╰☆☆ Last Mission╰☆☆

By taekookitaly

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*completa* Trama ispirata al kdrama "Angel last mission: love" Jungkook è un angelo mandato sulla terra per... More

Trama
chapter 1
chapter 2
chapter 3
chapter 4
chapter 5
chapter 6
chapter 7
chapter 8
chapter 9
chapter 10
chapter 11
chapter 12
chapter 13
chapter 14
chapter 15
chapter 17
chapter 18
chapter 19
chapter 20
chapter 21
Epilogo
Speciale

chapter 16

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By taekookitaly

Taehyung stava facendo avanti e indietro nel corridoio dell'ospedale.

Appena si era ripreso dallo shock iniziale, aveva cercato con le mani tremanti e sporche di sangue il suo telefono ed aveva chiamato l'ambulanza. Aveva pulito il più possibile il sangue sul pavimento, sulle sue braccia, e si era cambiato i vestiti, e quando avevano suonato il campanello, aveva corso il più velocemente possibile e aveva pregato i soccorritori di fare presto perché Jungkook non respirava e il suo cuore non batteva più. Era riuscito a scappare dalle mille domande dei medici grazie al suo viso traumatizzato, ma sapeva che prima o poi sarebbe arrivata anche la polizia, e a loro non poteva, di certo, sfuggire. Taehyung però in quel momento era terrorizzato. Aveva visto Jungkook cadere e non svegliarsi più, e il ricordo di lui che cercava di ascoltare il suo cuore in ogni modo senza successo, lo faceva ancor più disperare.

Jungkook era in una camera privata, che Taehyung si era offerto di pagare senza ripensamenti, da più di un'ora, e nessun medico o infermiere voleva dirgli cosa stesse succedendo lì dentro.

Il pittore aveva gli occhi rossi e gonfi per le lacrime ed anche se la sua mente gli suggeriva di capire cosa fosse realmente accaduto dopo quel contatto di labbra tra di loro, in quel momento non riusciva a pensare, voleva solo che Jungkook si svegliasse e che lo abbracciare forte, perché anche se era il moro in una stanza di ospedale, Taehyung aveva un gran bisogno di sentire ancora per una volta quelle forti e muscolose braccia attorno al suo piccolo corpo, aveva bisogno di quel calore quasi disumano che Jungkook era in grado di fargli provare.

"Signor Kim?" Una giovane infermiera lo richiamò avvicinandosi e porgendogli una mascherina. "Il ragazzo è sveglio e ha chiesto di lei." La ragazza sorrise e Taehyung alzò una mano tremante per prendere quel pezzo di carta che doveva mettere davanti alla bocca. 

"È s-sveglio?" La vide annuire e, improvvisamente, quel grosso macigno che aveva sul petto scomparve. 

"Le chiedo solo di non toccarlo, non sappiamo ancora cosa gli sia successo e il ragazzo non ne vuole parlare." Gli Indicò la stanza con un gesto della mano. "Magari con lei si sentirà più a suo agio." Lo lasciò solo davanti alla porta e con titubanza il pittore spinse la maniglia, aprendola.

L'odore del disinfettante era pungente e quasi fastidioso, e la stanza aveva le mura turchesi e il pavimento piastrellato di un colore grigiastro. 

"Taehyung" 

Cercò con lo sguardo il moro e quando lo vide il labbro gli tremò. "J-Jungkook" La voce gli uscì spezzata e bassa. "Dio m-ma che t-ti è succes-so" 

Si avvicinò al ragazzo e lo vide sorridente e tranquillo, sembrava che si fosse appena svegliato da una dormita rigenerante. "Sto bene, non ti devi preoccupare." 

Gli fece segno di sedersi ma Taehyung scosse la testa. "N-non posso toc-carti me lo han-no v-vietato." Jungkook gli guardò le braccia e il pittore seguì quello sguardo. "Jungkook?" L'angelo lo guardò, notando quanto fosse visibilmente preoccupato e distrutto il pittore. "Cos-cosa è suc-cesso?" 

Jungkook si alzò con la schiena e gli sorrise leggermente. "Siediti Taehyung e stai tranquillo, puoi toccarmi, non mi succederà nulla." 

Il pittore, titubante, gli prese la mano che Jungkook gli stava porgendo e si sedette di fronte a lui. "Io-io n-non capisco-" Stava davvero cercando di comprendere come fosse possibile che Jungkook fosse sveglio e tranquillo dopo che il suo cuore si era fermato per così tanto tempo, ma non riusciva a trovare nessuna idea convincente. 

"Lo so Taehyung che non stai capendo e che sei confuso, ma ti prometto che se tu mi ascolterai senza scappare subito, io ti racconterò tutto." Scappare? Perché avrebbe dovuto scappare? Era ancora più confuso di prima e il suo stato di shock per il trauma non era ancora del tutto svanito; sentiva di poter svenire da un momento all'altro. 

"Io, ehm, io-, okay t-ti ascolto." Jungkook gli strinse la mano e chiuse gli occhi per un solo istante prima di guardarlo nuovamente in quegli occhi così innocenti e preoccupati. 

