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By MarYy_mEsSy

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แดษช๊œฑแด›
Chapter 1: Distractions
Chapter 2: Wagons
Chapter 3: Mirrors
Chapter 4: Secrets
Chapter 5: Stars
Chapter 6: Symbols
Chapter 7: Barrels
Chapter 8: Tortuga
Chapter 9: Voices
Chapter 10: Marks
Chapter 12: Songs II
Chapter 13: Friends
Chapter 14: Betrayals
Chapter 15: Taverns
Chapter 16: Deals
Chapter 17: Boxes
Chapter 18: Maps
Chapter 19: Mirrors II
Chapter 20: Mermaids
Chapter 21: Overboard
Chapter 22: Stowaway
Chapter 23: Cells
Chapter 24: Islands
Chapter 25: Islands II
Chapter 26: Walls
Chapter 27: Cages
Chapter 28: Beauty
Chapter 29: Hearts
Chapter 30: Sacrifice
Chapter 31: Voices

Chapter 11: Songs

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By MarYy_mEsSy

"Una vecchia canzone, migliaia di vecchi ricordi."
ㅡAnonimo

"Buongiorno anche a te."

Aggrotti le sopracciglia al saluto sarcastico di Jimin, sul suo volto aveva stampato il suo iconico ghigno quando analizzò la tua espressione meno felice.

Dopo la tua piccola conversazione con Hoseok, non eri esattamente dell'umore per venir presa in giro o 'divertita', come lo voleva interpretare Jimin.

Ora, avevi un altro problema tra le mani.

Come se venir scambiata per una sirena e venir rapita non fosse già abbastanza per rendere interessante questo mondo, ora dovevi preoccuparti del fatto che avevi del tempo estremamente limitato prima di trasformarti in una moglie eterna di una sirena.

Sospiri profondamente solo a pensarci.

"Non sono dell'umore." Borbotti, camminando verso il tavolo di legno che si trovava al centro della stanza, del cibo caldo aspettava il tuo arrivo.

Il capitano dai capelli blu sollevò un sopracciglio al tuo atteggiamento, trovando abbastanza esilarante la tua miseria.

Camminò verso di te e prese un posto al tuo fianco, posò la testa sulle sue braccia mentre ti guardò mangiare.

"Qualcuno qui si è svegliato con la luna storta." Disse, sorridendoti.

Lo ignori, continuando a mangiare il tuo cibo.

"Come ti senti?" Domandò, sollevando una mano per posarla sulla tua fronte.

Ti allontani di scatto e gli lanci un'occhiataccia.

Lui rise.

"Vuoi dirmi che cosa ti è successo?" Mugugnò lui, abbassando la sua mano. "Già provi l'astinenza dal mare? Siamo sulla terra ferma da solo un giorno e ti senti già male? Sei una sirena strana."

"Non sono una sirena." Sbotti, voltandoti per guardarlo. "Te l'ho già detto innumerevoli volte."

Lui ridacchiò semplicemente al tuo fastidio, divertito.

Tu, d'altro canto, non eri affatto divertita.

Non sapevi perchè ti stessi arrabbiando così facilmente. Dopo tutto, si stava solo comportando come a suo solito, ma questo fece poco nel consolare la tua rabbia crescente.

Eri arrabbiata.

Forse tutti questi viaggi spazio temporali stavano iniziando a darti alla testa.

Era troppo chiedere una pausa ogni tanto? Perchè dovevi sempre scappare da dei mostri o venir trascinata in situazioni pericolose? Dovevi sempre essere maledetta?

Sapevi che la tua rabbia non era rivolta al Jimin di questo universo, ma questo non ti fermò dal desiderare di sfogarla su di lui, per quanto infantile possa sembrare. Dopo tutto, era la ragione principale della tua impossibilità di sistemare qualsiasi maledizione avessi a che fare in questo momento.

Se gli dicessi la verità, ti venderebbe. Se continuassi a mentirgli, ti venderebbe.

