𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬...

By bomambo

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COMPLETATA ✔️ Jisoo ha quasi 30 anni e la sua vita si è come fermata. Tutte le sicurezze che l'illudevano di... More

I ρɾσƚαɠσɳιʂƚι ҽ ι ʅσɾσ αɱιƈι
Fαɱιʅιαɾι ҽ αʅƚɾι ρҽɾʂσɳαɠɠι
Pɾҽɱҽʂʂα
Cαριƚσʅσ 1
Cαριƚσʅσ 2
Cαριƚσʅσ 3
Cαριƚσʅσ 4
Cαριƚσʅσ 5
Cαριƚσʅσ 6
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Cαριƚσʅσ 68 (Pαɾƚҽ 1)
Cαριƚσʅσ 68 (Pαɾƚҽ 2)
Cαριƚσʅσ 69
E se la storia ti manca...
🎖Bσʅʅιɳι ҽ ρɾҽɱι🏆
Iɳƚҽɾʋιʂƚα Vσʅƚυɾι ƈσɳƚҽʂƚ
Iɳƚҽɾʋιʂƚα Hσρҽ Aɯαɾԃʂ
Pʅαყʅιʂƚ

Cαριƚσʅσ 48

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By bomambo

Il giorno dopo.

Jisoo era seduta alla scrivania del suo ufficio, fissando il computer con aria stanca.
Un cerchio alla testa la tormentava da tutto il giorno, fastidioso effetto della sera precedente.
Non vedeva l'ora che quella giornata passasse più in fretta possibile.
Non voleva stare lì, in verità non voleva neppure tornare a casa.
Non voleva niente.

Il solo pensiero di come erano andate le cose le faceva salire un senso di nausea e tristezza.
Non riusciva a capacitarsi di come si fosse comportato Taehyung.
Ora era lei a chiedersi chi fosse veramente lui.
Aveva potuto toccare con mano la sua dualità, rendendosi conto di aver probabilmente conosciuto solo una parte del suo carattere, mentre l'altra era stata adeguatamente nascosta per tutto quel tempo.
Non pensava che potesse mai arrivare a farle del male così profondo, non lo credeva capace di essere così meschino.
Il solo pensiero del Taehyung che le era entrato nel cuore le faceva male, perché era come pensare a qualcuno che non c'era più, che non avrebbe più rivisto e che sarebbe restato solo nei suoi ricordi.
Oramai esisteva solo quello che l'aveva trascinata in quell'auto, cercando di donarle il suo corpo, perché non aveva altro da offrirle.
Ma con lui non era mai stato solo sesso: era sempre riuscito ad arrivarle fino all'anima, a spogliarla prima con le parole e con le sensazioni che le regalava, che con le mani.
Era riuscito a scavare così in profondità dentro di lei che ora le pareva impossibile fosse stato sostituito da un essere tanto superficiale.

Jisoo era sempre stata convinta che ogni incontro nella vita avesse un perché, che ogni persona accidentalmente inciampata nella sua esistenza "servisse" a qualcosa e che nulla fosse casuale.
Fino al giorno prima era certa che Taehyung fosse stato uno dei regali più belli che il destino potesse donarle, ma ora non lo sapeva più.
Il loro ultimo incontro le aveva lasciato così tanto amaro in bocca da farle domandare a cosa fosse servito tutto quello.
Cosa le stava lasciando Taehyung?
Disillusione, rancore, senso di vuoto.
Non riusciva a concentrarsi su altro.
Era arrivato nella sua vita solo per mettere scompiglio, per disarmarla, per illuderla, come un tornado che porta solo distruzione.

«Jisoo perché non vai a casa? Hai l'aria stanca...», le fece Deiji, una sua collega.

«Sì, effettivamente non sto connettendo più di tanto...», rispose lei, guardandosi intorno alla ricerca della borsa.

Spense il computer e salutò i colleghi, uscendo per prima come non faceva da tempo.

Era un'afosa serata di agosto e Jisoo venne subito assalita da una forte ondata di vento caldo che le scompigliò i capelli.
Mentre se li stava aggiustando, allontanandoli dagli occhi, notò una sagoma appoggiata a una macchina di fronte a lei.
Sgranò gli occhi, capendo che si trattava di Taehyung.

Fumava adagiato con la schiena sul suv nero, parcheggiato dall'altro lato della strada, jeans neri stretti, maglietta bianca, sneackers bianche ai piedi e occhiali da sole che gli mascheravano lo sguardo.

"Che ci fa qui?", pensó Jisoo.

Era consapevole che la sua presenza non fosse casuale, dal momento che non era solito frequentare quel quartiere pieno di uffici e di nient'altro.
Aveva parcheggiato di fronte al palazzo del suo ufficio ed era lampante che la stesse aspettando.

Jisoo non era sicura di volerlo affrontare. La sera prima avrebbe fatto carte false per avere un confronto con lui, ma ora guardava la sua sagoma in lontananza e si domandava cosa avessero da dirsi.
Il come si erano lasciati poche ore prima probabilmente diceva già tutto.
Presa da questi pensieri, cominciò a incamminarsi verso la sua auto, facendo finta di non averlo notato.

