Finalmente è arrivata la sera della vigilia di Natale, aspetteremo la mezzanotte tutti insieme e, sebbene mio padre mi abbia lasciato a piedi per le vacanze, sono più che contento di festeggiare con i miei compagni. Non tanto per la festa in sé, ma per ciò che ha organizzato Amy a casa sua.
La sua raccomandazione è stata di venire un po' prima per poterla aiutare a cucinare la carne, così, uscendo dal dormitorio, vedo gli altri ragazzi aiutare Devon a ficcare dentro la macchina una griglia portatile.
Non mi curo di aiutarli e salgo direttamente in macchina per arrivare da Amy qualche minuto prima degli altri, ma purtroppo il traffico mi è nemico.
"Uau come l'hai aggiustata bene!" dice Trent ammirando le decorazioni sparse sui mobili
"In parte è anche merito di Neil" confessa lanciandomi un'occhiata di gratitudine.
Poi corre verso Devon che cerca di trasportare da solo la griglia "Non graffiatemi il parquet sennò la vecchia che mi affitta l'appartamento mi scuoia viva!"
Lo portano fuori al balcone e io li seguo per aiutarli a sistemarlo.
Per un po' lavoriamo in silenzio come tante formiche intente a procurarsi del cibo: c'è chi prepara l'insalata, chi cuoce la carne, chi apparecchia e chi prepara l'aperitivo.
Quando è tutto pronto apriamo finalmente le birre fuori al balcone accanto a Devon che si è offerto di stare alla griglia.
"Ad Amy che ci ha gentilmente offerto una casa per le feste!" dice Ryan alzando la sua bottiglia
Lo seguiamo a ruota e facciamo un lungo sorso.
"A questo gruppetto di ragazzini scalmanati che non mi fa passare le vacanze da sola" dice Amy con quel sorriso magnifico. È una strana sensazione, ma mi fa sentire il cuore più leggero saperla felice. Era da tempo che non mi sentivo così spensierato.
A tavola sembra di stare in famiglia: si ride forte, si fanno battutine, ci si raccontano vecchi aneddoti divertenti... come quella volta che Trent è andato a casa di Ryan dopo secoli che non si faceva più vedere e sua madre l'ha rincorso con una padella da tirargli in testa "Ha uno strano modo di dimostrare affetto quella donna" ha confessato Trent guadagnandosi un pugno sulla spalla dall'amico. O come quella volta in cui la madre di James ci ha fatto dormire sul balcone perchè, di ritorno da una festa del liceo, eravamo talmente ubriachi e con i vestiti zuppi di birra da averle appestato di alcol tutta la casa.
Amy ascolta le nostre storie in silenzio, con le gambe raccolte sulla sedia e il mento poggiato sulle ginocchia. Il suo sguarda fa da spoletta tra un narratore e l'altro fino a quando ride e butta la testa indietro facendo ondeggiare i capelli.
Si sente aria di famiglia ora che siamo tutti qui in tuta, sporchi di grasso della griglia, con le pance piene e gli zigomi che fanno male per il ridere. Ognuno a raccontare le proprie storie.
Amy, qual è la tua storia?
La serata trascorre in allegria fino a quando scatta la mezzanotte e il Natale è arrivato.
"Bene ragazzi. Ora ho una sorpresa per voi." Amy si è alzata dal tavolo e tiene le mani una dentro l'altra all'altezza del ventre. Ecco che spunta di nuovo quel diabolico sorriso malizioso.
"Gentilmente aiutatemi a sparecchiare e a levare la tovaglia" dice continuando a sorridere in trepidazione anche lei per poter vedere le facce che faremo davanti alla sua sorpresa.
Va in camera da letto e quando torna il tavolo è completamente sgombro, mentre lei ha una tovaglia verde in mano della stessa consistenza delle moquette. È una di quelle che si mettono sui tavoli da gioco di Las Vegas.
La srotola in un unico movimento preciso sul tavolo... chissà quanto si è allenata per eseguire questa mossa così bene.
Poi posa un mazzo di carte francesi sul tavolo. "Chi sa giocare a poker?"
I ragazzi sfoggiano sorrisetti d'approvazione e con un'alzata di spalle ci addentriamo nelle ore magiche di questa nottata.
Chi l'avrebbe mai detto che Amy avesse un lato oscuro e ludopatico! Dopo qualche mano ci sta rapidamente saccheggiando, Trent e Devon escono dalla partita dopo aver giocato tutti i loro soldi. Dopo un po' restiamo solo io e lei, anche se durerò poco visto che sta ripulendo anche me.
