Taehyung chiuse gli occhi e li strizzò, azzannandosi il labbro inferiore e conficcandogli dentro i canini sporgenti; quel dolore fisico non era niente in confronto a cosa si stava agitando nel suo animo.

«Avevi trovato il tuo equilibrio, con che coraggio avrebbe dovuto sovvertirlo ancora? Aveva fatto una promessa a tua madre, ad una persona che stava per lasciare suo figlio di sette anni in balia di un mostro! Cosa avresti fatto tu al suo posto? Ti conosco, e so che saresti stato fedele alla tua parola anche a costo della vita perchè ci tenevi. V ti ama come forse neanche ti immagini; avrebbe potuto prendere il controllo un milione di volte così come ha fatto in guerra, eppure non lo ha fatto-mai».

Le parole di Jungkook scavarono nella sua ferita aperta come un coltello la cui lama venne rigirata ancora e ancora, allargandola e rendendola ancora più dolorosa e profonda. Sanguinante come solo un cuore ferito poteva esserlo.

Uno spasmo lo scosse da capo a piedi per il nervoso, per il dolore e per l'angoscia che provava in quel momento, quell'infernale sensazione di essere solo e di dover lottare ancora per avere un po' di pace. Nonostante Jungkook avesse ragione -era innegabile la avesse- non riusciva a sopportarla. 

Non poteva, non poteva continuare a farsi ferire. Troppe cose lo aveva spezzato, lo avevano piegato come si fa con un foglio di carta e ogni volta che le superava...eccone altre pronte a fare peggio.

E un'altra.

E ancora, senza pietà, senza risparmiargliene neanche una.

Ma doveva stare in piedi, non poteva permettersi di cadere, anche se tutto lo stava spingendo a farlo, perfino le parole di Jungkook. 

«Dagli un'altra possibilità. Taehyung, prova a ragionarci» gli sussurrò infine Jungkook, chiudendo gli occhi e poggiandogli la guancia contro la sua. Strinse un'ultima volta la presa sulle sue mani prima di dileguarsi completamente e mettere qualche passo di distanza tra lui e Taehyung. 

Come si ritrovò libero, un senso di oppressione gli si strinse attorno, le pareti divennero strette, il mondo divenne un posto ostile, il cuore gli stava per scoppiare. Sentiva gli occhi di Jungkook addosso ma...ma non ce la faceva. 

Come si voltò spintonò via malamente Jungkook e lo superò con capo chino. 

«Sai che cosa ho capito?» disse Taehyung con tono ridotto quasi un sussurro, non voltando lo sguardo verso un preoccupato Jungkook che sentiva di volerlo abbracciare e stringere fino a che quell'espressione distrutta non svanisse dal suo volto.

«Che forse avrei dovuto lasciarmi uccidere, la prima volta. Avrebbe fatto meno male».

Jungkook sentì la gola serrarsi e allargò gli occhi come vide Taehyung aprire la finestra e lanciarsi di sotto. Atterrò sulle quattro zampe e ululò sonoramente in modo così gutturale e straziante da scuotere perfino lui, un alpha.

Quel gorgoglio sofferente si perse come Taehyung prese a correre, perdendosi velocemente nei boschi e scomparendo dalla vista di Jungkook, che si era affacciato per urlare il suo nome a squarciagola, implorandolo con il tono di fermarsi.

Jungkook si portò le mani tra i capelli e urlò per la frustrazione, per il fallimento che sentiva di essere stato -ancora una volta- nella vita di Taehyung. Perchè non riusciva mai a fare qualcosa di buono per colui a cui teneva di più al mondo? Perchè non riusciva ad aiutarlo?

Perchè il suo ruolo era sempre quello di rovinare tutto?

Diede un pugno contro il muro ma il dolore non lo sentì nemmeno, perchè non c'era niente che effettivamente potesse comparare quella sua sofferenza e frustrazione. 

Blind Sight [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora