Ambrosia | minsung |

By Ymawari

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Vivere nell'ombra è essenziale per un vampiro; non solo perché questo fattore permette di agire seguendo la p... More

Premessa
Crisalide
Assuefazione
Incontro
Confronto
Presenza
Luna Calante
Luna Crescente
Limpido
Nido
Corte
Riflesso
Kintsugi
Agape
Ambrosia
Camelia
Audience
Justice
Avviso dell'Autrice

Sete

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By Ymawari

Anno 1960, Corea del Sud 

Il cadavere era di una donna: il volto risultava irriconoscibile dato il suo sfracellarsi contro una roccia, il seno invece era esposto; mostrava morsi ovunque, mentre la parte inferiore del corpo si trovava a pochi metri di distanza da dove stava la parte superiore. Nonostante tutta quella brutalità, il sangue rappreso sul terreno era ben poco.

-Dici che sia un vorace? -

Hyunjin sorrideva a denti stretti aspettando una sua risposta. Gli occhi che di norma dovevano essere neri come il petrolio adesso si stavano scaldando di un vermiglio scuro, e poteva vedere i canini esposti farsi sempre più sporgenti.

-Me lo stai chiedendo perché è quello che pensi?-

-Minho, è esattamente quello che farei io.... Anzi, secondo me si è risparmiato.-

Il posto dove avevano trovato il cadavere era nei pressi del monte Buhkan, non troppo lontano dalla periferia di Seul, ma abbastanza inoltrato nella foresta perché un vorace potesse smettere di trattenersi. Bastava guardare Hyunjin per confermare quella teoria, lui che stava contenendo a stento la fame dopo aver visto solo tre gocce di sangue.

-Ti sei risposto da solo allora.-

Lo vide aprire e richiudere le zanne, mentre passava la lingua tra i canini, cercando di inghiottire qualcosa che in quel momento non poteva assaporare.
Di norma ad un vampiro bastava cacciare una volta a settimana per resisterne almeno due senza nutrirsi. I vampiri più vecchi riuscivano a trattenersi anche mesi, invece per i voraci era assai più complicato: sentivano la costante necessità di mangiare per calmare una sete impeccabile. Trovavano estremamente eccitante la caccia e, prima di essere sazi, lasciavano una carneficina al loro passaggio che poteva durare un lungo tempo indefinito.
Hyunjin era riuscito ad andare avanti per mesi senza fermarsi, Minho se lo ricordava bene, era stata la prima caccia di un vorace a cui aveva partecipato.
Nell'anno 941, durante la dinastia Goryeo, il primo principe Hwang Hyunjin sarebbe dovuto morire di polmonite dopo essere stato surclassato dal fratello minore per il titolo di principe ereditario.
Hyunjin avrebbe potuto essere un sovrano esemplare, ma la sua malattia lo portò alla rovina, e quando un medico riuscì a guarirlo, trovò un modo tutto suo di ottenere ciò che gli era stato negato, portando distruzione in grande parte dei regni settentrionali del Balhae che a suo dire gli spettavano di diritto.
Bang Chan aveva spiegato che la guarigione da una malattia che lo aveva limitato fisicamente per molto tempo, aveva portato il suo corpo a sfogarsi con la fame, e Hyunjin, una volta trasformato, era stato indotto ad un circolo vizioso di pura pazzia.
Minho era consapevole di quanto il principe potesse essere pericoloso. All'epoca il gruppo mandato per ucciderlo era una squadra di tutto rispetto, a detta di Mr Sakurada, eppure era stata messa in seria difficoltà. Bang Chan aveva rischiato la morte, Seungmin aveva perso tutti e quattro gli arti, mentre Minho e Felix erano stati lasciati in balia dei capricci del vorace. Un mese era trascorso per trovarlo, un altro perché Minho riuscisse a sconfiggerlo. Avrebbe dovuto ucciderlo, erano questi gli ordini; come supervisori del loro mondo nessuno doveva sapere dell'esistenza dei vampiri, e chiunque metteva a rischio il loro segreto rischiava la pena capitale, senza alcun eccezione. Eppure non lo fece. Il volto spaventato dell'altro vampiro, accasciato a terra mentre soffocava nel suo stesso sangue, gli fece ricordare chi era stato qualche anno prima, e di come gli occhi disperati di Hyunjin fossero così simili ai suoi. A Minho era stata concessa un'altra possibilità, e in quel caso, la possibilità di Hyunjin aveva assunto la forma di Felix. Quest'ultimo si era messo a quattro di spade tra lui e il loro obbiettivo, accorgendosi prima di chiunque altro della sofferenza che il principe portava su di sé, di come il suo agire sconsiderato non fosse altro che una richiesta di punizione: Hyunjin voleva solamente qualcuno che lo fermasse. Mosso dal l'empatia e dalla compassione, Minho alla fine non ci riuscì, non voleva farlo, ed una volta rientrati alla base con il corpo martoriato del vorace ancora in vita, si prese la responsabilità dell'intero fallimento della missione; non senza le proteste di Felix, certo, ma l'amico doveva occuparsi del principe, e finché Bang Chan e Seungmin non avessero compreso le loro motivazioni, i due potevano contare solo l'uno sull'altro.
Fu una vera impresa convincere la Commissione di Giudizio a risparmiare un vorace. Lo condannarono ad un periodo di digiuno durante tutto il suo processo, a cui purtroppo Minho non poté assistere, chiuso in una bara d'acciaio immerso nel Mare d'Oriente per trent'anni: quella fu la sua punizione. Quando venne ripescato, fu un miracolo che la sua sanità mentale non fosse andata perduta, ma solo allora venne a conoscenza che il fato di Hyunjin era legato alla pena capitatogli.
Se lui non fosse impazzito durante la sua segregazione, l'altro avrebbe potuto tornare a nutrirsi. Hyunjin fu il primo vorace a non toccare sangue per oltre trent'anni, dimostrando una volontà straordinaria e sancendo così il suo perdono e la grazia di essere risparmiato.

