Heaven can wait... We're only...

By _mezzosangue3107

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La cosa più difficile da affrontare, nella vita? Diventare grandi. Tutto quanto cessa di diventare un idillio... More

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Chapter TWO
Chapter THREE
Chapter FOUR
Chapter FIVE
Chapter SIX
Chapter SEVEN
Chapter EIGHT
Chapter NINE.
Chapter TEN.
Chapter ELEVEN
Chapter TWELVE
Chapter THIRTEEN
Chapter FOURTEENTH
Chapter FIFTEENTH
Chapter SIXTEENTH
Chapter SEVENTEENTH
Chapter EIGHTEENTH
Chapter NINETEENTH
Chapter TWENTIETH
Chapter TWENTY-FIRST
Chapter TWENTY-SECOND
Chapter TWENTY-THIRD
Chapter TWENTY-FOURTH
Chapter TWENTY-FIFTH
Chapter TWENTY-SIXTH
Chapter TWENTY-EIGHTH
Epilogue - PART ONE
Epilogue - PART TWO
a tangled synopsis

Chapter TWENTY-SEVENTH

200 12 7
By _mezzosangue3107



Rose

"La passaporta vi porterà direttamente a casa Nott.."

Mia madre sistema al centro del cortile della Tana uno stivale che, da come appare, sembra avere passato diverse, puzzolenti avventure.

Poi fa scivolare il suo sguardo autorevole e velatamente minaccioso su ognuno di noi.

"Comportatevi bene, tutti quanti. Non fatemi rimpiangere di avervi spalleggiati nel convincere i grandi a mandarvi lì. Siate educati e rispettosi della casa e delle cose altrui.."

Vorrei dirle ch'è un tantino esagerata, come cosa. Insomma, lo ha visto Wilfred?

Ma non appena apro bocca per parlare, Scorpius mi sussurra all'orecchio "Non vuoi rischiare così tanto.."

Mi giro per guardarlo, e ha un sorriso sornione stampato in faccia che mi rende maledettamente difficile tornare a concentrarmi sulla mia genitrice alle prese con le raccomandazioni.

Incrocio lo sguardo di mio padre, altrettanto autorevole e minaccioso quanto quello di mia madre. Solo che lui non sta guardando tutti. Sta guardando verso di noi.

O meglio, verso Scorpius.

Devo dire che è stato esilarante, vedere un uomo di quarantacinque anni mettere su un broncio incazzato come se ne avesse tre, di anni, non appena gli ho fatto presente che Scorpius Malfoy è il mio ragazzo.

Non sono proprio riuscita a prendere sul serio le sue velate minacce a Scorpius, soprattutto dopo che la mamma lo ha liquidato con un "finiscila di fare l'idiota, Ronald."

"Forse per i prossimi vent'anni farò meglio a portarmi la bacchetta sotto il cuscino, quando vado a dormire." mormora Scorpius, inclinando leggermente il capo verso di me, senza smettere di guardare mia madre

"Sei molto ottimista." alzo gli occhi al cielo.

"Dici che non basta? Hai ragione, magari qualche incantesimo di disillusione o..-"

"Probabilmente tra vent'anni ci avrà fatti fuori il riscaldamento globale."

"Touché, Weasley. Preferirei di gran lungo essere ammazzato dal riscaldamento globale, piuttosto che affrontare in un duello tuo padre."

Alzo di nuovo gli occhi al cielo, ma sto sorridendo. La sua idiozia è adorabile.

"Mamma ti prego... Basta!"

Hugo si è appena guadagnato un'occhiataccia potentissima dalla nostra signora madre, ma ha comunque centrato il punto. Quando ci si mette, Hermione Granger sa essere davvero logorroica.

"D'accordo, giovanotti. Avvicinatevi tutti e mettete una mano sulla passaporta, mancano meno di..." controlla l'orologio al polso sinistro ".. Trenta secondi. Forza!"

La passaporta si illumina e, in un turbine che sembra durare un secolo, arriviamo a destinazione.




*****


Entriamo in quella che sembra davvero una reggia. Questa casa è gigantesca, talmente grande che potrebbero entrarci dieci Tane, forse di più.

Ma magari sono soltanto io ad essere esagerata, perché forse questa è una proporzione del tutto normale per tutte quelle persone che hanno talmente tanti soldi da non pensare neanche lontanamente di dover mangiare una coscia di pollo con le mani.

Resta comunque il fatto che questa casa sembra un sogno, molto simile eppure molto diversa da quella di Scorpius, che adesso cammina al mio fianco, la mano nella mia, disinvolto e spensierato come lo è di rado.

Come non lo era quel giorno...













Un paio di settimane prima...

"Non devi farlo per forza..."

"Rose.."

"No, davvero..." mi fermo d'improvviso.

Siamo nel bel mezzo di un enorme viale, alle nostre spalle la magnificenza tetra del Malfoy Manor sembra un'ombra un po' sinistra che sta per incombere.

"Io voglio fare questa cosa, Rose." sospira, lanciando uno sguardo furtivo verso casa sua, poi ritorna a guardare me "Voglio... devo farlo. E vorrei che tu fossi accanto a me."