"Io sono un angelo, Taehyung. Sono stato mandato qui sulla terra per compiere una missione, ma purtroppo non ci sono riuscito.. o per lo meno, ho fallito nel provarci, ed ora non mi aspetta altro che l'inferno. Dovevo trovarti un compagno, farti provare il sentimento dell'amore, ma c'erano regole ben precise. Io non dovevo affezionarmi a nessuno. Ma, dal momento in cui ti ho visto la prima volta, da quando i nostri occhi si sono incatenati, ho iniziato pian piano a legarmi a te. E ti ho salvato la vita, ho interferito con i miei poteri nel naturale corso della tua esistenza, e questo non mi sarà di certo perdonato."

Il pittore era rimasto per tutto il tempo in assoluto silenzio e aveva davvero cercato di stare dietro alla storia, quasi fiabesca, che Jungkook gli stava raccontando, ma più passavano i minuti più Taehyung era confuso e stranito. Che Jungkook avesse battuto la testa più di quanto fosse sembrato? 

"Mi dispiace davvero averti mentito Taehyung, ma sicuramente avrai capito che certe cose non potevo sicuramente dirtele." Jungkook guardò il ragazzo di fronte e rimase in attesa. Lo vide alzare il sopracciglio formando diverse rughette sulla fronte, ma quella mascherina che gli copriva la bocca non gli dava una visuale completa sul viso del pittore, così si sporse e gliela sfilò. 

"Di' qualcosa, per favore.." Taehyung lo guardò con uno sguardo diverso dalle altre volte, ma era comprensibile, gli aveva svelato di non essere umano! 

"Hai-hai per c-caso batt-uto la t-testa?" Jungkook aprì la bocca talmente tanto che la situazione poteva anche sembrare comica, ma Taehyung purtroppo era serio e non aveva davvero voglia di ridere. 

"Io-io no! Cioè ti ho detto la verità, te lo giuro!" Spalancò le braccia e Taehyung si morse il labbro. "Quando ti ho baciato l'ho fatto per curare i tuoi tagli. Vedi," gli prese le braccia scoprendole dalla stoffa della camicia larga "vedi che non c'è niente?" Taehyung era silenzioso. Non sapeva cosa dire. Era vero che non aveva più segni di tagli, ma forse Jungkook era arrivato prima che lui si stesse per tagliare? E il sangue che aveva visto allora? Cos'era? Un allucinazione?

Si portò le mani sulla testa e sospirò; si sentiva così stanco in quel momento, e la testa gli faceva male. "Ti prego Taehyung, credimi, io non ti sto mentendo." 

Un bussare alla porta li fece trasalire entrambi, e Taehyung si tirò subito su in piedi e si mise la mascherina velocemente. "Scusate l'interruzione, ma dobbiamo fare altri esami al ragazzo." L'infermiera di prima sorrise e Taehyung annuì. "S-si certo." 

Jungkook roteò gli occhi al cielo mentre Taehyung si avviò verso la porta. "Ma io sto bene, perché non mi fate andare a casa?" Lo sentì sbuffare e per poco non sorrise a quella scena così infantile. "Taehyung?" Il pittore si bloccò con la mano sulla maniglia della porta ma non si voltò "Lo so che è difficile da credere, ma sono sicuro che le cose di ieri ti ritorneranno in mente e, quando succederà, per favore torna da me e non scappare." 

Il pittore deglutì con forza prima di parlare. "O-okay Jungkook, lo p-prometto." Uscì da quella stanza ancora confuso, ma dentro di lui sapeva che quello che il moro gli aveva detto non era del tutto falso.

Tornò a casa sua e si sdraiò immediatamente sul letto. Si tolse gli occhiali e rimase in silenzio a guardare il soffitto bianco della sua stanza.

Quello che Jungkook gli aveva raccontato aveva qualcosa di assurdo e anormale; ma una parte di lui, per qualche strana ragione, gli credeva. Lo sentiva dentro di lui. Sentiva che Jungkook era sincero e che per quanto la situazione avesse dell'assurdo, quel ragazzo, che era piombato nella sua vita con la velocità di un treno, non sarebbe mai riuscito a mentire. E Taehyung in cuore suo gli credeva.

Forse nel suo immaginario, Jungkook poteva davvero essere un angelo. Lo aveva anche dipinto in quel modo, ma la vera possibilità che quel ragazzo dagli occhi grandi e trasparenti, fosse veramente un essere non umano, era quasi un'idea impossibile per il mondo terrestre, ma Taehyung non si era mai chiesto se esseri non umani potessero veramente esistere, non era una domanda che le persone erano abituate a farsi, ma se anche una minima possibilità ci fosse stata, allora sì, Taehyung avrebbe pensato che Jungkook potesse essere effettivamente non umano.

Era troppo diverso dalle persone che il pittore aveva incontrato nel corso della sua vita, ed aveva quel qualcosa in più che era stato in grado di far battere il suo freddo e duro cuore. Per Taehyung, Jungkook era da considerarsi metaforicamente un angelo, e anche se non riusciva ancora a capire tutta quella storia del paradiso, dell'inferno e del trovargli il vero amore, che il ragazzo gli aveva raccontato, il pittore aveva deciso che sarebbe rimasto al suo fianco, perché lo amava così tanto che una vita senza Jungkook, non sarebbe più stata vita.


La situazione è un pó strana e me ne rendo conto, ma tutto verrà spiegato e le conseguenze stanno per arrivare...
A venerdì

- alla prossima @taekookitaly ♡

Revisione a cura di BlueMeri___


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