Potevi solo essere grata di non essere stupida come tutti credevano che tu fossi e che potessi leggere il capitano come un libro.

Ci teneva alla tua salute? Sì, certo. Ma solo come merce. Se fossi stata una sconosciuta, non ti avrebbe degnato nemmeno di uno sguardo, quella era la verità.

Questo Park Jimin era il tipo di persona che ti sgozzerebbe con un sorriso in faccia.

E lo odiavi per questo.

"Sembri essere di pessimo umore questa mattina." Sottolineò l'evidente. "Forse dovresti tornare a dormire e svegliarti dalla parte giusta del letto-"

"E forse tu dovresti lasciarmi in pace."

Lui sorrise.

"Non posso farlo, sirena." Disse. "Devo tenere d'occhio la mia merce. Sai com'è."

Ti alzi in piedi, dimenticandoti completamente del cibo quando lo fulminasti con lo sguardo.

"Non sono la tua merce." Ringhi. "E non sono dell'umore."

Lui sollevò le sopracciglia alle tue parole e mugugnò semplicemente mentre te marciasti verso la porta della taverna.

"Dove pensi di andare?" Domandò. "E' pericoloso là fuori. Una cosa fragile come te potrebbe farsi male."

Ti fermi, voltandoti per guardarlo oltre la tua spalla.

"Mi hai vista combattere." Rispondi. "Posso cavarmela."

"Magari con la spada." Ridacchiò. "Non posso negare che tu abbia talento con la spada, ma quando si tratta di combattimento corpo a corpo, gli uomini là fuori potrebbero-"

Il giovane capitano ti fissò con occhi sgranati , il suo respiro si fermò per la sorpresa mentre la sua mente fece difficoltà a processare quello che era appena successo.

Ti trovavi sopra di lui ora, con un piede sul suo collo. Lui era a terra, che respirava affannosamente con le sopracciglia aggrottate.

Avevi calciato la panca sotto di lui, facendolo cadere direttamente sulla sua sedia.

Ti eri mossa velocemente- troppo velocemente, che non si è nemmeno accorto della tua presenza.

Le tue mani erano riuscite ad afferrare il pugnale che riposava sulla sua cintura quando cadde.

Punti la lama dell'arma contro il suo collo e premi leggermente il tuo piede sul suo collo per fargli capire il tuo punto.

"Posso cavarmela." Ripeti con voce piena di convinzione.

Lui ti guardò mentre ti avvicinasti, abbassando la tua voce in un sussurro.

"Se pensi che resterò tranquillamente seduta mentre un uomo cerca di usarmi come merce, ti sbagli di grosso." Continui, sapendo che aveva capito il doppio significato della tua frase. "Permettimi di chiarirmi, Park."

Lui aggrottò le sopracciglia, mostrando per la prima volta le sue vere emozioni.

"Io non ti devo nulla." Continui, facendo più pressione sulla sua gola. "Potrai pensare di essere il mio salvatore perchè mi hai aiutato durante quel macello in capitale, ma ti sbagli. Vuoi che sia tua prigioniera? Bene. Non mi dispiace recitare per un po'. Ma non sarò mai la tua schiava. Ti combatterò ad ogni occasione che mi si presenterà. E quando riuscirò a scappare, mi assicurerò di non vederti mai più."

"Perchè non mi uccidi, allora?" Domandò. "Non sarebbe più facile per te uccidermi e rubare la mia nave?"

Raddrizzi la tua postura.

"Non sono una ladra." Ribatti quando la tua mente ritornò in Egitto. "Questa non è la mia storia."

Jimin aggrottò le sopracciglia alle tue parole, ti guardò infilzare il coltello nel legno del tavolo prima di uscire dalla stanza, passandoti le mani tra i capelli.

Sollevò il suo corpo con i gomiti, non disturbandosi di spostare i suoi capelli blu dalla sua fronte.

"Interessante."

-

"Avrei dovuto accoltellarlo."

