𝑳𝑢𝑽𝑬 : Glossary Of Associ...

Par TOMYBELOVEDV_

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[COMPLETATA] Questa Γ¨ una storia d'amore. (Parti di essa) Attenzione: Questa Γ¨ solo una traduzione, tutti i c... Plus

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π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸπŸ”
π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸπŸ•
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π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸπŸ—
π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ 𝟐𝟎
π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ 𝟐𝟏
π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ 𝟐𝟐
π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸπŸ‘
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π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ 𝟏𝟎

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Par TOMYBELOVEDV_


| I |

INK (inchiostro)

/ɪŋk/

sostantivo

"Sei sicuro al cento per cento che questo sia quello che vuoi?" Chiese Taehyung poco prima che entrassero nel negozio di tatuaggi. "Puoi ancora dire di no e i tuoi genitori non penseranno che ho una cattiva influenza."

Jeongguk ridacchiò. "Sono sicuro. Sapevano da secoli che alla fine mi sarei fatto un tatuaggio, non preoccuparti, non ti biasimeranno."

"Oh, grazie al cielo...ma comunque...non hai paura?"

Superarono la porta.

"Nah, ho un'elevata tolleranza al dolore." Commentò casualmente.

Taehyung deglutì. "Buono a sapersi."

Il posto si chiamava Inked e aveva le pareti bianche ricoperte dai tradizionali disegni tatuati di nuvole, draghi e fiori, il pavimento era tutto nero e la reception era vicino all'ingresso, dove c'erano due grandi futon per l'attesa; intanto si sentivano in lontananza i rumori delle macchinette nelle cabine. A Taehyung piaceva l'estetica del posto e l'addetto alla reception era gentile in ogni momento.

Lui e Jeongguk si accomodarono sui futon e attesero che venisse chiamato il nome del più giovane.

Aveva preso l'appuntamento un po' di tempo prima e avevano già i disegni sui loro computer. Si trattava di provarli sulla sua pelle, decidere il punto perfetto e poi...beh, farsi tatuare.

Mentre Jeongguk era freddo, calmo e raccolto con le gambe incrociate e sfogliava le pagine di una rivista di tatuaggi in grembo, Taehyung si muoveva irrequieto accanto a lui, incapace di rilassarsi, come se fosse lui di fronte agli aghi elettrici.

"Scusa, te lo chiedo di nuovo, ma sei proprio sicuro?" Spezzò il silenzio.

Jeongguk ridacchiò. "Sì, Tae...per la trentesima volta, ne sono sicuro."

"Va bene, va bene... sto solo controllando... sappi che puoi ancora uscire se vuoi."

Jeongguk ripiegò la rivista e fissò il maggiore. "Dimmi, perché sei così nervoso?"

"Io? Perché tu non sei nervoso? Stai per entrare e avere qualcosa sulla pelle per sempre...e se te ne pentissi o se non ti piacesse più o... "

"Tae, lo so, ci sono già passato e ne sono fiducioso." Prese la sua mano e la strinse dolcemente. Le sue unghie avevano ancora tracce di smalto nero. "Mi piacciono le cose che ho scelto e faranno parte di me perché do loro il significato che c'è dietro. Quindi, anche in futuro, posso guardarli e pensare a questo giorno esatto in cui li ho ricevuti."

"Va bene... ho capito."

"Inoltre, non pensi che starò bene con un paio di tatuaggi?"

"Oh, sicuramente. Così bello..."

Un paio di minuti dopo arrivò la tatuatrice.

"Jeongguk? Sono Minji, abbiamo parlato al telefono prima." Si presentò la ragazza con i capelli tinti di grigio e gli occhi fumosi di trucco. Per un secondo Taehyung pensò che indossasse una maglietta a maniche lunghe con disegni, ma erano le sue braccia coperte di tatuaggi.

"Oh ehi. Piacere di conoscerti." Le strinse la mano. "Questo è il mio ragazzo, Taehyung. Va bene se entra nella cabina con noi?"

"Sì, nessun problema." Si rivolse a Taehyung. "Piacere di conoscerti."

"Ciao." Disse Taehyung, timidamente.

Si mise un paio di occhiali con montatura scura e controllò negli appunti. "Sei il tipo del mezzo braccio sinistro neo-tradizionale, giusto?"

