Che cosa potrebbe mai andare...

By anonimood

44.2K 2.2K 2.6K

La storia di un'amicizia che si ricostruisce. La storia della nascita di un amore inimmaginabile e sorprenden... More

Booktrailer
Playlist
Personaggi
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Altri personaggi
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 17
Capitolo 18 pt.1
Capitolo 18 pt.2
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36 pt. 1
Capitolo 36 pt. 2
Capitolo 37 pt. 1
Capitolo 37 pt. 2
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Ringraziamenti

Capitolo 16

957 49 99
By anonimood

Audrey

Mentre digito le ultime parole alla tastiera, mi passo una mano sulla fronte per la stanchezza. 

È da quasi un'ora che sono seduta nella biblioteca della scuola, occupando l'ora buca di lezione svolgendo un approfondimento di storia che il professore aveva richiesto. Fortunatamente tra meno di venti minuti l'ultima campanella dovrebbe suonare, ponendo fine ad un estenuante martedì scolastico.

Bevo un sorso del mio succo e mi rimetto al lavoro, aggrottando le sopracciglia talvolta non riesco a collegare alcuni argomenti nel testo.

Dopo qualche istante Vince mi si siede di fronte, posandomi davanti agli occhi un bicchiere fumante di caffè.

-Non sarà certo un misero succo all'albicocca a tenerti sveglia mentre studi!- asserisce, spostando il bicchiere più vicino a me.

Lo ringrazio con un sorriso e, mentre sorseggio la bevanda bollente, mi concedo qualche secondo per osservare le imponenti librerie che mi circondano, facendomi sentire in qualche modo al sicuro dalla tempesta che infuria all'esterno.

Ho sempre preferito studiare in biblioteca, che questa fosse scolastica o meno. L'odore dei libri e il silenzio quasi surreale mi hanno sempre fatta concentrare di più sullo studio.

-Allora...Shakespeare?- sussurra Vince, avvicinando il viso allo schermo.

-Sì, il professor Williams ci ha chiesto di...- non faccio in tempo a terminare la frase, poiché vengo interrotta dalla lieve vibrazione del mio telefono, che dopo qualche attimo sfocia nel ritornello di Sweater Weather dei The Neighbourhood ad un volume assordante.

Sobbalzo e tento di spegnere la suoneria, fallendo miseramente e guadagnandomi un bel po' di occhiate stizzite.

Vince mi osserva con fare interrogativo, come se si domandasse come mai non riesca a spegnerla. Ma quando sono agitata e faccio le cose di fretta, non riesco mai nel mio intento. Infatti il cellulare continua a scivolarmi di mano.

Premo ripetutamente la cornetta verde per rispondere alla chiamata e, quando ci riesco, tiro un sospiro di sollievo.

-Pronto?- chiedo in un sussurro, allontanandomi verso un angolo più appartato.

-Perché sussurri?- domanda Bryan, abbassando a sua volta la voce -Oh aspetta, non dirmi che stai facendo qualcosa di illegale. Magari ti stai intrufolando di nascosto nell'ufficio della preside per vedere dove tiene i prossimi test di matematica. Com'è che sei diventata ribelle tutto a un tratto?-

-Bryan...- ridacchio, tentando di abbassare la voce per quanto possa farlo mentre rido.

-E non mi chiami nemmeno?- esclama offeso.

-No, scemo- sorrido mentre faccio finta di cercare qualche libro tra gli scaffali.

-Ti comprendo, anche se sono mortalmente offeso. Dopotutto, sono un genio in matematica. A cosa mi servirebbero le risposte del test?-

Soffoco una risata, camuffandola poi con un colpo di tosse -Come siamo vanagloriosi oggi-

-Sono solo sincero- percepisco dal suo tono di voce che anche lui sta sorridendo.

Mentre osservo la rilegatura di un libro, per errore lo faccio cadere causando un tonfo sordo.

-Audrey?- 

La bibliotecaria mi lancia un'occhiataccia, ed io mi affretto a sistemare il libro.

-Tutto ok, penso che la bibliotecaria sia sul punto di uccidermi- sussurro, allontanandomi frettolosamente dalla donna che mi sta fulminando rabbiosamente con lo sguardo.

Bryan scoppia a ridere, smettendo di parlare a bassa voce -Che cosa hai combinato?-

-Potrei aver fatto squillare il cellulare per qualche minuto buono con la suoneria al massimo - faccio una smorfia e mi stringo un labbro tra i denti -Mi odia ormai-

-Ecco perché non rispondevi!- esclama, mentre sento il cigolio di una porta - Purtroppo sono costretto a confermare la tua ipotesi: penso che ti odi-

-Come fai a dirlo?-

-Vedo la sua espressione: è furiosa- ridacchia sottovoce.

