ora andiamo a fare la doccia, che è tardi e devo anche preparare la cena. Vai a prendere il pigiama pulito e prepara il bagno, ce la fai da solo?» Disse Newt, alzandosi e facendo scendere Caleb, sicuro che la storia del cane non sarebbe finita così facilmente.

«Si ce la faccio» lo sentì urlare, mentre correva verso la sua camera.

«Non preoccuparti, sono passato a fare un po' di spesa oggi pomeriggio, ci penso io a cucinare, tu lavalo e magari fatti anche tu una doccia, o magari aspetti e la facciamo insieme dopo, per risparmiare l'acqua» disse Thomas, alzandosi dal divano anche lui, per andare verso la cucina. Newt lo seguì, circondandogli i fianchi con le braccia, mentre lui accendeva il fuoco sotto una padella.

«Grazie» disse semplicemente, baciandogli una spalla.

«Com'è andata oggi a lavoro? Hai trovato un segretario?» Chiese poi Thomas, girandosi e circondandogli il collo con le braccia.

«Si, finalmente. Inizia Lunedì»

«E com'è?»

«Molto carino nei modi. Ha vent'uno anni e secondo me è un ragazzo molto valido. Alto, moro e tatuato, abbastanza muscoloso»

«Devo preoccuparmi Newtie?» Disse Thomas, sentendo una punta di gelosia farsi strada dentro di se.

«Forse si, dovresti venire a controllarmi più spesso. Chissà che può succedere in quell'ufficio mentre tu non ci sei» disse Newt, sussurrando quella frase al suo orecchio, per poi intrappolare il lobo tra le labbra.

«Non ti conviene fare tanto lo spiritoso eh»

«Geloso Edison?»

«Molto Newtie, molto» disse Thomas, per poi baciarlo, mordendogli il labbro inferiore.

«Papà, ho fatto» urlò Caleb, costringendoli a separarsi. Newt si staccò, prendendo il cellulare dalla tasca, e Thomas si girò, tornando a cucinare.

«Tommy» disse poi, attirando la sua attenzione mentre apriva il frigorifero.

«Dimmi»

«Forse dovresti davvero preoccuparti comunque, mi sono sempre piaciuti i tatuati» disse, per poi ridere quando Thomas gli mostrò il dito medio, senza nemmeno girarsi.

Si diresse perciò verso il bagno, pronto a lavare suo figlio, sicuro che il suo cuore fosse finalmente pieno di amore.

Thomas, invece, mentre cucinava gli hamburger comprati di comune accordo con Caleb quel pomeriggio, non riusciva a smettere di pensare a quanto tutto fosse cambiato in così poco tempo. Quando era entrato nell'ufficio di Newt per la prima volta, non immaginava di ritrovarsi fidanzato seriamente, a distanza di così poco tempo. La cosa che però, non si aspettava minimamente, era il fatto che potesse trovarsi così bene con un bambino. I bambini lo avevano sempre terrorizzato e, quando a sedici anni aveva baciato il primo ragazzo, aveva deciso che non avrebbe provato nemmeno ad averne uno in futuro. Era stato perciò sicuro, per un'infinità di anni, che una volta trovata la sua metà mancante, sarebbero stati solo loro due, senza dover pensare a nessun altro. Quando poi aveva capito di essere innamorato di Newt, aveva iniziato a fantasticare sulla loro vita futura insieme, nonostante Newt fosse ancora restio a lasciarsi andare con lui. Aveva immaginato le vacanze, dove gli avrebbe presentato la sua famiglia, aveva immaginato di passare i cinquant'anni con lui, senza dover pensare all'adolescenza di nessuno, senza dover immaginare di essere il buon esempio per qualcuno.

Poi, quando aveva scoperto che Newt aveva un figlio, il mondo gli era caduto addosso. Ogni sua certezza era crollata e, in un primo momento, aveva pensato di essersi sbagliato, di aver pensato troppo presto che Newt potesse effettivamente essere la sua metà mancante, perché come poteva esserlo se aveva un figlio? Poi, quando lo aveva rivisto, la sensazione di essere finalmente completo lo aveva travolto, e il pensiero di un bambino non lo terrorizzò più così tanto. Quando lo aveva conosciuto, aveva sentito come una scossa, che lo aveva staccato da terra e lo aveva portato in un posto perfetto, lo aveva trasportato all'interno del puzzle della propria vita, e gli aveva fatto inserire l'ultimo tassello, che aveva il volto di Caleb. Aveva il volto di Caleb per vari motivi ma forse, il più importante, era che nonostante fosse la cosa più inaspettata che gli fosse mai successa, forse in tutta la vita, non avrebbe più saputo vivere senza.

«Vola vola vola vola vola» disse Newt, mentre la risata di Caleb aleggiava nella stanza. Li vide apparire poco dopo, Caleb avvolto in un accappatoio a forma di drago azzurro, che sorrideva mentre Newt lo sollevava in aria.

«Come profumi draghetto. Vuoi assaggiare?» Disse poi Thomas, portando una mano sul cappuccio dell'accappatoio, scompigliandogli i capelli, per poi passargli un pezzetto di mela prelevandolo dalla macedonia che aveva cucinato poco prima.

«Buona» disse Caleb, sorridendo.

«Newtie dove sono le patate?» Chiese poi Thomas, girandosi a cercarle.

«Nella credenza in fondo, che ci devi fare con le patate?» Chiese Newt, confuso.

«Le patatine fritte»

«Siiiii» disse Caleb, portando le braccia al cielo.

«No Tommy, è sera»

«Ma dai, due patatine fritte, questo draghetto deve crescere» disse Thomas, facendo il labbruccio, seguito poi da Caleb che fece la stessa espressione.

Newt rimase in silenzio per qualche secondo, per poi ridere delle loro facce, sicuro che quei due insieme lo avrebbe esasperato prima o poi.

«Vi odio» disse, mentre i due si davano il cinque, vittoriosi.

Newt li guardò, ringraziando chiunque avesse deciso che quello sarebbe stato il suo destino, chiunque avesse scelto quella vita per lui, perché non l'avrebbe cambiata con nessun altra.



Spazio autrice:

Ciao!!! Come va? Piaciuto questo capitolo dolcissimo? Io trovo che siano la rappresentazione dell'amore!! Fatemi sapere cosa ne pensate e, soprattutto, fatemi sapere cosa pensate accadrà. Io vi do un bacio, vi ringrazio per ogni lettura e alla prossima!!

Un bacione.

Letizia <3

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