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By MarYy_mEsSy

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Chapter 1: Distractions
Chapter 2: Wagons
Chapter 3: Mirrors
Chapter 4: Secrets
Chapter 5: Stars
Chapter 6: Symbols
Chapter 7: Barrels
Chapter 8: Tortuga
Chapter 9: Voices
Chapter 10: Marks
Chapter 11: Songs
Chapter 12: Songs II
Chapter 13: Friends
Chapter 14: Betrayals
Chapter 16: Deals
Chapter 17: Boxes
Chapter 18: Maps
Chapter 19: Mirrors II
Chapter 20: Mermaids
Chapter 21: Overboard
Chapter 22: Stowaway
Chapter 23: Cells
Chapter 24: Islands
Chapter 25: Islands II
Chapter 26: Walls
Chapter 27: Cages
Chapter 28: Beauty
Chapter 29: Hearts
Chapter 30: Sacrifice
Chapter 31: Voices

Chapter 15: Taverns

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By MarYy_mEsSy

"Una buona taverna produce più felicità di una qualsiasi altra cosa inventata dall'uomo."
ㅡSamuel Johnson

Due ore prima...

I tuoi occhi erano pieni di disgusto mentre camminasti in punta di piedi nel bel mezzo della grande folla di uomini ubriachi che riempivano il piccolo locale in cui ti trovavi, arricciando il naso dalla puzza che emanavano.

Inizialmente pensavi che sarebbe stata una buona idea. Andare in un bar e berti un drink per aiutarti a superare qualsiasi cosa stesse succedendo. Semplice. Elegante.

Ma appena vedesti l'oceano di pirati sudati, il tuo stomaco fece una capriola dal disgusto, potevi benissimo vedere che ti sbagliavi di grosso.

Decidendo che sarebbe stato meglio andarsene, girasti i tacchi, pronta a ritornare faticosamente all'entrata della taverna.

Ansimi quando il tuo corpo si scontrò violentemente contro quello di un'altra persona, il suono di un liquido venir versato riempì le tue orecchie prima che potessi reagire.

Sbatti le palpebre dalla sorpresa quando vedi un grande uomo di fronte a te, la sua testa calva luccicava sotto la luce delle candele del bar.

Il vostro scontro causò la caduta della sua birra, un po' di essa cadde sulla sua maglia già macchiata dal sudore, un po' sul pavimento di pietra sotto di voi, ma cadde per la maggior parte sulla tua maglia. Il forte odore dell'alcool ti riempì le narici.

Che puzza.

Delle scuse silenziose lasciarono le tue labbra, chini leggermente la testa mentre cerchi di camminargli attorno.

La sua mano scattò verso di te, bloccandoti il passaggio, mentre ti fulminò con lo sguardo.

"Dove pensi di andare?" Domandò arrabbiato.

Resisti il bisogno di alzare gli occhi al cielo e scegli di indicare l'uscita.

"Fuori."

Sollevò le sopracciglia alla tua risposta e la rabbia iniziò a mostrarsi sul suo viso.

"Pensi che ti avrei lasciata andare dopo quello che hai fatto?" Sbottò lui, biascicando. "Mi hai fatto cadere il drink e hai rovinato la mia maglia preferita! Mi devi ripagare!"

Sospiri profondamente, facendo cadere le spalle.

Ci sarebbe sempre stato un tipo così, non è vero?

"La tua maglia era già rovinata." Dici. "Puzzava di sudore e disperazione."

Lui aggrottò le sopracciglia.

"Che cosa hai-"

"E a proposito di ripagarti, temo di non avere un soldo." Continui. "Mi sono già scusata. Siamo maturi e lasciamo stare, d'accordo?"

L'espressione sul tuo volto ti disse che non si aspettava una risposta così schietta... o era così, o non aveva completamente compreso le 'parole da persone grandi' che avevi appena utilizzato.

"Non te ne andrai finchè non mi avrai ripagato, ragazza." Ringhiò lui, afferrò il tuo avambraccio e ti tirò più vicina a lui. "Soldi o corpo."

La tua espressione rimase neutrale mentre lo fissasti, la puzza del suo alito ti fece quasi cadere tutti i capelli.

"Io me ne vado." Ribatti, più infastidita che spaventata. "Con o senza averti rotto il naso."

Lui sollevò le sopracciglia a ciò, un risata chiassosa lasciò le sue labbra quando guardò la folla che aveva appena iniziato ad osservare la scena con interesse.

"Non ho mai sentito una prostituta parlare in questo modo." Rise. "Saresti una perfetta decorazione per il mio letto."

Indurisci leggermente lo sguardo alle sue parole.

Eri stufa di essere chiamata puttana.

Gli uomini non avevano altro di cui parlare?

"Lasciami andare." Ringhi con gli occhi fissi nei suoi. "E' l'ultima volta che te lo chiederò gentilmente, maiale."

Il suo voltò avvampò dalla rabbia all'insulto, strinse i pugni mentre afferrò il colletto della tua maglia, sollevando il tuo corpo da terra.

"Che cos'hai appena detto?" Sbottò. "Ti taglio la gola, ragazzina."

Sospiri e rotei gli occhi prima di passare all'azione.

