Mi siedo accanto a lou cercando di attirare la sua attenzione in qualche modo. Lui sta lì a guardarsi le mani, così piccole in confronto alle mie, non alza lo sguardo verso di me nemmeno chiedendoglielo.

<<Mi ha chiamato Eleonor...>> inizio a raccontare ma lou tira su di scatto la testa incuriosito e un po arrabbiato allo stesso tempo. <<mi ha detto quello che è successo davvero>> pensavo che pronunciando quelle parole il dolore sul volto di luo si sarebbe alleviato e invece no, sembrava quasi deluso.

<<Di lei, una completa sconosciuta, ti fidi, di me no? Non mu hai nemmeno lasciato parlare, ti avrei detto la verità lo sai>> dice lui tutto di un fiato, siamo forse nel torto entrambi, io non mi sono fidato di lui e lui non mi ha detto da subito che andava ad incontrare la sua ex ragazza.

<<lou perchè non mi hai detto che dovevi vederti con lei.>>

<<Non sapevi della sua esistenza e se rimaneva talenla situazione sarebbe andata meglio.>>

<<lou cosa vorresti dire che se io non vi avessi visti tu saresti tornato da ne facendo finta di nulla, magari baciandomi con le stesse labbra che hanno baciato LEI?!>>

mi accorgo solo dopo di aver alzato la voce, non volevo, sul suo volto si fa strada la rabbia e alzandosi alza pure lui la voce.

<<Se non riesci a fidarti Un  M I N I M O di me come dovrei raccontati tutto quello che mi succede, tu sei così, ti credi l'unica persona a cui voglia bene?>>

Scattonin piedi pure io, ci ritroviamo faccia a faccia sputandoci crude verutà a dosso.

<< No lou lo sai che non la penso così, ora non capisco perché tu debba riversare tutta questa rabbia su di me dato che NON sono io quello che ha baciato un altra>> i suoi occhi si accendono maggiormente di rabbia.

Non mi rendo conto nemmeno che le mie guance iniziano a bagnardi dalle lacrime che sgorgavano a fiotti dai miei occhi facendoli bruciare terribilemte.

<< Questo perché tu non mi hai lasciato il tempo e il modo di spiegarti la verità e se non riesci nemmeno a fidarti di me puli considerare questa relazione finita.>> dice quelle parole con una facilità quasi spaventosa.

Sento un peso nel cuore che preme sempre più forte. Non riesco a respirare, esco a grandi passi dalla porta senza chrarmi di chiudere porte o di quando rumore facessi nella casa.

Esco quasi correndo consapevole di essere costretto a tornare a casa a piedi, ma nemmeno lì voglio andare.

Sento il respiro che si fa sempre più corto e affannoso il dolore di quelle parole mi pervade dentro. È come se tutto ciò in cui ho creduto e sperato si stesse sgretolando creando una foragine dentro di me.

cammino e cammino così tanto che non mi accorgo du aver imboccatonuna strada a me sconosciuta. Cazzo mi sono perso, nonostante i mesi passati qui a Doncaster non conosco stradre all'infuori di ciò che circonda casa mia o casa di louis.

Si sta facenso sempre più buio e io non so dove mi trovo, sono tentato dal chiamare gemma, ma non penso sappia le strade meglio di me, mi arrangerò da solo in qualche modo.

Cammiando poco più avanti in quella larga via sconosciuta mi imbatto in un piccolo pub, decido di entrare a chiedere informazioni e mangiare qualcosa sono davvero affamato non ho mangiato nulla per tutta la giornata, il pensiero di lou mi ha tolto l'appetito, ma da quel piccolo pub esce un gradevole odore che mi fa tornare l'appetito.

<<buona sera...>> entro dentro quel pub dall'atmosvera calda ed accogliente, non è molto frequentato evidentemente, sono le 8.30 di sera e ci sono solo altre 5 o 6 persone sparpagniate per i tavoli.

Mi siedo al lungo bancone mentre una signora piuttosto in là con gli anni si avvicina a me da dietro di esso.

