L'ex alpha -o omega in erba- aveva l'espressione a metà tra l'irritato e lo sconvolto, che però nascondeva il suo reale sgomento per quella decisione rivolgendo l'attenzione solo a Taehyung, intento a dare disposizioni.

In particolare, c'era un'unica cosa che non riusciva a metabolizzare: il non poter partecipare.

Non poteva partecipare alla guerra perché era un omega. Non era più forte come un alpha -anche se non era remissivo come un "tipico" omega - ma il suo lupo non era grande quanto quello di Taehyung, non poteva andare in guerra perché non sapeva quando sarebbe partito il suo calore e come avrebbe potuto lottare senza rischiare che Taehyung o gli altri rischiassero la loro vita per proteggerlo.

Era d'intralcio, e provare a convincere Taehyung a farlo andare con loro era come cercare di accendere il fuoco con la legna bagnata. Inutile.

E mentre guardava tutti quegli alpha e beta discutere animatamente, si rese conto che non voleva.

Non voleva che Taehyung andasse in guerra.

Non voleva che lasciasse il suo fianco, non voleva salutarlo e rimanere al quartier generale ad aspettarlo con l'ansia di non sapere cosa stesse facendo, come la battaglia stesse andando e se stesse andando tutto bene. Sarebbe stato divorato dalla frustrazione di non potergli essere di aiuto.

Non sopportava l'idea di non poter essere al suo fianco in quei casi o di non poter affermare il proprio io, il proprio essere alpha.

Una parte di lui bruciava ardentemente per ciò che stava succedendo, per quanto si sentisse debole in quel corpo che riconosceva a stento ma che aveva scelto volontariamente di cambiare in favore di un desiderio più grande. Aveva imparato a conviverci, ma non aveva imparato ancora a gestire a pieno le emozioni amplificate degli omega -del suo essere omega.

Non vedeva l'ora di tornare ad essere un alpha, di poter ringhiare contro qualcuno e vederlo correre via piuttosto che guardarlo con curiosità oppure dirgli che era carino.

Diamine, lui non era carino!

«Taehyung, devi andare per forza?» diede voce ai suoi pensieri senza pensarci, infatti si morse la lingua subito dopo per quanto fosse stata "poco alpha" quella domanda. 

Taehyung si voltò verso di lui con espressione perplessa.

Zucchero, cosa stai dicendo? Sono l'alpha, non posso di certo rimanere qui.

Jungkook si morse il labbro abbassando gli occhi e sospirò pesantemente, portandosi le ginocchia al petto ed abbracciandole con un broncio ben visibile.

Capita l'antifona e vedendo l'espressione di Jungkook, percependone le emozioni strane e poco familiari per lui, Taehyung si rivolse al resto del gruppo per congedarli dando le ultime disposizioni con il solo intento di rimanere da solo con l'altro.

Perchè odiava vedere Jungkook reagire in quel modo e odiava di più il non sapere come fare per aggiustare qualsiasi cosa l'altro avesse. 

Non appena rimasero da soli, Taehyung parlò.

«Kook».

Jungkook voltò il capo dall'altra parte e l'alpha sospirò, poggiandosi allo schienale della poltrona per massaggiarsi le tempie con le dita. «Kook, vieni qui. Per favore» modulò la voce in modo da mantenere la calma e Jungkook gli lanciò una lunga occhiata prima di sospirare e alzarsi.

Gli andò vicino con passo incerto e quando ormai a dividerli c'erano solo pochi centimetri, l'alpha gli afferrò il polso e lo fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe. Le mani di Taehyung si posarono sui suoi fianchi e le braccia di Jungkook si avvolsero al suo collo puntando, gli occhi sulla bandana.

Blind Sight [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora