๐’๐ˆ๐‘๐„๐; klaus mikaelson

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cast + synopsis
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II - ๐”ฆ๐”ซ๐”ฑ๐”ข๐”ฏ๐”ฏ๐”ฌ๐”ค๐”ž๐”ฑ๐”ฆ๐”ฌ๐”ซ๐”ฐ & ๐”ฑ๐”ž๐”ซ๐”ค๐”ฉ๐”ข๐”ก ๐”ฅ๐”ž๐”ฆ๐”ฏ
III. ๐”ฌ๐”ฉ๐”ก ๐”ฃ๐”ฏ๐”ฆ๐”ข๐”ซ๐”ก๐”ฐ & ๐”ฏ๐”ฌ๐”ž๐”ก ๐”ฑ๐”ฏ๐”ฆ๐”ญ๐”ฐ
IV - ๐”ค๐”ฅ๐”ฌ๐”ฐ๐”ฑ & ๐”ช๐”ฆ๐”ท๐”ž๐”ฏ๐”ก ๐”Ÿ๐”ฒ๐”Ÿ๐”ข๐”ฐ
V - ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”Ÿ๐”ฉ๐”ฌ๐”ฌ๐”ก๐”ถ ๐”ญ๐”ฏ๐”ฌ๐”ช๐”ฆ๐”ฐ๐”ข
VI - ๐”Ÿ๐”ข๐”ž๐”ฒ๐”ฑ๐”ฆ๐”ฃ๐”ฒ๐”ฉ ๐”ก๐”ž๐”ช๐”ซ๐”ž๐”ฑ๐”ฆ๐”ฌ๐”ซ
VII - ๐”ฐ๐”ฅ๐”ž๐”จ๐”ข๐”ฐ๐”ญ๐”ข๐”ž๐”ฏ๐”ข๐”ž๐”ซ ๐”ฉ๐”ฆ๐”ข๐”ฐ
VIII - ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”ž๐”ช๐”ž๐”จ๐”ข๐”ซ๐”ฆ๐”ซ๐”ค
IX - ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”ฏ๐”ฆ๐”ญ๐”ญ๐”ข๐”ฏ
X - ๐”ฐ๐”ฆ๐”ฏ๐”ฆ๐”ฒ๐”ฐ๐”ฉ๐”ถ ๐”ก๐”ฌ๐”ฌ๐”ช๐”ข๐”ก
XI - ๐”ฅ๐”ถ๐”Ÿ๐”ฏ๐”ฆ๐”ก ๐”ฐ๐” ๐”ฌ๐”ฒ๐”ฑ๐”ฆ๐”ซ๐”ค
XII - ๐”ช๐”ฆ๐”ฐ๐”ฑ๐”ฏ๐”ข๐”ฐ๐”ฐ ๐”Ÿ๐”ฆ๐”ค ๐”Ÿ๐”ž๐”ก ๐”ช๐”ฌ๐”ฉ๐”ฃ
XIII - ๐”ฑ๐”ฌ ๐”ช๐”ถ๐”ฐ๐”ฑ๐”ฆ๐”  ๐”ฃ๐”ž๐”ฉ๐”ฉ๐”ฐ ๐”ช๐”ข ๐”ค๐”ฌ
XIV - ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”ฐ๐” ๐”ฅ๐”ฌ๐”ฌ๐”ฉ ๐”ฑ๐”ž๐”จ๐”ข๐”ฌ๐”ณ๐”ข๐”ฏ
XV - ๐”ฅ๐”ฌ๐”ช๐”ข๐” ๐”ฌ๐”ช๐”ฆ๐”ซ๐”ค ๐”ญ๐”ฑ.๐Ÿท
XVI - ๐”ฅ๐”ฌ๐”ช๐”ข๐” ๐”ฌ๐”ช๐”ฆ๐”ซ๐”ค ๐”ญ๐”ฑ.๐Ÿธ
XVII - ๐”Ÿ๐”ž๐”ก ๐”ค๐”ฆ๐”ฏ๐”ฉ๐”ฐ ๐”ค๐”ข๐”ฑ ๐”ฏ๐”ข๐”ณ๐”ข๐”ซ๐”ค๐”ข
