The Nicest Thing

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 All i know is that you' re so niceYou're the nicest thing I've ever seen[...] Basically, I wish that you loved meI wish that you knew when I said two sugars,Actually I meant three
- Kate Nash, Nicest Thing













Era sparito nel nulla.
Un ragazzo dai capelli biondi si era guardato intorno, stizzito nel suo costume da cecchino – che in realtà non stava indossando, perché non esiste una maschera fissa per un killer -, chiedendo al suo amico dove fosse finito L.
L'altro aveva alzato distrattamente gli occhi verdi dal cellulare, scrollando le spalle.
Light concesse un sorriso di cortesia al ragazzo che si era complimentato con lui per l'ultima eccellente partita di tennis, e aveva abbandonato il bicchiere di plastica pieno di birra sulla prima superficie libera. Si era allontanato dagli altri, stando ben attento a non farsi notare, esitando solo un istante sulla soglia della cucina.







Faceva freddo quella sera.
Non c'erano stelle nel cielo viola, ma solo grosse nubi. L restò con la testa alzata verso l'alto per molto tempo, a studiare qualcosa che non vedeva. Non amava le feste, non gli piaceva ritrovarsi in una stanza piena di persone.
Si appoggiò al muro, sul retro di casa Yagami, aspettando che il vento penetrasse nel tessuto della sua maglietta bianca. Non pensò proprio a nulla: se ne stava lì, fermo, a guardare un cielo senza stelle.
«Cosa stai facendo?»
Riconobbe la voce nel giro di un secondo e quella fu l'unica ragione per cui, lentamente, decise di voltare il capo verso il ragazzo. Light Yagami lo osservava con le sopracciglia aggrottate, il volto pulito baciato dalla luce fredda dei lampioni, e un bicchiere fumante nella mano destra.
Non ebbe bisogno di annusare la bevanda per capire di cosa si trattava, e a chi fosse destinata. Sorrise mentalmente per quella piccola vittoria, mentre l'altro avanzava nella sua direzione.
«I tuoi amici cominciano a preoccuparsi.»
Bugia.
Se L avesse conosciuto una persona da considerare veramente amica, probabilmente sarebbe stata già al suo fianco da un quarto d'ora. Ma non lo corresse: lasciò che gli fosse vicino, tanto da poter ammirare il duro lavoro di Misa Amane nel renderlo pallido come un vampiro.
L'odore intenso di Light lo scombussolò, ma finse di esserne immune. «Sto testando il mio travestimento».
«Già, e quale sarebbe?»
«Sono un fantasma», gli disse. «Nessuno è in grado di vedere un fantasma».
«Io ti vedo».
Sentì l'aria gelida di quel 31 Ottobre gelargli le ossa, una ciocca corvina ribelle gli pizzicò la radice del naso. «Forse voglio che tu mi veda».
Lo fissò con insistenza, inchiodando lo sguardo in quegli occhi nocciola perfetti per un assassino notturno, aspettando la sua reazione in silenzio e gustando il disagio nella smorfia che Light gli riservò prima di allungare la mano accanto al suo braccio.
«Oh, per me?» L non si sforzò neanche di dissimulare il sarcasmo, sfiorando con le dita gelide quelle di Light prima di afferrare il bicchiere. «Che pensiero gentile da parte tua».
Light ritrasse la mano come se si fosse appena scottato. «Sta' zitto e bevi», sputò, e L rise sotto i baffi per quel maldestro tentativo di mascherare l'imbarazzo.
«Resta comunque un gesto carino», mormorò, soffiando sul bordo.
«Tu sei un fantasma, non esisti». Light incrociò le braccia al petto. Il vampiro più infantile della serata, con quel broncio da bambino offeso e i capelli ramati perfettamente pettinati. L si chiese come avesse fatto a sfuggire dalle grinfie di Misa.
«Se non esisto...» cominciò, sorseggiando il liquido bollente con tutta la calma di cui era capace, per poi spiarlo con la coda dell'occhio, «perché mi hai preparato una cioccolata calda?»
Lo vide irrigidirsi nella sua bella camicia bianca, il bavero del mantello scuro che risaltava gli zigomi. «Forse non voglio diventare uno sciamano», disse infine, con falsa noncuranza.
Bel tentativo, Light. Bel tentativo.
«Peccato».
La cioccolata calda gli addolcì il palato, riscaldandolo da quel gelo che si era impossessato del suo corpo. Era perfetta, proprio come piaceva a lui: zuccherata al punto giusto, liquida e bollente.
Si leccò le labbra per non sprecare neanche una goccia di quella bevanda, certo di avere gli occhi attenti di Light su di sé. Sulla sua bocca.
Light Yagami...
Lo aveva conosciuto all'inizio dell'anno accademico, dopo essersi trasferito dall'Inghilterra, e da quel momento era cambiato qualcosa. Light aveva un potere su di lui, era stato l'unica persona capace di attrarre la sua attenzione dopo tanto tempo.
Era intelligente, infantile e complicato.
Nascondeva tante cose, Light. Le nascondeva per bene dietro la maschera del ragazzo perfetto, ma L non ci era mai cascato. Non ci aveva mai creduto, neanche per un istante.
Light Yagami era la persona meno trasparente e sincera del mondo, eppure L non aveva desiderato altro che trascorrere l'intera serata con lui. Parlargli, stuzzicarlo, stare in sua compagnia.
Con quella cioccolata calda a scaldargli le dita infreddolite, si convinse che per il giapponese doveva essere lo stesso.
«Non amo le feste.»
Nel silenzio sceso tra loro due, quella frase banale pesò come una confessione. L aveva deciso di esporsi, di lanciare l'esca e attendere che il ragazzo abboccasse all'amo.
«A chi piacciono?»
«Alla tua ragazza sembrano piacere molto».
Light storse le labbra con lo stesso disgusto di chi ha appena mangiato cibo avariato. «Misa non è la mia ragazza!» si difese, oltraggiato. «È solo fastidiosa».
Uno strano luccichio animò gli occhi neri di L, contornati dalla vistose occhiaie perenni. Un luccichio che Light non notò subito. «Ah sì?»
«Preferirei morire».
«Che melodrammatico».
«Disse Mister Fantasma», lo rimbeccò, infastidito dal suo tono.
Per qualche strana ragione al mondo, L adorava irritarlo al punto da beccarsi una risposta acida con quel fare saccente che aveva imparato a conoscere.
Ogni provocazione accolta era una piccola vittoria, una piccola soddisfazione.
«Hai ragione» gli concesse, portandosi nuovamente il bicchiere alle labbra. «Chiedo scusa».
Era carino, Light Yagami. Era carino da imbronciato, ma era ancora più carino quando usava il cervello. Quando lo sfidava senza alcuna ragione.
Light era di sicuro la persona più carina che avesse mai conosciuto, e questo lo spaventava.

The Nicest ThingWhere stories live. Discover now