Jeongguk annuì.

"Okay, Taehyung, è meglio che ti metti comodo perché ne avremo per qualche ora."

"Oh, non vedo l'ora..." Fece un respiro profondo.

Era lì per sostenere il suo ragazzo, e di certo non poteva svenire o qualcosa del genere nel momento in cui vide l'ago toccargli la pelle.

La ragazza fece un paio di domande poiché era la prima volta che Jeongguk si tatuava...se aveva qualche allergia, se aveva la pelle sensibile o qualcos'altro riguardante la sua salute che avrebbero dovuto sapere. Gli spiegò i processi mentre stampava il disegno su un foglio di carta trasferibile che posizionò poi sul braccio di Jeongguk fino a quando non fu soddisfatto del punto e delle dimensioni. Nel frattempo, Taehyung si sedette nell'angolo, dove una sedia era pronta per lui e osservò il suo ragazzo che si accomodava sul lettino e la tatuatrice preparava la macchinetta.

Avrebbe potuto farsi un tatuaggio sulla mano, forse qualcosa di più piccolo per la prima volta, ma no, Jeongguk voleva l'esperienza completa e Taehyung gliela concesse, aveva deciso che fosse grande oppure sarebbe tornato a casa.

"Cosa ne pensi?" Jeongguk mostrò il disegno sul braccio.

Taehyung l'aveva già visto molte volte ma ora, senza i colori e senza adornare il suo braccio, era qualcos'altro. Lo rendeva più tangibile, più reale.

"Wow..." Ammirò. "Sembra fantastico."

Era un disegno semplice di una bussola, una rosa e una rondine, tutto in un tatuaggio neo-tradizionale -come aveva detto Minji- c'era anche un nastro con le parole «vivi con passione» simile al motto di vita del più giovane. Jeongguk aveva parlato molte volte di quanto gli piacesse quel tipo di tatuaggio e quel giorno era finalmente il giorno in cui avrebbe trasformato quella visione in realtà. E dopo aver ottenuto il via libera dal suo fidanzato artista, si era sdraiato sul lettino, lasciando che la tatuatrice facesse il suo lavoro.

Sussultò un po' all'inizio, non abituato alla sensazione, ma poi, dopo pochi minuti, sembrò persino godersi il processo. Taehyung vide tutto, il momento in cui l'ago iniziò a tracciare le linee sulla sua pelle, il modo in cui la ragazza lo puliva e continuava, senza sussultare nemmeno una volta.

Taehyung camminò avanti e indietro in quella stanza ridotta, sbirciando qua e là, assicurandosi che il più giovane stesse bene e ricevendo un «sto bene» ogni volta che lui glielo chiedeva. Minji chiaccherò con loro, gli chiese come si fossero conosciuti e da quanto tempo si frequentavano. Jeongguk rispose alle sue domande completamente indisturbato, guardando Taehyung quando lo menzionava; il suo ragazzo era ancora preoccupato ma riusciva a sorridere ogni volta che i loro occhi si incontravano.

In quelle tre ore e mezza che ci erano volute per fare il tatuaggio, colore e tutto, Taehyung aveva tracannato due tazze di tè da una macchinetta che avevano alla fine del corridoio, letto due riviste sulle innovazioni nell'inchiostro, e un articolo su una ragazza giapponese di nome Noko Nishigaki che tatuava silicone e frutta da quando aveva dieci anni e sognava di diventare un giorno una tatuatrice. Lo lesse avidamente e riuscì persino ad apprezzare l'abilità artistica dietro l'ago.

"Abbiamo finito." Annunciò Minji.

Taehyung chiuse la rivista e si avvicinò a Jeongguk che aveva uno dei sorrisi più grandi sul viso. Si alzò e si guardò allo specchio con il brivido negli occhi, l'adrenalina sicuramente gli scorreva ancora nelle vene in quel momento.

"E' così fottutamente bello." Osservò. "Lo adoro."

Taehyung era in piedi accanto a lui. "Ti sta davvero bene."

"Credi?"

"Sì, è fantastico." Disse, rivolgendosi anche all'artista.

"Sei un genio."

"Grazie. Sono felice che ti piaccia."

