Quel che appare inganna

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Un piccolo, rosso Nixy con lunghe ali color rubino. Okay forse non mi dovrei stupire, lui non può vederla... Si sarà posato per il solo gusto di farlo. In realtà non saprei che gusti può avere un Nixy, forse gli piacciono i maschi e James essendo...molto bello e spettacolare si sarà volto posare proprio su di lui.
- Cleo sei in ritardo- sentenziò Susan - hai già conosciuto quello schianto? Potrebbe fare il modello con quei lineamenti e gli occhi sono...- Susan non poté finire la frase che la nostra professoressa fischio, ordinandoci di correre.
Quando mi girai per dare un'ultima occhiata a James, lui teneva il palmo alzato con il Nixy posato su di esso. Ma lui non poteva vederlo giusto? Eppure è così strano. Teneva gli occhi fissi su di lui, lanciando qualche sguardo in giro prima di mettere le mani giù e mettersi a correre, con l'omino rosso che volava via. Magari tutti questo ha un senso, magari lui vede come me... Oppure sono solo io che sono impazzita del tutto. Però le caramelle... Tutto è iniziato quando ho mangiato quelle caramelle. Devo parlarne con qualcuno e subito. Continuavi angustiare James... E credo che questo si notasse. Volevo solo la prova, la certezza che anche lui vedesse " qualunque cosa siano" quelle lucine.
Alla fine dell'ora mi feci coraggio ed andai a parlarli. Comunque mi feci coraggio non perché io sia particolarmente timida oppure intimorita. No. Dovevo solo trovare il coraggio di sopportare un umiliazione colossale. Insomma dovrei andar e chiedere: ciao senti io forse sono una drogata perché vedo delle lucine e piccole creaturine. Anche tu le vedi?
No, non poteva andare.
- ehmm ciao - lo salutai.
- ciao piccoletta- mi risalito, riuscendo immediatamente ad irritarmi.
- senti so che può sembrare strano ma...insomma. - iniziavi a sudare freddo, la mia tattica di improvvisare il discorso sul momento non ha funzionato minimamente.
- senti piccola, io devo andare a lezione. Quindi per favore sbrigati- disse, stano ma vero, senza la minima irritazione.
- grazie delle caramelle di ieri, dove le hai comprate?- sono stupida. Più stupida di così non credo si possa essere. Seriamente? Le caramelle? Tanto valeva tirar fuori la storia delle luci e delle creature. Tanto più figura di...... Lasciamo stare.
- le caramelle? Se volevi parlare con me potevi trovarti una scusa migliore- se ne andò sorridendo. Ed io la, con io volto che sentivo via via diventar rosso. E poi come potevi ribattere? Magari dicendo: no seriamente, mi sono piaciute e volevo sapere dove le copri. No avrei fatto la figura della sfigata. Ehh...
Andai a lezione di matematica dove mi sorbì un'altra ora di sonnifero sotto forma di numeri. Tutti normale. La terza ora era quella di scienze, anche qua tutto normale, beh tranne un piccolo incidente con un vulcano di plastica, il resto è andato alla grande.
Ed ecco finalmente la campanella per la mensa. Ci pensai da molto, ho deciso di confidarmi con Laila. Io e lei abbiamo un rapporto stretto. Io non mi sono mai trovata con le persone, anzi. Anche adesso mi sento inadeguata, ma anche Laila si sente così. Io mi trovo bene con le persone che si sentono fuori posto, con loro mi sento sempre nel posto giusto. Forse se mi ascolta non penserà che sono così pazza... Infondo lei si è sempre confidata con me per le sue stranezze, quindi perché io no? Al limite si metterebbe a ridere.
- Laila ti devo parlare - dissi con tono supplichevole - da sola -
- ti devo parlare? Cos'ho fatto? Perché non vuoi più essere mi amica? Sono io... No aspetta fammi capire. Perché?- continuo così parlando a manetta per qualche minuto prima di poter proferire parola.
- no Ila no, devo parlarti di un mio problema. - dissi con tono esasperato.
