Capitolo 8

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"Ok, non dobbiamo mai più andare su una montagna russa. È stato orribile" dissi. Eravamo appena scesi dalla struttura e avevo lo stomaco sotto sopra per le numerose discese. Menomale che non avevo mangiato niente prima di salirci.

"E allora facciamo qualcos'altro. Il tiro a segno va bene?" chiese Ginevra. "Tipo Game of thrones" disse Leonardo. "Oddio quella serie non mi è piaciuta per niente!" disse Alex. "Ma tu che vita hai?" chiese Leonardo, che idealizzava così tanto Game of Thrones che lo usava come stile di vita. "Sentite, al posto di fare una terza guerra mondiale su una serie INUTILE, prendiamo lo zucchero filato e poi alla sala degli specchi" disse Ginevra. Fummo tutti e tre d'accordo, anche se Leonardo sembrava offeso per il commento sulla sua serie preferita. Io presi lo zucchero filato alla fragola, mentre Ginevra quello al limone. Leonardo e Alex invece presero la piadina alla nutella. Entrammo spediti verso la casa degli specchi.

"Che ne dite, facciamo una sfida su chi riesce ad uscire per primo?" chiese Ginevra. "E chi vince potrà chiedere di fare qualsiasi cosa" disse Leonardo . I due erano i migliori ad orientarsi nella sala degli specchi, visto che lo zio di Leonardo gestiva una sala giochi e ci passavamo ogni weekend tra i vari giochi. Invece io, che avevo l'orientamento pari a zero, mi perdevo in continuazione ed arrivavo sempre ultima. Yeee, avrei perso anche quella volta!

"Ok, al mio tre partiamo" disse Leonardo. Sembrava quasi un maratoneta alla maratona di New York e il fuoco della passione gli risplendeva negli occhi, pronto a tutto per vincere. Perfetto, eravamo fregati."Uno, due, tre!" gridò Leonardo. Scattammo in avanti, e per poco Alex non andò a sbattere contro uno dei vetri.

Io iniziai a tastare le pareti, così non mi spaccavo il cranio dando una testata da qualche parte. Alla mia destra vedevo venti Ginevra riflesse negli specchi, mentre alla mia sinistra non vedevo nessuno. Era abbastanza confusionario quel gioco. Continuai ad avanzare. Ginevra era sparita e non vedevo nessun'altro. "Fantastico" pensai "Sono l'ultima ad essere rimasta qua dentro ". Meglio uscire il più velocemente possibile. Magari avevo ancora una possibilità di vincere.

"Ole, sono viva!" gridai mentre uscivo dalla sala degli specchi. Ovviamente Leonardo e Ginevra erano lì ad aspettarmi, pronti a prendermi in giro sul fatto che ci avessi messo più di loro per uscire dalla sala degli specchi. "Alex non è ancora uscito?" chiesi non vedendolo da nessuna parte. "In realtà sono qui" disse Alex uscendo in quel momento dalla sala e con la fronte leggermente rossa. "Fantastico, almeno ci siamo tutti" disse Ginevra sorridendo. Sbuffai scocciata.

"Cosa volete come premio?" chiesi. I due dementi si scambiarono due sorrisi d'intesa. "Giro della morte. Solo voi due" disse Leonardo. Alex fece un salto all'indietro per la paura, invece io mi tratteni nel mollare un ceffone ad entrambi. "Eddai avete perso entrambi! E poi il giro della morte non è così pericoloso" tentò di spiegare Ginevra. "Questa me la pagherete cara. Alex, vieni" dissi al povero ragazzo.

Ci avviammo entrambi verso il giro della morte con prodezza e coraggio, ma sotto sotto stremanti di paura. Sperai solo di non fare figure troppo imbarazzati, perché notai che anche Alex sembrava abbastanza terrorizzato. Deciso di incoraggiarlo dandogli una pacca sulla spalla. "C'è la possiamo fare" dissi con tono deciso e Alex annui. E mentre pagavamo i biglietti ed entravamo nella giostra, notai con la coda dell'occhio Roberto e Ginevra si diedero il cinque prima di dirigersi verso lo stand dei tramezzini.

"È stato fighissimo!" disse Alex mentre ci dirigevamo verso l'uscita. Per poco gli mollai un destro sul viso. Mi tremavano le gambe e avevo lo stomaco sottosopra per via della paura. "Senti, possiamo fare qualcosa che non comprenda montagne russe?" chiesi respirando per calmarmi adeguatamente. L'adrenalina e la tensione stavano scomparendo in fretta e non fu molto difficile calmarsi. Sorrisi verso il ragazzo, che stava pensando su cosa fare. "Che ne dici del tiro a segno?" disse Alex poco dopo. Evitai di dire che per me sembrava una cosa da bambini, quindi annui e ci avviammo allo stand del tiro a segno.