<<cosa posso portarti ragazzo>> mi chiede lei mentre mi regala un sorriso smagliante.

<<umh, a dire la verita è la prima volta che vengo non conosco il menù, faccia lei>> Sorrido a mia volta ordinando non so che cosa, dal profumo che esce dalla cucina ho fiducia che sia buono.

Non passa molto quando la signora torna dalla cucina con un semplice piatto di lasagne, sembrano ottime.

<<spero ti piacciano le lasagne ragazzo>> dice lei mente mentre posa sil bancone il piatto ancora fumante.

<<a chi non, grazie mille>> dico in tono gentile. la signora rimane lì ad aspettare che dessi il primo boccone, cavolo se erano buone...

<<sono davvero ottime signora grazie>>

<<oh chiamami molly mio caro, piuttosto come ti chiami tu giovanotto?>>

<<harry>> dico portando alla bocca un altro boccone di quelle fantastiche lasagne.

<<e... harry che ti porta qui, questa è una zona poco conosciuta di Doncaster, come puoi vedere la mia clientela non è molto ampia>>. lo vedo da quando sono arrivato io nessun altro ha varcato la porta per sedersi.

<<a dir la verità ero così sovrappensiero che mi sono un po smarrito finchè non ho trovato questo posto e ho deciso di entrare.>>

<<problemi d'amore>> dice molly con un sorriso rassicurante. <<si nota molto?>> e come no... avrò gli occhi gonfi  e rossi dalle lacrime e uno sguardo da cane bastonato.

<<sono brava a capite cosa provano le persone, dimmi chi è lui o lei?>> rimango piacevolmente sorpreso dal fatto che abbia usato entrambi i pronomi, di solito le persone della sua età sono molto intolleranti sotto questo punto di vista.

<<si chiama Louis... abbiamo litigato pesantemente non so se torneremo insieme>> il tolo della mia voce avrà fatto capire a molly che è meglio non aggiungere altro.

Pronunciare il suo nome mi causa un dolore profondo come se wualcuno mi avesse appena dato un calcio nello stonaco. Faccio per pagarare quando molly si avvicina <<Oggi no offre la casa, spero di rivederti presto harry, e buona fortuna tesoro>>

Saluto la signora che tanto è stata gentile chiedendole i fine da doveva prendere per arrivare nella via principale da li si sarevve perfettamente orientato.

Nel tragitto verso casa la mente non lasciava spazio al sollievo, continuavo a ripensare a lou e alle parole uscite dalla bocca, è finita.

Aprendo la porta trovo mia madre seduta sul divano ad aspettarmi preoccupata. <<harry hai idea di quanto io sia preoccupata?>>

Sono stanco di far arrabbiare, deludere, ferire qualcuno, sono sbagliato.
Mi getto accanto a mia madre senza dire nulla, d'altronde non ci sarei riuscito e lì le lacrime iniziano pma scendere.

<<hey, hey, tesoro che succede?>>

<<è finita...>>

Pronunciare quelle parole ad alta voce mu causavano tanto di quel dolore da impedirmi di tespirare o parlare.

Ho passato la notte a rigurarmi da un lato all'altro cercando di prendere sonno ma i pensieri mi tormentano fino a farmi male la testa sentendomi schiacciato da tutto.

Nella mia testa le uniche parole che ripeto sono:

"L'ho perso"

"L'ho perso... il mio lou"

Sempre se poteva definirlo ol "suo" non mi hanno mai fatto impazzire questi appellativi ma poter dire che una bellezza come lou era sua è come vincere il premio nobel o un oscar, invece l'ho perso.

Non e vero che non mi fido, che pensi di essere l'unico.

Io sono innamorato di loui e come in coglione l'ho lasciato andare via per colpa mia è finita....

È finita...



Tanto nessuno lo legge lo spazio autrice ma va beh. Volevo dire soltanto che pubblicherò una volta alla serrimana.

Detto questo spero che vi sia piaciuto
Baci, Jo

Fool for You //Larry StylinsonWhere stories live. Discover now