-Come...-

-Girati-

Mi volto e vedo Bryan poco distante da me, appoggiato con un gomito ad un tavolo. Sto per chiudere la chiamata quando lui scuote la testa, e mi indica prima il telefono e poi il suo orecchio.

Riaccosto il cellulare all'orecchio e in lontananza vedo le sue labbra muoversi mentre la sua voce mi arriva nitida alle orecchie.

-Mi stavo annoiando a morte a letteratura inglese, così sono venuto a vedere che cosa stessi facendo. Sei occupata o posso chiederti di uscire dalla biblioteca? -

Sorrido mentre scuoto la testa -Ho da fare, devo finire il saggio su Shakespeare...- ridacchio quando lo vedo sollevare gli occhi al cielo e mimare con le labbra un'imprecazione -Non potevi venire a chiedermelo qui? Sei a qualche metro di distanza- osservo.

Lui solleva le sopracciglia e noto che gli fremono le labbra, come se stesse trattenendo una risata.

-Ci vediamo fuori Aud, vedi di non fare tardi-

Attacco e torno a sedermi, con un sorriso da ebete stampato sul volto per il nomignolo che mi ha affibbiato. 

Non faccio nemmeno in tempo a posare la mano sulla tastiera, che Vince abbassa lo schermo del computer per osservarmi negli occhi.

-Tutto ok? Sei stata via per più di dieci minuti- 

-Sì, stavo rischiando di farmi incenerire con un semplice sguardo dalla bibliotecaria. Quella donna sa incutere davvero timore, quando vuole- ridacchio, osservando la diretta interessata di sbieco.

-Con chi eri al telefono prima?- mi domanda, mentre io sorseggio il caffè ormai freddo che rimane.

-Mia madre- invento, onde evitare possibili domande indagatorie da parte di Vince. Non gli ho ancora detto che io e Bryan abbiamo chiarito, non ho trovato il momento giusto per farlo. Anche se dubito vivamente che non si sia accorto del mio repentino cambio d'umore, di punto in bianco sembro diventata la ragazza più felice di questo pianeta rispetto a quando ero tormentata dai miei problemi.

-Uhm...-

 -Mi ha detto che stasera lavorerà fino a tardi, poi mi ha chiesto di cercarle un libro che però non ho trovato-

Mentre parlo scorgo con la coda dell'occhio Bryan, che mentre esce mi rivolge un sorriso raggiante.

Subito il mio cuore accelera e le mie labbra si distendono in un sorriso.

-Tesoro, quel sorriso non me la racconta giusta- Vince osserva il punto dove il mio sguardo è rimasto fisso, ovvero dove fino ad un attimo fa stanziava Bryan -Sento che c'è lo zampino di  qualche ragazzo... magari di Bryan. Questa mattina ho notato che sembravate entrambi molto più tranquilli e rilassati-

-Cosa te lo fa...- vengo interrotta nuovamente dalla vibrazione del mio cellulare.


Ti sta bene quella maglietta nera a rete che indossi, ha un non so che di selvaggio... Avevo ragione a pensare che ti stessi trasformando in una ragazza trasgressiva, io lo sapevo! Non è che domani ti ritrovo con qualche piercings sul viso ed un pacchetto di sigarette che devi nascondere da tua madre?


 Leggo il messaggio di Bryan, ed istintivamente sollevo lo sguardo. Vedo il suo volto radioso dalla finestrella della porta di legno della biblioteca.

Scuoto la testa, ridendo.

- Ah, ah! Lo sapevo!- gli occhi di Vince si illuminano, mentre osserva adorante il messaggio che Bryan mi ha appena inviato.

-Vince, fermo là!- esclamo interrompendo il flusso dei suoi pensieri, prima che tragga conclusioni affrettate- Non farti idee sbagliate, ha semplicemente fatto un commento buffo sulla mia maglia-

-In effetti ti sta davvero bene- commenta -Ma bando alle ciance, avete chiarito?- indaga, con un sorriso che va da un orecchio all'altro.

-Sì, stiamo tentando di riappacificarci e di riavvicinarci- ammetto, ripensando ai due favolosi giorni che abbiamo passato insieme per recuperare il tempo perso.

Pensavo sarebbe stato più difficile avvicinarmi a lui, infatti inizialmente mi ero sentita davvero a disagio. Ma lui aveva subito spezzato la tensione, ritornando il Bryan che era stato un tempo. Avevamo passato quasi tutto il weekend a casa mia, mentre tentava di aiutarmi a studiare matematica per il prossimo test. 

Essendo che più o meno ogni ora ci eravamo presi delle pause, avevamo entrambi colto l'occasione per parlare. E le ore erano passate tra risate, battute e scherzi.