C'erano un sacco di pupazzi giganti appesi ai pali dello stand, mentre esposti su un tavolo c'erano quadrati di Kubrick, penne luccicanti, quaderni, giochi da tavolo, bombolette spray, coriandoli, pon pon da cherleeder e glitter. "Buona sera. Vorrei fare un giro" dissi al signore che dirigeva lo stand. Gli due euro e in cambio ricevetti un fucile in plastica. Dovevo mirare a quattro piramidi formati da bicchieri di plastica colorati e riuscì a farne cadere due viola-blu. In cambio il signore mi diede una copia di Cluedo. Invece Alex riuscì a farne cadere il doppio, vincendo un grosso orso verde con decorazioni arancioni. "Carino" dissi ridendo. "Basta che Nicole non lo venga a sapere" disse Alex. "Povero fratello minore, costretto a nascondere un carinissimo orsacchiotto verde e arancione" continuai io ridacchiando. Alex mi guardò malissimo. Ma che potevo farci se mi divertivo a stuzzicare la gente?

"A proposito, dove sono finiti Ginevra e Leonardo?" chiese Alex. Guardai il telefono. "Leonardo dice che è al tiro delle freccette. Ginevra lo sta guardando mentre mangia un non so che di tramezzino" dissi mostrandogli una foto. In primo piano c'era la mano di Ginevra che teneva un panino mentre sullo sfondo c'era Leonardo che tirava freccette al poligono da tiro. "Hai qualche idea prima di raggiungere quei due?" chiese Alex. "Tiro con l'arco!" gridai. Alex rise e ci incamminiamo verso lo stand del tiro con l'arco, che si trovava all'inizio della fiera, vicino alla strada.

Era iniziata un pioggerellina leggera, la classica pioggia estiva. La sentivo a malapena sulla pelle. Guardai la gonna rossa che Ginevra aveva abbinato con una maglietta bianca. Menomale che non era troppo bagnata. "Ecco lo stand" disse Alex. Gli affidai Cluedo, minacciandolo di ucciderlo con le mie doti da arciera se l'avesse rovinato. Alex alzò le mani come nei film polizieschi. Riuscii a centrare in pieno la figura stilizzata appesa ad una sbarra metallica e sorrisi orgogliosa. "Meglio non darti fastidio mentre hai un arco in mano" disse Alex. "E bravo" dissi io dandogli una manata sulla schiena. La pioggerellina era aumentata, quindi restammo sotto il tetto dello stand. Non sapendo che dire c'era un silenzio un po' imbarazzante, rotto solo dalla pioggia che tamburellava sulla strada. "Senti Matilde, devo dirti una cosa". Mi girai verso Alex. Gli vedevo a malapena il viso per via del pupazzo, ma si capiva che era agitato per via del tono.

"Senti... È dal primo giorno che... cavolo, è così difficile da spiegare" disse Alex. Pensai che gli fosse tornato in mente quello che era successo ad Emma quel giorno e che volesse, non lo so, raccontarmi qualcosa su di lei. "Forse gli ricordo Emma perché potrei avere qualche somiglianza con lei: magari i capelli o il colore degli occhi, o forse qualcosa del carattere. Addirittura potremmo avere lo stesso timbro di voce" pensai. Conoscevo un sacco di persone che per un modo o per un'altro assomigliavano ad un parente o ad uno sconosciuto. Ad esempio Fabio, il mio compagno del corso di nuoto, assomiglia in modo assurdo al padre. O Cincia, mia compagna di classe, aveva lo stesso taglio di viso della cugina più piccola di quattro anni "Può essere così, o se non lo è devo stare vicino ad Alex perché ha appena subito una perdita ed é distrutto" pensai.

Gli appoggiai la mano sulla spalla. "Dillo a parole tue " dissi comprensiva. Alex tirò un sospiro profondo. "Tu mi piaci" disse semplicemente. Il mio cuore fece un balzo per l'emozione. "È dal primo giorno che ti ho visto alla fattoria che mi sei piaciuta. Lo so che è da poco tempo che ci conosciamo, e forse neanche tu ricambi i miei sentimenti, però volevo dirtelo". Aspetta. Alex stava arrossendo? "Quindi che ne dici?". Sgranai gli occhi.

Ma non era per quello che mi aveva appena rivelato. "Alex, attento!" gridai spostandolo e parandomi davanti a lui. Poco dopo caddi a terra e intorno a me il mondo si spense.

"Ma dove cavolo sono finiti quei due?" borbottò Leonardo . Aveva finito di provare vari stuzzichini grechi insieme a Ginevra e ora stavano cercando Alex e Matilde tra la folla ma senza successo. "Forse sono allo stand della marmellata" propose Ginevra. "No non credo... Ehi , ma che sta succedendo?" chiese Leonardo. C'era una certa agitazione tra la folla e avvicinandosi i due capirono perché: Alex che portava tra le braccia Matilde. Aveva gli occhi chiusi e la pelle bianco cadaverico. E poi Leonardo notò il sangue che gli usciva dallo stomaco. Corse verso Alex. Stava piangendo a dirotto e respirava a fatica.

"Alex, che è successo?!" Gridò Leonardo spaventato. "Oddio" disse Ginevra . Indicò a Leonardo quello che aveva notato in mezzo al petto dell'amica e il ragazzo si paralizzò dall'orrore : un foro inferto da un proiettile.

Vacanze all'isola dei fioriWhere stories live. Discover now