Sembra un gesto disinvolto, ma quando mi abbraccia, è come se si aggrappasse, come se stesse cercando in me, in questo abbraccio, la forza necessaria per andare avanti.

Ne sono onorata, ma riesco comunque a sentire tutto il suo dolore. Sarà sempre parte di lui, come una ferita che riprende a sanguinare ogni volta che la si sfiora appena.

Lo stringo a mia volta, più forte che posso, e spero che possa capire, anche senza che io dica una parola, che sono qui, con lui.

Si stacca piano, stampando un bacio casto sulle mie labbra. Poi prende la mia mano, e continuiamo a percorrere il grande viale.

La porta si apre, ancor prima che possiamo cominciare a salire gli scalini. Sulla soglia non c'è un elfo domestico, come scioccamente mi aspettavo.

La figura longilinea di Draco Malfoy ci osserva dall'alto, altera e imperturbabile.

L'unica cosa che tradisce la mimica facciale dell'uomo che somiglia a Scorpius in maniera veramente impressionante, è uno scintillio che traspare dai suoi occhi grigi segnati da qualche ruga intorno non appena posa lo sguardo su suo figlio.

"Vi ho visti arrivare..." mormora, la voce un po' strascicata.

Scorpius è immobile accanto a me, teso come una corda di violino. "Ciao Papà.."

"Entrate, vi prego."

Draco si mette di lato, indicando con un cenno verso l'interno. "Sì, noi... Sarebbe.." Scorpius non termina la frase, ma comincia a camminare, senza lasciarmi la mano.

Lo seguo, passando accanto a Draco Malfoy con una punta di imbarazzo. Sono abbastanza sicura che si sia soffermato sul fatto che Scorpius mi stia tenendo per mano. Non sono sicura, invece, se quello stampato sulla sua faccia sia stato un mezzo sorriso, perché la porta si chiude, e noi ci troviamo nella semioscurità, fino a che non saliamo al piano di sopra.





Passano diversi minuti di silenzio, in cui l'unico rumore che si sente è quello dei bicchieri di acquaviola che Draco si premura di offrirci.

Si osservano di sottecchi, cercando l'uno nell'altro chissà che cosa. Non so che cosa fare, a parte starmene seduta accanto a Scorpius, un po' in imbarazzo, ma comunque determinata a stargli vicino.

Anch'io mi perdo, per un secondo ad osservarlo: capisco che è agitato, nervoso, dal modo in cui è serrata la sua mascella, oppure dal suo contorcersi le mani spasmodicamente.

Eppure ha le spalle dritte, e la testa alta.

Si volta, per un secondo, e lo sento rilassarsi impercettibilmente quando constata che il mio sguardo era già posato su di lui.

Poi torna a guardare di fronte a sé, e dopo quelli che sembrano altri minuti di altro interminabile silenzio, comincia a parlare.

"Mi dispiace, papà.." dice, con un filo di voce.

Draco solleva lo sguardo, finalmente, sorpreso. Sembra stanco, come se stesse portando un peso enorme da un po' di tempo ormai.

Sembra lontano anni luce dal ragazzo spocchioso e arrogante di cui mi aveva parlato mio padre, di cui tutti gli adulti che conosco hanno memoria.

"Per cosa, figliolo?" domanda, e si sporge in avanti, posando il bicchiere sul tavolino che ci separa.

"Per essere andato via. Per non essere rimasto qui, dopo..." la voce gli muore in gola, e abbassa lo sguardo.

Draco lo osserva attentamente, le mani giunte, e lo sguardo assottigliato. Si alza improvvisamente.

"Credi che te ne faccia una colpa?" gli domanda, facendo il giro, e sedendosi sulla poltrona qui accanto.

I nostri sguardi si incrociano per un istante.

"Sono io, che me ne faccio una colpa." mormora Scorpius. Ha gli occhi velati, ma alza di nuovo la testa.

Vederlo così mi spezza il cuore, tant'è che sono io a dovermi trattenere dal versare lacrime.

"Scorpius..." Draco pronuncia il nome di suo figlio con una tenerezza che stride fortemente con il suo aspetto, con la sua apparenza "Che razza di padre sarei stato, se non ti avessi lasciato fare quello che in quel momento ti alleggeriva il cuore?"

"Saresti stato un uomo che aveva appena perso sua moglie."

"E tu un ragazzo che aveva appena perso sua madre... Forse un giorno lo capirai..." Draco mi guarda fugacemente ancora una volta, e io sono definitivamente arrossita più dei miei capelli "..Capirai che quando diventi genitore, quando diventi padre, il benessere, la felicità di tuo figlio, vengono prima di ogni altra cosa. Prima del tuo, di benessere."

Scorpius rimane in silenzio, forse più per lo stupore di sentir parlare suo padre in questo modo, che per altro.

"Mi manca..." mormora. Cerca la mia mano e la stringe forte.

"Manca anche a me. Ogni giorno, ogni minuto. E se c'è una qualche colpa da attribuire in tutta questa storia, la si deve attribuire a me. Avrei dovuto salvarla, avrei dovuto sforzarmi di trovare molto più che rimedi temporanei a palliativi..."

