23.

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caravana, almeria.

Percepii Zulema imprecare già da diversi minuti e feci finta di niente bevendo il mio caffè.
Mi ero svegliata prima di lei e l'osservai seduta nel tavolo nel mentre che si sistemava la coperta gemendo dal dolore, ero ancora arrabbiata per il litigio avvenuto ieri e non volevo parlarle.
Avevo sbagliato anche io determinate cose che potevo benissimo evitare, ma non sapevo cos'altro fare in una situazione del genere.
"Vaffanculo!" esclamò Zulema alzandosi e non la guardai nemmeno nel mentre che uscivo fuori con una sigaretta sulle labbra.
Sentii il suo sguardo penetrante addosso ma feci finta di niente sedendomi nella poltrona e notai che stava incominciando a piovere, il cielo era ricoperto da nuvole nere proprio come il mio umore.
Una lacrima mi rigò il viso e sospirai inviando alcuni messaggi alle mie amiche, avevo il bisogno di raccontare ciò che era successo a qualcuno.
Feci un'altro tiro e sussultai sentendo Zulema urlarmi le peggiori cose.
"Maledetta bionda." disse sbuffando e serrai la mascella.
"E tu che cazzo guardi? Non sto mica parlando con te renna del cazzo!" urlò dopo alcuni secondi furiosa e scossi la testa alzando gli occhi al cielo.
Decisi di rientrare perché la pioggia diventò più insistente e non appena mi vide non tolse gli occhi dai miei, ardevano come il fuoco ma la evitai afferrando il computer sedendomi nel letto.
"Avvisami quando hai finito di fare la bambina comunque." sbottò avvicinandosi ma scossi la testa furiosa.
"Io? Sei tu che mi hai aggredita ieri sera come una pazza isterica." dissi senza nemmeno guardarla, avevo addosso un'orgoglio disumano e mi meravigliai.
"Seria bionda? Nemmeno sei consapevole della gravità della situazione e di quello che mi ha fatto tuo fratello." mormorò avvicinandosi ancora di più e subito il mio cuore prese a battermi più velocemente.
"Invece ti sbagli, sono consapevole e infatti guarda in che situazione siamo. Perché io al contrario tuo le cose che mi fanno più male cerco di dissolverle ma tu le lasci incollate dentro di te!" esclamai guardandola dritta negli occhi e la vidi sorpresa.
"Tu non sai che cazzo ho dovuto passare nella mia vita, se sono questa persona ci sono delle motivazioni." disse serrando la mascella furiosa e a quel punto mi alzai andando ad un centimetro dal suo viso.
"Nemmeno tu conosci tutto il mio passato, non hai il diritto di giudicarmi e di darmi della bambina." risposi di rimando ma venni attaccata contro l'armadio con le sue labbra nel mio collo.
"Smettila." mormorò furiosa contro la mia pelle e gemetti sentendo la sua lingua succhiare in un punto a caso.
"Non possiamo risolvere le cose così, le dobbiamo affrontare insieme." ringhiai afferrandole il viso tra le mani e il suo sguardo era sulle mie labbra, non ascoltò neanche una parola di quello che avevo detto.
"Posso sapere cosa hai detto di così sconvolgente a Román?" sbottò dopo alcuni secondi ma le diedi una spallata andando a bermi un bicchiere d'acqua.
"La verità, cos'altro avrei dovuto dirgli?" dissi percependo la gola in fiamme e sospirai di sollievo non appena bevvi l'acqua fredda.
"Dimmelo tu." disse serrando la mascella e toccandosi il viso furiosa.
Come potevo dirle che avevo confessato a mio fratello i miei sentimenti? L'avevo già fatto in passato ed era scappata da me a gambe levate, non volevo perderla un'altra volta.
"Nulla di importante, non mi va di parlarne." sbottai superandola sdraiandomi nuovamente.
"Io non ti capisco cazzo." borbottò rinchiudendosi in bagno e dopo alcuni minuti uscì con addosso altri vestiti e notai che era truccata perfettamente.
Scattai subito mettendomi seduta e la fulminai con lo sguardo.
"Dove pensi di andare? Ecco come affronti le situazioni, scappando." sbottai furiosa e Zulema si fermò di scatto guardandomi male.
"Vai a farti fottere, bionda!" urlò camminando e sbattendo la porta, sentii la sua macchina sfrecciare ad alta velocità nella strada.

Le ore passarono e di Zulema non c'era nessuna traccia, avevo provato a chiamarla tante volte ma non avevo ricevuto nessuna risposta.
Dopo l'ennesimo squillo mi rispose e sobbalzai mordendomi il labbro e stringendo il telefono.