-A cosa pensi allora?-

Minho estrasse una fiaschetta dalla tasca posteriore dei pantaloni e gliela lanciò.

-Che se troviamo cadaveri più freschi sarà meglio che tu mangi.-

Il più giovane gli fece una smorfia, ma dopo che Minho gli ringhiò di rimando si ritrasse senza obiezione e bevve fino all'ultima goccia il contenuto della fiala.
I loro caratteri non erano propriamente simili, anzi: se Hyunjin risultava essere impulsivo, scaltro e carismatico, Minho era serioso, sagace e sprezzante. Ciò rendeva il loro rapporto movimentato, qualcosa di molto simile a quello che si forma tra due fratelli, ma allo stesso stesso tempo troppo profondo perché potesse essere paragonato a tale legame.
I vampiri provano emozioni amplificate rispetto alla sfera emotiva umana, e quello che c'era tra Minho e Hyunjin era un affetto indissolubile che si completava vicendevolmente.
Probabilmente era per questo motivo che Mr Sakurada li mandava spesso in missione insieme.

-Secondo me potrebbe essere semplicemente un novizio. Data la ferocia utilizzata sarebbe plausibile, ma le carcasse sono poche, ed un neonato non lascerebbe la zona dell'attacco così pulita.-

-Non potrebbe essere un adulto?-

Un adulto che squartava persone a cielo aperto avrebbe segnato la sua condanna a morte, quindi era uno scenario poco probabile. Ci poteva essere davvero qualcuno di così idiota? Minho sperava di no. Un adulto avrebbe riservato maggiori problemi, ma Hyunjin rimase comunque sicuro della sua teoria.

-Ricapitolando: quattro giorni fa ci sono state due vittime a Seul. I cadaveri di una coppia sono stati trovati sul pianerottolo con ancora le chiavi di lei nella toppa. Due giorni dopo è stata la volta di tre ragazzi in un parco; i corpi di tutti sono stati fatti a pezzi e dissanguati senza alcuna pietà. Oggi è toccata questa donna, a cui ha riservato un trattamento non troppo diverso dagli altri. Il nostro vampiro non sembra avere una costanza nel cacciare, da come procede non penso lo faccia neanche per fame, piuttosto per capriccio. Un neonato non avrebbe abbastanza capacità di ragionare per fare un pensiero del genere.-

-E tu di capricci te ne intendi...-

Lo sguardo ammonitore che gli riservò non ebbe alcun effetto su Minho, che alla sua reazione non poté che allargare il sorriso.

-Quel che voglio dire è che...-

-Lo so cosa vuoi dire, e per mia sfortuna sono d'accordo con te. Guarda...-

Fece un balzo, atterrando poco distante dalle gambe della donna, e con il piede destro indicò al compagno dove si trovavano le mutandine del cadavere. Non erano state ridotte a brandelli con il resto, ma le avevano sapientemente tolte e appoggiate a lato di un arbusto, lasciando ben intendere cosa fosse accaduto in seguito.
L'espressione di Hyunjin ebbe un fremito che andò dal sorpreso all'infuriato non appena ebbe capito a cosa Minho si stesse riferendo.

