Heaven can wait... We're only...

By _mezzosangue3107

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La cosa più difficile da affrontare, nella vita? Diventare grandi. Tutto quanto cessa di diventare un idillio... More

Chapter ONE
Chapter TWO
Chapter THREE
Chapter FOUR
Chapter FIVE
Chapter SIX
Chapter SEVEN
Chapter EIGHT
Chapter NINE.
Chapter TEN.
Chapter ELEVEN
Chapter TWELVE
Chapter THIRTEEN
Chapter FOURTEENTH
Chapter FIFTEENTH
Chapter SEVENTEENTH
Chapter EIGHTEENTH
Chapter NINETEENTH
Chapter TWENTIETH
Chapter TWENTY-FIRST
Chapter TWENTY-SECOND
Chapter TWENTY-THIRD
Chapter TWENTY-FOURTH
Chapter TWENTY-FIFTH
Chapter TWENTY-SIXTH
Chapter TWENTY-SEVENTH
Chapter TWENTY-EIGHTH
Epilogue - PART ONE
Epilogue - PART TWO
a tangled synopsis

Chapter SIXTEENTH

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By _mezzosangue3107

25 Dicembre, 9:45 A.M., Grimmauld Place n°12


"Siamo fottuti. Siamo completamente, irrimediabilmente fottuti."

Credo che Albus, nonostante la sua plateale teatralità, questa volta abbia ragione.

Perché ci troviamo di fronte ad un immensa, grandissima dispensa totalmente vuota.

E neanche possiamo passare sopra a questa constatazione come se nulla fosse, dal momento che è anche il giorno di Natale.

"Beh, anche se ci fosse stato qualcosa da preparare, io e te non avremmo saputo come prepararla. Ergo, probabilmente è un bene, visto che hanno affidato questo compito a me e te." gli lascio una pacca sulla spalla, cercando di consolarlo e togliergli dalla faccia quell'espressione da bambino triste e affamato che non si addice per niente alla sua stazza imponente.

"Che facciamo? Non possiamo passare le prossime due settimane a mangiare nei fast food!"

Alzo gli occhi al cielo. "Parla per te..."

"Seriamente, Rose." sbotta "Dobbiamo inventarci qualcosa."

"E correre il rischio di fare esplodere questa casa dalle fondamenta? Non ci penso neanche, Albus."

"E allora.. Cosa facciamo...?" domanda, nervoso, passandosi ripetutamente la mano fra i capelli.

È l'incubo di Albus, lo so. Non sarà facile per lui, affrontare questa cosa.
Fare la spesa, non so per quale inspiegabile, stupida ragione, ha sempre mandato Albus in ansia. Letteralmente.

Beh, quando dicevo che questa non è affatto una famiglia normale, non lo dicevo tanto per dire.

"Forza... è giunto il momento." dico, trascinandomelo di forza fuori dalla cucina.

"Ricordami perché ci siamo offerti per questo ingrato compito, se siamo due incapaci." sbuffa, seguendomi di malavoglia, verso il cortile sul retro.

Nonostante sia dicembre, quindi inverno inoltrato, oggi c'è talmente tanto di quel sole che fa inaspettatamente caldo. Tanto che la neve di un paio di giorni fa si è sciolta ormai quasi del tutto.

"Non l'abbiamo fatto. Era l'unico compito rimasto. Ma puoi sempre andare a prendere una pala, e spostare via il fango da sotto il gazebo. Mi sembra un lavoro poco faticoso." dico, accennando a James, che assieme a Fred, si trova in mezzo al cortile a spalare tutto la fanghiglia da neve sciolta, tra un imprecazione e l'altra.

"Qualcuno può andare a cercare Scorpius Malfoy e il suo regale didietro che dovrebbe darci una mano qui? Prima che lo faccia io, e gli faccia vedere dove può ficcarsi questa pala e.."

Alzo gli occhi al cielo, e quando mi giro per andare, vedo il sopracitato Scorpius a pochi passi da me.

"Non posso James, dobbiamo andare a fare la spesa." esclama da sopra la mia spalla.

"Veramente non..."

"Andiamo Weasley, rendimi le cose facili per una volta.." sussurra, di modo che lo senta soltanto io.

*****

Non importa che io sia madido di sudore, sporco dall'ultimo filo dei miei bellissimi e splendidi capelli, fino ai piedi, o che questo sacco di spazzatura sia pesante come un troll di montagna - e non è che io sappia quanto pesi un troll di montagna, è semplicemente un paragone utile a rafforzare il concetto -

Ogni volta che la vedo, anche se non sta facendo nulla di speciale - perché camminare verso il cancello, con una tuta larghissima e una delle mie vecchie felpe, per andare a fare la spesa non si può definire speciale - io, comunque, non posso fare a meno di guardarla.

E di sorridere come un'idiota.

Sì. Anche guardarla da lontano, così come ho fatto per quasi tutta la vita, mi rende felice. Mi fa sorridere.

Lei mi fa sorridere. Mi fa bene al cuore.

Sono consapevole di questo. Ed esserlo, mi convince ogni giorno di più che ciò che abbiamo non può essere un male. Non è un male.