-Sono così contento per te, cara. Infondo lo sapevo che sarebbe finita così- ammicca verso Bryan, mentre sorride.

Faccio per parlare ma vengo interrotta ancora dalla vibrazione che segna l'arrivo di un nuovo messaggio. 


Venerdì sera Derek dà una festa a casa sua per il dopopartita, ti va di venirci? Gli inviti sono limitati (seriamente questa volta, ciao Vince, spero che tu colga la frecciatina) , perciò devo dargli risposta il più presto possibile. Fammi sapere .


Per poco non scoppio a ridere nuovamente quando vedo l'espressione stravolta di Vince. Penso di non aver mai riso così tanto in una giornata sola in tutta la mia vita.

-Mi ha davvero lanciando una frecciatina?- domanda, gli occhi strabuzzati.

-A quanto pare- sorrido mentre digito una risposta.

-Non ci vai?- 

-Non lo so, diciamo che il mio rapporto con le feste... non è dei migliori, ecco- sussurro, osservandolo da sotto le ciglia -E poi ci sarà Derek: da settimana scorsa non fa altro che fare allusioni disgustose riferite al fatto che ha visto me e Bryan insieme un po' di giorni fa-

Vince fa una smorfia -Oh Dio-

-Già, penso che rifiuterò- rifletto tra me e me, mordicchiandomi un'unghia pensierosamente.

Ma le mie riflessioni vengono interrotte dal suono squillante della campanella, che mi obbliga ad alzarmi per sistemare il laptop e i libri. 

-Ci vediamo dopo?- chiedo a Vince, sperando di riuscire a passare un pomeriggio tranquillo assieme a lui ed Helen.

-Scusami tesoro, ma ho un impegno...- arrossisce e distoglie lo sguardo, mentre un vago sorriso gli illumina il viso.

-Prima o poi sarai costretto a sputare il rospo- lo informo, puntandogli un dito contro -Parola mia-

-Certo cara, quando imparerai a guidare inizierò ad avere realmente paura delle tue minacce- ridacchia mentre usciamo dalla biblioteca.

-Non mi prendere in giro, imparerò a guidare prima di quanto tu pensi!- esclamo, forse con troppa veemenza.

-E in quel momento vedremo gli asini volare- lo asseconda Bryan, mentre mi posiziono di fronte a lui.

-Ma oggi è la giornata "Tutti contro Audrey?" - domando seccata, mentre incrocio le braccia al petto.

-Che c'è nanetta?- mi domanda Derek, che stava passando in quel preciso istante alle mie spalle.

Appoggia un braccio sulla mia testa, sfruttando la sua strabiliante altezza per essere quasi diciottenne.

-Eh dai!- urlo esasperata, suscitando le risate di tutti.

Mentre scoppio a ridere anche io, mi soffermo sul modo in cui i capelli di Bryan gli ricadono sulla fronte mentre si piega in avanti. Rimango per qualche secondo ferma ad osservarlo, e mentre il mio sorriso si smorza piano piano, uno strano formicolio si espande all'altezza della mia pancia.

-Stai cercando di dissezionare Mason con lo sguardo?- chiede Derek, facendomi arrossire all'istante.

-Sono sul punto di dissezionare te, se non chiudi la bocca- sbotto, e Derek mi scompiglia i capelli ridendo.

-Andiamo ragazzi, altrimenti perderemo il pullman- continua, cingendomi le spalle con un braccio.

Quando arriviamo di fronte alla fermata, Vince si dilegua velocemente e con lui anche Derek.

-Ma Helen e Colton?- domando cercandoli con lo sguardo tra la folla.

-Sono usciti prima, Colton l'ha portata fuori a pranzo oggi-

Sorrido al pensiero della felicità che ha dovuto provare la mia amica, e mi riprometto di chiamarla non appena avrò tempo.

Intanto il pullman arriva e subito Bryan si fionda sui primi sedili a disposizione, tenendo un posto per me.

Mi accomodo al suo fianco ed iniziamo a chiacchierare tranquillamente della giornata passata tra noiose lezioni di storia e stressanti ore di matematica.

-Io sostengo che non ci sia bisogno di unire i numeri alle lettere- dichiaro, guadagnandomi così una sua occhiata perplessa -Cioè, al supermercato ti chiederanno mai di pagare 2/3ab per 4c di patate? No!-

Bryan scoppia a ridere -Potrei chiederti una cosa anche io, se è per questo-

-Spara-

-Perché bisogna studiare come suonare uno strumento? Ai colloqui di lavoro non mi chiederanno mai di suonare il flauto!-

-Infatti musica è una materia alternativa- gli faccio notare, ridacchiando - E poi è davvero interessante! Imparare a suonare uno strumento è  magnifico, anche se devo ammettere che il flauto non mi piace tantissimo-

-Cosa preferisci?- mi domanda, sinceramente curioso.