"Mi spieghi dove cazzo sei? Sono quasi le dieci di sera!" urlai con una rabbia addosso disumana, sentii della musica in sottofondo e delle risate, sicuramente doveva essere in un locale e mi logorai il fegato dalla gelosia.
"Ti importa, bionda?" disse seria e sospirai di sollievo nel sentirla, le chiusi il telefono in faccia e decisi di andare da lei, volevo farla uscire fuori di testa e sapevo di riuscirci.
Alla grande.
Voleva fare la stronza? Bene, perché l'avrei fatto il triplo di lei.
Mi feci una doccia e decisi di indossare un vestito abbastanza corto con una rabbia addosso mai provata.
Volevo che avesse occhi solo per me e basta, lasciai i capelli sciolti e mi truccai pesantemente evidenziando i miei occhi verdi ancora di più.
"Figlia di puttana." sbottai entrando in macchina e raggiungendola nel mentre che premevo il tacco nell'acceleratore.
Pensai in che locale poteva essere andata e serrai la mascella dato che qui era pieno.
Dopo un'ora buona dove girovagavo senza meta parcheggiai vicino ad un locale abbastanza affollato e decisi di scendere dall'auto togliendomi il capotto sentendo già un calore al corpo uccidermi nonostante ci fossero le temperature basissime.
Volevo non pensare a nulla e la prima cosa che feci fu di ordinare degli shottini contente del gin che bevvi tutto d'un fiato.
"Vacci piano, bellezza." disse il barista divertito ma gli feci un cenno infastidita, riuscivo a reggere benissimo l'alcool e chiesi un'altro giro guardandomi attorno, osservai la gente ballare senza fermarsi un attimo e serrai la mascella.
Cercai con lo sguardo il mio scorpione ma non la vidi, sbuffai innervosendomi e bevvi un'altro bicchierino sentendo la gola bruciare.
Un uomo si sedette al mio fianco e rimasi a fissarlo a bocca aperta per come era bello, mi trasmetteva un certo fascino.
"Buonasera." disse sorridendo e ricambiai il saluto mordendomi il labbro, non so cosa mi prendeva ma volevo parlare con una persona nuova.
"Come ti chiami?" mi domandò dopo un po' avvicinandosi e di conseguenza mi porsi di più a lui leccandomi il labbro.
Il suo sguardo si posò su tutta la mia coscia nuda e sulla mia scollatura abbastanza evidente, i miei occhi verdi si incastrarono con i suoi azzurri ma non mi fecero nessun effetto.
"Macarena." sussurrai ad un centimetro dal suo viso e lo guardai attentamente.
"Wow, che bel nome!" esclamò offrendomi subito da bere e gli sorrisi incantata.
"Ed io sono Zulema, è un dispiacere conoscerti!" urlò ad un certo punto il mio scorpione mettendosi in mezzo e sobbalzai allontanandomi, come se mi fossi ustionata.
"Ah bene." sbottò l'uomo davanti a me infastidito e impaurito dal suo sguardo omicida, era in soggezione e si vedeva.
Se ne andò lasciandomi il suo biglietto da visita e mi fece l'occhiolino sotto lo sguardo infuriato di Zulema, risi per la sua gelosia e scossi la testa.
"Che ci fai qui, bionda?" disse vicina al mio orecchio sfiorandomi la schiena scoperta, mi vennero i brividi e sussultai.
"Passavo di qui." risposi sul vago guardandomi attorno innocentemente.
"Da quando parli con gli sconosciuti?" sbottò furiosa e scoppiai a ridere leccandomi il labbro avvicinandomi al suo corpo, notando le sue pupille dilatate nel vedermi così.
"Da quando mi hanno dato della bambina, quindi da sempre." sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra nel mentre che finivo di bere, Zulema serrò la mascella e guardò male a chiunque posasse lo sguardo
sul mio corpo, facendomi sentire importante e desiderata da lei.
"Loro non sanno che tu sei mia quindi devo ricordarglielo io." disse infilandosi tra le mie gambe sfiorandomi la mascella con l'indice nel mentre che la musica diventava più alta.
"Gelosa, Zahir?" sbottai guardandola intensamente e la vidi sorridere nervosa.
"Non sai quanto, Ferreiro." disse con un tono di voce mai sentito prima, scoppiai a ridere scuotendo la testa nel mentre che le sue dita percorrevano la mia spina dorsale scoperta provocandomi miliardi di brividi.
Feci per alzarmi ma la sua mano si depositò nel mio interno coscia facendomi fremere dalla sorpresa, il suo sguardo era puntato sul mio e volevo tanto baciarla, ma non lo feci.
"Non toccarmi." sbottai furiosa alzandomi e dirigendomi fuori sentendomi incredibilmente bene non appena il mio corpo entrò a contatto con l'aria gelida.