XVIII - ๐”ก๐”ฆ๐”ซ๐”ซ๐”ข๐”ฏ & ๐”ž ๐”ฏ๐”ข๐”ณ๐”ข๐”ฉ๐”ž๐”ฑ๐”ฆ๐”ฌ๐”ซ ๐”ญ๐”ฑ.๐Ÿท
XIX - ๐”ก๐”ฆ๐”ซ๐”ซ๐”ข๐”ฏ & ๐”ž ๐”ฏ๐”ข๐”ณ๐”ข๐”ฉ๐”ž๐”ฑ๐”ฆ๐”ฌ๐”ซ ๐”ญ๐”ฑ.๐Ÿธ
XX - ๐”ฐ๐”ฌ๐”ช๐”ข ๐”๐”ฆ๐”จ๐”ž๐”ข๐”ฉ๐”ฐ๐”ฌ๐”ซ ๐”Ÿ๐”ž๐”ฉ๐”ฉ๐”ฐ
XXI - ๐” ๐”ฌ๐”ซ๐”ฃ๐”ข๐”ฐ๐”ฐ๐”ฆ๐”ฌ๐”ซ ๐”Ÿ๐”ข๐”ฃ๐”ฌ๐”ฏ๐”ข ๐”ก๐”ข๐”ž๐”ฑ๐”ฅ
XXII - ๐”ซ๐”ž๐”ซ๐” ๐”ถ ๐”ก๐”ฏ๐”ข๐”ช & ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”ฅ๐”ž๐”ฏ๐”ก๐”ถ ๐”Ÿ๐”ฌ๐”ถ๐”ฐ
XXIII - ๐” ๐”ฌ๐”ซ๐” ๐”ฏ๐”ข๐”ฑ๐”ข ๐”ง๐”ฒ๐”ซ๐”ค๐”ฉ๐”ข
XXIV - ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”ฑ๐”ข๐”ฎ๐”ฒ๐”ฆ๐”ฉ๐”ž ๐”ช๐”ฒ๐”ฏ๐”ก๐”ข๐”ฏ
XXV - ๐”ด๐”ฅ๐”ฆ๐”ฐ๐”ฑ๐”ข๐”ซ ๐”ž๐”ซ๐”ก ๐”ž ๐”ฐ๐”ข๐” ๐”ฏ๐”ข๐”ฑ
XXVI - ๐”ฅ๐”ฒ๐”ซ๐”ฑ๐”ฆ๐”ซ๐”ค ๐”ฅ๐”ฌ๐”ฌ๐”ก
XXVII - ๐”ญ๐”ฉ๐”ฌ๐”ฑ ๐”ฑ๐”ด๐”ฆ๐”ฐ๐”ฑ, ๐”Ÿ๐”ฆ๐”ฑ๐” ๐”ฅ
XXVIII - ๐”ก๐”ข๐”ž๐”ฑ๐”ฅ๐”ฆ๐”ซ ๐”ก๐”ž๐”ซ๐” ๐”ข๐”ฐ
XXIX - ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”ก๐”ฏ๐”ž๐” ๐”ฌ๐”ซ๐”ฆ๐”ž๐”ซ ๐”Ÿ๐”ฆ๐”ฏ๐”ฑ๐”ฅ
XXX - ๐”ฐ๐”ฑ๐”ฏ๐”ž๐”ซ๐”ค๐”ข ๐”Ÿ๐”ข๐”ก๐”ฃ๐”ข๐”ฉ๐”ฉ๐”ฌ๐”ช๐”ฌ๐”ฐ
XXXI - ๐”Ÿ๐”ฏ๐”ข๐”ž๐”ฃ๐”ฆ๐”ซ๐”ค ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐” ๐”ฅ๐” ๐”ฉ๐”ข
XXXII - ๐”ญ๐”ฌ๐”ช๐”ญ๐”ฌ๐”ฒ๐”ฐ๐”ฏ๐”ถ ๐”ญ๐”ฌ๐”ข๐”ฑ๐”ฆ๐” 
XXXIII - ๐”ฌ๐”ญ๐”ญ๐”ฌ๐”ฏ๐”ฑ๐”ฒ๐”ช๐”ฆ๐”ฑ๐”ฅ ๐”ฐ๐”ฑ๐”ฏ๐”ฆ๐”ฃ๐”ข๐”ฐ
XXXIV - ๐”ฑ๐”ฅ๐”ข ๐”ข๐”ซ๐”ก ๐”ฌ๐”ฃ ๐”ฃ๐”ฌ๐”ฏ๐”ข๐”Ÿ๐”ข๐”ฏ
๐”ข๐”ญ๐”ฆ๐”ฉ๐”ฌ๐”ค๐”ฒ๐”ข

I - ๐”ฐ๐”ด๐”ฆ๐”ช๐”ช๐”ฆ๐”ซ๐”ค : ๐”ฐ๐”ฆ๐”ฏ๐”ข๐”ซ ๐”ฐ๐”ฑ๐”ถ๐”ฉ๐”ข

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[modificato]

"BONNIE BENNETT CHE COSA hai nella manica della strega?" chiese dubbioso il Salvatore dagli occhi blu, mentre scacciava via un ramo.

La strega adolescente gli lanciò un'occhiataccia, assicurandosi di agitare la mano e fare in modo che il ramo che Damon aveva appena evitato gli schiaffeggiasse la faccia.

"OK. Non è bello, BonBon."

"Vuoi stare zitto?" sputò Bonnie, esasperata oltre l'immaginabile. Camminò rapidamente attraverso fitte felci e individuò la cascata.

"Mi hai portato qui per uccidermi? Perché lascia che te lo dica sorella, non otterrai un pezzo di questo," fece un gesto al suo vestito di pelle, "in qualunque momento."

Invece di vendicarsi con una battuta tutta sua, Bonnie raccolse un bastone e si diresse verso la base della cascata.

Era alla caviglia nell'acqua prima che Damon le balenasse davanti.  "Woah, Bonnie. Devi comunicare, preferibilmente a parole. Ora lascia che te lo chieda ancora una volta, che diavolo stai facendo?"

Roteò gli occhi color caffè e sospirò.  "Guarda," indicò il bastone verso l'acqua. 

Seguendo il suo consiglio, Damon si voltò impertinente, le mani sui fianchi prima che la sua espressione semi-incazzata si trasformasse in uno di stupore. 

Come se apparisse dal nulla, una giovane donna con i capelli castani arruffati galleggiava serenamente nel lago.  Sembrava che stesse prendendo il sole o forse nuotando, tranne per una piccola eccezione. 

Era incosciente.  Molto inconscio. 

"Respira anche lei?"  Disse uno sbalordito Damon Salvatore, mentre iniziava a guadare nel lago per issare fuori la strana donna. 

"Le streghe mi hanno portato qui", rifletté Bonnie, guardando pensierosa intorno alla cascata.  "Hanno detto che era importante." 

"Questa signora?"  Damon grugnì, sollevando la donna e le sue gonne blu scuro in stile sposa. 

Bonnie annuì, "Ho la sensazione che possa aiutarci a sconfiggere Klaus." 

Impressionato, Damon inclinò la testa e seguì Bonnie.  Camminarono in silenzio e concentrazione, almeno per la strega. 

"Sei sicura che non sia morta?"

————

Lilura Anthemoessa odiava i postumi di una sbornia.

Concesso questo inferno che stava vivendo non era il risultato di un consumo eccessivo di alcol e di feste eccessive. No, era qualcos'altro, e faceva male come una prostituta.

Gemette forte, spostandosi dalla schiena al fianco. Le sue palpebre erano serrate, ma le sue orecchie raccolsero tre voci distinte che cinguettavano vicino.

"Guarda quella faccia! Guarda quella faccia. Dimmi fratello, non pensi che sia la cosa più bella che tu abbia mai visto?"

Un altro maschio si fece beffe. "È tutto ciò che ti viene in mente in questo momento? Sta soffrendo e, per non dire, è molto pericolosa. Non sappiamo quasi nulla di lei."

"Wow. Quindi non è minimamente attraente per te? Voglio dire-"

"Damon zitto! Si sta svegliando!" Lilura gemette di nuovo, aprendo finalmente i suoi begli occhi. È stata accolta da una cella piena di polvere e sabbia. Rapidamente, si alzò in piedi, dandosi un colpo di frusta e forse vertigini nel processo.

"Che cosa?" Mormorò, posando infine i suoi grandi occhi sul trio fuori dalla porta della cella.

"Che diavolo?" Lilura strizzò gli occhi. Senza preavviso, corse verso le sbarre della cella, spaventando l'unico essere umano nel seminterrato.

Erano in tre, dritti e rigidi come se Lilura avesse appena incendiato la loro casa e investito il loro cucciolo. I due uomini erano chiaramente vampiri e fratelli. Sebbene avessero colori di capelli contrastanti, avevano espressioni identiche. Duro e sospettoso.

Quando Lilura fu avanzata, la bionda spinse dietro di sé la ragazza umana e quella dai capelli corvini la fissò.

Lilura quasi ridacchiò per quanto sembravano stupidi. Tuttavia, la sua risatina cessò e il suo sorriso crebbe quando vide la ragazza umana che sbirciava da dietro la sua spalla con i familiari occhi marroni.

Inclinò la testa di lato, folti capelli neri che le ricadevano sulle spalle come una cascata. "Direi Katherine, ma ha sempre avuto più di una spina dorsale", disse dolcemente, il miele che trasudava solo dalle sue parole. "Chi sei, doppelgänger?"

"Elena Gilbert".

"Elena," ripeté Lilura, annuendo pensierosa. I suoi occhi scintillavano di verde malizia.

"Carino," rise, intimidendo Elena Gilbert con una sola parola.

Alzando il suo sguardo penetrante verso il pensieroso Salvatore, le sopracciglia di Lilura si alzarono, "Oh, e carino."

Stefan Salvatore sembrava a bocca chiusa. Elena ha dovuto picchiargli il braccio per fargli finalmente dire qualcosa. "Grazie?" Sorrise debolmente, lanciando un'occhiata a Damon in cerca di aiuto.

"Ciao. Posso solo dire che sei un numero abbagliante di donna", sorrise Damon Salvatore, un'impresa che ha offuscato i confini tra animale e affascinante.

Lilura sorrise. Coloro che non la conoscevano, avrebbero pensato che sorridesse per il complimento lusinghiero. Tuttavia, a Lilura Anthemoessa non importava minimamente. In effetti, era soddisfatta semplicemente perché il vampiro dai capelli corvini le aveva dato uno sguardo perspicace sulla sua personalità, che era un misto di tremendo egocentrismo e creduloneria insicura.

"Ciao splendore," rispose lei, strizzando l'occhio in modo suggestivo. La magia intrecciata nelle parole di Lilura esplose dritta nell'orecchio di Damon Salvatore e trafisse la sua mente. Come un serpente ed è incantatore, gli occhi di Damon Salvatore si fecero vitrei, e insolitamente chiuse la bocca. Come stordito, continuò a fissare la donna misteriosa di fronte a lui.

"Chi sei?" sbottò Elena, gli occhi ardenti che lampeggiavano da Damon a Lilura e poi a Stefan. Sembrava essere l'unica di umore cupo e, nella sua mente, l'unica ragionevole in questa situazione.

"Ho un po' freddo," sorrise Lilura, eludendo abilmente la domanda e facendo scorrere le mani su e giù per le braccia nel tentativo di convincere i suoi rapitori. "Mi piacerebbe davvero se continuassimo questo interrogatorio in un posto più accogliente."

L'ultima affermazione era rivolta a Stefan Salvatore, che non si era ancora ripreso del tutto dal commento di Lilura sulla sua "carineria". Fece l'errore di catturare i suoi seducenti occhi blu-verdi e all'improvviso il Salvatore non riuscì a orientarsi.

"Perché non mi liberi?" disse Lilura. Elena aprì la bocca per negare la donna stranamente incantevole, ma Stefan la colpì sul tempo.

"Ovviamente!" esclamò il biondo Salvatore, spalancando la porta della cella e sorridendo orgoglioso a Lilura come se avesse appena trovato la cura per il cancro. Il suo sguardo castano non si spostò mai dal suo viso.

"Grazie." Non appena il suo sguardo seducente si è distolto da Damon e Stefan Salvatore, i fratelli si sono liberati da qualunque cosa si trovassero e hanno cominciato a fare strada confusamente.

Lilura non perse lo sguardo interrogativo che Elena le rivolse. Il doppelgänger sembrava voler ricacciare anche Lilura nella cella, quindi per evitare di aggravarla ulteriormente, l'incantatrice sorrise e rispose alla sua domanda non detta. "Non fissarmi in modo così acido, doppelgänger. Ho un regalo."

"Regalo?" Elena Gilbert arricciò il naso, la confusione era chiara come il giorno.

"Ooh," tubò Lilura, "sei così impaziente!"

È stata portata in un piccolo soggiorno kitsch. Nel mezzo, un grande camino ardeva del suo calore. Sventolò le sue gonne color blu scuro e sospirò di felicità. "Mi andrebbe bene un po' di vino," commentò disinvoltamente, lasciandosi cadere sul divano in un turbinio di sete sottili e cuscini rossi.

Immediatamente, Damon Salvatore andò alla credenza e tirò fuori il suo miglior vino rosso. Elena guardò incredula mentre Stefan sbatteva le palpebre.

"Um," ridacchiò Lilura mentre Damon le porgeva il drink. "Non ero serio, ma va bene."

Ha sorseggiato il bicchiere con delicatezza. Dopo un'eternità, almeno verso i tre, l'enigma si rivolse a loro e roteò gli occhi. "Chiedete su."

"Chi e cosa sei?" "Cosa vuoi dire? Sono solo un'affascinante ragazza di provincia che ama -"

"Sai cosa intende", intervenne Elena Gilbert. "Mi chiamo Elena Gilbert. Lui è il mio ragazzo Stefan e suo fratello Damon."

Li fissò con lieve disgusto. "Mi chiamo Lilura Anthemoessa." "Ok. Lilura," Stefan provò il nome strano. "Laggiù in - uh - cantina. Cosa mi hai fatto?"

In soggiorno, si sentiva un po' meno soffocato ora che l'attenzione di Lilura era su qualcos'altro.

Sentiva che quegli occhi e quel sorriso erano stati la morte di molti, semplicemente perché si rimaneva senza fiato in presenza di qualcuno come Lilura Anthemoessa. Era anche qualcos'altro, qualcosa di un po' più sinistro, ma non riusciva a capirlo.

Lilura sorrise, come se in qualche modo avesse sentito i suoi pensieri. "Doppelgänger," si rivolse all'improvviso. "Hai amici streghe?"

"Sì, Bonnie Bennett. È lei che ti ha trovato."

A questa nuova informazione Lilura si alzò di scatto dal suo rilassato salotto. "Oh?"

"Ti ha trovato nel lago, quello con la cascata," Elena studiò Lilura con attenzione.

"Sì, Elena. Anche se non ho mai vissuto a Mystic Falls, saprei esattamente di quale maledetto lago stai parlando," la donna impassibile.

Damon Salvatore trattenne uno sbuffo, "Ha ragione."

"Beh, penso che dovresti chiederlo a lei prima di chiederlo a me," Lilura reindirizzò la sua risposta a Stefan. "Dovrebbe saperne di più su questa cosa del potere, visto che la sua specie me l'ha data."