È in momenti come questo, che mi reputo maledettamente fortunata, perché la vita e il destino con me sono stati clementi e generosi oltremisura come non lo sono stati invece con loro.

"Io credo che nessuno, qui, abbia delle colpe."

Non so quanto possa essere giusto, che io inizi a parlare, perché magari mi sto intromettendo in cose che non mi riguardano. Ma ho la netta sensazione che, se continuano così, non usciranno più dalla spirale di colpe, mancanze e difetti auto attribuiti.

Il loro cipiglio sorpreso è pressoché identico e, se la situazione non fosse delle più serie, forse mi ritroverei a ridere.

"Perdonatemi. Davvero, ma io credo fortemente che la colpa non sia di nessuno. Nemmeno del destino." continuo a parlare, sotto lo sguardo attento "Io non saprò mai, probabilmente, che cosa si provi nel perdere una persona così cara nello stesso modo in cui l'avete perduta voi. E ne sono profondamente addolorata, seppure mi reputi egoisticamente fortunata, maledettamente.. Fortunata."

Dal momento che nessuno di loro sembra voler interrompermi nel bene o nel male, vado avanti. "Non saprò mai cosa si prova, ma so una cosa: non possiamo fare niente con ciò che è veramente più grande e più in alto di noi. E quella... maledetta malattia era certamente più grande, più in alto di voi due. È accaduta, ed è stato tremendo. Ne ho visti gli effetti, posso solo limitarmi ad immaginare che cosa si possa provare."

Ormai sono un fiume in piena "Lei ha fatto tutto quello che le era umanamente possibile. Umanamente, perché non è un dio, e anche la magia ha i suoi limiti, sappiamo tutti che non si può evitare la morte. E tu..." mi rivolgo a Scorpius, afferrandogli la mano, e guardandolo in quei suoi occhi ormai così famigliari, così belli e ora così sorpresi "Tu eri solo un ragazzo... Solo un ragazzo... e ognuno, l'anima, cerca di salvarsela come meglio può."

Mi azzardo a posare la mano sulla sua guancia, e lui socchiude gli occhi, ed è come se tornasse a respirare. Non posso fare a meno di constatare quanto sia meraviglioso anche così, anche con l'anima pericolosamente in bilico.

"Non credo che Astoria avrebbe voluto tutto questo. Non credo che non avesse il cuore a pezzi, nel sapere di dovervi lasciare, nel dover lasciare questa vita. Ma non credo che avrebbe voluto che vi addossaste la colpa di quel che è successo."

Ancora silenzio, dopo le mie parole.

"Vi chiedo scusa, se vi ho interrotti, non... Non dovevo farlo, io..."

"Immagino che tu sia davvero figlia di tua madre." mormora Draco, quello che sembra a metà strada tra un sorriso e una smorfia. "Non scusarti."

Poi rivolge la sua attenzione a Scorpius, e nel silenzio che segue è come se soppesassero nuove parole, nuove consapevolezze.

"Credo che la ragazza abbia centrato un punto di cui non eravamo a conoscenza. O meglio, non volevamo, venirne a conoscenza."

Si alzano, fronteggiandosi. Sono davvero così simili.... d'improvviso, si abbracciano, senza scene, senza platealità, eppure non meno intensamente.

Mi allontano quel tanto che basta per non essere di troppo, perché sento di aver già parlato troppo.




Scorpius mi porta per mano in tutti i luoghi che sono stati della sua vita in questa casa, luoghi di ricordi felici che posso sentire attraverso di lui. La biblioteca immensa in cui restava per pomeriggi interi con sua madre, che lo faceva leggere ad alta voce perché amava sentirlo districarsi tra le pagine e l'inchiostro.

La sua stanza, l'ultima del corridoio principale, in cui aspettava ogni sera che i suoi genitori venissero ad augurargli la buonanotte, ad augurargli bei sogni con un bacio sulla fronte.

Poi giù, la cucina in cui Astoria e lui sgattaiolavano in piena notte per uno spuntino, quando Draco era via per lavoro, riempiendosi fino a stare male.

E l'angolo delle Rose, lì in mezzo al giardino... "Erano le sue preferite e, sai... credo di averne un debole anche io.."

Un sorriso sincero torna sul suo volto "Ah sì?" replico, e lascio che mi circondi la vita con le sue braccia.

"Già, specie per quelle rosse, sono..." mi stampa un bacio sulle labbra "veramente belle.."

Scuoto la testa, ma sto sorridendo anch'io.



Sulla soglia, salutiamo il signor Malfoy. Stringe la mia mano con vigore, squadrandomi per qualche istante "Già, sei... proprio la figlia di tua madre." dice, lasciandomi un po' sorpresa.

Poi dà una pacca sulla spalla a Scorpius, che si slancia ad abbracciarlo ancora una volta. "Ti voglio bene, papà."

"Anch'io, figliolo..." risponde lui, pacato, poi aggiunge - sottovoce ma riesco a sentirlo - un 'non lasciartela scappare.'

Arrossisco di nuovo, ancor di più se possibile.




























































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