Heaven can wait... We're only...

Od _mezzosangue3107

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La cosa più difficile da affrontare, nella vita? Diventare grandi. Tutto quanto cessa di diventare un idillio... Více

Chapter ONE
Chapter TWO
Chapter THREE
Chapter FOUR
Chapter SIX
Chapter SEVEN
Chapter EIGHT
Chapter NINE.
Chapter TEN.
Chapter ELEVEN
Chapter TWELVE
Chapter THIRTEEN
Chapter FOURTEENTH
Chapter FIFTEENTH
Chapter SIXTEENTH
Chapter SEVENTEENTH
Chapter EIGHTEENTH
Chapter NINETEENTH
Chapter TWENTIETH
Chapter TWENTY-FIRST
Chapter TWENTY-SECOND
Chapter TWENTY-THIRD
Chapter TWENTY-FOURTH
Chapter TWENTY-FIFTH
Chapter TWENTY-SIXTH
Chapter TWENTY-SEVENTH
Chapter TWENTY-EIGHTH
Epilogue - PART ONE
Epilogue - PART TWO
a tangled synopsis

Chapter FIVE

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Od _mezzosangue3107

Una delle prerogative assolute dei membri della banda di Weasley-Potter
- come più volte non manca di apostrofarci la maggior parte del corpo insegnanti di questa scuola - è il saper riuscire a mandare la professoressa McGranitt fuori dai gangheri.

Sì, proprio lei. Minerva McGranitt, preside di Hogwarts, insegnante di Trasfigurazione, ordine di Merlino seconda classe, e in assoluto la donna più cazzuta che conosco (anche prima di mia madre), la donna con più autocontrollo di tutto il mondo magico e non.

Il suo sopracciglio, pericolosamente aggrottato, fa da cornice ad uno sguardo che, se avesse vita propria, starebbe già mandando Albus Potter (Weasley per metà) al creatore, in maniera dolorosa e per niente veloce.

Albus Potter, ch'è in ritardo di almeno mezz'ora, compare in aula tutto sfatto, una mise che lascia intuire da quali attività sia stato trattenuto così a lungo.
Il suo sorriso - sghembo, ma ammaliante per la maggior parte della popolazione femminile di questo castello, escluse noi di famiglia - non attacca, o meglio, non in maniera apparente, l'integrità severa della McGranitt. La quale pensava di averne avuto abbastanza per una vita, di Malandrini, Weasley, e di Malandrini Weasley. E invece no.

"Posso ricordarle, signor Potter, che la puntualità non è un opinione in questa scuola?" tuona, senza scomporsi, la sopracitata professoressa "Glielo ricordo con dieci punti in meno a Serpeverde. E ora, si segga."

Albus, per niente scalfito, ignora le occhiatacce degli altri suoi compagni di casa, e si siede proprio dietro me e Lyanna, accanto alla sua dolce metà platinata, Scorpius odioso Malfoy.

Quando torno con la mia attenzione alla mia pergamena per prendere appunti, scorgo con la coda dell'occhio l'espressione impassibile di Lyanna.

La sua solita espressione impassibile che però - ne ho avuto abbastanza esperienza lungo questi sette anni - nasconde qualcosa, come sempre.

Intuisco che, in questo momento, nasconda un forte disappunto, perché anche la sua attenzione poco fa è stata catturata dall'entrata in scena, al solito plateale, del mio migliore amico.

Alla mia domanda muta, lei mi fa cenno col capo di non pensarci, e torna concentrata su ciò che sta dicendo la McGranitt.

Quando il suono della campanella annuncia la fine delle due ore di lezione, mentre sistemo le mie cose nella tracolla, decido che è il momento del discorso ad Albus.

"Malfoy, mi dispiace, ma dovrò privarti della tua dolce metà." annuncio, non appena mi trovo davanti al loro banco.

Albus non ha tempo di realizzare ciò che ho appena detto, che l'ho già afferrato per un braccio e trascinato via dall'aula di Trasfigurazione, dove Lyanna e Scorpius si guardano attoniti e perplessi.

"Ti seguo, Rose! Ti seguo. Lasciami il braccio."

Ci fermiamo nel primo corridoio laterale sgombero che riesco a trovare.

Lo guardo a braccia conserte, nella speranza irrazionale che lui possa capire dove voglio andare a parare.
Ma è un maschio. Non è che ci si possa aspettare molto, ecco…

"Se continui a guardarmi così, mi metti ansia, Rose. Mi vuoi dire perché diamine siamo qui?" sbotta.

"Lyanna River Thompson." dico, senza aggiungere altro.

"Che vuol dire? Che c'entra Thompson?" domanda, abbassando lo sguardo.

"Non mi piace giudicare, lo sai. Non è da me, soprattutto se davanti ho il mio migliore amico. Se tu vuoi spassartela a più non posso, io non sono nessuno per giudicare. Ma se mai dovessi avvicinarti a Lyanna con il solo intento di farne una delle tante, ti farò pentire di essere nato, Severus."

Apre la bocca più volte, per replicare, ma non lo fa, ed è come se, con le mie parole, avessi tolto un velo che pensava di aver assicurato bene a coprire chissà che cosa.

"Rose, perché mai dovrei…"

"Albus, ti conosco."

Prima di andare e raggiungere la Sala Grande, mi volto verso di lui. "Se non hai nessuna intenzione seria, non ti avvicinare a lei."



*****



La guferia di questo castello non è esattamente quello che si dice un posto gradevole.
Ma proprio per questa sua caratteristica di essere un posto di merda - letteralmente, o quasi - è sempre solitario, se non per qualche eccezione dovuta alle necessità.

Il fatto che sia un posto solitario è l'unica attrattiva che possiede, ai miei occhi.

È uno di quei momenti. Quelli della solitudine, e dei suoi attacchi violenti a braccetto con misantropia e malessere.

«Mio dolce, intelligente, leggermente misantropo bambino.»

Riesco ancora a sentire la sua voce, se mi sforzo abbastanza.
I ricordi, sono l'unico posto in cui posso ancora vederla, in cui posso ancora sentirla.

L'unico posto in cui, per pochi attimi, non mi sento come se vivessi perennemente con una lama che mi trapassa il cuore da parte a parte.

La sigaretta che ho acceso per spegnere il filo bruciante dei miei pensieri non sta sortendo l'effetto desiderato, e nemmeno l'aria fresca e pungente di questo tardo pomeriggio riesce a distrarmi.

Ciò che riesce a farlo è il trambusto rumoroso che arriva dall'ingresso della guferia, trambusto accompagnato da una serie di imprecazioni abbastanza colorite.

"Ti servono altri sette anni per capire, finalmente, che il terzo gradino è difettoso, oppure lo capirai quando sarai in infermeria con una commozione cerebrale?"

Riconosco la voce cristallina di Lyanna Thompson, e capisco che quella che rischia una commozione cerebrale deve essere Rose Weasley.

"Quando sali diverse rampe di scale, può anche passarti di mente che un solo fottuto gradino sull'ultima delle ultime rampe è maledettamente difettoso." sbotta lei.

Che si accorge quasi subito che c'è qualcun altro quassù.

Assume la solita espressione scocciata che ha quando si tratta del sottoscritto.

"Malfoy." quello che dovrebbe essere un saluto educato, e che invece suona più come una costrizione.

La sua attenzione viene catturata dalla sigaretta che stringo tra le dita, e risale velocemente, facendo sì che i suoi occhi guardino dritto nei miei.

"Ly… Ti raggiungo tra poco." si rivolge alla sua migliore amica, con la quale scambia un'occhiata muta, eppure carica di chissà quante altre parole che non mi è dato di sapere.

Come riescano a capirsi con un solo sguardo, è difficile da capire se non hai anche tu un'amicizia del genere.

Forse non lo dirò mai ad alta voce, ma Albus è veramente il mio migliore amico.

Thompson guarda prima lei, poi me. Poi va via, lasciandola sola, a pochi passi da me.

Passano diversi minuti in totale silenzio, mentre lei finisce di chiudere una lettera indirizzata a chissà chi, ed io spengo questa sigaretta facendola evanescere.

La guardo per tutto il tempo, senza avere la minima intenzione o volontà di distogliere lo sguardo. E questo dovrebbe dirla tutta sul fatto che, molto probabilmente, sto perdendo colpi.

Quando lei alza di nuovo lo sguardo su di me, vengo colto in flagrante. Sicuramente starà pensando che io sia un maniaco o altro.

Vorrei proprio saperlo, cos'è che le passa per la testa quando mi guarda con quell'espressione indecifrabile, forse astiosa, non lo so…
A me, che non mi è mai importato un bel niente, di sapere cosa passa per la testa delle persone…  adesso vorrei proprio saperlo.