"Ok ok signorina mi sembra che qui ci stiamo facendo prendere un po' troppo la mano" dice Ryan.
"Ma se siete delle pippe non è colpa mia" dice lei con tono lamentoso che credo sia anche dato dai cinque bicchieri di vino che ha bevuto a cena. Considerando che non ha mangiato tanto.
"Facciamo così. Se ci fai il favore di perdere almeno questa mano ti tieni i soldi, ma se vinci qualcuno di noi ti sfida a strip poker e giocate con l'alcol"
E mentre penso che non mi piace affatto questa scommessa e che Ryan deve smetterla con queste uscite inopportune solo per vedere Amy mezza nuda, lei...
"Ci sto" dice fissando i suoi occhi in quelli di Ryan e riducendoli a due sottili fessure.
"Bene" dice lui con voce mielosa, potrei quasi tirargli un pugno.
"Bene" replica lei in tono di sfida.
Ryan da le carte e inizia a mettere quelle al centro mentre io e Amy puntiamo. Le mie carte non sono male, ma se ho capito una cosa stasera è che Amy è incredibilmente fortunata e un'ottima bluffatrice.
"Scoprite" dice Ryan
"Colore" dico io
"Merda..." dice in un sussurro. Ah ah! Ho vinto! "Full. Tesoro!" Me l'aveva fatta credere quella nanetta stronza!
"Che bastarda!" le dico sorridendole.
"Intanto questi li tengo io" Raccoglie sorridente le banconote sparse sul tavolo per poi farne un mazzetto e leccarsi la lingua per contarle. Le infila nella tasca dei jeans e recupera il mazzo di carte che passa subito al biondino al mio fianco, guardandolo come se un suo solo sguardo fosse in grado di spogliare una persona.
Ryan batte le mani eccitato.
"Ryan non ci pensare nemmeno" lo avverto seriamente.
"Ehi tranquillo Neil, siamo adulti e vaccinati. Una scommessa è una scommessa. Lo sai anche tu" dice Amy facendo probabilmente riferimento a quella fatta al parchetto del campus. "Contro chi gioco?"
"Contro di me" dico di riflesso. Devo assolutamente perdere tutte le mani, non voglio che i ragazzi la guardino spogliarsi. Nel frattempo tutti si spostano al centro della sala e poggiano la tovaglia verde per terra: sarà quello in nostro campo di battaglia.
"Chi perde toglie un indumento e beve. Amy... orecchini ed elastici per capelli non sono indumenti" dopo che Ryan ha dettato le regole ci mettiamo a giocare seriamente.
La prima mano perdo io e levo le scarpe. Altro motivo per cui non volevo questa sfida era l'alcol: l'odore, il sapore, i ricordi... tutto uno schifo, ma cerco di ricordarmi perchè lo faccio. Alzo la testa e i suoi occhi color nocciola mi incoraggiano.
La seconda tocca di nuovo a me e levo la cinta.
Il secondo shot di Whiskey inizia a bruciare l'esofago, ma sono lucido.
Poi vanno via le sue scarpe.
Sono ipnotizzato dal movimento che fa la sua testa quando la rovescia per bere il liquido ambrato, credo che sia l'alcol a farmi fissare su alcuni punti particolari della sua essenza.
"Tris" dice lei
"Poker" ho vinto di nuovo e lei non ha la cinta. La vedo armeggiare con qualcosa sotto la maglia e tra le maniche della felpa. Quello che ne esce è un reggiseno.
Per un attimo sgrano gli occhi. Almeno mi sta dando tempo per non denudarla completamente e guardandola non sembra cambiato nulla da un minuto fa. Rifà quella cosa con la testa e per un attimo nella mia mente passa il flash di una scena erotica in cui lei fa lo stesso movimento... è eccitante e mi sta distraendo. Significa che l'alcol sta entrando in circolo.
Via la mia felpa, via i miei calzini. Le due carte che ho in mano sembrano quattro e i semi si sovrappongono. Non sono più abituato.
Perde di nuovo. Si leva i jeans e la felpa fortunatamente è abbastanza lunga da coprirle il sedere.
Ha delle gambe lisce e perfette. La osservo dalle caviglie e risalgo fino a quando i miei occhi incontrano il bordo della felpa.
"Si sono fatte le 4 di notte. Sarebbe ora di tornare" dico cercando di troncare la partita.
"La partita finisce quando uno dei due rimane senza vestiti" cantilena Ryan
Conto. A me mancano boxer, pantaloni e calzini. Ad Amy mutandine, felpa e calzini. Cazzo siamo pari.
