Capitolo 12

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Leo si tira i capelli indietro e li lega in una coda, mentre usciva dal bagno.
Una doccia fresca era proprio ciò che serviva: ora arrivava il bello.
Si avvicina sul letto, con passo felpato, in un modo talmente silenzioso e lento che sorprese l'altro ragazzo.
Gli afferrò la vita e lo buttò sul materasso.
Fu sopra di lui in pochi secondi.
Si lecca le labbra incantato da quella visione: avvicina le mani ai riccioli di quel ragazzo e li arrotola. Tira su e poi lascia.
Continua così per un po'.
Quando finalmente si decide ad avvicinarsi alle sue labbra per iniziare a gustarlo, sente la suoneria del suo telefono.
Allunga la mano sul comodino e risponde senza vedere il numero.

<Pronto?>

E mentre attende la risposta, si fionda sul ragazzo.
Accosta le sue labbra e subito chiede l'accesso della lingua, che non viene negato.
Con la mano libera, si insinua sotto la maglietta e cammina su fino a raggiungere i capezzoli.
La voce all'orecchio non parla, c'è solo silenzio.
Leo fa per riattaccare ma si blocca:

<Ho veramente bisogno di aiuto.>

La voce di Alex gli perfora l'orecchio. Interrompe tutto quello che sta facendo e si tira su.
Ora lo sente meglio: il respiro di Alex è pesante, come se si stesse trattenendo.
La sua voce tremante nascondeva qualcosa.

<Dove sei?>

<Via D'Annunzio, al numero 15. Potresti...>

Ma non finisce la frase.

<Arrivo subito.>

Dentro di Leo qualcosa si era attivato: come se il sentire quella voce di solito così scontrosa, che gli da quell'aria da amante delle sfide, ora con un tono diverso avesse attivato qualcosa.
Forse l'interruttore del protettore? Non lo sa.
Sa solo che voleva correre il più veloce possibile e raggiungere via D'Annunzio numero 15.
Riattacca il telefono e lo mette in tasca, si sistema la camicia e, ignorando le grida del suo nuovo compagno, lascia la stanza.
Percorre il corridoio a grandi passi, scende velocemente le scale e salta in macchina ad una velocità sorprendente.
Accende il motore e parte.
Viaggia sulla strada, entrambe le mani che stringono il volante.
Quando gira in via D'Annunzio, rallenta per poter leggere meglio i numeri delle case.
Ma in realtà non gli serve a tanto: davanti ad un cancello aperto, c'era un ragazzo dai capelli biondi.
Era accucciato in terra, fermo.
Blocca l'auto davanti a lui e, sporgendosi, apre la portiera.

<Hey! Salta su!>

Alex alza lo sguardo: gli occhi verde scuro erano lucidi.
Aveva voglia di piangere; per tutto il tempo in cui ha aspettato, voleva piangere. Ma alla vista di quei capelli biondi, legati in una coda, le lacrime sono rientrate.
Leo era venuto veramente a prenderlo.
Mia esce fuori dalle braccia di Alex per sbirciare fuori e fissa gli occhi nocciola in quelli blu di Leo.
Leo osserva meglio quell'essere così piccolo fra le braccia di Alex, poi sposta lo sguardo, fissando il ragazzo.
Alex si alza lentamente e si siede nell'auto, sistema Mia sulle sue gambe e poi si aggancia la cintura, facendone passare un pezzo sulla bambina. Chiude lo sportello.
Passa le braccia sotto le ascelle della piccola e la tiene stretta a sé.

<Andiamo all'ospedale, per favore.>

Alex fissava davanti a sé, non aveva coraggio ora di guardare Leo negli occhi.
Mia si porta un pollice in bocca e chiude gli occhi: in pochi secondi si addormenta.
Leo non fa domande, anche se ne aveva veramente tante nella testa. Mette in moto e parte alla volta dell'ospedale.
Alex, per tutto il viaggio, guarda fuori il paesaggio che scorre.
Arrivati al parcheggio dell'ospedale, Alex si sgancia e si fionda fuori.
Leo ha giusto il tempo di chiudere la macchina per poi corrergli dietro.
Anche con la bambina addormentata in braccia, correva in fretta.
Le porte automatiche si spalancano davanti a lui e le attraversa: la testa era vuota, non ragionava.
Si guarda intorno prima di dirigersi alla reception, ma non ha il tempo di aprire bocca, che qualcuno lo chiama.

<Alex!>

Era Mattia, il ragazzo di Chiara.
Era vestito di tutto punto, come sempre. Pareva calmo, ma alcune parti del suo vestito mostravano uno stato di agitazione puro: la cravatta era mezza aperta, i bottoni delle maniche slacciati.
Sudava e si puliva spesso col fazzolettino che teneva nel taschino.

<Mattia! Come sta?>

<Bene. I dottori mi hanno chiamato non appena Chiara è arrivata in ospedale.>

Tende le braccia e Alex gli tende Mia, che dorme beatamente, sempre col dito in bocca.
Un angioletto.
Leo si teneva un po' distante, ma non così tanto da evitare di sentire.

<È uscita ora, la stanno portando in una stanza. Stavo venendo a prendere da bere quando ti ho visto. Mi hanno detto che l'hai trovata tu.>

<Sì, ero a casa quando ho ricevuto una chiamata dal telefono di Chiara. Sembra che Mia sia riuscita a trovare il mio numero. È stata lei ad avvertirmi. Sono corso da lei non appena le ho sentita dire "mamma".>

Alex riprende fiato mentre osserva con sguardo fiero la piccola Mia, ora fra le braccia di un uomo degno di farle da padre.
Si passa la lingua sulle labbra e continua.

<Ti avrei dovuto chiamare subito, Mattia ma...>

<Lo so. Hai preferito chiamare i soccorsi. Hai fatto bene.>

<Sì, ma...>

Mattia appoggia una mano sulla testa di Alex e massaggia un po', sorridendogli.

<Ora va tutto bene. Mia sta bene e Chiara si riprenderà presto. Perché non vai a casa ora? Immagino vedere Mia in queste condizioni non ti abbia aiutato...>

Alex sentiva le lacrime che volevano uscire.
Annuisce, si avvicina a Mia per dargli un bacio sulla guancia e poi si allontana da Mattia, dirigendosi fuori seguito da Leo.
Mattia saluta entrambi, per poi dirigersi nella camera d'ospedale.
Non odia il fatto di non essere il padre biologico di Mia, e non odia nemmeno Alex. Per lui andrebbe bene permettere al ragazzo di passare più tempo con sua figlia, ma Chiara non è molto d'accordo e rispetta quell'idea.
Tutte le volte che vede Mia piangere, a Mattia si spezza il cuore, per questo può capire bene cosa può aver provato Alex...
Si ferma nel corridoio prima di entrare nella stanza. Fa una carezza a mia e le sussurra:

<Il tuo vero papà ti ama da morire.>

---angolo me---
Ieri sera mi si è cancellato un capitolo- stavo per piangere.
L'ho riscritto da capo, per la mia gioia yey -_-
Ho sonno.

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora