21. Ciao Giulia

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"PERCHÉ?!" urlai per poi sbuffare.

Stavo facendo i compiti di matematica e non stavo capendo niente, nella mia mente c'era il nulla più totale e non riuscivo nemmeno a concentrarmi.
Da quando Pierce è uscito da camera mia non riuscivo a capire niente.
Mi aveva fatto sicuramente un incantesimo, se no non si spiegava.

Sbuffai di nuovo guardando la serie di numeri che avevo scritto sul quaderno e decisi di fare una pausa.
Avrei ripreso quando mi sarei sentita meglio.

Decisi quindi di uscire e respirare un po' d'aria fresca.
Presi il cappotto, la sciarpa, il cappello e i guanti. Si, faceva molto freddo, anche perché eravamo a fine novembre.

Uscii stando attenta a chiudere la porta a chiave sta volta. Cavoli, mi ha fatto venire anche le paranoie quel disgraziato!

Non sapendo dove andare decisi di fare un giretto per il giardino enorme del campus e poi forse avrei potuto fare un salto in biblioteca.
Erano soltanto le 18.00 ma fuori era già buio e le stradine erano già illuminate dai pali della luce.
Abbastanza inquietante dovevo ammettere, soprattutto per il fatto che era tutto praticamente deserto.
Ci mancava solo che mi rapissero durante la notte ed ero apposto.
Beh, almeno nella mia vita ci sarebbe stato un po' di movimento visto che in questi giorni l'unica cosa che ho fatto è stata: andare a scuola, tornare in stanza, studiare e deprimermi sul fatto che Damon Salvatore si sia sposato e abbia già una figlia.

Immersa nei miei pensieri, continuai a camminare non accorgendomi di dove stessi andando.
Ad un certo punto mi risvegliai osservando due presenze che parlavano anonimamente nel buio. Erano vicino il muretto della scuola ed erano circondati da cespugli, perciò non avrebbero potuto vedermi.

Non sapevo cosa fare, impicciarmi delle conversazioni anonime altrui o proseguire il mio cammino?
Beh, mi sembra ovvia la risposta.

Mi avvicinai lentamente alle due figure nascondendomi dietro un cespuglio e notai che le figure erano un uomo e una donna.

Ah.
Nella mia mente immaginai tutte le azioni perverse che avrebbero potuto fare in quel momento e mi sgridai mentalmente per non essermi fatta gli affari miei, così feci dietrofront e lentamente provai a fare dei passi per allontanarmi al più presto di lì, quando sentii una voce a me più che familiare...

"Ti prego..." sentii sussurrare.
E anche se quelle due parole erano state soltanto un mugolio di piacere, riuscì benissimo a capire di chi si trattasse.
Mi bloccai.

E purché la situazione fosse abbastanza ambigua, decisi di intervenire.

Non poteva tradire Louis così, soprattutto dopo essersi accampata direttamente nel suo dormitorio.
Ma è proprio quando spostai le piante per farmi avanti e mettere fine a quell' adulterio che capii di non aver mai conosciuto la mia migliore amica.

Notandomi, Giulia rimase paralizzata e il ragazzo che mi dava la schiena pure.
La situazione era molto imbarazzante in quel momento, ma per me solo umiliante.

Decisi di far parlare lei quando il ragazzo si girò verso di me.

Il mio cuore si spezzò completamente quel giorno.
Gli occhi verdi che ora fissavano il mio volto con dispiacere non erano comparabili ai miei marroni, che erano delusi. Ma delusi da cosa? Io e lui non stavamo insieme eppure mi sentii sporca, umiliata dalla persona che ritenevo mia sorella e che mi aveva sempre detto di stare lontano da uno come lui, quando scopro che stavano proprio facendo sesso dietro la scuola.

Scommetto che se non avessimo litigato li avrei scoperti proprio sul mio letto...

Sorrisi debolmente trattenendo ancora una volta le lacrime e scossi la testa lentamente, mettendo fine al contatto visivo tra me e Jacob.

"Ma che bella coppia" dissi alzando poi lo sguardo schifato su Giulia.

"Tu e la coerenza siete proprio due cose diverse eh -risi- e pensa che io mi sono fatta milioni di pensieri su cosa io abbia fatto di sbagliato a te, quando qui l'unica risposta è abbastanza evidente. Ho visto tantissime persone odiarmi e buttarmi a terra- dissi spostando poi lo sguardo su Jake che lo spostò a terra per poi portarlo di nuovo su di lei- e io pensavo sempre che la colpa fosse mia, che c'era qualcosa di sbagliato in me, che le persone mi odiavano per un motivo, cioè io, ma oramai ho capito. Delle persone non ci si deve mai fidare - mi scappò un singhiozzo - e nemmeno affezionare, se no ecco cosa succede, vieni tradito e nemmeno per colpa tua!" urlai alla fine.