Normalmente, non sarebbe l'ideale penzolare all'aria ma dato il vantaggio dell'altezza del tuo opponente, questa situazione funzionava splendidamente per te.

Sollevi la tua gamba destra per tirargli un forte calcio al viso, facendogli lasciare andare la presa sulla tua maglia.

Atterri con grazia mentre lo sguardi tenersi la guancia con le mani, prima di voltarsi verso di te con occhi pieni di ira.

"Ora." Sbuffò. "Sei morta."

Ti togli il cappotto e lo lanci a terra prima di sollevare il mento, facendogli il cenno di avvicinarsi con la mano in modo derisorio.

"Fatti sotto, allora."

Lui partì alla carica con un pugno alzato.

Un uomo della sua taglia possedeva della forza. Su questo non c'era da domandarsi.

Non avevi bisogno di essere più forte di lui.

Avevi solo bisogno di essere più sveglia.

Non fu difficile schivare il suo attacco spostandoti di lato, il suo pugno mancò il tuo viso per pochi centimetri.

Sollevi il ginocchio quando gli afferri la testa, abbassandogliela così che si scontrassero rudemente, un sonoro 'crack' riempì l'aria quando il suo naso incontrò il tuo ginocchio.

Sembrò che l'uomo avesse degli amici tra la folla, uno di loro corse verso di te mentre eri voltata spalle, emettendo un forte grido da guerra.

Ti abbassi immediatamente e stendi la tua gamba così da colpirgli i piedi ancor prima che potesse metterti le mani addosso.

Mentre cadde, gli tirasti una gomitata allo stomaco, assicurandoti che quando sarebbe caduto gli avrebbe fatto male.

"Tu... Mi hai rotto il naso! La puttana mi ha rotto il naso!"

Rotei gli occhi e forzi un sorriso in viso mentre ti volti verso di lui.

"Ho cercato di avvisarti." Ti difendi, sollevando le maniche e spostando alcune ciocche di capelli dietro le orecchie. "Non è colpa mia se non mi hai dato ascolto."

Aggrotti le sopracciglia quando estrasse qualcosa dalla sua cintura, tirò fuori un coltellino e lo puntò verso di te.

Uh oh. Non va bene.

"Ho finito di giocare con te."

Inclini la testa, ghignando.

"Pensavo che sarebbe stato un combattimento leale." Sorridi. "E pensare che mi stavo pure trattenendo."

Lui partì di nuovo alla carica mentre ti insultò in tutte le lingue.

Ti sposti di lato, gli afferri il polso e lo fai girare, bloccandogli la mano contro la sua schiena e stringendo forte le giunture del suo polso.

Lui urlò dal dolore, altre profanità fuggirono dalle sue labbra mentre lasciò andare il coltello, implorandoti di non mettere altra pressione.

Sorridi vittorioso, afferri il coltellino e glielo punti alla gola.

"E' abbastanza."

Il tuo corpo si irrigidì quando una forte voce risuonò per la piccola taverna, gli occhi di tutti caddero sull'uomo che si trovava all'entrata.

Stringi la presa sul coltellino e la spingi di più contro la gola del tuo assalitore.

L'uomo era grande.

Le sue spalle erano larghe quasi quanto la porta ed era alto circa un metro e ottanta. I suoi capelli erano lunghi e raccolti in una coda bassa. La barba che copriva il suo viso aveva delle trecce legate da dei fiocchi blu. Dai suoi vestiti, potevi dire che fosse uno dei pirati benestanti dell'isola.

L'uomo a cui stavi puntando un coltello alla gola era probabilmente uno dei suoi.

Chiunque fosse, la pistola al suo fianco ti diceva che non volevi combattere con lui... almeno, non quando eri disarmata.

L'uomo fece un passo in avanti e la folla gli fece spazio alla sua presenza.

"Sembra che tu sia stato appena battuto da una donna, Dontan."

Non permetti di mostrare la tua confusione quando l'uomo parlò al tuo assalitore con un sorriso sulle labbra, i suoi occhi grigi si posarono su di te.

"Oh..." Mugugnò. "Non una donna qualsiasi... una marchiata."

Ti congeli a ciò.

"Marchiata?" Ripeti. "Che cosa sai dei marchi?"

Lui ti sorrise, indicandoti l'uomo sanguinante che stavi tenendo.

"Sarò felice di spiegarti se lascerai andare il mio compagno."

"Come posso sapere che non mi ucciderai?" Domandi. "O quell'informazione vale di più della sua vita?"

"Non ti importa veramente della sua vita." Rise. "Nemmeno a me, a dirla tutta. Però, mi farebbe piacere parlare con la donna che è riuscita ad abbattere due dei miei uomini migliori in meno di un minuto."

Sollevi un sopracciglio, intrigata dalle sue parole.

Sorridi, sollevando le mani e lasciando andare l'uomo sanguinante, con il coltellino ancora in mano.

"Questo lo tengo io." Dici, guardando l'uomo correre dietro al suo capitano mentre ti fissò con occhi sgranati.

L'uomo fece un passo in avanti, stendendo la sua mano verso di te.

"Mi chiamano Barbablù."

Sorridi, stringendo la sua mano.

"(Y/N)."

Lui ricambiò il tuoi gesto.

"Beh. (Y/N)...

Penso che diventeremo ottimi amici."

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