Un ragazzo mi fece l'occhiolino squadrandomi dalla testa ai piedi ma venni trascinata in un luogo più appartato nel mentre che la mia schiena andò a sbattere contro il muro.
"È maleducazione andarsene quando una persona ti sta parlando." sussurrò Zulema incollandomi contro la parete stringendomi i polsi con forza, mi vennero i brividi non appena la mia schiena nuda aderii contro il muro gelido e la guardai male cercando di staccarmi.
"Non ho niente da dirti." dissi serrando la mascella ma gemetti leggermente non appena le sue labbra si posarono sul mio collo mordendolo e leccandolo a suo piacimento.
"Io , perché sei qui?" disse alzandomi il vestito scoprendo tutta la mia coscia e mettendola nel suo fianco.
"Perché ti interessa saperlo?" sussurrai mordendomi il labbro mentre faceva pressione con il suo corpo.
"Mi importa di te." disse guardandomi dritta negli occhi e scoppiai a ridere facendola solamente infuriare.
"Sei fredda come il gelo anche con le persone che tengono a te, anche se qualcuno dovesse mai provare un minimo di sentimento nei tuoi confronti, tu lo schiacceresti, lo bruceresti o lo faresti appassire come ogni cosa che ti si avvicina." sbottai arrabbiandomi, non sopportavo più l'idea di avere tutti questi sentimenti addosso.
Mi faceva stare bene ma allo stesso tempo era la mia condanna più grande.
"Non sai proprio niente bionda, prima di fare la stronza con me cerca di capire quanto è stronza quella che hai davanti.
Preferisco calpestare mille volte ciò che ho attorno e ciò che mi fa male che essere disintegrata dagli altri." mormorò afferrandomi la gola con una rabbia addosso mai vista prima e i suoi occhi ardevano.
"Ti ho detto che non mi devi toccare." ringhiai furiosa ad un centimetro dal suo viso ma scosse la testa stringendomi la coscia con tutta la sua forza.
"Io faccio quello che voglio, perché tu sei mia e devi mettertelo in testa." disse seria e tremai per il tono possessivo con cui l'aveva detto, misi la testa di lato sospirando incredula ma Zulema afferrò la mia mascella possessivamente e mi baciò chiedendomi subito l'accesso con lingua che accettai.
Avevamo sempre risolto le cose così, eravamo mille colori messi assieme, senza una logica ben precisa e non appena venivamo a contatto si formava un'unico colore omogeneo.
Il nostro.
La sua risposta mi aveva letteralmente spiazzata e lo sapevo bene che credeva di non meritarsi nessun amore, volevo che lei si innamorasse di me per quanto fosse complicato ed intenso.
"Sei mia." sussurrò mordendomi il labbro nel mentre che il vento gelido solleticava i nostri visi, aveva la necessità di dirmelo ogni volta che ci allontanavamo.
"Odio litigare con te." aggiunse un attimo dopo furiosa accarezzandomi la coscia scoperta e inarcai la schiena.
Stavo cercando di entrare nel suo mondo, e già da diverso tempo ero riuscita ad aprire un varco, anche se ci stavo entrando a suon di calci, sassate ed insulti ma ci stavo riuscendo.
La sua lingua rincorreva la mia senza fermarsi e involontariamente mosse il bacino contro il mio facendomi gemere contro la sua bocca, provocandomi un forte calore nel basso ventre.
"Cosa vuoi fare? Restare così?" le sussurrai mettendo la testa di lato mentre mi baciava il collo lentamente, morsicandomi appena.
"Tu non entri dentro." borbottò spostandomi i capelli da un lato.
"Perché scusa?" dissi alzando il tono di voce infuriandomi guardandola male, Zulema si staccò e mi guardò sconvolta, come se avessi detto la cazzata più grande del mondo.
La guardai dritta negli occhi mentre il vento gelido le spostava i capelli solleticandomi un pochino il viso, ma non le importò perché i suoi occhi erano molto più freddi di esso.
Anche i suoi capelli erano più scuri della notte e li sfiorai incantata trasmettendomi tutte le sue emozioni.
"Solo io, ho il diritto di guardarti." sbottò abbassandomi la bretella del vestito per lasciarmi una scia di baci nella mia spalla nuda facendomi gemere.
"Spiegami poi chi ti ha dato il permesso di uscire conciata così." aggiunse dopo mezzo secondo furiosa e la spinsi lontana da me.
"Mi vesto come cazzo voglio." sbottai incredula e incominciando a camminare.
"No!" urlò furiosa da dietro alle mie spalle ma non l'ascoltai e aumentai il passo facendo un rumore assordante con i tacchi.
Vidi la mia macchina in lontananza e sorrisi ma sentivo comunque la presenza del mio scorpione dietro di me.
"Acida bisbetica, fermati." disse raggiungendomi e mi girai sconvolta per il nomignolo che mi aveva dato.
