Il villaggio, le amazzoni

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La città di Goda era la più vicina ai territori delle amazzoni e ciò faceva di lui una pedina importante nello schema strategico di Deimos. Alcuni secoli prima le guerriere guidate da Ares, avevano deciso di espandere il proprio dominio impossessandosi della città del dio. Proprio quando la vittoria delle donne sembrava imminente, Ares aveva perso i propri poteri finendo nell'Oltretomba. Così Goda, grazie all'aiuto di Deimos, le aveva costrette ad arretrare ancora di più nel cuore della foresta, appropriandosi di parte dei loro territori. Da allora le amazzoni vivevano mal sopportando l'influenza degli dèi che non perdevano mai occasione per sfruttare le loro doti di combattenti. Goda, che sottostava alla volontà di Deimos, aveva ordinato alla regina amazzone di far ricorso alle conoscenze oscure del suo popolo per aprire un passaggio verso la Terra. Le indicazioni di Deimos erano state chiare: dovevano condurre su Io l'unica persona su cui riponesse una fiducia illimitata e il cui supporto sarebbe stato fondamentale nell'impresa che si era prefisso. Non lo avrebbe mai ammesso neppure con se stesso ma, in tutti quei secoli, aveva convissuto con la sensazione che gli mancasse qualcosa. E se fino ad allora aveva riempito quel vuoto con tutto ciò che di bello la vita aveva da offrigli, ora non era più in grado di ignorare il bisogno di ricongiungersi con il gemello Phobos. Il dio viveva come un comune mortale sulla Terra. Infatti dopo aver trascorso lunghi anni nell'Oltretomba, gli era stato concesso di rinascere a patto che gli fosse cancellata la memoria.

Callisto, regina amazzone, aveva eseguito gli ordini cercando di trattenersi dal fare altre domande con la consolazione che meno ne avesse saputo e più alte erano le probabilità che gli dèi le lasciassero fuori dalle loro macchinazioni. Aveva aperto il passaggio tra i due mondi ma dato che si trattava di un potere arcano e difficile da controllare, non sapeva con precisione in che punto della giungla l'anima reincarnata di Phobos era comparsa. Aveva quindi deciso di mandare una squadra di donne alla ricerca del dio divenuto mortale.

Il sole stava tramontando e alle amazzoni rimaneva poco tempo per prepararsi a trascorrere la notte in prossimità del fiume. Le guerriere erano partite dal villaggio divise in gruppi e ciascuno di esso aveva il compito di perlustrare una zona. Al gruppo di cui faceva parte Antiope era toccato il tratto di fiume Termar che divideva i territori amazzoni da quelli di Goda. Erano in cammino dall'alba e durante le ricerche non avevano mai avuto occasione di fermarsi per più di qualche minuto. Per tutto il tempo il caldo era stato insopportabile e l'afa era ancora così densa da sembrare solida.

Antiope aveva solo sedici anni e nonostante fosse stata educata ad essere una guerriera, non riusciva a sopportare la vita al di fuori della sicurezza del villaggio. Per quanto si sforzasse di apparire coraggiosa e abile nel maneggiare le armi, in cuor suo sapeva che non sarebbe mai stata all'altezza in una situazione di vero pericolo. Purtroppo partecipare a quel tipo di missioni era parte integrante del suo addestramento e lei non aveva potuto tirarsi indietro.

Le donne sfilarono dalle proprie sacche le amache e dopo averle assicurate ai rami attorno, si prepararono a trascorrere qualche ora di riposo. Protetta nel bozzolo della sua amaca, Antiope chiuse gli occhi e si addormentò cullata dallo sciabordio dell'acqua che scorreva poco lontano.

Ancora prima dell'albeggiare le amazzoni si rimisero in marcia. Più tardi vennero distribuite le razioni di cibo da consumarsi strada facendo. Camminarono per diverso tempo perlustrando un ampia porzione di riva. Ad un tratto Marpesia, la guida principale del gruppo, fece segno alle compagne di nascondersi. Antiope corse a rifugiarsi dietro un grande masso sulla riva. Con i piedi nell'acqua, alzò la testa per spiare chi avessero scorto.

Jo era accucciata sulla sponda del fiume con le mani piegate a coppa per raccogliere dell'acqua fresca e pulirsi il viso. In quel momento sentiva la mancanza del caffè. Come si poteva vivere senza? Si era appena svegliata e si sentiva come se fosse stata investita da un treno. Spossata e piena di dolori, non era affatto pronta per affrontare un nuovo giorno. Ora più che mai voleva tornare a casa, nella sicurezza del suo letto. Poco distante Alan dormiva. Con il volto bagnato e i capelli incollati alla fronte si voltò a guardarlo.

Athanatos, padroni del destinoWhere stories live. Discover now