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Von mondomanga

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"Alex, vorrei davvero prometterti che tutto andrΓ  bene da ora in poi, ma non posso fare promesse che rischio... Mehr

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
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Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Super Contest Floreale

Capitolo 25

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Von mondomanga

Un giorno, due, tre...
Una settimana...
Sono passate due settimane da quando Leo ha consolato Alex nel bagno.
Da quel giorno, Alex ha chiesto il permesso di chiamare la mamma di Leo "mamma". Lei lo ha guardato un po' sorpresa.
Si è portata le mani davanti alla faccia, dopodiché e saltata su, urlando:

"Caro, abbiamo un altro figlio!"

"Porca miseria, ho perso la scommessa!"

Il padre ha percorso il corridoio quasi correndo e ha guardato la moglie stritolare Alex in un abbraccio.
Leo li fissava sorridendo, poi con un cenno del capo, si rivolge ad Alex come per dire "te l'avevo detto."
Alex si è sentito felice. Forse dentro quella casa avrebbe trovato una vera famiglia.
Una con un padre e con una madre.
La sera, a tavola, i genitori stavano litigando per la scommessa.
Il padre non voleva portare alle terme la moglie, anche se lei aveva vinto ed Alex, anche se pensava che il motivo del litigio era stupido e quasi rideva per come sembravano due bambini, si è sentito calcolato.
Dopo due settimane, la notizia di Alex come "nuovo fratello" ha raggiunto Alice e Andrea.

<Porca miseria!>

Alice sbatte la porta di ingresso.
Alex, ormai abituato alle stranezze di quella famiglia, non si sorprende più di tanto.
In quella casa, se non c'era confusione, allora qualcosa non andava, o molto probabilmente, nessuno era in casa.
Alex getta un +4 a Leo.

<Ah! Ma allora sei proprio uno stronzo!>

Leo pesca quattro carte dal mazzo, mormorando come tutti lo odiassero e tutti gli andavano contro in quella partita, persino la fortuna visto che il colore scelto da Alex non ce l'aveva in mano.
In quella partita vigeva la regola della "pesca a strascico": finché non hai la carta da poter buttare, non smetti di pescare.
Leo aveva pescato ormai mezzo mazzo, da quante volte non trovava le carte.
Alice, comunque interrompe la partita, per fortuna di Leo, che non ce la faceva più.

<Io ho un fratello da due settimane, due! E voi me lo dite solo ora!>

Alice aveva perso altri chili, pensò Alex che fissava il corpo della ragazza, ora veramente diverso da quello che ricordava. Era più magra. Le spalle sempre larghe, ma più magra.
Andrea sospira di nascosto.

<Tutto ok?>

Alex lo raggiunge e lo aiuta con le borse, approfittandone così per allontanarsi dal casino.
Andrea scuote la testa.

<No... È solo che Alice mi preoccupa. Non fa che perdere peso.>

Si morde il labbro.

<Non è una cosa positiva?>

<Sì, ma... C'è. Sai. A me andava bene anche prima. È meglio per la sua salute, per carità, ma quando prima era una pallina...>

Andrea si morde il labbro di nuovo.

<Nessuno la guardava ecco. Ora invece si girano a fissare le tette. Risaltano molto senza la pancia. Fanculo a tutti.>

Calcia lo zaino con la sua roba dentro.

<La piccola Kirby col pugnale non c'è più.>

Alex fissa Andrea mentre sistema la roba uscita dallo zaino calciato.
I ricordi di lui in seconda, lo assalgono: rideva, quando i suoi compagni prendevano in giro la ragazza. Rideva quando le dicevano che non si sarebbe mai fidanzata perché era una palla di lardo e basta.
Lei non ha mai risposto, li guardava e basta.
Alex non sa come sono andate le cose poi, perché lui é bocciato, mentre lei no. Ma i suoi "amici" quando erano con lui, avevano smesso gradualmente di prenderla in giro.

<Cosa ti ha fatto innamorare di preciso?>

Andrea si rialza.

<Non c'è un vero motivo, ma se ti devo per forza rispondere... penso, la sua stupidità.>

Alex alza un sopracciglio: Alice non gli era mai sembrata una ragazza stupida.

<Stupida, in senso positivo. Fa parte del suo carattere fingere di essere scema e l'ho trovata carinissima, quando si comportava così. Soprattutto quando ha provato a farmi mettere con uno. L'ho trovata pucciosa e da allora non ho smesso di pensare a lei.>

<Hey voi due! Venite qui!>

Alice stava scrivendo una lista con degli ingredienti per una torta.
Aveva intenzione di festeggiare tutta la notte.

<E siccome probabilmente berremo, dormo qui. Dove mi sistemo?>

<Prendi camera mia, ha il letto più grande.>

Propone Leo, poi indica il divano.

<Dormo qua.>

<E perché non con il tuo fidanzatino?>

E con questa frase, Alice ammicca ad Alex.
La mamma, fissa tutti nella stanza socchiudendo gli occhi e con un sorrisetto enigmatico sulle labbra, mentre il padre per poco non si strozza con l'acqua.

