𝐑𝐞𝐝 𝐓𝐡𝐫𝐞𝐚𝐝

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❝ Che le parole lontane, giuro, te le voglio urlare❞

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La pioggia batteva incessante sull'asfalto delle strade mentre i tuoni si potevano udire in lontananza.

Dongju stava correndo lungo il marciapiede reggendo l'ombrello sopra la sua testa. Le scarpe, così come i vestiti, erano completamente bagnate.

Era successo di nuovo, aveva nuovamente abbandonato tutto per andare in aiuto al suo amico. Che poi tanto amico non era.

Aveva sempre saputo di amare alla follia quel ragazzo, da quando lo aveva visto per la prima volta dietro il bancone di quel negozio.

Da quel momento era sempre tornato in quello stesso posto per vederlo più spesso, fin quando questi si avvicinò.

«Ciao» Disse timidamente, e da lì naque l'amicizia tra i due.

Ma il minore aveva sempre saputo di amare quel ragazzo, lo sapeva quando sentiva le farfalle nello stomaco per un solo sorriso dell'altro, quando gli appoggiava una mano sulla spalla in segno di affetto, persino quando lo invitava a tornare dal suo fidanzato per risolvere una lite.

Perché sì, questi aveva un ragazzo con cui stava da ormai tre anni. Capitava spesso che i due litigassero, e quando accadeva, Dongju era sempre pronto a correre in soccorso di Geonhak, il quale puntualmente lo chiamava piangendo.

Erano litigi stupidi, insignificanti, entrambi dicevano di amarsi, e lo dimostravano anche davanti al più piccolo che ogni volta soffriva in silenzio.

Aveva imparato a trattenersi, si congedava velocemente per poi dirigersi verso la sua casa.
Certe volte le lacrime iniziavano a scendere durante il tragitto e allora era costretto ad entrare nel primo locale che avesse un bagno dove poter piangere e soffocare i suoi sentimenti.

Tutto quello stava diventando troppo per lui, avrebbe voluto avere il coraggio di dichiararsi e dire apertamente ciò che provava per il maggiore, ma non poteva.

Non poteva perchè sapeva quanto questi fosse felice con Seoho, non poteva perchè gli avevano insegnato che se ami una persona devi volere la sua felicità prima di ogni altra cosa. Ma questo anche a costo di sentirsi il cuore strappato dal petto ogni fottuta volta?

No. Non poteva essere così.

Quel giorno stava correndo verso casa del maggiore per l'ennesima volta.

"Dongju, ti prego, non so cosa fare"

Quelle furono le uniche parole che udì prima di chiudere velocemente la telefonata e precipitarsi fuori casa. Prese solo l'ombrello dove la porta sapendo che stava piovendo.

Ogni volta diventava sempre più difficile interpretare la parte dell'amico pronto ad aiutare, ma si sforzava di continuare a recitare, lo faceva per lui, per la persona che amava ma che non poteva avere.

Appena aprì la porta si fiondò ad abbracciarlo, uno quegli abbracci che facevano fare una capriola al cuore di Dongju ogni volta, uno quegli abbracci così insignificanti, ma allo stesso tempo pieno di significato.

«Cosa è successo questa volta?»

Il minore parlò per primo interrompendo il contatto, anche se sapeva già là risposta. Infatti non rimase sorpreso quando Geonhak gli disse l'accaduto.

Come si aspettava era una lite scaturita da un fraintendimento, e come ogni volta si era ritrovato a rimettere insieme i pezzi della relazione tra i due.

Geonhak però non si era mai accorto, dopo tutte quelle ore passate a parlare con l'altro dei suoi problemi, che l'unica cosa che valeva la pena di essere aggiustata era il cuore di Dongju.

яє∂ тняєα∂ || ʟᴇᴇᴏɴWhere stories live. Discover now