-Non mi dirai che... Quel maiale... -

Un ringhio di frustrazione gli fuoriuscì dalle labbra. Con rabbia colpi l'albero al suo fianco, che senza poter fare nulla si spezzò sotto la forza inumana del vampiro, cadendo e rompendo il silenzio della foresta che li circondava.

-Risparmia le energie per quando lo troveremo.-

-Quel pezzo di merda l'ha stuprata.-

Minho ritornò al suo fianco, e con decisione appoggiò la mano sulla sua spalla.

-Sì, e questo significa che avevi ragione. Non è un neonato. È selettivo e gli piace giocare con le vittime, un sadico. Potrebbe avere cinque anni minimo. Hai fatto un ottimo lavoro, bravo.-

Hyunjin si calmò quando la mano del più grande gli accarezzò la testa.

-A che serve avere ragione? Abbiamo perso la sua traccia.-

I due erano su un altopiano scoperto: le montagne erano ben visibili ed il cielo notturno li sovrastava senza che i rami degli alberi lo coprissero; a sud le luci di Seul brillavano timide, ma non illuminavano la serata come i lampi che annunciavano il loro arrivo in lontananza. Con la tempesta in avvicinamento, tutti gli odori circostanti risultavano indefiniti anche per chi aveva un olfatto sottile come Hyunjin, che a stento era riuscito a trovare la scia di sangue del cadavere. Adesso anche quell'aroma era coperto dall'acqua piovana in prossimità.

-Tra un po' sarà impossibile recuperarla. Faccio un veloce giro dell'area, tu occupati del corpo.-

Si apprestò a scattare, ma la voce dell'altro lo trattenne.

-È meglio che venga con te. Non sappiamo cosa ci aspetta, e se dovessimo arrivare allo scontro saremo più preparati.-

I capelli lunghi di Hyunjin non perdevano tempo a contorcersi ad ogni folata di vento. Li aveva raccolti dietro la testa, ma qualche ciuffo era sfuggito all'elastico, e andavano a colpirgli parte del viso affilato.
Le labbra rosee corrucciate in un'elegante espressione interrogativa avrebbero potuto ammaliare chiunque fosse in ascolto, spingendo a prendere atto della sua richiesta, ma i sottili occhi scuri tradivano una nota di disprezzo che non sfuggì allo sguardo attento di Minho.

-Tu speri di trovarlo lo scontro. Resta qua Hyunjin, ora come ora non sei abbastanza lucido per affrontare qualcuno a viso aperto.-

Quando le sue intenzioni vennero fuori, indirizzò gli occhi vermigli verso Minho senza più preoccuparsi di nasconderli.

-Non mi capacito di come tu riesca a non incazzarti dopo aver scoperto cosa sta facendo questa feccia.-

Il più giovane non sperava di ottenere risposta, ma a sorpresa la voce calda dell'altro gli raggiunse flebilmente le orecchie.

-Non fraintendermi, non ho mai detto di non essere arrabbiato.-

Quelle parole lasciavano ben intendere le intenzioni di Minho, e Hyunjin non poté fare a meno di ricordare il maggiore sopra di sé, mentre con calma glaciale gli sradicava la lingua dalla bocca.
Ebbe un brivido.
Poi Minho sparì tra gli alberi.