Successivamente, la ragazza spiegò le precauzioni e la cura del tatuaggio, avvolse il braccio di Jeongguk nella plastica e gli disse che avrebbe dovuto pulirlo in un'ora con un sapone speciale, e poi prendersene cura con creme - niente piscina né spiaggia e niente sole per un paio di settimane, inoltre se avesse avuto qualche dubbio poteva sempre chiamare o passare in studio.

La ringraziarono e poi si diressero verso la reception per pagare. Jeongguk stava quasi saltando per il corridoio.

"Com'è stato?" Chiese infine Taehyung.

"Non ho intenzione di mentire, i primi due secondi è stato doloroso, un dolore che non avevo mai provato prima, ma dopo un po' ti ci abitui e il suono inizia a calmarsi e in seguito diventi un po' insensibile."

"Bello."

"Dovresti fartene uno la prossima volta."

"Prima di tutto, no. Secondo, la prossima volta?"

"Sì, ho già un'idea per l'interno delle braccia e forse qualcosa sui polpacci."

"Solo per essere sicuri, tua madre non pensa che sia io a darti le idee, giusto?"

"No."

"Va bene, allora puoi farlo."

INVOLVE (coinvolgere)

/ɪnˈvɒlv/

verbo

"Kim Taehyung?" Chiese l'addetto alla reception. "La Dottoressa può riceverla."

"Va bene..." Entrò, il suo cuore batteva forte.

Lo studio della Dottoressa era un luogo rilassante con pochi mobili, per lo più divani grigi e neri, lampade, e una scrivania in un angolo; i pavimenti erano in legno e in alcune zone c'era la moquette grigia, le pareti erano dipinte di un verde tenue che gli ricordava la natura all'esterno e le finestre fornivano una buona illuminazione.

La Dottoressa sollevò lo sguardo da un taccuino e sorrise a Taehyung.

"Kim Taehyung, sono la Dottoressa Jeung. Piacere di conoscerti." Gli strinse la mano prima che lui si sedesse di fronte a lei.

Sembrava simpatica, probabilmente una donna sulla trentina, con corti capelli neri, occhiali trasparenti e un cardigan lavorato a maglia.

"Salve..." Si ritrasse sulla sedia.

"Dimmi, è la tua prima volta in terapia?"

"Qualcosa del genere... sì." Giocherello con i suoi anelli.

"E cosa ti porta qui oggi?"

Taehyung fece un respiro profondo.

"Una rottura."

INTIMACY (intimità)

/ˈɪntɪməsi/

sostantivo

"Quale piano?" Chiese Taehyung.

L'altro ragazzo lo guardò socchiudendo gli occhi ma poi scosse la testa. "Quinto."

"Anche io devo arrivare lì." Osservò.

Era sicuramente un bell'uomo - Taehyung lo ammirò con discrezione mentre le porte dell'ascensore si chiudevano con il suono di un campanello - i loro occhi si incontrarono per un momento e l'altro ragazzo distolse lo sguardo con un sorriso agitato sul volto. Forse era di bell'aspetto, ma Taehyung sapeva che era anche piacevole alla vista.

Le sue mani erano ancora un po' bluastre per via della vernice, anche dopo averne rimosso la maggior parte dopo che la lezione era finita, era rimasta attaccata alle sue unghie e probabilmente ci sarebbero volute alcune docce per rimuoverla completamente. Le unghie dell'altro ragazzo erano dipinte di nero e indossava la combinazione di un cardigan con una grande giacca a sbuffo, jeans neri e stivali. C'era ancora della neve che si scioglieva sulle sue spalle, probabilmente era stato colto dal temporale.

"Ti ho già visto qui." Taehyung iniziò alcune chiacchiere.

"Ti ho visto anche io, sei sempre con quell'altro ragazzo...è il tuo coinquilino o qualcosa del genere? Fidanzato forse?"

Taehyung annuì. "Sì, più o meno."

"Sembra un grande idiota." Il ragazzo si grattò il naso e notò la neve che gli gocciolava sul braccio.

"Qualche volta."

"Ho sentito che non ti ha mai portato ad un vero appuntamento."

Gli occhi di Taehyung si allargarono. "Forse."

"Dovresti uscire con me invece. Scaricalo, sta perdendo tempo."