<Eh? Leo fidanzato? Aspetta... Sta con Alex?>

In risposta alla domanda, varie voci si sovrappongono: quelle di Alex e Leo, entrambi rossi, che urlano "no" e quella di Alice che invece risponde di "sì".
Nella confusione più totale, la madre sospira e sorprende tutti.

<Io vi ho sempre shippati.>

Con le braccia incrociate, fissa i suoi figli.
Dopodiché si concentra su Alice, con la quale si scambiano delle occhiate, che capiscono solo loro.

<È un lavoro lungo?>

<Ci vorrà tanto tempo, mamma.>

La madre si lascia andare sulla sedia e alza le braccia al cielo.

<Allora facciamo così: Leo stasera dorme in camera di Alex.>

Leo fa per aprir bocca, ma la donna lo zittisce con un gesto della mano e risponde alla sua protesta silenziosa.

<Quello che dice la mamma è legge, Leo.>

Andrea a mala pena trattiene le risate, poi fissa Alex in segno di scuse e condoglianze: è finito nella trappola per topi.
Il padre, abituato ormai a queste storie e che riesce a capire quando è meglio scappare, si alza e afferra i bagagli di Andrea e esce dal salotto.
Andrea mormora un "grazie papà" e cammina fuori, subito dietro di lui.

<Ma che ca-!! Ma che state dicendo? Ma la smettete di programmare le vite degli altri?>

Leo prova a controbattere, senza tanto successo. Nessuna delle due li ascoltava.
Si guardavano, la mamma faceva per aprire bocca, ma Alice scuoteva la testa.
Sembrava non fosse la prima volta per loro fare una riunione del genere. Leo si accascia sulla sedia e inizia a pregare, tanto era disperato.

<Allora, facciamo così.>

La mamma fissa la ragazza con gli occhi che iniziano a brillare.

<E' da un po' che Leo mi ha chiesto di comprargli qualcosa. Sai che non mi piace che ogni sera cambia uomo, ma dopo aver visto una certa cosa...>

E con la testa fa un movimento vago, seguito dagli occhi che saltano prima su Leo e poi su Alex.

<Ho accettato la sua richiesta.>

Detto questo, si alza, fruga nella borsa e tira fuori il pacco di preservativi che il giorno prima Leo gli aveva chiesto di comprare per la settima volta in quelle settimane.
Li appoggia sul tavolo con fare teatrale e ad Alice si illuminano gli occhi.

<Oh mamma!>

Leo spalanca gli occhi alla vista della scatola di preservativi. Scatta in piedi e la cattura, riuscendo ad interrompere il momento fra madre e figlia.

<Uno: potevi darmeli prima. Due: chi ti ha detto come, quando e se li avrei usati? E terzo: avete rotto di introdurvi nella mia vita privata. Fatevi i cazzi vostri!>

Leo le fissa con gli occhi socchiusi, con la mano libera indica la cucina.

<Andate a fare quella dannata torta e non rompetemi più le scatole.>

Poi afferra il polso di Alex e lo trascina fuori di lì, fino in camera del ragazzo.

<Abbi pazienza: oggi mi tocca dormire qui.>

E nasconde i preservativi in tasca.
Si tira su i capelli e li fa scivolare tutti sulla schiena.

<Sennò non ci daranno tregua per tutta la sera. E se non faccio come dice mia madre, si trasforma in Ursula.>

Alex sogghigna a quella frase. Una donna così dolce non può diventare un mostro.
Leo che aveva intuito i suoi pensieri, scuote la testa.

<Può essere veramente cattiva, quando ci si mette.>

La stanza cade nel silenzio: i pensieri di entrambi i ragazzi, corrono al calendario. Da quando Alex si è trasferito lì, nessuno dei due è più andato al club e nessuno dei due aveva più fatto nulla, in ambito sessuale.
In dei momenti, Alex sentiva la mancanza di Leo. Del suo tocco, delle sue labbra, del suo odore...
Quando gli stava troppo vicino, sentiva le gambe farsi molli e la forza che aveva nel suo corpo sparire. Quando invece non lo vedeva, sentiva un vuoto dentro.
Alex non riusciva a smettere di pensare a Leo, mentre il ragazzo si sforzava di non pensare al finto biondo.
Non odorava il suo profumo quando gli passava accanto, evitava i suoi occhi al mattino e prima di dormire, non gli fissava il collo.
A stento tratteneva la voglia di guardargli le labbra.
Era difficile stargli accanto senza toccarlo, anche per una semplice carezza.
Ma era meglio evitare.

<Bene... inizio a montare il materassino.>

---angolo me---
Sto sistemando la camera e SONO STANCA.
Ho deciso di revisionare il capitolo ma niente. Non mi convince. Però mi serviva per il prossimo.
Dopo aver fatto m'ama non m'ama coi petali di un fiore di carta, ho deciso che sono troppo pigra per riscriverlo da capo. Ho fatto delle correzioni e via.

∠( ᐛ 」∠)_
Non c'entra ma era carina lol.

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