~°~°~°~°~°~°~

Un ora era passata da quando si era separato da Hyunjin, la tempesta sarebbe giunta lì a breve. Doveva sbrigarsi prima che il compagno avesse la malsana idea di cercarlo.
Non aveva trovato nulla; chiunque avesse commesso quel massacro era un esperto nel coprire le proprie traccie, probabilmente aveva calcolato anche quando attaccare, e dove, per poter agevolare ogni via fuga; ciò poteva star a significare che doveva essere più vecchio di quello che credevano, e la storia, a questo punto, si faceva ancora più strana.
Si arrampicó sulla cima di un albero con movimenti precisi, e veloci. Un essere umano non sarebbe stato in grado di vederlo, ma Minho era agile anche per un vampiro; la mosculatura atletica, ed i riflessi felini, gli davano il totale controllo del proprio corpo, e grazie alla sua particolare percezione che aveva sul proprio fisico, non gli risultava difficile dosare, forza, e velocità.
Da quella altezza aveva un quadro completo della zona, e l'aria era decisamente più pulita. I suoi occhi potevano coprire grandi distanze, e dalla sua postazione riusciva a vedere Hyunjin che lo osservava a sua volta; per il resto non percepiva niente, era come se il loro misterioso vampiro si fosse volatilizzato.
Rassegnato decise di provare un ultima volta a fiutare la scia, eppure quando prese un bel respiro l'odore che percepì lo sorprese.
Sangue animale. Hyunjin avrebbe saputo dire anche di quale specie si trattava, ma Minho poteva solo accontentarsi di capirne la provenienza.
Non era nulla di insolito, in quelle zone erano stati segnalati degli orsi, poteva darsi che qualcuno di essi avesse deciso di fare uno spuntino di mezzanotte, eppure qualcosa non lo convinceva.
Saltò giù dall'albero con uno slancio degno di una tigre, e corse verso est, dove quella traccia lo stava chiamando.
Più si inoltrava nel bosco, e più il sangue di coniglio gli riempiva le narci come fumo.
Per i vampiri il sangue animale era come aria, berlo non serviva a nulla; Minho aveva provato quello di maiale una volta, con il risultato che la sete era diventata ancora più necessaria. Non c'era alternativa oltre il sangue umano, questa era la loro maledizione.
Quando pensò di essere abbastanza vicino, riprese a camminare a passo d'uomo. La sua camminata non produceva alcun suono; adattatata in modo tale da sorprendere chiunque nelle vicinanze, ma si fermò, alla vista di due rocce che gli bloccavano la strada.
Appoggiate l'una sull'altra, erano ricoperte da muschio bianco, e non sembravano voler lasciar passare nessuno. Minho non era intenzionato a sporcarsi le mani per spostare qualche pietra, ed oltre sembrava esserci solo la parete rocciosa che dava inizio alla montagna, quindi in teoria non avrebbe trovato altro che sassi al di là; il coniglio era finito schiacciato sotto uno di essi probabilmente, e questo significava che lui si era fatto un viaggio a vuoto. Seccato, decise di tornare indietro, però un movimento furtivo a destra, attirò la sua attenzione. Uno scoiattolo saltellava nervoso in cerca di un riparo prima della pioggia, e come era comparso alla sua vista, scomparve subito dopo tra i due massi. Minho strabuzzo gli occhi, incapace di comprendere quello che era appena accaduto; poi, quando si avvicinò abbastanza alle rocce, capì che era stato tratto in inganno. Un illusione ottica data dal muschio, faceva sembrare le due pietre attaccate, quando in verità tra di esse c'era un passaggio, piccolo, ma una persona della sua taglia poteva camminarci tranquillamente, se si appiattiva la schiena contro il freddo granito.
Procedette con cautela lungo lo stretto corridoio, e quando sbuco in un una piccola radura quello che vide gli fece alzare immediatamente la guardia. Lo spazio non era molto grande; erano troppo in alta quota perché gli alberi potessero formare ancora la foresta, in compenso l'erba corta risplende a di un verde brillante, e si scontrava con ghiaia, e sassi sporgenti, sennò del cambio d'altitudine.
Aveva ragione ad aspettarsi un paesaggio del genere, ma non avrebbe mai pensato, che accucciato vicino ad un masso, si stesse nascondendo un neo vampiro.
Non lo vedeva in faccia, poteva scorgere la peluria del coniglio tra le sue mani mentre le ginocchia gli coprivano il corpo, la divisa militare gli saltò subito alla vista. Era quella data a in dotazione ai cadetti dell'esercito della Corea del Sud; ormai era rovinata e sporca, probabilmente non si era preoccupato di sistemarla, ma quale novizio si preoccuperebbe mai dei vestiti.
Quando si diventa vampiro, la sete è la prima cosa a cui si pensa; il bisogno di soddisfarla fa perdere la ragione a colui che prima era un uomo, i nuovi sensi, e i nuovi poteri sono talmente difficili da canalizzare da regredire la mente allo stato brado; ciò fa agire i neo vampiri come animali, si comportano come essi, tanto da non riuscire a comunicare, incapaci di pensare perfino. Differentemente da un vorace; che non è in grado di saziarsi, un neonato riesce a farlo, però solo dopo qualche mese è in grado di controllarsi abbastanza da riuscire a trovare la ragione.
Quello che ora stava stringendo il coniglio morto, non poteva avere che mezzo mese massimo, troppo poco perché riuscisse anche solo a parlare. Era evidente che quel ragazzo non fosse consapevole di ciò che gli era appena accaduto, eppure, era l'unico vampiro che avevano trovato così vicino ai luoghi dei delitti, dopo settimane che ci lavoravano; possibile che la sua presenza fosse solo una coincidenza, o ancora peggio, un effetto collaterale.
Se avesse saputo come comunicare con lui, gli avrebbe chiesto, come ci fosse finito lì; anche se in ogni caso, avrebbe dovuto eliminarlo.
I vampiri che venivano creati senza consenso del Consiglio, diventavano automaticamente vampiri illegali, e dovevano essere giustiziati prima della loro maturazione. Senza nessuno che li monitorasse, si trasformavano in belve feroci, e rimanevano tali anche raggiunta l'età adulta, nella necessità di evitare ulteriore caos, se trovati, dovevano essere uccisi.
Per questo, anche se probabilmente quel ragazzo non era il vampiro che cercava, era suo compito dargli la pace.
L'altro non si era minimamente accorto di lui; non era in grado di controllare ancora i suoi nuovi sensi, e questo rendeva a Minho le cose più facili. Si mosse piano verso la sua direzione, con passo felpato per non farsi sentire, e trattenne il respiro per tenere a freno il proprio odore. Quelle creature non meritavo una fine orribile; avrebbe cercato di trafiggergli il cuore con dolcezza, senza che se ne accorgesse, ma appena fu a pochi centimetri di distanza, un singhiozzo lo bloccò. Il neonato stava piangendo.
Sorpreso, Minho si lasciò andare ad un respiro, ed il suo profumo arrivò al naso dell'altro, che alzò la testa di scatto.
I due incrociarono lo sguardo, e gli occhi castani di Minho incontrarono quelli scarlatti dello sconosciuto, che ad ogni sospiro si bagnavano di nuove lacrime.