«Jisoo!», sentì la sua voce dall'altro lato della strada.

"Cazzo, mi ha vista."

Si fermò di botto e si girò verso di lui.
Forse da un lato desiderava che Taehyung vedesse che si era accorta della sua presenza, ma che consapevolmente volesse evitarlo.
Si guardarono, divisi dal traffico che scorreva lungo la strada che li separava.
Lui continuava a fumare, aspettando che lei lo raggiungesse.

Jisoo non sapeva che fare.
Non sapeva se dargli e darsi quella possibilità di chiarire, oppure dirsi addio definitivamente.
Pensó che, dopotutto, ogni finale merita di essere concluso al meglio.
Così prese coraggio e cominciò ad attraversare la strada.

Appena lei arrivò di fronte a lui, Taehyung si sfilò gli occhiali da sole, agganciandoli allo scollo della t-shirt.
I soliti occhi della sera precedente, quelli del Taehyung che non le apparteneva più, quelli in cui non riusciva a tuffarsi come aveva sempre fatto.
Neri, inespressivi, indecifrabili.
Jisoo sentì una morsa al petto: stare davanti a lui la metteva a disagio, non era più il suo "posto" sicuro, anzi.
Jisoo lo salutò:

«Ciao...»

Taehyung diede un'altra boccata alla sigaretta e disse:

«Ciao, volevo parlarti...»

Sembrava calmo, troppo calmo.

«Anche io lo volevo fino a ieri, ma non mi hai dato la possibilità, perché dovrei farlo io adesso?
Non puoi essere sempre tu a dettare i tempi e i modi»

«Jisoo, per favore, niente polemiche», disse lui, passandosi la mano sulla fronte.

Jisoo riconobbe quel gesto: aveva mal di testa.
Lei tirò un lungo respiro per poi arrendersi:

«Va bene, ti ascolto»

«Ti va se parliamo da un'altra parte, anzi che in mezzo alla strada?»

«Se vuoi c'è il terrazzo dell'ultimo piano, sopra il mio ufficio...», propose lei.

«Ti seguo», disse Taehyung, buttando il mozzicone di sigaretta a terra.

Il fatto che cercasse un luogo tranquillo, piuttosto che parlare vicino alla sua auto, diede a Jisoo la netta impressione che volesse instaurare una conversazione non troppo breve.

Jisoo faceva strada e Taehyung la seguiva in silenzio. La tensione tra loro due si tagliava con il coltello.
Arrivarono all'ultimo piano dell'edificio, un ampio terrazzo lastricato che dava sopra i tetti di Daegu.
Si avvicinarono al parapetto.
Jisoo poggiò entrambi i gomiti sulla balaustra, guardando di fronte a sé, Taehyung, invece, si posizionò in modo tale da dare le spalle al panorama.
Silenzio.
Jisoo aspettava che iniziasse a parlare, mentre il vento le scompigliava i lunghi capelli.
Taehyung si accese una nuova sigaretta, nonostante avesse spento l'ultima nemmeno dieci minuti prima.

«Ti volevo chiedere scusa per ieri sera, ho esagerato», iniziò la conversazione.

«È già un passo avanti che tu te ne sia reso conto...»

«Non è una giustificazione, ma avevo bevuto e vederti mi ha fatto stare male»

A quelle parole Jisoo sentì come un senso di sollievo: per lo meno non gli era del tutto indifferente.
Parlava con lo sguardo basso, continuando a fumare senza mai intercettare gli occhi di Jisoo.

«La reazione che ho avuto mi ha fatto pensare per tutta la notte. Ed é per questo che sono qui...»

Jisoo lo lasciava parlare, cercando di prepararsi a qualsiasi cosa le avrebbe detto, ma era talmente criptico che non riusciva né a immaginare qualcosa di positivo, né di negativo.
Taehyung si girò, mettendosi nella stessa posizione di Jisoo, con lo sguardo rivolto verso il parapetto.

«Sto per partire, parto domani in realtà...»

Jisoo sentì lo stomaco serrarsi.

«Per dove?», riuscì a chiedere.

«Vado a Busan, c'è un corso di formazione per bartender a cui ho sempre voluto partecipare.
Penso che questo sia il momento adatto», disse, tirando un'altra boccata.

«Quanto starai via?»

«Un mese»

Jisoo cercò di incassare quell'informazione, tentando di non fargli notare quanto si fosse raggelata.

«Fino a ieri pensavo di partire senza dirti nulla, invece ho pensato che dovessi saperlo. È inutile girarci intorno, la motivazione per cui parto sei tu...»

Jisoo sbarrò gli occhi, tentando di calmarsi ma senza successo. Il cuore le martellava, tanto da sentirlo nelle orecchie.

«Ho bisogno di mettere in ordine le idee, non so più quello che sento.
Ho pensato di essere riuscito ad annullarti perché in queste due settimane sono stato bene...»

Jisoo non voleva crederci: le stava sbattendo in faccia il fatto che, mentre lei non mangiava, non dormiva e si stesse annullando, lui era sereno e tranquillo senza di lei?

