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By MarYy_mEsSy

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ᴍΙͺκœ±α΄›
Chapter 1: Distractions
Chapter 2: Wagons
Chapter 3: Mirrors
Chapter 4: Secrets
Chapter 5: Stars
Chapter 6: Symbols
Chapter 7: Barrels
Chapter 8: Tortuga
Chapter 9: Voices
Chapter 10: Marks
Chapter 11: Songs
Chapter 12: Songs II
Chapter 13: Friends
Chapter 14: Betrayals
Chapter 15: Taverns
Chapter 16: Deals
Chapter 17: Boxes
Chapter 18: Maps
Chapter 19: Mirrors II
Chapter 21: Overboard
Chapter 22: Stowaway
Chapter 23: Cells
Chapter 24: Islands
Chapter 25: Islands II
Chapter 26: Walls
Chapter 27: Cages
Chapter 28: Beauty
Chapter 29: Hearts
Chapter 30: Sacrifice
Chapter 31: Voices

Chapter 20: Mermaids

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By MarYy_mEsSy

"La sua anima si trovava troppo in profondità per essere esplorata da quelli che nuotavano nelle acque basse."
ㅡA. J. Lawless

"Laggiù"

La tua voce uscì in uno stanco sbuffo, sollevi un braccio per asciugarti il sudore dal sopracciglio mentre ti raddrizzi, ispezionando con gli occhi il tuo lavoro.

Thomas aggrottò le sopracciglia quando guardò lo strano apparecchio di legno attaccato alla sua gamba.

"Come te lo senti?"

Lo guardi con un piccolo sorriso mentre piegò esitante il ginocchio, sobbalzando d'istinto.

Riaprì gli occhi quando i suoi movimenti iniziarono ad essere più sicuri, facendo un piccolo passo in avanti. La sua mano scattò istintivamente per aggrappare la sua stampella, che avevi posato su una piccola cassa.

Allungò le sue mani verso di te quando barcollò leggermente, non abituato a camminare senza supporto.

"Va tutto bene." Lo rassicuri, guardandolo mentre fece altri passi barcollanti verso di te, la preoccupazione sul suo viso si tramutò lentamente in un sorriso pieno di entusiasmo.

"S-Sto camminando!" Esclamò sorridendoti, con voce spezzata. "Mi vedi, capitano?"

Annuisci, sorridendogli dolcemente.

"Stai andando benissimo, ragazzo." Ridi. "Ma è solo un prototipo. Se dopo un po' lo senti scomodo fammi sapere ed io apporterò delle modifiche. Okay?"

Lui annuì felicemente, con gli occhi ancora concentrati sull'apparecchio di legno che gli permetteva di piegare il ginocchio e di supportarlo quando ne aveva bisogno.

Alzi gli occhi al cielo, arruffandogli giocosamente i capelli mentre gli camminasti accanto, permettendogli di godersi la sua nuova libertà.

Jimin si appoggiò contro il timone della nave, guardandoti mentre salisti le scale per raggiungerlo.

Negli ultimi tre giorni, ti ha guardato costruire quella cosa. La sua cabina era ormai piena di disegni e piani per il piccolo apparecchio. Hai costruito differenti prototipi, ma molti li hai abbandonati quando pensavi che sarebbero stati troppo scomodi od ingombranti per il giovane mozzo.

Alla fine, ti sei sistemata con la versione più piccola del tuo piano originale.

Quando ti ha chiesto perchè volessi fare qualcosa del genere per uno sconosciuto, probabilmente una spia del famigerato Barbablù, hai semplicemente scosso le spalle dicendo che sarebbe stato inconveniente averlo in quelle condizioni nel caso si fossero presentati dei problemi.

Il marinaio dai capelli blu ti credette... finchè non vide il tuo viso quando il ragazzo iniziò a camminare.

Lo guardi con occhi sospettosi quando ti sorrise.

"Perchè mi guardi così?"

Lui scosse le spalle, riportando lo sguardo sulla nave di fronte a voi.

"E' bello vederti genuina per una volta."

Rotei gli occhi e tiri fuori una mappa dalla tua manica, posandola sul parapetto di fronte a te.

"Se la tua mappa ha ragione, entreremo velocemente nella zona pericolosa." Dici, ignorando il suo commento. "Probabilmente le sirene saranno le prime cose che incontreremo, il mare da questo punto in poi sarà buio."

Jimin sollevò un sopracciglio al tuo commento.

"Sembra che tu sappia molte cose sul mare per essere una che non ne fa parte." Mormorò lui, posando il gomito sul timone. "Sei sicura di non essere una sirena?"

Gli lanci uno sguardo impassibile.

Non potevi di certo dirgli di aver ricevuto queste informazioni da una sirena. Si starà sicuramente chiedendo se le informazioni fossero accurate o meno e a quel punto avresti dovuto ricelare l'asso nella tua manica, qualcosa che non eri disposta a fare al momento.

"Sembra esser passato tanto tempo." Disse. "Dalla prima volta che ci siamo incontrati."

"Intendi il giorno in cui mi hai colpita fino a farmi svenire e mi hai trascinata sulla tua nave?"

Lui scosse nuovamente le spalle, sorridendoti sfacciatamente.

"Dimenticati dei dettagli." Disse, facendoti roteare gli occhi. "Mi ricordo quanto fossi bella quel giorno. Combattevi con grazia quegli uomini sulla piattaforma. Chi mai avrebbe pensato che saresti diventata un capitano dal cuore di ghiaccio?"