Quel commento fece ridere Taehyung mentre le porte dell'ascensore si aprivano. Dovevano ancora attraversare lo stesso corridoio.

"Quindi vuoi portarmi ad un appuntamento?" Chiese, mentre premeva i numeri sulla serratura della porta dell'appartamento. C'era un sorrisetto che faceva capolino sul suo viso.

L'altro ragazzo si appoggiò al muro accanto a lui, fissandolo da vicino. Improvvisamente tutta la sua timidezza era scomparsa.

"Sì. Assolutamente." Inclinò la testa. "Voglio dire, se il tuo ragazzo è d'accordo."

"Non è il mio ragazzo..." Le parole rimasero nell'aria. "Ma...penso che gli darebbe fastidio."

"Come ho detto prima, è un idiota."

"Credo che le parole che hai usato fossero -grande idiota- ma accetto anche solo idiota."

Il ragazzo ridacchiò.

"Ehi, tue parole, non mie."

"Touché."

"Passa a prendermi più tardi, conosco un posto in fondo alla strada dove potremmo prendere dei drink decenti."

"D'accordo." Ora c'era un sorrisetto pieno, dipinto su di lui.

Dopodiché Taehyung gli chiuse la porta sul naso.

"Ehm... Tae?"

"Aspetta cinque minuti per mantenere viva l'illusione, tesoro."

Gli appuntamenti erano difficili quando entrambi cercavano di andarci piano. Non che non fossero stati innamorati in giro per l'appartamento ogni volta che erano insieme, cucinando la colazione, guardando film in soggiorno, dormendo uno accanto all'altro e baciandosi; c'erano molti baci. Tuttavia, non si frequentavano correttamente e non avevano ancora avuto un appuntamento ufficiale.

Anche quando si erano accordati sui termini della loro fiorente relazione, uscire era stato implicitamente fuori dai piani per un po'. Pertanto, prepararsi per un appuntamento, un vero appuntamento, fu di nuovo elettrizzante.

A Taehyung piaceva modellare se stesso, progettava sempre abiti nella sua mente e talvolta scarabocchiava sul suo taccuino qualche nuova idea di abbigliamento da indossare. Aveva quasi pensato di cambiare la sua specializzazione in fashion design, ma era più un hobby, qualcosa che gli piaceva fare nel suo tempo libero.

Inoltre, era stato lui a suggerire di andare al bar vicino solo perché non voleva che sentissero la pressione di avere un primo appuntamento perfetto in qualche ristorante di lusso o semplicemente passare del tempo in silenzio al cinema, avrebbero potuto fare tutte quelle cose più tardi, una volta che quel peso sarebbe scomparso dalle loro spalle.

Tuttavia, ciò non significava che non potesse indossare qualcosa di carino solo per una passeggiata di pochi isolati.

Scelse un drammatico cappotto vintage pied de poule che aveva trovato una volta in un negozio dell'usato, - aveva promesso a Jimin che avrebbe trovato l'occasione perfetta per indossarlo e per far sì che il suo migliore amico acconsentisse l'acquisto anche quando era il suo denaro - un bel maglione caldo lavorato a maglia, scarpe nere e pantaloni neri che gli rendevano le gambe snelle e più lunghe. Prese una sciarpa rossa ridicolmente grande e se la avvolse intorno prima di aggiungere un berretto di pelle dalla sua collezione privata.

Taehyung si guardò allo specchio prima di lasciare la stanza. Non c'era più traccia dei suoi capelli blu da quando li aveva tinti di una tonalità di marrone più scura, quasi nero. Aggiunse un piccolo orecchino penzolante che si muoveva ad ogni passo, un po' di profumo, burrocacao ed era pronto.

Rimase felicemente sorpreso di scoprire che anche Jeongguk si era preparato per quella sera. Un po' più minimalista oserebbe dire. Una classica giacca di pelle con i suoi jeans fantasia e anfibi, un maglione floreale nero, rosso e giallo a contrasto e una semplice camicia sotto.

"Ehi, sono pront-" Iniziò a dire Taehyung, ma Jeongguk sobbalzò, sorpreso.

"Aspetta aspetta aspetta!" Si precipitò fuori dall'appartamento e aspettò un minuto ragionevole per bussare alla porta.