Si avvicina alla ringhiera, poco distante da me, e si perde guardando l'orizzonte, ormai quasi del tutto buio, ma limpido e ancora privo di stelle, se non qualcuna solitaria qua e là.

Dopo quello che sembra un tempo indefinito, in cui mi costringo a non guardarla - che diamine mi prende? - e in cui non ha spiccicato nemmeno una parola, finalmente comincia a parlare.

"Hai proprio dei gusti di merda, Malfoy. Letteralmente." esclama, tranquilla, guardandosi per un attimo, alle spalle.

Cosa?

"Perdonami… Non credo di aver afferrato il concetto." dico, cauto.

"Dico, se proprio vuoi deprimerti e farlo ad altitudini considerevoli, questo posto non è decisamente il massimo. Ti consiglio la Torre di Astronomia. Molto più igienico, meno odori molesti e nauseabondi… insomma… ci siamo capiti." gesticola verso di me, un piccolo sorriso a curvarle le labbra rosee.

E sorrido anch'io. Tanto che, per un po', quella lama dentro al cuore, e il suo reiterato causarmi dolore, sembrano svanire.



*****


"Allora gente!"

Richiamare l'attenzione di una banda di delinquenti pel di carota e non, è un'impresa poco semplice, e molto faticosa, se non hai abbastanza carisma, come Rose, oppure se non hai un aspetto 'minaccioso', come quello di Lily o di Albus.

E con minaccioso, s'intende quella tipica occhiata alla nonna Molly che ti mette a tacere senza bisogno di parole, come quando azzardi a suggerire che forse sette portate per una cena normale sono un po' troppe.

Mai discutere, con nonna Molly, o con un Weasley in generale - tranne me - sulla quantità di cibo che, a detta loro, non è mai troppa.

Dal momento che il mio tono di voce non riesce a sovrastare il brusio generale, decido ch'è giunto il momento di utilizzare il trucco del professor Vitious - poveretto - e amplificare la mia voce.

Oggi non sono proprio dell'umore… in realtà non lo sono da un po', ma oggi questo particolare riesce a farsi sentire più del solito.

Per cui, quando amplifico la mia voce, e ognuno dei presenti si degna di prestarmi attenzione, sono finalmente sollevato.

"Bene." mi schiarisco la voce "Siamo quasi a metà novembre, signori, per cui è meglio cominciare subito con quello che abbiamo in mente di fare. Rose porta qui la lavagnetta."

Gli schemi sono sempre stati il mio forte. Non mi muovo mai senza fare uno schema preciso di quello che sto per fare. Qualcuno direbbe - e con quel qualcuno intendo Lily, oppure Rose - che sono ossessionato dalla precisione.
Ma, dal momento che, nella mia vita non succede mai nulla di eclatante, e tutto procede piatto, monotono, in maniera abbastanza normale e prevedibile, non vedo perché non debba avvantaggiarmi.

"Qui ho illustrato com'è che ci muoveremo." inizio, mostrando con la bacchetta il punto più in alto dello schema "faremo a rotazione, in gruppi da due, o da tre durante la settimana. Durante il weekend pomeriggio.." mi affretto ad aggiungere pomeriggio per evitare di essere linciato come se fossi un eretico nel medioevo "lavoreremo tutti assieme, mentre due di noi si occuperanno della ronda, e di fare in modo che un'assenza di massa non possa generare sospetti."

Cerco di non prenderlo sul personale, il fatto che nessuno abbia apprezzato le mie capacità organizzative a dir poco eccellenti.
Insomma, ho organizzato tutto nei minimi dettagli, di modo che nessuno possa avere problemi con i compiti, il quidditch e altre cazzate. Dovrebbero farmi una statua d'oro e avorio con il mio nome HUGO WEASLEY a caratteri cubitali e tempestato di diamanti.

L'unica che mi dimostra riconoscenza è mia sorella Rose. "Bravo il mio ometto con le manie di perfezione e grandezza: sono fiera di te."
Sorride incoraggiante.

Il suo sorriso, però, comincia a scemare, non appena comincia a leggere, per caso, la composizione dei gruppi, scritta in basso a sinistra.

No. Il suo nome vicino a quello di Scorpius Malfoy non le piace per niente. E la pacca sulla spalla si trasforma in una stretta molto dolorosa

*

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