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By mondomanga

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"Alex, vorrei davvero prometterti che tutto andrΓ  bene da ora in poi, ma non posso fare promesse che rischio... More

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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Super Contest Floreale

Capitolo 24

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By mondomanga

Alex aveva, alla fine, accettato la proposta di Leo.
Leo lo ha portato a casa sua, dove ha fatto la conoscenza dei suoi genitori: la madre, dolce e gentile, portava un paio di occhiali, aveva gli occhi marroni e i capelli neri ricci.
Quando ha aperto la porta, Alex l'ha guardata per vari minuti perché non riusciva a trovare nulla che la ricollegasse all'aspetto di Alice.
Cercando il padre con la punta dello sguardo, ha trovato un uomo con pochi capelli, anch'essi neri e da quei pochi capelli che si vedevano, si capiva che erano mossi.
Gli occhi marrone scuro lo scrutavano da capo a piedi, come ad analizzarlo. Poi ha sorriso.
Com'è possibile che da loro sia nata una ragazza coi capelli neri, lisci e gli occhi azzurri?
Poi sposta lo sguardo su Leo: solo dai capelli biondi, ti viene il dubbio che sia stato adottato.
Arrivato in casa, Alex viene accompagnato da Leo in una stanza. Dopo aver chiuso la porta, si stende sul letto.
La madre di Leo aveva cambiato le lenzuola poco prima e sapevano di pulito.
Si trovava in una stanza arredata il giusto per ospitare qualcuno da fuori: la libreria era mezza vuota, sulla scrivania non c'era nulla.
Il comodino aveva sopra un orologio-sveglia e una lampada per la notte.
Anche se è tenuta molto pulita, si capisce che è da molto che nessuno la usa.
Alex scoprirà più avanti che quella era camera di Alice e che è stata svuotata di tutti i libri, manga e poster che la ragazza aveva quando si è trasferita nella casetta che lui aveva visto mentre andava al club.
Ci vive con Andrea.
Alex era abituato alla sua stanza, molto grande e con il bagno attaccato (anche se rotto).
Però non gli dispiaceva quella camera piccola: gli dava calore. Come se si trovasse in un abbraccio in mezzo a qualcuno che gli voleva veramente bene.
La casa era più piccola di quella di Alex, con un solo piano, e la stanza si trovava in fondo al corridoio proprio davanti la camera di Leo.
Nel mezzo, c'era un'altra porta con la camera dei suoi genitori.
Il bagno era poco dopo l'ingresso e sempre all'ingresso, sulla destra si trovava il salotto e un piccolo cucinotto.
Anche se chiuso in camera, Alex riesce a sentire le voci di Leo e dei suoi genitori venire da lì.
Poco dopo, le sedie si spostano e sente dei passi nel corridoio seguiti dalle due porte delle altre stanze che si chiudono.
Come Leo gli aveva promesso, i suoi genitori non avevano fatto domande. Avevano solo chiesto se aveva delle allergie, dei piatti preferiti e se aveva bisogno di vestiti nuovi.
Per il resto, hanno sorriso e lo hanno invitato a non vergognarsi a chiedere se aveva bisogno di qualcosa.
Alex prende un gran respiro e fissa il soffitto. 
Dopo aver buttato fuori tutta l'aria che aveva nei polmoni, chiude gli occhi e si addormenta.

Leo si alza dal letto.
Due giorni...
Due giorni che Alex dorme nella stanza davanti alla sua, e lui non aveva osato entrarci. Forse perché sapeva che quella era la camera di Alice prima e riportava alla mente troppi ricordi di lui bambino, oppure perché voleva lasciargli i suoi tempi.
Non lo sa. Sa solo che aveva una voglia matta di dormire insieme a lui, stringerlo fra le sue braccia e cullarlo come un bambino.
Si alza e va in cucina.
La luce del sole entra dalle finestre già aperte.
Sua madre stava già armeggiando in cucina.

<Mamma?>

<Oh, Leo! Giusto in tempo. Senti, vado al mercato con la mia migliore amica, hai bisogno di qualcosa?>

<No, non penso. Papà?>

<È andato a lavoro prima che glielo chiedessi, quello stupido.>

Alex si affaccia in cucina, strascicando i piedi. Si strofina un occhio e si guarda intorno.

<Alex, caro!>

La madre di Alice gli cinge le spalle e gli bacia la fronte.

<Vado al mercato, vuoi qualcosa?>

<Cosa c'è al mercato?>

<Mmh, un po' di tutto: dai vestiti, al pane, dai giocattoli agli occhiali da sole. Uh, ci sono le saponette colorate. Sono carine le vuoi?>

Leo si gira e alza un sopracciglio scuotendo la testa.

<Mmh, non mi viene in mente nulla di cui ho bisogno. E per ora me la cavo bene coi vestiti che mi avete già comprato.>

La mamma si mette le mani sui fianchi e sorride, mormorando un "D'accordo, tesoro!"
Si occupa poi di apparecchiare la tavola e versare il caffè nelle due tazze. Poggia i cereali e infine si toglie il grembiule.

<Leo sai come funziona se volete altro. Io vado che sono già in ritardo.>

Poggia il grembiule e va verso l'uscio. Afferra un golf; anche se fa caldo fuori, la signora è freddolosa.
Leo si siede, ma poi si rialza subito, spaventando Alex che si stava sistemando comodo sulla sedia.

<Ma'! Mamma!>

<Che? Che c'è?>

Leo si affaccia con il viso dal salotto.

<Passi in farmacia? Se sì, mi compri i preservativi?>

Alex sputa il caffè che stava bevendo.
Si volta verso Leo con la bocca spalancata.