-La chitarra- ammetto, arrossendo un po' -Papà me la suonava sempre prima di andare a dormire-

Lui annuisce -Me lo ricordo, quando mi fermavo da voi non vedevo l'ora di ascoltare i suoi concerti. A proposito, come sta?-

-Non lo sento da un po', è davvero impegnato con il lavoro così come io ero impegnata con la scuola e con i miei problemi...- mi fermo, abbassando lo sguardo per paura di aver rovinato l'atmosfera tranquilla che si è creata. 

Durante questi giorni non abbiamo mai tirato fuori l'argomento "passato", e a dir la verità ero contenta così. Mi sembra che Bryan si stia riprendendo davvero bene, ma naturalmente io devo rovinare sempre tutto.

Ma lui fa una cosa che mi sorprende più del previsto: mi afferra il mento tra le dita e mi fa sollevare lo sguardo.

Quando i miei occhi verdi si scontrano con i suoi, mi soffermo su tutte le sfumature di marrone che gli riempiono le iridi. Osservo anche il modo in cui le sue pupille si dilatano e si ristringono mentre mi guarda. Il mio respiro diventa automaticamente irregolare mentre mi perdo nel castano magnetico dei suoi occhi, un castano che potrei rimanere ad osservare per ore senza mai stancarmi. 

Noto che la pelle agli angoli degli occhi si è increspata. Sta sorridendo.

Mi libera il mento e mi stringe una mano, mentre io rimango a fissare la scintilla di felicità che gli attraversa lo sguardo.

-Ci hai pensato?- mi chiede, facendomi rinsavire all'improvviso.

-Eh?- chiedo, ancora disorientata dallo scambio di sguardi appena avvenuto.

-Per la festa, intendo. Vieni o no?- ripete, sorridendo.

Faccio per rispondere ma il cellulare mi vibra per l'ennesima volta, facendomi sollevare gli occhi al cielo.


Emergenza: venerdì Darrel mi ha invitato ad una festa in centro, a New York.  Helen ha già un impegno con la sua famiglia, ed io rimarrei da solo. Ti scongiuro, non abbandonarmi tesoro! :( (Prometto che mi farò perdonare in qualsiasi modo)


Mostro il messaggio a Bryan, che annuisce mentre scendiamo dall'autobus.

-Chi è Darrel?- domanda sconcertato. Apre l'ombrello ed io mi ci infilo sotto, evitando così di tornare a casa fradicia.

-Il cameriere del bar dove siamo andati settimana scorsa. Il ragazzo biondo, più o meno alto così- indico un punto troppo in alto per arrivarci data la mia media statura, infatti sono costretta a saltellare per raggiungerlo.

- Non ti ricordavo così bassa!- Bryan scoppia a ridere, io invece lo fulmino con lo sguardo.

-Non mi piace per niente quello sguardo arrabbiato- dichiara, dopo qualche secondo di silenzio.

Io lo osservo torva, fingendo una rabbia che non provo ma che ostento nei suoi confronti solo per divertimento.

-Signorina, potrà mai perdonarmi per averla chiamata... "bassa" e per averla derisa per tutta la giornata?-

 Trattengo una risata nel vedere la sua espressione, e faccio finta di rifletterci picchiettandomi le labbra con un dito  -Mh... ci devo pensare- lo stuzzico.

-Mi farò perdonare, ho in mente una cosa... non potrai far altro che cedere- 

-Adesso sono curiosa, cos'è?- domando, avvicinandomi un po' a lui.

- Lo vedrai- mi avvolge le spalle con un braccio, sorridendo mentre osserva la strada di fronte a sé.

Sbuffo mentre lo osservo di sbieco -Nemmeno un minuscolo indizio?-

-Per le sette e mezza vengo a prenderti, fatti trovare pronta- dice, rimanendo sul vago ed aumentando il passo per raggiungere il portone.


Continue Reading

You'll Also Like

11.9K 283 20
Marta, ragazza timida e dolce con un devastante passato alle spalle che le ha dato molta insicurezza. Valerio, solito play boy, ma per un passato orr...
52.2K 2.1K 37
Infatuarsi della propria vicina è stata una svista adolescenziale. Ma riscoprirsi innamorato della sorella della propria ragazza è da considerarsi un...
2K 72 14
Giada, ragazza di 19 anni si trasferisce a Forks per gli studi, li capirà che non è una ragazza come le altre, Emmett Cullen è l'unico ad essersi acc...
189K 9.1K 38
Il sequel di Ti amo è questo che conta~C.D. Per Emma sono cambiate molte cose, le amicizie, le compagnie, ma soprattutto il suo cuore sará messo in c...