1952-parte seconda

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Se c'era qualcosa che Thomas non sopportava erano le feste.

Ma non le feste di compleanno, no, le feste adolescenziali, quelle che si fanno al liceo per ubriacarsi, andare a letto con il primo che passa e ballare fino allo sfinimento. Quelle con le luci stroboscopiche e la musica esageratamente alta.

Un'altra cosa che non sopportava? Le sorelle maggiori. E la sua ormai aveva ventun anni, dovrebbe essere matura, fidanzata e indipendente invece no.

Teresa Smith era la sorella che tutti sognerebbero di avere, davvero, in confronto a Jackson lei era un angelo, era premurosa e allegra ma un vero e proprio uragano di energia. Aveva sempre troppe idee, a volte discutibili, era sempre troppo curiosa e pettegola e amava le feste.

"Allora Tom, organizzeremo questa festa meravigliosa e-" Cominciò a dire Teresa dopo essere piombata nella camera del fratello, ancora pieni di scatoloni del trasloco, Thomas sollevò di scatto la testa dall'interno di uno di essi:

"Che cosa?" La interruppe, Teresa sbuffò:

"Mah si! Faremo una festa di benvenuto con tutti i giovani del quartiere, sto andando a portare gli inviti" Gli spiegò con tono convincente:

"No, noi non faremo un bel niente Teresa" Disse intransigente gesticolando tra i loro corpi con le mani per enfatizzare il concetto:

"Oh eddai Tom! Sarà divertente! Sei troppo solitario, hai bisogno di uscire e magari, non lo so, scopare?" Propose, Thomas trasalì sentendo le guance scaldarsi:

"Che diavolo dici?"  Deglutì il ragazzo:

"Oh andiamo, la si sente a km di distanza la frustrazione sessuale che emani" Sbuffò la sorella:

"Non emano proprio nulla invece! Senti, sai che odio le feste, falla se vuoi ma non contare sul mio aiuto o sulla mia partecipazione va bene?" Disse toccandosi il ponte del naso con le dita, Teresa lo fulminò con lo sguardo:

"Tu odi tutto! Non solo le feste ma anche l'affetto e i dolci e uscire con le persone, sei così chiuso in te stesso! Io cerco solo di aiutarti, so di non essere la tua vera sorella ma tu per me sei il mio vero fratello Thomas, per cui puoi anche rifiutare me e il mio aiuto ma sarò sempre e comunque qui" Gli disse con tristezza, Thomas la fissò per un momento ad occhi sgranati poi sospirò:

"Sei la mia vera sorella, certo che lo sei" La rassicurò e poi si avvicinò a lei a lunghe falcate e la strinse in un forte abbraccio.

Sentì Teresa stringergli le braccia intorno alla vita e poi borbottare:

"Quindi davvero non mi aiuterai?" Thomas sbuffò divertito e poi mormorò:

"Forse posso fare qualcosa" Alla fine cedeva sempre. Sentì il sorriso trionfante di Teresa formarsi sulla pelle del suo collo:

"Ma scordati che porterò gli inviti!" La avvisò:

"Lo so lo so vecchio orso, non vuoi vedere nessuno prima di stasera, non ti preoccupare a quello ci penso io, ho anche già convinto mamma e papà che se ne vanno per questa sera, tu penserai all'alcool" Gli disse la riccia staccandosi:

"Mamma e papà lasciano la nuova casa nelle tue mani brutta ubriacona?" Chiese incredulo Thomas:

"Ehi! Se mi piace bere non significa che io non sappia gestire le cose, loro si fidano" Rispose indignata tirandogli una penna che aveva dietro l'orecchio, Thomas la schivò ridacchiando:

"Non dovrebbero" Le disse tirandole una scarpa, lei rise e poi afferrò un cuscino cominciando a colpire il fratello ovunque, sommersi nelle risate.

A lot of lives for love you more || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora