Dillo Alla Luna (parte 2)

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Mi avvicino alla finestra e mi affaccio poggiando una mano sul davanzale.
La luna è alta nel cielo, piena, bellissima. È così luminosa vista dalla spiaggia...
La mancanza di luci artificiali ci regala questo affascinante cielo ricco di stelle che per un attimo mi dona un senso di pace e tranquillità.
Abbasso lo sguardo sul riflesso chiaro nel mare e la vedo lì sulla riva che a piedi nudi cammina lasciandosi bagnare i piedi.
Ogni tanto piega la testa indietro e la luce della luna le bacia lussuriosa i lineamenti del viso.
Percorro con lo sguardo il profilo, fino a scendere al collo, alle spalle, al petto.
La maglietta chiara aderisce perfettamente al suo corpo esile e un calore inappropriato si fa spazio nel mio basso ventre.
È un miraggio, ammaliante e bellissimo.
Mi sto sfiorando le labbra e nemmeno me ne sto rendendo conto...
Rimuovo di scatto le dita dal mio viso e scuoto la testa.
Inspiro l’aria fresca e deglutisco.
La devo raggiungere, necessito di averla vicino, di parlarci e di guardarla bella com’è alla luce chiara e seducente della luna.

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Di fronte a questo meraviglioso cullarsi delle onde, respiro profondamente osservando l'infinito del cielo e delle sue stelle.
La sabbia è quasi fredda, con il giungere della notte ha perso tutto il suo calore.
Tutto ciò che voglio di più al mondo è a un passo da me, ma è come se non riuscissi mai a raggiungerlo definitivamente.
Come se giunta all'ultimo ostacolo ci fosse una forza maggiore che ne aggiunge degli altri, sempre più insormontabili.
È sempre stato così con lei.
Accendo un sigaretta.
Mi piace vedere il fumo uscire dalla mia bocca in contrasto con il chiaro di luna.
Le luci di casa sono spente.
Speravo potesse raggiungermi, invece, sta di nuovo vincendo l'orgoglio.
Rimango qui, ancora un pò, immersa nei miei pensieri e nelle mie insicurezze.
Mi siedo giocando con la sabbia, e osservando dei pesci che con l'alta marea giocano vicino alla riva.
Improvvisamente una coperta calda mi viene posata sulle spalle.
Sussulto ma non mi volto.
So chi è, il suo profumo la precede, inconfondibile.
Lei è qui.
"Non senti freddo?"
È più il freddo che ho dentro a infastidire Maca.

"In effetti questa sera è un po' fresca"
Si posiziona a fianco a me anche lei con una coperta avvolta a se stessa.
Deglutisco.
Sono arrabbiata, agitata, e la sua bellezza mi disarma, mi manda completamente fuori controllo.
Vorrei accorciare le distanze senza aggiungere una parola in più di quelle già dette, ma non può funzionare così.
Un rapporto come il nostro deve avere fondamenta solide, altrimenti finiremo per farlo crollare in men che non si dica.

"Perché sei qui Zulema?
Perché mi hai evitata per tutto il giorno?"

"Potrei chiederti lo stesso!"
Rispondo seccamente.

"Perché non mi hai chiesto di venire con te? Volevi evitarmi? Anche stasera? Ignorarmi come hai fatto per tutto il giorno?"
Non c'è astio nella sua voce, ma nemmeno dolcezza.
Fissa il suo sguardo nel mio in cerca di risposte mentre indietreggia di qualche passo, ma prima che possa pronunciare qualsiasi cosa, mi blocca.

"Lascia perdere, forse ho sbagliato a pensare che tu fossi cambiata.
Sei sempre la solita"
È fredda, distante forse delusa.

"Andiamo Maca...
sei stata sulle tue per tutta la giornata.
Poi vieni qui, col tuo faccino d'angelo ad accusarmi di una cosa che hai fatto anche tu. Prenditi le tue responsabilità qualche volta"

"Le mie responsabilità?
LE MIE RESPONSABILITÀ?
Quali responsabilità?
Hai sempre deciso tu, sempre e solo tu, per entrambe!"

Urla queste parole con sicurezza ferendomi ancor di più, ma non ci sto.
"Questo non è vero!
Potrei anche averti imposto alcune mie decisioni, ma non posso decidere i tuoi sentimenti. Perché se solo ne avessi avuto la possibilità...
... non saremmo arrivate a questo punto!"

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