«Buon per te allora, quale è il problema?», fece lei con tono amaro.

«Il problema è che ieri, invece, vedendoti non c'ho capito più niente. Perché non mi sei indifferente?», disse, girandosi per la prima volta verso di lei per guardarla negli occhi.

«Per tutto quello che abbiamo provato. Pensavi di riuscirlo a cancellare in quindici giorni?
Allora non erano emozioni vere quelle che dicevi di sentire», fece lei in un filo di voce.

Lui continuava a guardarla, ma Jisoo non sentiva la sensazione di sempre intercettando i suoi occhi. La stava vedendo veramente?
Una volta riusciva ad arrivarle all'anima quello sguardo, ora si sentiva trasparente.

«Riesco a resettare bene solitamente.
I ricordi sono solo macigni, per quanto mi riguarda, e io voglio vivere leggero...»

«Taehyung cosa vuoi?», chiese Jisoo spazientita.

Non capiva il perché di quella conversazione: aveva preso la sua decisione, voleva stare bene evidentemente senza di lei, allora perché aveva voluto incontrarla?

«Ho preferito dirtelo perché in questo mese ho bisogno di non sentirti, non vederti, per capire e per guardarmi dentro...»

«E io quale voce in capitolo avrei in tutto questo?
Vuoi sapere quello che penso io?»

«No, è irrilevante.
Devo risolvere il caos che sento dentro, in questo momento non sono abbastanza lucido per capire.
La distanza penso che possa aiutarmi...», disse, spegnendo la sigaretta.

«Quindi mi stai dicendo che io devo restare qui ad aspettare la tua decisione...appesa...»

«Credo che possa servire anche a te per fare le tue valutazioni, no?», fece lui, come se si trattasse di riflettere su un contratto di lavoro.

"Ma quali valutazioni, se in questo momento vorrei solo abbracciarti e supplicarti di non lasciarmi?",
pensò Jisoo, maledicendo sé stessa.

Per lei era tutto ancora tremendamente chiaro: nonostante lui fosse distante, nonostante la stesse facendo soffrire, sentiva ancora di tenere a lui irrimediabilmente.

«Parti da solo?», fu tutto quello che riuscì a chiedergli, mentre sentiva sempre più un groppo alla gola.

«Sì, voglio stare solo...», fece, puntando lo sguardo verso il vuoto.

«Mi offri una sigaretta?», gli chiese Jisoo.

Era talmente nervosa che, nonostante non fosse una fumatrice, sentiva che una sigaretta avrebbe potuto scioglierle un po' la tensione.
Taehyung la guardò sorpreso:

«Certo», disse, tastandosi i pantaloni per tirare fuori il pacchetto.

Le porse la sigaretta, lei la mise tra le labbra e lui si avvicinò con l'accendino per accendergliela.
Si guardarono intensamente negli occhi.
Jisoo sperò che non notasse quanto avesse bisogno di quel solo secondo, di quell'attimo così breve e fuggente.
Non voleva fargli capire come si sentisse, quanto in realtà quel momento le pesasse, perché dopotutto voleva rispettare la sua scelta e non confonderlo ulteriormente.
Se aveva bisogno di riflettere doveva farlo in tranquillità, senza che lei lo influenzasse in qualsiasi modo, perché se mai avesse deciso di tornare da lei, doveva essere convinto di ciò che provava nei suoi confronti.

«Bevi, fumi...chi stai diventando?», le chiese sorridendo.

«Lo hai detto tu che non sai chi sia...», rispose Jisoo, rilasciando il fumo.

«Touchè », fece lui con un piccolo ghigno, abbassando gli occhi.

Jisoo finì la sigaretta in silenzio, mentre Taehyung se ne stava poggiato al parapetto, osservando i tetti della città.

Lei lo guardava di tanto in tanto, stando attenta a non farsi notare.
Cercava di fissare nella mente più dettagli possibile, da ripescare nei momenti in cui le sarebbe mancato.
I capelli mossi neri accarezzati dal vento e illuminati dalla luce del tramonto, il naso dritto, gli occhi a mandorla grandi e affusolati, le labbra carnose imbronciate.

«Kim...», disse a un tratto Taehyung.

«Sì?»

«Promettimi solo una cosa: che in questo mese farai la tua vita, senza farti influenzare dal pensiero di me. Cerchiamo di stare sereni entrambi»

Jisoo stette un attimo in silenzio, riflettendo su quelle parole.
Poi decise di mentire, soprattutto a sé stessa:

«Te lo prometto»

❉⊱•═•⊰❉⊱•═•⊰❉⊱•═•⊰❉

Ehilà!!! In tante mi avete chiesto il nuovo capitolo con impazienza ed eccolo qua...spero di avervi accontentate e che vi piaccia.
Vi avviso che in questo periodo potrei un po' tardare gli aggiornamenti purtroppo...ma cercherò di ritagliare un po' di tempo per scrivere e per non farvi aspettare troppo 😉

Ps: grazie dei tanti commenti...continuate così perché mi fanno tanto piacere!
E grazie alle ragazze che hanno risposto al mio post in bacheca

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