Il maggiore non riuscì a fare a meno di sorridere al gesto di mantenere il loro piccolo gioco di ruolo mattutino.

Si schiarì la voce. "Solo un minuto."

Devi farti aspettare un po', vero?

Taehyung fece il giro dell'appartamento un paio di volte, si assicurò che le finestre fossero chiuse a chiave, che il ferro fosse spento e che il gas della cucina fosse chiuso prima di posizionarsi davanti alla porta.

"Oh ciao!" Aprì la porta così casualmente che avrebbe potuto essere provata.

Jeongguk si morse il labbro cercando di contenere la risata. Invece, si raddrizzò e si schiarì la gola.

"Ehi, spero di non essere troppo in anticipo... non volevo che il tuo ragazzo ci vedesse."

"Quindi ora sei preoccupato per questo."

"No, ascolta... posso accompagnarlo."

Taehyung alzò gli occhi al cielo e chiuse la porta dietro di loro. "Andiamo, Casanova."

La passeggiata verso il locale fu la cosa che apprezzarono di più. Aveva nevicato tutto il pomeriggio e la città era ricoperta di bianco, automobili, tetti, alberi...era un paese delle meraviglie invernale con la magia nell'aria. Il vento soffiava gelando le loro guance rosee, i loro respiri formavano nuvole mentre chiacchieravano e scherzavano, le loro mani continuavano a sfiorarsi ed era chiaro che entrambi volevano prendere il comando e tenersi per mano mentre camminavano, ma quando se ne accorsero, il bar era proprio di fronte a loro, quasi troppo presto.

Solo quando entrambi fecero il proprio ingresso, si accorsero che anche i loro amici erano lì e li avevano già individuati.

Ora, non volevano nasconderlo ai loro amici, ma era troppo nuovo, troppo recente anche per loro. In quelle prime fasi della loro relazione, stavano ancora cercando di capire le cose da soli. Non l'avevano nemmeno definita come una relazione con un'etichetta del genere e introdurre il cambiamento dinamico nel loro gruppo di amici era un nuovo passo che forse non erano pronti a fare.

"Merda..." Mormorò Taehyung.

A parte Jimin -perché era stato in grado di leggerlo sul viso di Taehyung quando era successo- gli altri quattro non erano a conoscenza di... loro.

Hoseok li stava già salutando con un sorriso luminoso sul volto. Erano tutti seduti nell'area dei divanetti del lounge bar. Dentro era più accogliente con le luci soffuse, un po' affollato, c'era un caminetto acceso che creava un'atmosfera incantevole; alcune persone si erano sedute al bar e altre avevano dei tavolini, i loro amici erano tutti riuniti attorno a qualche bicchiere di birra vuoto e bottiglie di soju aperte.

Jimin sollevò un sopracciglio non appena si avvicinarono. Bevve un lungo sorso del suo bicchiere e fece una faccia che in un contesto diverso avrebbe fatto ridere Taehyung.

"Ehi..." Salutò. "Cosa ci fate qui?"

"È venerdì sera, dove altro dovremmo essere?" Indicò Seokjin.

"Jimin ha detto che avevi preso l'influenza, ecco perché non ti abbiamo scritto, ti senti meglio?" Domandò Namjoon mentre si schiacciava tra Hoseok e Seokjin nel tentativo di creare posto per uno di loro.

Jeongguk e Taehyung finirono per sedersi in angoli diversi con il maggiore accanto a Jimin.

Jeongguk finse di tossire. "E' solo un po' di raffreddore..."

"Stai lontano da me generatore di germi." Seokjin afferrò il suo bicchiere e si mosse più lontano.

Sorrise e si rimpicciolì sul divano accanto a Namjoon. Sembrava davvero piccolo accanto a lui e Taehyung ridacchiava segretamente da solo. Il più grande si tolse il cappotto da fashionista e lo piegò con cura mentre si scambiava uno sguardo con il suo migliore amico che lo tradusse come "LO SO!"

"E dove stavate andando?" Seokjin aveva visto gli abiti raffinati e stava cercando di fare due più due.

"Stavamo festeggiando il fatto che Jeongguk fosse guarito dal suo raffreddore e poi ti ha visto dalla finestra fuori, quindi abbiamo deciso di passare a salutare." Mentiva in modo così naturale, sembrava fluente.

Seokjin si limitò ad annuire e disse "Okay." Sembrava abbastanza convinto da permettere a Taehyung di rilassarsi un po'.

Afferrò un bicchierino e versò un po' di soju prima di berlo tutto d'un fiato. Ne aveva bisogno.

"Allora...come state tutti?"

A parte gli sguardi rubati qua e là tra i discreti piccioncini, la conversazione scorreva come quando erano insieme in una stanza. Risate esplosive che portarono Namjoon sull'orlo delle lacrime per una storia che Yoongi stava raccontando sui loro primi anni quando si erano incontrati per la prima volta, Hoseok che era uscito improvvisamente dalla vita della festa per sgonfiarsi come un uomo stravagante che agita un tubo gonfiabile non appena l'alcol fa il suo effetto. Più tardi, anche quando il compleanno di Taehyung era stato solo poche settimane fa, stavano già discutendo i piani per l'imminente giorno dell'Acquario e con quello, gennaio stava volgendo al termine.

"Vado a prendere qualcosa da bere al bar, qualcuno vuole qualcosa?" Chiese Namjoon.

"Vengo con te." Si offrì Taehyung per sgranchirsi un po' le gambe.

Namjoon ordinò un altro giro al bar e presto furono di nuovo al tavolo, e questa volta, Taehyung riuscì a sedersi accanto a Jeongguk grazie a uno dei trucchi di Jimin.

"Ehi, mi dispiace che non sia andata come previsto..." Sussurrò Jeongguk a un certo punto, quando gli altri erano troppo distratti da un'intricata discussione sugli aeroplani di carta.

Taehyung scosse la testa. "Va bene. Non è quello che avevamo in mente, ma comunque siamo qui insieme."

"E glielo diremo...prima o poi."

"Sì. Sarà un evento a sé stante."

Jeongguk ridacchiò. "Di sicuro."

Si stava facendo tardi quando la chiamarono notte e si separarono dal loro gruppo di amici. Si salutarono e tornarono al loro edificio. Non appena furono a un isolato di distanza dal bar, si lasciarono entrambi in una grande risata.

"Dio mio..."

"Ancora non riesco a crederci." Jeongguk scosse la testa. "E' stato... interessante."

"Per non dire altro." Taehyung prese la sua mano senza paura -anche quando avevano fatto solo qualche passo più avanti- a quel punto, quella notte non sarebbe potuto succedere nient'altro.

Jeongguk si bloccò a metà strada, ma il maggiore lo tirò di nuovo sulla loro strada.

"Ehi, stavo pensando che forse la prossima volta potremmo andare da qualche altra parte..."

"Tipo dall'altra parte della città?"

"Sì, sarebbe abbastanza lontano."

Taehyung ridacchiò.

"O potremmo semplicemente... dirglielo... se sei d'accordo..." Balbettò Jeongguk.

"Veramente?" I suoi occhi scintillarono.

Lui annuì. "Sarebbe divertente."

"Potremmo anche lasciare che capiscano da soli... per vedere quanto tempo ci vorrebbe..."

Entrarono nel loro complesso, le mani ancora intrecciate insieme fino all'ascensore. Jeongguk premette un pulsante e la porta si chiuse alle loro spalle.

"Sai, mi piace l'idea di uscire con te, ma mi piace anche averti solo per me, devo ammetterlo."

Un sorriso sbocciò sul volto del giovane.

"Sì?" C'era un leggero rossore sulle sue guance.

Taehyung annuì e lo tirò più vicino a sé per premere un bacio morbido sulle sue labbra.

-

"Quindi Taehyung e Jeongguk si stanno frequentando." Disse Yoongi con noncuranza non appena furono fuori dal bar.

Jimin si soffocò.

"Più o meno." Sussurrò, mentre Namjoon trascinava Hoseok con sé per salire in macchina e Seokjin teneva la portiera aperta. "Come lo hai saputo?"

"Linguaggio del corpo." Inclinò la testa, contemplando i suoi amici. "Voglio dire, si capiva che a Taehyung piacesse... che si piacevano l'un l'altro, ma ora è diverso..."

"Non dirlo agli altri, probabilmente vogliono andarci piano o qualcosa del genere."

"Non lo farò. È più interessante così."

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