Perdo la mano successiva e levo i pantaloni. Inizio a sentire freddo, ma prima finisco di perdere prima potrò rivestirmi ed essere fiero di aver salvato l'onore della ragazzina di fronte a me.
Quando Ryan torna a dare le carte la guardo e una nuova luce illumina i suoi occhi. Ha qualcosa di malefico in mente, ne sono sicuro.
Perde e leva i calzini.
I ragazzi ci sono addosso, presi più che mai da questa strana partita.
Amy perde. Non posso credere di averglielo lasciato fare, dovevo lasciare la partita e far ridare le carte.
Ora la sua scelta è la felpa o le mutandine.
Mi guarda provocante mentre prende il bicchierino e beve. Noto che alle altre mani prima si spogliava e poi beveva... so cosa ha in mente... Amy non farlo.
Scavalla le gambe e si mette in piedi per poi far scivolare il sottile triangolo di pizzo giù per le gambe ormai nude. Cerco di richiamare a me tutte le forze per non perdere la testa e per non far reagire il mio corpo come mi aspetterei dopo un gesto del genere.. non tanto per le mutandine, quanto per lo sguardo malizioso che aveva in faccia mentre lo faceva.
Sapeva che mi stava torturando e ne godeva.
Felpa verso boxer.
Devo perdere
"Grazie a dio" urlo "scala reale" sento la lingua secca per l'alcol.
"Io ho un umilissimo poker d'assi" dice mostrando le sue carte. Dalla voce sembra quasi delusa dalla sua vittoria.
I ragazzi si complimentano con noi per la combattutissima partita e si propongono di rifarla a Capodanno tutti insieme.
Io ed Amy ci rivestiamo furtivamente, come due ragazzini pizzicati dalle madri mentre erano a letto con qualcuno.
Lei barcolla un po' mentre cerca di rinfilare i jeans.
"Grazie principessa. Ci hai fatti sognare" dice Ryan rimettendosi il cappotto pronto ad uscire.
Tutti la salutano per tornare alle macchine e io resto indietro di proposito.
La sua mano afferra delicatamente la mia "Grazie Neil" dice lei. Incredibile la sua capacità di essere così maliziosa e così innocente nell'arco di mezz'ora. Credo che non capirò mai questa ragazza. "per non avermi fatta denudare intendo" alza un angolo della bocca guardando in basso. E' davvero vicina, sento il suo profumo misto al whiskey. Allunga la mano e la poggia sulla mia guancia, agganciando i suoi occhi nocciola ai miei. Sembra che questo contatto le abbia tolto energia tanto che le sue palpebre si fanno pesanti e barcolla indietro, così la afferro da un fianco e la riporto verso di me. Ora siamo ancora più vicini e sento tutto il suo corpo, coperto solo dalla felpa, a contatto col mio petto.
"L'hai reso difficile, ma non c'è di che, tesoro" le poso un leggero bacio sulla guancia che dura più di quanto avrei voluto e lascio che chiuda la porta alle mie spalle.
***
"Si può sapere cosa cazzo ti passa per la testa?" James è al posto del guidatore e guarda la strada come se volesse ucciderla, ma in realtà quello sguardo è per me. Provo a fare finta di niente.
"Perchè?"
"Mi avevi promesso che non avresti toccato più un goccio di alcol ancora per un po'" Sapevo che non mi sarei potuto mai salvare da questo tipo di ramanzine.
"Tu al mio posto che avresti fatto?" davvero, che altro avrei dovuto fare? Lasciare che fosse Ryan a giocarci? Con le carte in mano potevo gestire meglio la partita e puntare a perdere, a differenza di chiunque altro avrebbe giocato.
"Non l'eroe"
"Posso gestirlo" giro la faccia verso il finestrino per rendermi impermeabile alla vergogna e al senso di colpa.
"So che puoi, ma non farlo più comunque." So che si preoccupa perchè se la situazione fosse al contrario io farei lo stesso per lui. Non posso biasimarlo per questo. "Non rischio il tuo culo per una ragazza"
Come se Amelia fosse SOLO una ragazza, come tutte le altre.
"Mh" è l'unica cosa che dico per far capire che non sono d'accordo e che non ho voglia di parlarne.
"Quando c'è lei non ragioni prima di agire. Mi fa piacere, credimi, ma se è questo ciò a cui porta non sono disposto a lasciartelo fare."
"Fammi scendere" non solo ora non ho voglia di parlarne, non voglio neanche più sentire James parlarne.
"Tanto siamo arrivati" parcheggia sotto il dormitorio e ognuno si avvia verso la sua stanza. chi barcollando, chi meno.