<Neanche per idea! L'altra volta il farmacista mi ha guardata in un modo... Che vergogna! Ci vai te e non mi rompi.>

Detto questo, prende la borsa e esce.

<Ma mamma! Guarda che è colpa tua se ho finito la scorta: se non ricordo male me li hai buttati via te no?>

Sulla porta, la signora gli fa la linguaccia, per poi correre via, sbattendo la porta.
Leo sbuffa e rimane a fissare l'entrata con una leggera speranza: magari rientra e accetta..
Rinuncia dopo pochi minuti e torna a tavola.
Alex stava pulendo il casino che aveva combinato pochi minuti prima e distoglie lo sguardo solo quando Leo si risiede e sprofonda nella sedia.
Alex aveva molto probabilmente le guance rosse.

<Tu parli di queste cose con tua madre?>

Leo alza lo sguardo.

<Sì. Ormai ho 23 anni. Lo saprà che scopo, no?>

<Ma... Sa che...>

<Sono gay? Pff, mi ha spinto lei verso il primo bambino figo che ha visto praticamente.
È una famiglia strana, questa. Ne vuoi una prova? Uno dei pochi ricordi che ho da bambino è che so di essere stato sempre molto bello. Molte famiglie mi volevano proprio per questo, invece loro, non hanno mai dato tanto peso al mio aspetto. Anzi, Alice mi ripeteva spesso che per lei, ero brutto come un maiale.>

Leo si porta una mano sugli occhi e ride al ricordo.
Alex si siede, la sua faccia si incupisce: lui non ha ricordi felici con la sua famiglia.
Fin da bambino, se ripensa indietro, stava meglio fuori di casa.
Tutto quell'affetto, quell'amore che ora sentiva nella casa gli stavano dando alla testa. Lo stomaco gli fa male, si contorce.
Si alza di scatto e corre in bagno. Appoggia le mani al lavandino e si sporge per sputare. 
Dalla sua bocca esce solo della saliva, ma sente come se dovesse vomitare tutto quello che ha dentro di sé.
si porta una mano sotto l'occhio e lo struscia.

<Alex? Tutto bene?>

Alex si sciacqua la faccia provando a nascondere il rossore sotto gli occhi e toglie i rivoli di saliva.
Leo si avvicina lentamente, poggia una mano sul suo braccio poi passa alla schiena e fa dei cerchi con la mano.
Quando Alex si allontana dal lavandino, lo tira a sé e lo costringe ad appoggiare la fronte contro il suo petto.
Alex sente la valvola delle lacrime aprirsi: era riuscito a tenerla chiusa prima, ma ora, nel bagno di una casa ancora sconosciuta, ma piena d'amore e accoglienza nei suoi confronti, si lascia andare. Piange tutte le lacrime addosso alla maglietta di Leo.
Leo, invece fissa la finestra del bagno che non mostra il fuori e non fa vedere l'interno. Doveva capirlo prima che Alex aveva bisogno di piangere.
Doveva accorgersi che era tutta una facciata, quella del "me la caverò".
Ma lui non ha quel dono, non riesce a leggere le persone. Può solo aspettare che lo sfogo si manifesti e provare a calmarlo.
Ma vedere Alex in lacrime, per la seconda volta, gli provoca un sentimento di odio nei suoi confronti che vorrebbe staccarsi i capelli.
Alex stringe la maglia più forte. Il corpo trema per i singhiozzi.

<Alex, vorrei davvero prometterti che tutto andrà bene da ora in poi, ma non posso fare promesse che rischio di non mantenere.
Questa non sarà l'ultima volta in cui piangerai o che sarai triste. E' normale sentirsi giù, fa parte di noi. L'unica cosa che posso assicurarti è che non sarai più solo. Non dovrai più tenerti dentro tutto e non dovrai sfogarti da solo.
Qui ci sono io. Ci sono anche i miei genitori, o Alice, se preferisci una che capisce la gente.
Puoi anche chiedere di Andrea o dei loro amici. Nessuno ti dirà "no, non ti voglio." Se proprio di noi non ti fidi, puoi cercare Mia: anche se è una bambina, ti stringerebbe volentieri la mano, giorno e notte.
Lo capisco, sai. Vedere l'amore che c'è in questa famiglia non deve essere facile, visto che le vere persone che te lo dovrebbero dare non lo fanno. Ma sappi che tutto questo amore è per te! A mia madre non dispiacerebbe se tu la chiamassi così, sai.
Hey, Alex. Che ne dici di lasciare indietro quelle persone, e stare con noi, come una vera famiglia?>

Leo sposta il mento sopra la testa di Alex.

<La famiglia non deve per forza avere dei legami di sangue. La famiglia sono le persone con cui stai bene e casa è il luogo dove sai che potrai sempre fare ritorno e trovare le persone che ti vogliono bene. Questa può essere la tua casa e noi la tua famiglia. 
Perché la cosa che io voglio di più è farti stare bene.>

Alex riesce a fermare i singhiozzi. Poi, inizia a ridacchiare.

<Cos'è questa, una dichiarazione d'amore?>

Alza gli occhi rossi. Le lacrime continuano a scendere, ma lui sorride.
Leo arrossisce, poi tossisce e si schiarisce la gola.

<Non ripetere ciò che ti ho detto io.>

<Grazie Leo.>

---angolo me---
Inizialmente questo era la bozza dell'ultimo capitolo. Poi però ho avuto una illuminazione e ho scritto altre bozze e altre parti. 
Ancora non è finita la storia eheh. Sopportatemi ancora per poco.
Comunque, questo capitolo è molto ma molto più lungo degli altri- e l'ho notato solo ora che sto scrivendo da telefono lol

Vi saluto(づ ̄ ³ ̄)づ

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