"Katherine," insistette Stefan Salvatore, socchiudendo gli occhi sempreverdi. "L'hai menzionata."

Lilura vomitò al nome. "Scusa, la sua aura mi stava ostruendo la gola," tossì, posando il bicchierino di vino sul tavolino.

"Immagino che non ti piaccia molto," disse il Salvatore dagli occhi blu.

"No, non lo so," Lilura incrociò le braccia e tornò ad appoggiarsi comodamente sul divano rosso. "La amo."

Alla dichiarazione, Elena Gilbert impallidì e afferrò il braccio del suo ragazzo.

"Come la conosci?" Stefan premette, avvolgendo il suo braccio intorno a Elena.

"Oh, è così amorevole," sospirò Lilura, sognante. Era difficile dire se li stesse prendendo in giro o no, quindi Stefan ed Elena si sono rifiutati di commentare. A Damon, tuttavia, la donna piaceva sempre di più di minuto in minuto.

Il cipiglio e le rughe della fronte di Stefan erano più evidenti delle ciglia di Lilura, e questo era molto, intendiamoci, ma prima che potesse iniziare a tempestare Lilura di altre domande, la ragazza decise di rispondere a una domanda senza mezzi termini. "Ci siamo conosciute quando ha cercato di sedurre mio marito e mio cognato".

"Abbiamo così tanto in comune," Damon le fece un rapido sorrisetto.

"Mhmm, no, non ce l'abbiamo."

"Sai qualcosa sulla maledizione del sole e della luna?" Elena è intervenuta, interrompendo il flirt/argomentazione tra i due esseri immortali.

"È azteca," offrì, mordendosi le labbra per non sorridere alla frizzante frustrazione di Elena. "Ci ho scritto sopra - una perdita di tempo a dire il vero."

"No, ne sai di più. Per favore, collabora e basta, Lilura. È stata una lunga giornata per tutti noi," Stefan si strofinò il viso, la pazienza che gradualmente si assottigliava come la sua voce.

"Bene," fece il broncio l'incantatrice. "La maledizione del sole e della luna non sono affari vostri."

"E di chi sono gli affari?" fece notare Damon Salvatore bruscamente, sogghignando altrettanto condiscendente.

"Ora stai facendo le domande giuste." Il Salvatore dagli occhi blu ha leccato il commento come un cane assetato e ha sorriso di nuovo: "È di Elijah?"

Quando l'attenta maschera di indifferenza di Lilura scivolò, Damon capì di aver toccato un nervo scoperto.

"Klaus, gli originali?" Continuò a incitare, assaporando il rapido momento in cui Lilura aveva rappresentato lo shock.

Ma con la stessa rapidità con cui era arrivato, il suo sorriso era tornato. "Buone capacità di insegnamento," si spostò sul divano. "La maledizione del sole e della luna è di origine azteca e riguarda gli Originali, in particolare Klaus Mikaelson. Si spezza quando c'è un lupo mannaro, un vampiro e una strega. Una volta ogni cento anni, compare un doppelgänger. Klaus è stava aspettando da anni di spezzare questa maledizione".

"Perché?" Damon continuò. "Perché non usi gli anelli diurni?"

"Beh, è ​​stato fantastico finché è durato," Lilura si strinse nelle spalle, alzandosi e arruffando i cuscini.

"Aspetta! Dove stai andando?" gridò il doppelgänger.

"Visto che siamo tornati alle domande stupide, vado a letto." Lilura lanciò i suoi grandi occhi a Damon e li fece svolazzare. "Prendo la tua stanza."

"Se volevi dormire con me, tutto quello che dovevi fare era chiedere", rispose Damon.

"No. Prendo letteralmente la tua stanza. Mi piacciono i letti scassinati, e credo che tu abbia una bottiglia di bourbon nascosta sotto le lenzuola."

Quando Damon Salvatore non rispose, Lilura lo prese come un sì e balzò su per le scale.

"Divertiti a dormire con Stefan!"


——————

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