"Chiudi quella bocca. Stai sbavando, non è un belvedere."

Fred mi richiama sul pianeta terra con uno scappellotto. "Io sono sempre bello da vedere!" esclamo, fingendo di essere offeso.

Getto la pala a terra, asciugandomi la fronte col bordo di questa maglietta ormai giunta al limite.

"Fossi anche tanto intelligente, saresti a cavallo." dice lui.

Dalla tasca posteriore dei jeans, estrae le nostre bacchette "Ora che Rose non c'è, possiamo smetterla di fare le pulizie alla babbana?" chiede.

Ghigno in risposta. Quando Rose si ci mette, sa essere veramente convincente circa le sue idee di merda - che capitano una tantum, perché di solito ha delle idee geniali, e quindi quando capita l'occasione, definire un'idea delle sue di merda è proprio una soddisfazione -

"E già che ci siamo, ora che sono tutti impegnati, o fuori... Mi spieghi perché avete deciso di sganciare la bomba proprio oggi?" domanda il mio migliore amico.

Non vuole darlo a vedere, che è preoccupato, perché solitamente è così che facciamo: non ci preoccupiamo troppo delle conseguenze, perché farlo toglierebbe il gusto a quel carpe diem cui siamo devoti.

Ma questo non è 'di solito'. Non è una punizione della McGranitt per aver allagato 'non di proposito' l'aula di Trasfigurazione per evitare un compito in classe. Non è nemmeno una strigliata delle nostre mamme perché il divano del soggiorno alla Tana ha preso fuoco - sempre non di proposito -

È qualcosa di più grande, talmente grande che non si può evitare. E che potrebbe distruggere ogni cosa, ogni affetto, ogni sicurezza che abbiamo.

Ed è per questo, che Fred è preoccupato, anche se non vuole, appunto, darlo a vedere.

È preoccupato perché teme per me e per Dominique.

Perché la cosa che più ci rende felici, che più ci appaga, potrebbe potenzialmente - anche di più - portarci a fondo, e portare tutti gli altri insieme a noi.

Ma non avrebbe senso, continuare a fingere. Non voglio vivere nella menzogna, perché le menzogne portano alla paura. E dalla paura, all'odio, e infine alla sofferenza vera e propria, il passo è veramente breve.

È quello che dico a Fred, mentre ripongo la bacchetta nella tasca dei pantaloni, e comincio ad avviarmi dentro casa.

"James.."

"Fred, ti prego... Non cercare di convincermi del contrario, okay? Sono perfettamente consapevole di essere nella merda fino al collo, e di averci trascinato anche Dominique. Ma non posso... Non posso continuare a.."

"Volevo soltanto dirti che io sono con te, con voi... che sì, insomma... Non siete soli, ecco.."

Con Fred al mio fianco, ogni cosa mi è sempre sembrata un po' più semplice da affrontare.

Questa volta non è da meno.


*****




"Oggi!!???"

"Rose, per l'amor del cielo, vuoi abbassare la voce? Albus non lo sa!"

Sì, forse dare di matto in un piccolo supermercato, su una questione abbastanza delicata e, soprattutto, segreta, non è il massimo.

"Già, Albus non lo sa, così come Malfoy." Lyanna prende un pacco di cereali a caso da uno scaffale vicino, guardando davanti a noi, per evitare di insospettire i ragazzi. "Quindi abbassa la voce, Rose."

"Veramente..."

Dominique si ferma, un'espressione colpevole sul volto, tormentandosi insistentemente le mani.

"Domi.. Che c'è?" chiedo, incitandola a camminare, perché altrimenti quei due davanti a noi potrebbero davvero cominciare a fare domande e ad intromettersi.

"Lui lo sa." sussurra a voce bassissima.

"Lui chi?" chiedo, avvicinandomi per sentirla meglio.

"Scorpius. Lo sa. Sa di me e James." ammette, dopo qualche secondo di silenzio.

"Che cosa!!!??"

Un'occhiataccia di Lyanna mi fa capire che anche questa volta, la mia voce ha superato i canoni prestabiliti di ottave da tenere in quella che dovrebbe essere una conversazione 'tranquilla'.

"Che cosa?" ripeto, sottovoce "Come fa a saperlo? Perché lo sa?"

Rallentando ulteriormente il passo, Domi comincia a raccontare di come li abbia colti in flagrante nel retrobottega di Fred, quel giorno della prima uscita ad Hogsmeade.

Dice che non era previsto, perché Fred aveva messo apposta il cartello fuori dalla porta. Ma non aveva calcolato che anche noi fossimo ad Hogsmeade, e che magari qualcuno di noi - a ragion veduta, visto che si tratta di Fred - avrebbe pensato che fosse nel retro a macchinarne una delle sue.

"E Scorpius deve aver pensato la stessa cosa, sebbene a giudicare dalla sua faccia non sembrava avere proprio alcuna voglia di fare niente di divertente. Sembrava avesse visto un fantasma, o addirittura qualcosa di fastidioso." dice Dominique, guardandolo per un secondo.