Ringhi frustrata mentre fissi i tuoi piedi nudi, il suono delle onde facevano poso a tranquillizzare la tua rabbia.

I tuoi occhi blu erano stanchi e vuoti mentre camminasti lungo il pontile.

Dire che i tuoi sentimenti attuali nei confronti del capitano erano meno che piacevoli sarebbe una grande bugia. Eri infuriata con lui.

"Con quale coraggio." Sputi. "Come osa chiamarmi merce? Che cos'è successo al tipo gentile che voleva trovare suo padre?! L'ho aiutato ad uscire dalla capitale. Ero io quella che usava la spada come se ne dipendesse la vita, mentre lui era lì a flirtare-"

"(Y-Y/N)?"

Alzi la testa di scatto, sgranando gli occhi alla voce familiare.

"Yoongi?"

Ti volti ed analizzi la spiaggia vuota alla ricerca della fonte.

Aggrotti le sopracciglia quando continuasti a camminare in cerchio, cercando dappertutto la persona che ti aveva chiamata.

Sbuffi, tirandoti uno schiaffo sulla testa.

"Devo aver bevuto dell'acqua di mare." Mormori tra te e te. "Devo chiedere a Scrittore di darmi una vacanza dopo che tutto questo sarà finito-"

"Sei viva. Grazie a Dio sei viva."

Il tuo intero corpo si congerlò alle parole che riempirono l'aria, la confusione ti colpì mentre facesti fatica a capire da dove provenisse la voce.

"Che cosa-"

"Pensavo che non ti avrei più rivista. P-Pensavo-"

Sobbalzi alla ronzio che riempì la tua testa, il dolore iniziò lentamente a crescere.

"Sposami."

Indietreggi alle parole familiare che tirarono i fili del tuo cuore, mentre il loro volume aumentò nelle tue orecchie.

Ti ricordi questa conversazione... Ricordi quella notte nei Quattro regni dove Yoongi si era dichiarato a te... ma perchè stavi risentendo tutto adesso?

"Questo è un addio, non è vero?"

Non sobbalzi quando i tuoi piedi incontrarono l'acqua calda dell'oceano, le onde si scontrarono contro i tuoi piedi mentre ti copristi le orecchie, il volume della nuova voce stava aumentando dolorosamente nelle tue orecchie.

"Esci dalla mia testa!" Esclami a denti stretti, infastidita.

Davvero? Di nuovo?

Eri già abbastanza arrabbiata.

"Non sono io quello che se ne sta andando, piccola."

Taehyung.

Scuoti violentemente la testa nel tentativo di cacciare via le voci.

"Non ti scusare (Y/N). Capisco che tu abbia altri destini da segnare. Questa non è la tua prima destinazione e di certo non sarà l'ultima."

Sussulti quando ti ricordasti le sue parole, i tuoi occhi iniziarono ad inumidirsi dal dolore... sia emotivo, che fisico.

"Smettila!" Urli.

"Non ho mai voluto farti del male."

Spalanchi gli occhi alla nuova voce che si intromise nella tua mente.

Jin.

Oh Dio, no.

"So che mi stavo sbagliando, ma pensavo di star facendo la cosa giusta. Odio tutto questo! Odio stare da solo!"

Un urlo silenzioso lasciò le tue labbra prima che ti copristi la bocca con una mano tremolante.

"Ero stupido. Ma ho cambiato idea. Non ti farò del male-"

"Sembra che tu abbia molte canzoni."

Emetti un ansimo quando ti accorgi della persona alle tue spalle, ti volti e fai dei passi all'indietro mentre fissi l'uomo di fronte a te.

Jungkook ti stava fissando con un piccolo sorriso sulle labbra mentre studiò la tua espressione sorpresa.

Ti guardi attorno, sentendo il tuo petto appesantito dall'ansia mentre prendesti nota del cambio di scenario.

Ti eri allontanata dal porto, ti trovavi immersa nell'oceano con l'acqua che ti arrivava fino ai fianchi.

"Ciao." Disse sorridente.

"Mia compagna."

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