Infinity

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Narratore esterno

Tre anni dopo...

Si presentava una nuova, fantastica, magnifica giornata per Harry. Piena di volti amici, cena in famiglia e un'entusiasmante festa notturna.

E questo sarebbe stato incredibilmente bello.

Sì, se solo Harry fosse vissuto in un sogno o in una specie di mondo magico e perfetto.

Ma chi era ora Harry? 

Harry Edward Styles, 20 anni, capelli ancora ricci del loro solito color cioccolato lunghi fino alle spalle o poco più, la pelle un po' meno pallida adesso che era stata esposta al sole e leggermente rosea sulle guance morbide, zigomi lievemente accentuati, mascella scolpita e i suoi tipici occhi verde smeraldo che talvolta tendevano al color menta.

All'apparenza sembrava essere una figura imponente e forte, vedendolo si sarebbe quasi potuto pensare che potesse tenere il mondo intero in una sola mano, ma tutti hanno i propri demoni.

Harry, però, non era più il ragazzo insicuro di tre anni prima. Il suo carattere era stato modificato dalle continue delusioni e, proprio come aveva detto a Louis quando aveva solo 17 anni, se avesse subito altre sofferenze sarebbe finito per diventare una di quelle persone fredde e distaccate.

Stava per frequentare l'università e sarebbe partito proprio questo giorno per alloggiare nella residenza appartenente alla scuola.

"Buongiorno tesoro"

"Buongiorno mamma, fra poco parto. Ci vedremo fra qualche mese, probabilmente tornerò per Natale."

"Va bene amore, non dimenticare nulla."

Passò una decina di minuti ed Harry uscì di casa recandosi verso il luogo dove avrebbe vissuto da quel giorno.

***

Erano le 10.00 e Harry stava aspettando da ormai dieci minuti l'arrivo del suo treno muovendo impazientemente  la gamba e sbattendo la scarpa contro il pavimento ripetutamente.

Finalmente il treno arrivò e non perse tempo per salirci. Mentre stava entrando nel veicolo però si imbatté in qualcuno, un qualcuno di molto basso e dai capelli arruffati. 

"Cavolo, guarda dove metti i piedi!" una voce acuta provenne da sotto di lui così abbassò il mento alla ricerca del ragazzo che aveva parlato.

Il ragazzo aveva lo sguardo alto verso Harry e le sopracciglia contratte. I due sguardi si incontrarono e il ragazzo più basso rimase paralizzato sul posto, mentre il più alto raccolse la sua valigia indifferente e si allontanò.

"Hei aspetta! Ti è caduto quest-" l'oggetto che teneva in mano si illuminò ed apparve una notifica sullo schermo.

Eleanor: Io sono già arrivata, ci vediamo lì Harold.

Harry strappò bruscamente il telefono dalle mani del ragazzo tornando a camminare all'interno del vagone alla ricerca di un posto libero su cui sedersi.

"Ci si rivede Harold, da quanto tempo." lo prese in giro Louis.

A quanto pare la pace di Harry era destinata a durare poco. La musica piacevole che vibrava nelle sue orecchie venne interrotta da una voce acuta, la stessa voce acuta di qualche minuto prima.

"Non chiamarmi Harold, mi chiamano così solo i miei amici."

"Come dovrei chiamarti allora? Riccio? Occhi dolci? Sai credo che ti starebbero proprio bene questi nomi."

"Non chiamarmi, è più facile."

"Quanto siamo scontrosi, anche se ci siamo lasciati questo non vuol dire che devi trattarmi male per forza."

Sensitive//Larry StylinsonWhere stories live. Discover now