๐‘ณ๐‘ถ๐‘ฝ๐‘ฌ : Glossary Of Associ...

By TOMYBELOVEDV_

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[COMPLETATA] Questa รจ una storia d'amore. (Parti di essa) Attenzione: Questa รจ solo una traduzione, tutti i c... More

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By TOMYBELOVEDV_


| N |

NUANCES (sfumature)

/ˈnjuːɑːns/

sostantivo

"Che cosa ci fa lui qui?" Chiese Jeongguk mentre si versava della vodka nel bicchiere.

Nell'appartamento, quel cosiddetto piccolo incontro, si era trasformato in una festicciola. C'erano alcune persone che erano arrivate tardi quella notte e le luci vennero abbassate a poco a poco. Qualcuno iniziò a ballare e presto fu seguito da altri. C'erano una trentina di persone all'interno del loro appartamento, ma in qualche modo, lo sguardo di Jeongguk era rimasto inchiodato sul ragazzo dall'altra parte della stanza, accanto alla lampada e con i suoi lineamenti dolcemente illuminati dalla calda luce giallastra. Il drink a portata di mano, continuava a sorridere, a toccarsi i capelli, agitandosi...

Jimin sollevò lo sguardo dal telefono e catturò il suo migliore amico in un angolo che flirtava con un bel ragazzo che riconobbe subito.

"Quello è Seungho?" Sbirciò oltre la spalla del più giovane e sorrise. "Buon lavoro bastardo..."

Jeongguk fissò il bruno.

"Che cosa?" Chiese, stuzzicandolo un po'. "Qual è il problema?"

"Nessuno." Disse amaramente. "... pensi che l'abbia invitato?"

"Tae? Nah. Non me l'ha detto. Seungho probabilmente si è unito a uno dei suoi amici. Frequentano lo stesso ambiente e sai come va, un amico di un amico sa di una festa e..."

Il più giovane bevve un lungo sorso del suo drink.

"Tutto bene? Sembri... teso."

"Sto bene." I ricordi stavano tornando a galla. "Quel ragazzo è uno stronzo."

Jeongguk diede una rapida occhiata alla scena. Eccoli lì, Taehyung e Seungho, che chiacchieravano e ridevano... Taehyung ridacchiava e gli colpiva scherzosamente il braccio. Erano un po' troppo intimi per i gusti di Jeongguk, e quel colpo portò la mano di Taehyung a indugiare sul braccio del ragazzo dell'altro più a lungo di quanto avrebbe dovuto.

"Non lo è. In realtà è abbastanza decente." Jimin incrociò le braccia al petto. "Abbiamo fatto le nostre ricerche nel corso della giornata. Ha uno dei corgi (razza canina) più carino... avresti dovuto vedere il modo in cui Tae ha letteralmente strillato quando ha visto quella foto sulla sua pagina Instagram."

Jeongguk strinse i denti. "Beh, potrebbe pure avere un cane carino ma non ha mai richiamato Tae...sai...dopo che loro..."

"Sono stati insieme? Hanno avuto rapporti? Dormito insieme? Scopato? Rotolato nel fieno? Trombato? Fatto dolce l'amore-"

"Capisco. Non devi...per favore stai zitto."

"Ad essere onesti, è stata una storia di una notte. Neanche Tae l'ha chiamato."

Jeongguk continuava a lucidare e fissare il suo compagno di stanza e la sua conquista. Jimin, accanto a lui, stava gongolando nella sua rabbia.

"Ehi...sei sicuro che non ci sia qualcos'altro che ti dà fastidio? Neanche un po'?"

Si voltò; c'erano pugnali nei suoi occhi. "Non so di cosa stai parlando...Va tutto bene."

"L'hai già detto."

"Ascolta, questo è anche il mio appartamento, è solo che non voglio un idiota che è capitato si sia..."

"Scopato il tuo coinquilino?"

"Grazie...non dovevi... quello. Va bene. Sì, hanno... dormito insieme. Ma non conosciamo davvero quel ragazzo... forse le sue intenzioni non sono delle migliori. L'hai detto tu stesso, Tae ha bisogno di stare da solo per un po'."

"Sì, immagino di averlo detto ma...Ciò non significa che dovrebbe perdere l'opportunità di avvicinarsi a qualcuno che è già...compatibile con lui. Lascia che si diverta. Ne ha bisogno."

"Lo so ma..."

"A meno che..." Alzò un sopracciglio. "Non ci sia qualcos'altro che ti dà sui nervi."

"No. Assolutamente niente..." Bevve il resto del suo cocktail.

"Va bene. Era per sapere. Sarò laggiù se hai bisogno di me e cerca di non perforare la testa di Seungho per quel che rimane della nottata."

"Stai zitto."

Jeongguk rimase solo in mezzo alla folla. Non gli piaceva quella sensazione, era come se qualcosa gli bruciasse dentro, cinque minuti prima si stava divertendo e ora... Scosse la testa. Perché gli importava? Era solo Taehyung.