Le feci il dito medio offesa ed entrai in macchina mettendo in moto ma Zulema mi bloccò aprendo lo sportello con forza e sedendosi al mio fianco.
"Te ne vai?" sbottai scuotendo la testa e accendendo il riscaldamento.
"Non prendo ordini da te." disse furiosa e a quel punto persi la pazienza.
"Bene, me ne vado io!" urlai arrabbiata ma la sua mano afferrò il mio polso con forza e spense la macchina.
"Tu non vai da nessuna parte senza di me." disse cercando le mie labbra e la baciai arrabbiata nel mentre che mi mettevo a cavalcioni sopra di lei, le morsicai il labbro con forza facendola gemere e percepii le sue mani posizionarsi sulla mia vita stretta.
"Ti odio, odio volerti così tanto." sussurrai contro la sua bocca e mi strinse il seno.
"In realtà lo ami da morire." disse afferrando il mio collo per avvicinarmi ancora di più al suo volto perfetto e scossi la testa sospirando.
"Non sai nulla, Zulema." sbottai muovendomi involontariamente sopra di lei e sentii il suo corpo tremare.
"So anche troppe cose." disse baciando il mio seno scoperto e stringendolo.
"Non è detto che siano tutte giuste." dissi guardandola furiosa nel mentre che mordevo piano la sua mascella scolpita.
"Bionda." ringhiò perdendo la pazienza e sorrisi soddisfatta per la sua reazione.
Amavo l'effetto che le provocavo, amavo la sua gelosia e i suoi modi possessivi che riservava solo per me.
Mi faceva sentire importante anche con le piccole cose e mi sentivo estremamente grata ad averla al mio fianco.
Incominciai a baciarle il collo lentamente e scesi più in basso alzandole la felpa marchiando un po' il suo addome tonico con i miei denti facendola gemere.
Mi inginocchiai nel mentre che Zulema tornava indietro con il sedile lasciandomi il giusto spazio e sorrisi, scossi la testa guardandomi attorno e mi legai i capelli sotto al suo sguardo pieno di desiderio e tremai leggermente.
Mi alzai posizionando le mani sulle sue cosce e le lasciai un bacio sulle labbra.
"Poi devi spiegarmi cosa stai facendo." disse divertita ma la guardai furiosa, volevo farle capire che non era l'unica ad avere il controllo.
"Come se la cosa ti dispiacesse." mormorai sensualmente ritornando al mio posto e giocherellai con la cintura dei suoi pantaloni fino a sbottonarli con forza.
"Oh." disse soltanto non appena glieli abbassai del tutto e alzai lo sguardo sorridendole maliziosamente.
"Sei una grandissima figlia di puttana." sussurrai allargandole le gambe ed entrando dentro di lei con la lingua strappandole un gemito, il mio ritmo era lento ed estenuante, il suo sapore mi era mancato tanto e gustai ogni centimetro del suo nucleo riservato per me.
I suoi gemiti riempirono il silenzio all'interno dell'auto mentre le afferravo le cosce con forza tenendola ferma e facendola urlare, le sue mani finirono nei miei capelli e mi spinse nella sua intimità e l'accontentai aumentando i miei movimenti esperti provocandole dei brividi.
"Maledetta." sussurrò mordendosi il labbro chiudendo gli occhi nel mentre che sogghignavo divertita, le parole di Román mi ritornarono in mente facendomi sussultare leggermente ed ebbi paura a confessarle i miei sentimenti così profondi.
Stavo cercando di dimostrarglielo in altri modi ma con Zulema anche con la minima cosa era difficile svolgerla, un gemito strozzato uscì dalle sue labbra e aumentai il ritmo portandola sempre di più al culmine e non appena fece per venire disegnai delle piccole circonferenze con la punta della lingua facendola urlare.
Le sue mani strinsero il sedile con forza non appena l'orgasmo la colpí in pieno e percepii i suoi muscoli rilassarsi nel mentre che si rivestiva, rossa in viso e senza fiato.
Era bellissima.
Serrai la mascella mentre mi leccavo il labbro percependo il suo sapore e scossi la testa divertita rimettendomi a cavalcioni sopra di lei.
"Mi fai uscire fuori di testa." sussurrò stringendomi recuperando aria e la baciai con tutto l'amore del mondo, senza fermarmi.
Zulema mi afferrò i capelli con forza facendomi portare la testa all'indietro scoprendo tutto il mio collo che venne divorato dalle sue labbra e dalla sua lingua, facendomi gemere e chiudere gli occhi dal piacere.
"È troppo tardi ormai." dissi dopo alcuni minuti riprendendomi un attimo lasciandole un'ultimo bacio prima di uscire dall'auto e rientrare dentro al locale sotto al suo sguardo penetrante e gelido.

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