Giulia aveva iniziato a piangere ma io non mi permisi di farlo.
"Perché? Dopo tutti questi anni come mia migliore e unica amica...perché?" sussurrai sfinita.

"Hai ragione! Ero gelosa, e lo sono ancora adesso! Non capivo come mai la gente ti desse tante attenzioni, e se tu dici il contrario è perché sei un'ingenua! Lo vedevo come i ragazzi ti guardavano al liceo, di come potessi essere popolare per essere la nemica di Melany, e di come potessi ricevere le attenzioni del suo fidanzato che ti stava sempre dietro come un cagnolino! Tu non lo hai visto tutto questo? Certo che no! Poi però quando siamo partite per il college pensavo di poter ricominciare daccapo ma poi hai incontrato lui e...ecco che sei di nuovo la più importante dell'universo!" singhiozzò per poi asciugarsi le lacrime.

Ero a pezzi. Non sapevo più chi mi volesse veramente bene o no, non conoscevo più nessuno. Ero schifata da come potessero essere alcune persone.
"Tu...tu per caso c'eri durante gli anni di liceo? No perché non mi sembra di conoscerti, non più almeno...
Non ti ricordi di quante cose brutte io abbia passato? Ero famosa come dici tu, si, ma non per questo venivo amata, anzi il contrario semmai.
Tutte le risate dei compagni quando passavo, tutti gli scherzi di poco gusto che mi hanno fatto, per non parlare degli sguardi di disgusto.
Ti reputavo l'unica che mi volesse veramente bene, la sorella che non ho mai avuto! Tu eri l'unica che mi faceva sentire normale e con cui era sempre un piacere passare le giornate.
Eri una parte di me, Giulia...e se mi avessi voluto veramente bene non te ne sarebbe fregato quanto fossi "popolare" se così lo vogliamo chiamare. Non lo sono, e poi sono passati solo pochi mesi dall'inizio della scuola, smettila di sottovalutarti! Semmai io ti avrei dovuto invidiare. Facevi sempre amicizia in fretta e sapevi mettere a loro agio le persone sin da quando le hai incontrate. Ti ammiravo, per questo ti sono sempre stata accanto! Ma ora, non ti riconosco più...e mi dispiace che tu pensi questo di me ma sinceramente non mi importa più"
La ammutolii in un secondo.

E poi spostai lo sguardo su di lui e una serie di brividi mi percossero il corpo.
Lui alzò lo sguardo che fino ad ora aveva tenuto a terra e dopo un lungo silenzio parlò.

"Senti, io non volevo fare niente di tutto ciò, è lei che mi si è accollata addosso, e si, so che non è una cosa bella da dire ma è vero e non posso farci niente" disse dispiaciuto.

Sospirai.
Infondo non era colpa sua.
"Beh, almeno tu sei sempre rimasto lo stesso, perciò non ti do colpe per cose che da te mi sarei aspettata" dissi.

"Non so se prenderlo come un complimento oppure no... ma ti ringrazio" disse confuso.

Ridemmo mentre Giulia ci guardava triste.
Era strano poter ridere anche in situazioni del genere.
Avevo appena scoperto la mia amica con Pierce ma anche se lui non c'entrava niente, una fitta di gelosia mi pervase, ma per il momento decisi di cacciarla via.

Decisi quindi di andarmene, lontano da qui e sta volta, anche dalla mia migliore amica.
Jacob se ne andò con la moto vicino al muretto, che non avevo notato essendo troppo presa da altro, dicendo che aveva qualcosa di importante da fare e io andai dalla parte opposta lasciando Giulia da sola, che non fece nulla per fermarmi.

È proprio quando tornai a casa che mi buttai sul letto e mi lasciai andare, lasciandomi tutto alle spalle, sia i pensieri negativi che i compiti di matematica che dovevo ancora terminare, passando la serata piangendo e addormentandomi con gli occhi rossi.

Quella notte sognai un coniglio bianco in mezzo a moltissimi conigli di colore nero. Chi più scuro e chi più chiaro ma mi accorsi che nessuno era completamente bianco...

Amore & Odio Where stories live. Discover now