Solo... Taehyung.

Versò dell'altra vodka nel suo bicchiere e la mandò giù in una volta sola. Poi, dopo aver dato un'altra occhiata, si sedette sul divano facendo il muso lungo e sbuffando; incrociò le braccia al petto e ignorò ciò che stava succedendo intorno a lui.

Questo finché una mano scivolò sulla sua spalla e la accarezzò dolcemente.

"Ehi, stai bene?"

Jeongguk riconobbe subito la sua voce profonda e vellutata quando sollevò lo sguardo, erano lì.

I suoi occhi marroni.

Gli occhi marroni di Taehyung.

NUMB (intorpidire)

/nʌm/

verbo

"Grazie per essere venuto oggi, non ero sicuro che ti saresti presentato visto che hai ignorato le mie chiamate nelle ultime due settimane." Disse, suonando ancora più amaro della tazza di caffè davanti a lui.

Jeongguk sembrava ferito da quell'attacco improvviso. "Non volevo, scusa."

"Sì, come ti pare." Taehyung si massaggiò le tempie, era stanco. "Io...ho bisogno di sapere cosa faremo con il contratto, Jeongguk. Scade tra tre settimane e non ho ricevuto risposta da te fino ad oggi."

"Cosa intendi?"

"Lo rinnoviamo? Lo chiudiamo? Non lo so, non ho la più pallida idea di dove siamo in questo momento. Hai detto che ci serviva del tempo separati e l'ho capito, ma questo è tutto, dove siamo?"

Jeongguk sospirò e si coprì il viso con le mani. "Non lo so."

"Beh, dovrai scoprirlo entro la fine di questo...incontro."

"Taehyung, per favore, puoi smetterla di insultarmi? Eravamo d'accordo che fosse la cosa migliore."

"Penso che sia stato tu a deciderlo."

"Mi hai letteralmente cacciato di casa."

"Mi hai lasciato tu per primo...mi hai lasciato molto tempo fa." Stava facendo del suo meglio per non piangere anche quando il nodo alla gola lo lasciava a malapena parlare. "Allora cosa sarà? Stiamo ancora insieme o...?"

"Cosa vuoi fare con l'appartamento? Vuoi tenerlo?"

La non risposta di Jeongguk risultò come una pugnalata. Lo fissò seccamente prima di bere un sorso della sua bevanda.

"La verità è che ho avuto un colloquio per uno stage, ma è in un quartiere diverso...più vicino a Gangnam."

"Wow, congratulazioni."

"Dovrei trasferirmi da qualche parte più vicino. Probabilmente un monolocale o... potrei rifiutare e rimanere nella mia attuale posizione qui come assistente di un insegnante. La paga non è un grosso problema in ogni caso, ma... potrei rimanere qui per un altro anno."

Le sue parole implicavano che sarebbe rimasto con lui, condividendo lo stesso spazio fino alla laurea di Jeongguk, ma aveva paura della risposta del più giovane.

"A che punto siamo, Jeongguk? Dimmi cosa fare."

Il più giovane si morse l'interno guancia. Non aveva toccato il suo drink da quando il cameriere lo aveva lasciato sul tavolo. I suoi occhi erano rossi e acquosi.

"Dovresti fare il tirocinio."

"Jeongguk..."

"Non risolveremo i nostri problemi in due settimane...saremmo ingenui a pensarla così." Avrebbe voluto allungare la mano e raggiungere quella di Taehyung, e invece premette le unghie contro il palmo. "Ci tengo molto a te e...voglio che tu abbia successo e questo è qualcosa che devi fare da solo."

Un nodo si formò nella gola di Taehyung, dovette distogliere lo sguardo per un momento.

Inspira, espira, inspira, espira... Questo era ciò che aveva detto il dottore.

Cinquantanove... cinquantotto... cinquantasette... cinquantasei... cinquantacinque...

"Va bene allora, se è quello che vuoi..." Tirò fuori alcuni fogli che aveva nella borsa. "Ho bisogno che tu firmi questo, spetta al padrone di casa rescindere il contratto."

"Va bene... hai una penna?"

Taehyung frugò nella sua borsa finché non trovò una penna a inchiostro nero.

"Ecco." La gettò sul tavolo. Tutto ciò che poteva abbreviare il tempo che sarebbe dovuto rimanere lì.

Jeongguk firmò rapidamente i documenti e li restituì.

"Spero che riusciremo ad avere una conversazione adeguata dopo questo." Disse, tenendo uno dei fogli di carta per assicurarsi che Taehyung lo ascoltasse.

Il maggiore glielo strappò di mano e lasciò cadere delle banconote per il suo drink.

"Vaffanculo." Imprecò duramente, prima di precipitarsi fuori da quel posto.

E nel momento in cui uscì dal cafè, il suo cuore crollò.

Le cose non sarebbero dovute andare così.

Perché non potevano perdonarsi invece di litigare?

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