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Era riuscita a prendere al volo la metro rischiando di rimanere chiusa tra le porte, se non fosse stato per un ragazzo ricciolino biondo che gli aveva teso la mano tirandola dentro. Dopo averlo ringraziato, Chloe andò a sedersi in fondo sul seggiolino azzurro alle spalle della grande vetrata, rivolta verso l'uscita. La sua attenzione venne rapita da un uomo sui 40 anni circa, visibilmente agitato che continuava a mimare qualcosa con le labbra, mentre teneva tra le mani un mazzo di tulipani gialli.

Chloe sorrise con gli occhi languidi, stava si­curamente andando dalla donna della sua vita ed era innamorato follemente. L'aveva capi­to dalla scelta del fiore, il tulipano è una perfetta dichiarazione d'amore, inoltre aveva scel­to il colore giallo che stava a dire: «C'è il sole nel tuo sorriso. Sono disperatamente inna­morato di te». Chissà se lei avrebbe ricambiato, se avrebbe compreso il significato di quel gesto senza che lui dicesse nulla.

La metro frenò di colpo, l'uomo dei fiori sospirò mentre scendeva, lei lo seguì con lo sguar­do e lo vide inginocchiarsi davanti alla ragazza in lacrime, poi il buio: erano ripartiti. So­spirò con gli occhi rivolti al cielo, appoggiando la testa alla vetrata, quella scena le aveva regalato un po' di serenità. La voce all'altoparlante annunciò la fermata successiva, ancora una e avrebbe finalmente scoperto cosa era successo.

Una leggera vibrazione la avvisò che qualcuno la stava cercando, tirò fuori dalla tasca il cellulare e trovò un messaggio di Ashley: «Mostrati con il sorriso, loro sono fieri di te».

Quelle parole furono come una carezza, la sua amica era riuscita ancora una volta a farla sentire protetta. La voce annunciò l'arrivo alla fermata, Chloe scese con il sorriso in viso ri­pensando a quanto aveva avuto ragione Aurora: la loro amicizia era troppo importante.

Oltrepassò i tornelli e prese le scale mobili, quando le tornò alla mente la lite con Ashley, la sera da cui era scaturito tutto.

Era stata ferita senza motivo, non da una persona qualsiasi ma da colei che aveva sempre considerato una sorella. Una coltellata alle spalle nel momento in cui era più fragile... A nulla erano valsi i tentativi di Aurora per smorzare la situazione, Chloe era stata irremovi­bile: per lei la questione era chiusa. Durante quelle settimane di silenzio, però Aurora non si era arresa, aveva cercato giorno dopo giorno di ricordarle l'importanza dell'amicizia, cosa erano state l'una per l'altra, mostrandole i momenti più intensi vissuti insieme. Anche quel tentativo si era rivelato fallimentare, decise così di adottare un'altra tecnica, sicura che se si fossero viste sarebbero state costrette a parlare.

Era un sabato pomeriggio, aveva ricevuto un messaggio da Aurora dove le chiedeva un appuntamento urgente al solito posto, Chloe aveva accettato subito non poteva dirle di no!

Alle 15 in punto arrivò al Busters e si precipitò dentro ad occupare il solito tavolo, ma si pietrificò quando vide chi la stava aspettando.

«Ashley, cosa ci fai qui?» tuonò Chloe incrociando le braccia

«Siediti, per favore»

«Questa da Aurora non me lo aspettavo! Non ho tempo da perdere» replicò voltandosi per andare via.

«Lei non c'entra, è stata una mia idea. Dammi la possibilità di parlare, di spiegarmi poi deciderai cosa fare» chiese Ashley trattenendola.

Chloe ritrasse il braccio, facendo un sonoro sbuffo, senza dire una parola trascinò indietro la sedia sul pavimento di legno e si sedette poggiando entrambe le mani sul tavolino: «Ti ascolto»

L'amica annuì con lo sguardo basso, le mani sudate sfregate sui pantaloni bianchi e le pa­role che sembravano non uscire.

«Ho sbagliato tutto, sono mortificata. Mi sono resa conto subito di ciò che avevo detto, ma tu non mi hai mai dato modo di dirtelo»

Cascare nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now