38. Come il cielo a mezza notte

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Annuisco e tiro un sospiro di sollievo. Se tutto questo non è adatto ad un adolescente, figuriamoci a dei bambini. Non possono assistere ad un funerale, a tanto dolore e lacrime amare. Stanno meglio a casa.

«Kath..»

Ben quattro braccia forti si sono avvolte intorno a me, una testa bionda piena di riccioli, ed una altrettanto scompigliata mora. Alex e Allen.

Sospiro e mi beo del profumo dei due, li abbraccio a mia volta. Non vedo Alex da un bel po', mentre con Allen non parlo da quando si è addormentato sul divano di casa mia. Ci sono state solo piccole conversazioni da allora, baci fugaci e consolazioni reciproche.

Per tutta la cerimonia ha tenuto il viso basso, accanto ad Alex. Non ne ho capito il motivo ma ho lasciato correre. Ora vederlo qui, stanco e triste mi ha fatto ritornare in mente il suo comportamento, e ancora una volta mi sento un egoista. Ho messo da parte il suo dolore per il mio.

«Mi dispiace tanto piccola», Alex affonda il capo nella mia spalla e mi stringe ancor di più fra le sue braccia, allontanandomi pian piano dal mio ragazzo.

Singhiozzo piano e gli do una leggera strizzatina prima di staccarmi e buttarmi fra le braccia di Allen. Finalmente posso piangere, con loro non devo fingere sorrisi inutili.

L'accogliente profumo di Gardenia lenisce i miei nervi, mi culla e calma. Allen lascia un delicato bacio sulla mia fronte, come ali di farfalla, e si gira verso mio padre che da solo si è preso cura degli altri.

«Condoglianze Robert», i due si scambiano uno sguardo carico di tristezza per qualche istante, poi mio padre annuisce.

«Grazie, e grazie per occuparvi di lei. É meglio se ve ne andate ora, penso io al resto»

«No papà, resterò con te fino alla fine. Non sei da solo in questa merda», intervengo, sorprendendo anche me stessa.

Forse la Kathryn di un anno fa', se ne sarebbe andata, fregandosi dei sentimenti dei genitori e dei suoi doveri. Per fortuna quella Kathryn è da molto scomparsa. Il tempo di vivere la mia adolescenza con approccio infantile, è terminato. Devo crescere, prendere il coraggio per mano e maturare.

Restare accanto a mio padre oggi è il primo passo per farlo.

Guardo i suoi occhi nocciola con determinazione, voglio che capisca le mie intenzioni, la mia sincerità. Non voglio che passi tutto questo da solo, io ho i miei amici ma lui sarebbe tornato a casa da solo, piangendo per chissà quanto.

No, non lo permetterò. Né la nonna, né la mamma lo vorrebbero.

Dopo istanti interminabili di silenzio, mi sembra di cogliere un cambiamento nei suoi tratti. I suoi occhi sono luminosi e di nuovo attenti, sembra grato e.. orgoglioso? «D'accordo, allora finiamo qui, andiamo a casa e raggiungiamo gli altri, insieme», gli sorrido e lo ringrazio mentalmente.

Perché nonostante non fossimo mai andati particolarmente d'accordo, nonostante il suo carattere, ha deciso di aprirsi con me. Affronteremo insieme il vuoto che la mamma ha lasciato.

«Resti anche tu a cena da Tommy?»

«Si», risponde comprensivo Allen. Mi stacco dal suo abbraccio, lasciando che la sua mano grande asciughi le ultime lacrime amare dalle mie guance. «Sicura di voler restare?».

Annuisco con un debole sorriso. Li osservo mentre si allontanò entrambi, sono così diversi ma sembrano aver trovato un punto in comune per cui andare d'accordo.

Mi sistemo alla ben e meglio, accanto a mio padre.

«Sono fiero di te, sei cresciuta tanto sotto i nostri occhi», pronuncia con un accenno di lacrime agli occhi.

Come il cielo a mezzanotte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora