Una settimana dopo.
Jisoo era tornata da poco dal lavoro.
Era ora di cena, ma non aveva fame per nulla.
Andò svogliatamente verso la cucina e afferrò una confezione di ramen istantaneo.
"Gnam", pensó tra sé, guardando con poca convinzione il suo pasto.
Cominciò a riscaldare l'acqua su una
pentola.
Prese il cellulare tra le mani e si mise a scorrere la chat di WhatsApp.
Vuota.
Taehyung era quasi in fondo alla lista, visto che non si sentivano da tempo.
Aveva paura di arrivare al suo nome e vedere una nuova foto del profilo: felice, menefreghista, intento a vivere la sua vita lontano da lei.
Prese coraggio e lo fece.
Nuova foto.
Lui e quel maledetto cappellino che gli aveva rubato chissà quante volte.
La fissò per qualche secondo o forse più.
Osservò qualsiasi particolare che potesse darle un segnale su come stesse, su cosa pensasse, se mai la pensasse.
Controllò se indossasse il suo braccialetto, ma dalla foto le mani non erano visibili.
"Sei proprio patetica", pensó tra sé, allontanando l'immagine dalla sua vista.
Le sembrava che fosse stato tutto inutile, che quella notte passata insieme fosse stato un addio e nulla di più.
Eppure Jisoo aveva percepito qualcosa di diverso, ne era certa, non era stato solo sesso...avevano fatto l'amore.
Lui era stato così delicato, cosi perso in lei, come non era forse mai capitato.
Si stava abituando sempre più all'ipotesi che avesse voluto solo lasciarle un bel ricordo, cercando di domare l'assenza di lui che l'attanagliava ogni singolo giorno.
Mancavano solo altre tre settimane e poi finalmente sarebbe uscita da quel limbo: voleva solo sapere se dover rinunciare a lui per sempre o poter continuare a viverlo.
Quello stato d'incertezza la faceva stare ancora peggio, non riusciva a vivere serenamente, dal momento che ogni suo pensiero era sempre rivolto a Taehyung.
Sapeva di dover reagire, non aveva alcuna intenzione di tornare allo stato in cui era dopo la rottura con Suho.
Eppure la situazione era totalmente diversa: allora ciò che l'aveva fatta soffrire era il senso di colpa, il fallimento di una vita che non era andata secondo i suoi piani, ma il cuore si era fermato da tempo.
Stavolta invece quel cuore richiedeva attenzione e lei non poteva che ascoltarlo.
Sentì il campanello di casa suonare.
Era talmente sovrapensiero, che quel suono le suscitò la tachicardia.
Non aspettava nessuno.
Per un attimo le passò per la testa che poteva essere lui, che aveva preso la sua decisione ed era tornato da lei.
Con il cuore in gola, andò ad aprire la porta.
Non si trovò davanti Taehyung, ma Hwasa, Solar e Jimin.
«Team recupero cuori infranti al rapporto!», fece Jimin con un grande sorriso.
«Che ci fate qui? E tu non dovresti essere a Seoul?», chiese Jisoo, sorridendo ai suoi amici.
«Sì mia cara, ma il gossip che ti ha vista protagonista nell'ultimo periodo mi ha richiamato a Daegu. Ci fai entrare?»
«Certo, entrate pure!»
I tre entrarono, scoccandole a turno un bacio sulla guancia.
Aveva sentito pochi giorni prima Hwasa al telefono, raccontandole della situazione ed evidentemente la voce si era sparsa.
Nonostante tutto, le faceva piacere che fossero lì per lei.
«Scusate, la casa è un disastro. Se avessi saputo del vostro arrivo avrei sistemato», fece Jisoo, cominciando a raccogliere vari oggetti sparsi per il salotto.
«Se ti avessimo avvertita avresti trovato mille scuse per non uscire, quindi abbiamo preferito usare le maniere forti», disse Hwasa con un sorrisetto.
«Wow, grandi cene vedo! Ramen istantaneo?», fece Solar, spegnendo l'acqua arrivata a bollore.
«È il massimo del mio impegno in cucina in questo periodo»
«Beh, se hai altre tre confezioni ti facciamo compagnia!», propose Jimin.
«Ho la dispensa piena!»
Così si ritrovarono tutti e quattro seduti sul divano a mangiare ramen in silenzio e Jisoo attendeva solo il momento dell'interrogatorio.
«Allora vai! Cominciamo ad analizzare la situazione...», fece Jimin, intrecciando le mani.
«Non c'è nulla da analizzare, è partito per un corso e vuole sfruttare la lontananza per riflettere su noi...se c'è ancora un noi...»
«Ti rendi conto che io ho scoperto che stavate insieme nel momento in cui avete rotto?», le disse Solar, facendo la finta offesa.
«Speravo che ci fosse tutto il tempo in realtà per essere una coppia...», ribatté Jisoo con lo sguardo basso, cercando di afferrare gli ultimi spaghetti della sua porzione.
«Quindi ricapitolando: andavate d'amore e d'accordo, poi avete incontrato Suho e tu lo hai inseguito...grande errore...», fece Jimin, dandole un'occhiataccia.