Anch'io inizio a guardarlo.

Lo ricordo bene, quel giorno.

Era andato via, non appena era arrivato...

Probabilmente quel fastidio non era del tutto ingiustificato.

Magari aveva intuito quanto fosse odioso.

Così come diceva Albus...

Forse non lo ammetterò mai ad alta voce, ma Albus, alla fine, aveva ragione. E, se gli avessi dato ascolto, probabilmente nulla di tutto questo sarebbe successo.

Incrocio lo sguardo di Scorpius per pochi istanti.

Una calma del tutto inaspettata mi avvolge.




*****



Quando un Weasley, un Potter, o un Weasley-Potter rimane in silenzio per più di quaranta secondi, c'è da cominciare a preoccuparsi.

Quando a farlo, è l'intero clan - e sottolineo intero per enfatizzare la drammaticità del momento - c'è da cominciare a preoccuparsi veramente. Cioè, preoccuparsi sul serio.

Alla fine, James mi ha presa per mano.

Con una tranquillità che certamente non mi aspettavo da uno come lui, ha cominciato a parlare ai ragazzi, che, come sempre, lo ascoltano attentamente. E per un istante mi tornano in mente le mattine di campionato, quando incitava la squadra a non mollare, a difendere il sogno della Coppa delle Case, a giocare per vincere.

L'enfasi, adesso, è certamente diversa, ma nessuno si sogna, comunque, di interromperlo, e il mio tentativo di farlo è caduto nel vuoto ormai.

Sentirlo parlare in questo modo mi riempie l'anima di fierezza, di un orgoglio feroce. E di forte amore.

Perché questo, alla fine di tutto, rimane.

E può essere una colpa, può essere un'aberrazione, può essere una bomba pronta ad esplodere.

Ma non importa.

Non quando il cuore batte così forte.

Le uniche persone di cui riesco a decifrare sul volto qualcosa che non sia l'apparente sconcerto, sono Rose, Scropius e Lyanna. Fred, invece, non riesce a non sorridere, guardandoci incoraggiante.

Tutti gli altri sono calmi. Troppo calmi, perché si possa definire 'normale'.

Anche Wilfred Nott, che solitamente ha l'approccio alla vita più annoiato che potessi conoscere, sembra coinvolto abbastanza da una rivelazione come questa.

Lucy, seduta accanto a lui, è la prima a parlare, e a squarciare un silenzio tanto innaturale quanto assordante.

"Non sono per niente sorpresa." dice, con la sua voce chiara e limpida che rimbomba definita.

James sussulta, più per la sorpresa di sentirla parlare, forse, che per quello che è effettivamente uscito dalla sua bocca.

"Co... Cosa vuoi dire, Lucy?" domanda lui.

Ed è probabilmente quello che si stanno chiedendo tutti, me compresa.

"Beh sì... Andiamo, non ditemi che non era evidente..." si rivolge anche al resto del gruppo "Perché, per quanto mi riguarda, la tensione sessuale tra questi due è sempre stata evidente." continua, e si versa dell'altra burrobirra "E non saprei dire se lo è perché è effettivamente così evidente, oppure perché siete due pessimi 'bugiardi'."

Il silenzio che cala, stavolta, dura poco.

"Lucy, sono sette anni che ti conosco, e mi sto domandando solo adesso il perché io e te non siamo amiche per la pelle." commenta Lyanna.

"Tu lo sapevi?!" Albus è scioccato, anche se fa fatica a nascondere la riluttante ammirazione per la mia amica.

Lei sorride, senza dire altro, poi torna a guardare me.

"Questo non è il punto..." mentre comincio a parlare, cerco di trovare dentro di me tutto il coraggio che questa situazione richiede "Il punto è... Ecco... Questo. Noi siamo qui, siamo questi. Abbiamo fatto il possibile e l'impossibile per evitarlo... Credetemi... ogni cosa, ma..." le parole mi muoiono in gola, un nodo così stretto che mi impedisce di andare avanti, e anche di piangere. Il che, lo so, è abbastanza patetico.

"Non ci siamo riusciti... Per cui, questa è la situazione. E lo capiremmo, se non voleste appoggiare tutto ciò, se pensaste che..."

"Oh, sta' zitto James!"

Lily si alza, e fa il giro del tavolo per raggiungere suo fratello. Ha un non so ché di deciso e determinato che, per un attimo, temo il peggio. D'altronde, è figlia di sua madre.

Ma quando arriva da James, il suo volto è illuminato da un enorme sorriso di gioia che mi spiazza.

"Smettila di fare l'idiota. So che è una prerogativa indispensabile del tuo essere, ma davvero pensi che..." scuote la testa e lo abbraccia.

Ed è come se Lily avesse fatto un buco nella diga.

Totalmente inaspettato. Perché, sebbene loro siano la famiglia, certe cose non sembrano mai meritevoli di supporto, di accettazione.

E invece non è così. I loro volti sorridenti e rassicuranti, mi dicono che non è così.

E quel brindisi gioioso di Albus "A James e a Dominique!" mi dice che questa è la famiglia migliore del mondo.

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