-È... è morto.. -

La parte razionale di Minho era del tutto sottosopra; ciò che aveva creduto fino ad un attimo prima gli si era rivoltato contro, colpendolo in piena faccia come uno schiaffo.
Il neonato aveva parlato.
Il suo viso distorto dal pianto lo fissava supplicante, cercando supporto. Minho dovette raccogliere tutto il suo buonsenso per riuscire a riprendersi.
Senza la chioma color miele del vampiro a coprirlo, il cadavere del coniglio era ben visibile, e sfoggiava al cielo il suo pelo bianco sporco del suo sangue, mentre fissa il nulla con occhi vuoti.

-Il coniglio dici? -

Annui, accarezzando la candida pelliccia dell'animale.

-Si.. Si era nascosto qua, ed io... Avevo tanta sete.... Ma non volevo. Giuro non volevo. -

Riprese a piangere più forte; i canini sporgenti gli lambivano il labbro inferiore dove dei rivoli di sangue scendevano lungo il mento.

-Hai ancora sete? -

Disperazione a quella frase, e come preso dalla paura tornò ad abbracciare il corpo senza vita che teneva tra le braccia.
Se il cuore di Minho avesse funzionato come avrebbe dovuto, sarebbe esploso per tutta quella situazione, che anche per uno come lui si stava facendo surreale.
Il neonato si comportava esattamente come un umano, ma non era riuscito solo a parlare, era anche consapevole di quello che aveva fatto. Ammirazione, fu quello che senti riguardandolo, qualcosa che di rado lo colpiva, ma davanti ad un vampiro di pochi giorni, in grado di controllarsi in un modo così magistrale, chiunque sarebbe rimasto incantato.
Si avvicinò, accucciandosi pochi passi da dove stava l'altro.

-Se vuoi, posso farla finire.. -

Gli occhi del novizio ritornarono a brillare su di lui, come stelle nella notte.

-D-dici davvero? -

Gli sorrise.

-Te lo assicuro.-

L'altro sembró ricambiare il sorriso, singhiozzando appena.

-Tu.. Puoi porre fine a tutto questo..-

-Come ti chiami? -

Il neonato non lo sapeva, ma quella era la domanda che avrebbe deciso le sue sorti, anche se Minho aveva già fatto la sua scelta.

-Jisung...Han Jisung-

Per Minho quella risposta fu qualcosa di melodico, quasi come se l'altro gliela avesse cantata.
Apri le braccia.

-Vieni qua Han Jisung. -

Senza troppe domande, Jisung si avvicinò tra braccia di Minho. Un comportamento ingenuo, pensò il più grande, ma quando non sai più che fare, anche il più piccolo spiraglio può significare salvezza. Lo abbraccio, iniziando ad accarezzargli i capelli, come poco prima aveva fatto lui con il coniglio.

-Per il momento mi prenderò io cura di te. -

Jisung si rilasso sulla sua spalla, lasciando che il tessuto della maglia assorbisse le lacrime che aveva ancora da versare.

-Grazie.. -

Dopodiché il suo collo emise un crak quando Minho glielo spezzò.

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