Capitolo 18.

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Zayn’s POV:

Fu l’ennesima dottoressa che entrò nella stanza. La guardai palesemente annoiato.

Erano così rompicoglioni?

Stavo bene, non c’era bisogno di fare tutte quelle sceneggiate.

Quella la conoscevo però, quella specie di amica che Kate si era fatta nei suoi giorni in ospedale, nonché grande fan della bromance Kate e Zayn.

La guardai avvicinarsi a me silenziosamente con un dito sulle labbra come per zittirmi.

Spense la luce al lato della mia testa ed io mi riposizionai meglio per capire cosa diavolo aveva intenzione di fare, voleva uccidermi o qualcosa del genere?

Avevo un braccio rotto e lei era una donna, ma l’avrei stesa a terra lo stesso.

Ma poi però, entrò dalla porta qualcun altro.

Un'esile figura che nel buio della stanza veniva illuminata da una luce minuscola.

Se avessero avuto quei macchinari che stanno a registrare la frequenza del battito cardiaco, avrebbero sentito tutti nell’ospedale il mio cuore impazzire, completamente.

Aveva una specie di dolce tra le mani, ed una candelina al centro.

Camminava quasi con le mani che le tramavano, verso di me e a bassa voce cantava una canzone di buon compleanno.

Sono un’idiota se ammetto che quasi mi scesero le lacrime per la gioia?

E lei era così emozionata, che quando incrociò il mio sguardo, potevo vedere anche i suoi occhi lucidi.

Sorrideva talmente tanto che non riuscì neanche a finire la canzone, quando la dottoressa sparì comunicandoci che avevamo soltanto due minuti.

Si chiuse anche la porta alle sue spalle, e Kate ormai vicina a me, disse: -Esprimi un desiderio. Mancano pochi minuti e non sarà più il tuo compleanno, dai, dai!-

Stava per piangere dalla gioia, sul serio, ed io per la prima volta da quando non ero più un bambino, soffiai una candelina.

Le presi il dolce dalle mani, appoggiandolo sul mobile affianco a lei, e la spinsi contro di me abbracciandola come non facevo da una vita.

Lei esitò qualche istante, per paura di farmi male il braccio rotto, ma dopo un po’ cedette anche lei, perdendosi nell’incavo del mio collo.

Odorava di vaniglia, e solo il suo profumo bastò ad invadermi tutti i sensi.

La mia mano sulla schiena percepì il tessuto leggero del pigiama che indossava, facendomi capire quanto fossi vicino alla sua pelle.

Lei però si sciolse dall’abbraccio poco dopo, ma non fece ciò che mi aspettavo.

Mi baciò sulla guancia, e sussurrò: -Ci vediamo domani.-

Ci vediamo domani?

Era una battuta?

Mi dispiace molto, ma dal momento che mi si era presentata davanti, non me ne sarebbe fregato più un accidente di tutto il resto.

Infatti con un gesto rapido l’afferrai per il braccio: -Dove credi di andare?-

L’avvicinai a me e nonostante il buio, mi resi conto del cerotto che aveva sulla fronte.

Ricordavo perfettamente quando nell’auto l’avevo vista sanguinare proprio in quel punto.

-Non posso…-

-Non puoi cosa?- la stuzzicai sapendo che non voleva proprio andarsene.

Ed io non volevo proprio che lo facesse.

The Sign || What if...Donde viven las historias. Descúbrelo ahora