«Sono un vampiro. Non soffro il freddo.» sussurro, posandole la felpa sul grembo.

Tristezza? È questo quello che sto provando? Che mi rende tanto mansueto da chinare la testa al suo cospetto? Ma che accidenti succede?

«Justin?» mi chiama, stupita, sbarrando gli occhi scuri.
«Ho capito.» aggiunge dopo un istante, vedendo che non intendo cedere.
«Allora grazie.»

Il suo sguardo, che un tempo mi pareva così banale e comune, adesso mi cattura. Le sue iridi marroni mi ricordando il caffè - quando ho smesso di berlo? - e l'intensità che emana è come una carezza che mi scalda il cuore.
Il solo fatto che mi stia osservando con tanta cura, che si sia appena infilata la felpa e che stia abbozzando un sorrisetto, mi basta. Mi rende più tranquillo.

«È colpa mia se sei scappata. Non volevo che succedesse questo.» le dico.
«L'idea che io beva il tuo sangue deve farti orrore. Dopotutto sei solo una mortale.»

«Non capisci, Jus.» nega con la testa, come a rimarcare il concetto.
«Ti darei il mio sangue volentieri, però non riesco a sopportare il pensiero che tutto si riduca a questo.»

«Che intendi?»

Non riesco a comprenderla. La partner di un vampiro dovrebbe essere fiera del suo ruolo, visto ciò che comporta. In cambio del sangue, noi offriamo tutto quello che possediamo, che si tratti di beni o del proprio corpo.
Il suo atteggiamento significa che non le basta? Ma non posso darle nient'altro! Vuol dire che non vorrà mai essere la mia partner?
Mi mordo il labbro inferiore. Di colpo torno a essere frustrato. Il solo pensiero che lei non mi desideri mi è insopportabile.

«Io sono solo un contenitore di cibo per te?» mi domanda all'improvviso. E questa da dove l'ha tirata fuori?
«Oppure posso sperare di essere qualcosa di più? Non faccio che chiedermelo.»

L'occhiata timida che accompagna le sue parole, mi procura una scossa al cuore. Mi sento andare in fiamme e sono costretto a girare la testa per non farle vedere che sto arrossendo. Non posso negare che mi faccia piacere essere considerato in tal maniera, ma non lo riesco a comprendere. Sono un vampiro, quindi perché percepisco il mio battito cardiaco in gola? È ancora quella dannata maledizione che mi fa parlare così?

«Cos'è questo? Finché non ti ho considerata come una possibile partner non sembrava che ti dispiacesse...» le dico, perché non trovo altra via d'uscita.

Diventare la mia partner era il suo obiettivo - o così credevo - quindi perché adesso si tira indietro? Lo sapeva fin dall'inizio che i mortali non sono altro che cibo per quelli della mia specie, quindi non può essere questo il problema. E nemmeno il fatto che sia io a reclamarla come mio nutrimento, visto che le piaccio - È così, vero? Altrimenti non sarebbe la mia stalker!

«Non mi hai mai vista come un'amica?» mi chiede ancora.

«Mai. Nemmeno una volta.» rispondo, e sono sincero. Angel non potrebbe mai essermi amica, lei è la mia mortale e la desidero come partner. Quindi non possiamo essere amici.
«Non so davvero perché, ma il solo pensiero di esserti amico mi dà la nausea.»

«È perché sono umana?»

Annuisco. Anche, ma sento che non è solo questo. C'è qualcosa di estremamente sbagliato nella parola amica se è associata a lei. Partner mi sembra più adatto. Anzi mi pare perfetto, ora come ora.

Il mio ragazzo mordeWhere stories live. Discover now