Indurisci lo sguardo mentre rilasci un sospiro stanco, riportando nuovamente l'attenzione su di lui.

"Non dimentichiamoci perchè sono 'diventata' così." Dici a denti stretti. "Magari, se mi avessi dato ascolto invece di cercare di vendermi, saremmo stati amici."

Lui rise, posando la guancia su una mano.

"Sarebbe stato noioso." Mormorò, continuando a sorriderti.

"Ti dispiace lasciarmi in pace?" Domandi, studiando la mappa.

Lui sollevò scherzosamente la mani in alto, facendo il segno della zip sulle labbra.

Rotei gli occhi ai suoi gesti infantili, tracci con le dita le scanalature della mappa, sollevando gli occhi ogni tanto per vedere se stavate andando nella direzione giusta.

Aggrotti le sopracciglia dalla concentrazione, premendo al lingua contro l'interno della tua guancia mentre segnasti le attuali coordinate.

"Sei carina quando sei concentrata."

Fai cadere le spalle quando la voce di Jimin riempì di nuovo l'aria, un sospiro silenzioso lasciò le tue labbra.

"Thomas." Chiami ad alta voce, attirando l'attenzione del ragazzo, il suo sorriso ti fece quasi cadere la maschera. "Vai a prendere il piccione viaggiatore. Ho bisogno di mandare un messaggio al capitano."

Lui annuì prima di camminare verso l'entrata del sottocoperta, zoppicando lievemente.

"Deve piacerti davvero tanto quel ragazzo." Disse Jimin con un sorriso.

"Te l'ho detto. L'ho fatto solo perchè-"

"Non venisse lasciato indietro?" Finì lui. "Non importa come la vedi, stai pensando al bene di a qualcun altro oltre che a te stessa... Sto iniziando a pensare che tu non sia la regina di ghiaccio che cerchi di sembrare."

"Davvero?"

Lui annuì.

"Potresti piacere di nuovo alla ciurma se fossi disposta ad aprirti di più con loro." Disse. "Se ci dicessi qual è il tuo piano."

Serri la mascella.

"Non ho bisogno di piacergli." Ribatti. "Ho solo bisogno che mi diano ascolto."

"Chiamami sognatore, ma..." Iniziò, lasciando il timone per camminare verso di te. "Non penso che questa sia la vera te."

Fai una pausa, voltandoti verso di lui con occhi rigidi.

"E te che ne sai della 'vera me'?" Domandi.

Jimin ti sorrise, sollevando gli occhi verso il cielo che si stava scurendo, il sole morente illuminò il suo viso.

"Non so molto di lei." Ammise. "Ma penso di averne visto un pezzo quella notte... quando abbiamo guardato le stelle. Quando hai detto che raccontano storie... non penso che lo avresti detto se non ci credessi per davvero."

Ti imbronci.

"Non conosco la vera te." Continuò. "Ma credo di averne visto dei frammenti. Quando abbiamo guardato le stelle, quando abbiamo combattuto il giorno in cui ci siamo incontrati e quando hai aiutato quel ragazzo."

"Sembra che tu abbia troppo tempo libero." Dici. "Se riesci a fare tutte queste osservazioni."

Lui ghignò, facendo un altro passo verso di te.

"Riesco sempre a trovare tempo per guardarti."

Ti imbronci quando sollevò la mano per toccarti la guancia, un improvviso dolore al cuore ti fece allontanare da lui con un passo indietro.

"Beh, smettila." Ribatti. "Abbiamo cose più importanti a cui pensare."

"Andiamo, capitano." Sospirò lui. "Qualcuno direbbe che non ti fidi di me."

Annuisci, scendendo le scale verso il pontile principale.

"Quel qualcuno avrebbe ragione."

Lui sorrise leggermente mentre ritornò al timone, appoggiandosi ad esso e guardando Thomas ritornare dal sottocoperta, zoppicando verso di te con una piccola gabbia tra le mani.

Sorridi quando appoggiò la gabbia sul tavolo, gli scompigli i capelli in segno di apprezzamento prima di tirare fuori un pezzo di carta ed una penna dalla tua cintura.

Thomas ti guardò mentre scrivesti qualche parola sul foglio, arrotolandolo e legandolo con un piccolo fiocco prima di aprire la gabbia.

"Hey, amichetto." Sussurri, mettendo una mano dentro la gabbia, permettendo al piccolo volatile bianco di salire sulla tua mano prima di tirarlo fuori dalla gabbia.

Attacchi il piccolo rotolo alla sua zampa.

"Portalo al vecchio capitano." Sorridi, accarezzando gentilmente la testa dell'animale prima di sollevare la mano.

I tuoi occhi lo guardarono prendere il volo, dirigendosi verso la nave di fronte a voi, il tuo cuore desiderò silenziosamente di saper volare come lui.

Thomas ti guardò mentre fissasti il piccione per alcuni momenti, ti assicurasti che arrivasse al sicuro sulla nave prima di girare i tacchi e camminare verso la tua cabina.

"Che cosa dice la nota, capitano?" Domandò lui, seguendoti.

Rallenti il passo, cercando di farlo sembrare più naturale possibile così che nessuno notasse il tuo piccolo atto di gentilezza.

"Gli ho detto di prepararsi per la battaglia."

"Battaglia, capitano?"

Annuisci.

"I nostri nemici sono formidabili."

"Chi sono i nostri nemici?"

Sollevi il mento, voltandoti per guardarlo.

"Sirene."

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