«Tae si è incazzato e il giorno dopo hai rivisto Suho...secondo grande errore...
Poi avete discusso pesantemente, lui se ne è andato e ti ha detto di essersi innamorato di te. A quel punto è sparito per giorni. Vi siete rivisti in discoteca, ma ha fatto lo stronzo e poi ti ha detto che sarebbe partito, giusto?», sintetizzò Jimin.
«Sì, poi sono andata a casa sua e abbiamo passato un'ultima notte insieme...e gli ho detto che lo amo...»
A quelle parole, sbarrarono gli occhi tutti e tre contemporaneamente.
«Questo non me lo avevi detto!», fece Hwasa.
«Mio Dio, ma questa è veramente la trama di un drama!», esclamò Jimin a bocca aperta.
«No, è una schifosa realtà...», ribatté Jisoo con amarezza.
«Ti sei davvero innamorata Jisoo?», le chiese Solar dolcemente, poggiandole una mano sulla gamba.
«Sì, come non avrei mai immaginato»
«Che bella che sei...», aggiunse Solar, abbracciandola.
Jisoo ricambiò l'abbraccio, chiudendo gli occhi e godendosi il lato materno dell'amica.
«Lui non si è fatto sentire nemmeno dopo la tua dichiarazione?», chiese Jimin.
Jisoo sciolse l'abbraccio con Solar e disse in un filo di voce:
«No»
«Ci sei rimasta male?», chiese Hwasa.
«Beh, pensavo che mostrargli i miei sentimenti sarebbe potuto essere d' incentivo per restare, invece non è servito a niente...», ammise Jisoo.
«Hai fatto bene a dirgli quello che senti a prescindere dalla sua reazione. E poi, non credo che Tae sia uno stupido...», fece Solar.
«Già, ma non capisco perché scappare se anche lui ti ama. Che senso ha?», rincarò Hwasa.
Jisoo si era fatta la stessa domanda, eppure conosceva la risposta.
«Lui non ha più voglia di soffrire, preferisce allontanare che trattenere. Io sono l'opposto: tengo duro fino all'ultimo e non riesco mai ad allentare la presa. Con Suho è stato così, probabilmente non lo amavo più, ma ho impiegato molto tempo per ammetterlo e lasciarlo andare»
Dopo le ultime parole di Jisoo, calò il silenzio per qualche secondo.
Jimin allora cercò di stemperare l'atmosfera:
«Chi è che non ha avuto brutte esperienze con le confessioni d'amore?»
«Valgono anche le confessioni ricevute? Nel mio caso quando Sehun mi ha detto di amarmi, stranamente stavamo litigando. Ero talmente incazzata, che gli ho risposto che lo odiavo»
«No Hwasa! sei un mostro!», fece Solar mentre tutti ridevano.
«Giuro, credo di averlo traumatizzato...»
«Quando mi sono accorto di amare Yoongi, volevo creare la situazione perfetta per confessarmi, ma non trovavo mai l'occasione giusta.
Così una sera mentre stavamo parlando a letto prima di andare a dormire, gli ho detto "e comunque ti amo". Silenzio.
Mi sono girato e DORMIVA!»
Ricominciarono a ridere quasi con le lacrime agli occhi.
«Lo scettro delle figuracce in amore però credo che vada a me.
Quando mi sono confessata al ragazzo che mi piaceva e lui mi ha risposto che mi voleva un bene dell'anima ma....che era gay...», fece Solar.
«Però era la verità e tutt'ora ti vuole un gran bene...», aggiunse Jimin, guardandola quasi in imbarazzo.
Hwasa e Jisoo sbarrarono gli occhi e cominciarono a fissarli.
«Cooosa? Voi due?»
«È successo un'era fa, credo che fossero i primi anni di università. Ero persa per questo individuo, ma non c'è stato mai nulla», ammise Solar.
«Ero interessato ad altro, ma tra le ragazze eri la mia prima scelta, lo sai», disse Jimin, facendo l'occhiolino a Solar.
Jisoo non si aspettava quella confessione, eppure li guardò con tenerezza, pensando che l'amore vero, in fondo, può assumere diverse forme senza perdere d'intensità.
Il pensiero di Taehyung le balenò nella mente.
Per quanto li riguardava probabilmente non c'era la speranza di riuscire a mutare il loro rapporto, sarebbero sempre stati o tutto o niente.
Non sarebbero mai potuti diventare amici, non dopo quello che avevano vissuto insieme.
«Quando facciamo una serata anche con gli altri uomini?», chiese Jimin, riportando Jisoo alla realtà.
«Io devo solo organizzarmi con Micha, se viene Nam dovremo lasciarla dai nonni»
«Devo chiedere a Sehun quando è libero», disse Hwasa.
«Fatemi controllare. Questa settimana ho due riunioni al lavoro che finiranno tardi...», fece Jisoo, avvicinandosi al calendario appeso in cucina.
Cominciò a scorrere il dito sui giorni della settimana e venne attratta da uno in particolare, segnato in rosso.
Le sarebbe dovuto tornare il ciclo....dieci giorni prima.
"Cazzo", fu tutto quello a cui riuscì a pensare.