- oh... Allora okay- rispose arrossendo leggermente.
Le raccontai delle visioni, della conversazione avvenuta la scorsa notte. Di James che sembrava nascondere qualcosa sotto quell'aria altezzosa. Lei ascoltava, qualche volta annuiva. Ed alla fine ecco il verdetto.
- beh fantastico, si insomma, vedi un mondo tutto tuo che forse è anche vero. Non credo tu sia pazza, negli ultimi tempi non hai dimostrata grande affabilità con il mondo, ma non credo che sia solo frutto della tua immaginazione. Comunque anche io voglio una di quelle caramelle, dimmi se riesci a procurartene un!-
Io la guardai stupefatta, sapevo che era molto comprensibile, ma questo...
- senti io voglio andare fino in fondo con la faccenda di James. Qui qualcosa non va.- dissi guardandomi intorno, perché tutte le volte che veniva proferito il nome " James" un orda di ragazze iniziava a perlustrare con lo sguardo alla ricerca del ragazzo.
- si hai ragione, chi è così bello nasconde sicuramente qualche segreto sotto. - ed è così che si concluse la nostra conversazione.
A fine giornata andai a casa, ma durante il tragitto incontrati James.
- senti ti volevo...- inizio, ma io lo interruppi bruscamente. - no senti tu! Evita di rivolgermi la parola, tu e il tuo ego- dissi cercando di mantenere un tono neutro il più possibile.
- si capisco di essere stato sgarbato, quindi per rimediare m, tieni- e mi porse in mano ancora una manciata di quei dolcetti. - purtroppo qua non sono in vendita, si comprano in un negozio in scozia chiamati Amad, molto bello.- spiegò.
- in tal caso grazie- lo guardai di sottecchi. Decisi che se volevo indagare di più su quella faccenda, dovevi parlarli. - dimmi qualcosa di te James- chiesi. Intanto cercavo di mantenere la concentrazione ignorando le svariate lucine. - di me non c'è molto da raccontare. Sono un bel ragazzo, venuto in un paesello di Londra con mia madre e mio padre. Nulla di che. Amo anche leggere e cose così.- disse - mentre tu? - io? Io niente vivo con mia madre in una villetta più avanti, a casa ho un gatto di nome Muffetta. Non ho segni particolari, ne sono particolarmente bella o speciale- gli raccontai. Non so perché deciso di dirgli tutto questo, non era mia intenzione! Cosa stava succedendo?
Comunque dopo mi domandò dove fosse mio padre. - ah lui è morto quando io avevo solo undici anni. Per un incidente stradale.- risposi, ma senza tristezza nella voce, perché avevo imparato a nascondere la tristezza. Non serviva, e poi odiavo essere compatita. Ti fa sentire tanto debole.
- mi dispiace... Comunque io sono arrivati- corride e se ne andò. Io lo guardai entrare in una bella villa borghese. Con un stupendi giardini pieno di alberi e piante varie. In fondo non è male pensai, me è strano. Io non volevo dire certe cose eppure... Sentivo che mi stava ingannando. Sentivo che c'era qualcosa che non andava.
Tornata a casa guardai le caramelle, sembrava pulsassero. Non le volevo mangiare e comunque un paio le dovevo tenere per Laila. Mentre le osservavo mi venne una stana fame, come se il solo guardarle mi provocasse un dolore fisico. Ne mangia una e... Ecco sul davanzale debba finestra c'era una luce gialla. Andai davanti la finestra e la aprì, lo vedevo con più chiarezza. Non era una luce, ma una piccola scimmietta che emanava luce. Non sarà stata più grande del mio pollice. - ciao piccolino, cosa sei?- domandai con voce calma e delicata, nel tentativo di non spaventarla, ma niente. Figgi via. Ho capito dovevo imparare a vedere. È questo quello che intendeva Arael quando parlava di allenamento? Non lo so, ma ora volevo provare a vedere tutto con più chiarezza e ci sarei riuscita!

Leaf goldWhere stories live. Discover now